Scarlet Nexus, la nostra recensione – IlVideogioco.com

Ormai è risaputo che Bandai Namco sia sinonimo di Giappone. Le sue produzioni spaziano da titoli su licenze ufficiali di anime nipponici a giochi completamente originali ma con lo stesso stampo, come Code Vein o un qualsiasi Tales Of. Scarlet Nexus, nuovo action rpg, non fa eccezione. Infatti tutto ciò Read more…

King Arthur: Knight’s Tale, la nostra anteprima – IlVideogioco.com

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The Outer Worlds è disponibile per Switch

Come da annuncio The Outer Worlds fa il suo debutto odierno su Switch. Lo annunciano Private Division, Obsidian Entertainment e Virtuos. L’eccellente gioco di ruolo in singolo, è ora disponibile per la console ibrida di Nintendo. Il prezzo è di 59,99 dollari.

The Outer Worlds è stato creato dai co-direttori Tim Cain e Leonard Boyarsky, autori originali di Fallout, e da Obsidian Entertainment, che ha già sviluppato Fallout: New Vegas, Star Wars: Knights of the Old Republic II, South Park: The Stick of Truth e la serie Pillars of Eternity.

Ecco il trailer di lancio del gioco che, giusto ricordare, è segnalato come PEGI 18. Buona visione.

Il titolo, come saprete, è già stato rilasciato lo scorso ottobre su Pc, PS4 ed Xbox One.  Qui la nostra recensione della versione Windows.

Il gioco è ambientato ai confini estremi della galassia, in una colonia dominata da corporazioni senza scrupoli. Quando uno scienziato ribelle risveglia il protagonista dall’ibernazione criogenica e si scopre che potrebbe essere l’unica speranza di salvezza per la colonia… o la causa della sua rovina. Durante gli incontri con una serie di personaggi memorabili, le decisioni determineranno il destino della colonia di Halcyon. Sarete un eroe dallo sguardo puro? Un crudele tiranno? Un goffo cialtrone interstellare che indossa un casco a forma di luna piena? La scelta è nelle vostre mani.

Michael Worosz, vicepresidente esecutivo e capo di Private Division, ha detto:

The Outer Worlds è uno dei migliori giochi di ruolo dell’anno scorso e non potremmo essere più orgogliosi del suo successo critico e commerciale. Siamo molto contenti di poter presentare l’universo fantascientifico arguto e grottesco di Obsidian ai fan e ai nuovi giocatori su Nintendo Switch; non vediamo l’ora di dare a tutti la possibilità di portare questo complesso GdR con sé ovunque vorranno.

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Cardpocalypse, aggiunta la modalità Roguelike Gauntlet

Cardpocalypse si aggiorna. Gambrinous e Versus Evil hanno infatti annunciato l’arrivo della modalità Gauntlet per questo rpg disponibile su Pc (Epic) e su Apple Arcade.

La modalità Gauntlet è una nuova modalità roguelike in cui ogni partita sarà unica. I giocatori potranno scegliere il proprio campione preferito e farsi largo tra battaglie sempre più impegnative. Dopo ogni vittoria, potranno ottenere nuove carte, regole e ricompense per i propri mazzi nel tentativo di creare la combo definitiva e sconfiggere il Gauntlet.

Cardpocalypse è un GDR con battaglie a colpi di carte da collezione, in cui bisogna creare il miglior mazzo di carte possibile, variare le regole e provare a salvare il mondo in un’avvincente avventura per giocatore singolo con protagonista una ragazzina degli anni ’90.

I giocatori potranno scambiare le carte, guadagnarne di nuove, scommettere, cambiare le regole e persino modificare le carte per conquistare la vittoria.

Ecco il trailer di lancio. Buona visione.

Colm Larkin, direttore di Gambrinous, ha detto:

Non vedo l’ora che i fan possano provare la modalità Gauntlet. È un nuovo modo di giocare a Cardpocalypse ed è incredibile come ogni partita sia sempre diversa. Se si è appassionati di roguelike, questa espansione sarà perfetta. E sarà anche gratuita per tutti i giocatori!

Oltre alla modalità Gauntlet, Cardpocalypse è ora disponibile in tutte le lingue su qualsiasi formato: inglese (britannico, americano e australiano), francese (Francia), francese (Canada), italiano, tedesco, spagnolo, cinese (semplificato e tradizionale), giapponese, coreano, russo, turco, arabo, portoghese brasiliano e olandese.

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Wasteland, la remaster su Pc ed Xbox One e breve

Wasteland è un videogioco storico e la remaster sta arrivando. Uscito nel lontanissimo – videoludicamente parlando – 1988, questo titolo è il capostipite di un filone apprezzato nel corso degli anni da sempre più appassionati: i giochi di ruolo ad ambientazione post-apocalittica. Un filone che si è arricchito con Fallout, tanto per intenderci e che ha visto la serie rinata con Wasteland 2 – uscita nel 2014 e nato dopo una ottima campagna Kickstarter – e col terzo episodio che è attualmente ancora in fase di lavorazione e dovrebbe arrivare in primavera.

La notizia però sta nel fatto che la versione rimasterizzata di Wasteland arriverà su Pc ed Xbox One a breve, ossia il 25 febbraio prossimo. Lo leggiamo dalle pagine di IGN.

L’editore inXile Entertainment ha confermato giovedì tramite un trailer di lancio di YouTube. Eccolo.

Secondo gli sviluppatori di Xile Entertainment e Krome Studios, la versione rimasterizzata manterrà il cuore dell’originale Wasteland del 1988 portando nel gioco una grafica revisionata, correzioni di bug, un comparto sonoro aggiornato ed ampliato.

Wasteland Remastered metterà il giocatore nei panni di un ranger del deserto: i legislatori incaricati di proteggere l’umanità dopo una guerra nucleare hanno devastato il mondo nel 2087.

Il titolo, come detto, arriverà il prossimo 25 febbraio ed è ora disponibile per il preordine. Sarà disponibile tramite Xbox Game Pass, su Steam e GOG.com.

Ci sono anche le prime immagini. Eccole.






CARATTERISTICHE

  • Wasteland Remastered mantiene lo spirito del gioco originale con grafiche e audio aggiornati.
  • Lo storybook fisico del gioco originale è disponibile in gioco, completamente illustrato e doppiato.
  • Colonna sonora estesa dalla versione “Wasteland 1 – The Original Classic”.
  • Sono stati sistemati dei vecchi bug che risalivano alla presidenza Reagan.
  • Sopravvivi all’apocalisse nella comodità del tuo divano con supporto totale per controller.
  • Migliorie alla qualità della vita che rendono il mondo post-apocalittico un po’ più amichevole.

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Pillars of Eternity II: Deadfire – Ultimate Edition debutta su console

Versus Evil e lo sviluppatore Obsidian Entertainment annunciano che Pillars of Eternity II: Deadfire – Ultimate Edition è ora disponibile per Xbox One e PlayStation 4, mentre la versione per Switch arriverà successivamente nel corso dell‘anno. Vi sarete accorti accorti dell’uscita visto che la recensione PS4 è stata appena pubblicata nella nostra home.

Originariamente lanciato per Pc e Mac, Deadfire ha conquistato la critica globale e ricevuto numerosi riconoscimenti.

Al prezzo di 59,99 euro, Pillars of Eternity II: Deadfire – Ultimate Edition include tutti i principali aggiornamenti e le espansioni disponibili per la versione Pc: Beast of Winter, Seeker, Slayer, Survivor e Forgotten Sanctum.

Con un enorme mondo liberamente esplorabile e un ampio cast di personaggi, Pillars of Eternity II: Deadfire – Ultimate Edition si basa sugli elementi fondamentali del classico gioco da tavolo, offrendo ai giocatori un’esperienza GDR per giocatore singolo ancora più profonda con una modalità a turni o la classica modalità in tempo reale con pausa.

Ora anche gli utenti PlayStation 4 e Xbox One potranno provare e creare la propria avventura GDR ed esplorare le infinite possibilità che li attenderanno, da una dettagliata personalizzazione dei personaggi alle decisive scelte individuali che dovranno fare nel gioco.

Steve Escalante, direttore generale di Versus Evil, ha detto:

Gli utenti console potranno immergersi completamente in una straordinaria avventura GDR di esplorazione e scoperta, in quella che sarà una delle migliori esperienze di gioco di ruolo da tavolo del 2020.

Da oggi è possibile acquistare la versione digitale di Pillars of Eternity II: Deadfire Ultimate Edition su Microsoft Store e PlayStation Store. Deadfire avrà anche una Standard Edition e una Ultimate Collector’s Edition in versione retail per Xbox One e PlayStation 4 grazie a THQ Nordic, disponibili al prezzo di 59,99 euro e 129,99 euro, rispettivamente.

La Ultimate Collector’s Edition includerà i seguenti contenuti:

  • Pillars of Eternity 2: Deadfire [aggiornato alla patch 5.0 della versione Pc],
  • e tutti i dlc: Beast of Winter, The Forgotten Sanctum, Seeker, Slayer, Survivor
  • Una statuina di 25 cm di Od Nua
  • Portachiavi del maiale spaziale
  • Adesivo 3D di tipo “metallico”
  • Confezione premium.

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Pillars of Eternity 2: Deadfire, Recensione

Nel 2015, Obsidian Entertainment ha portato sui nostri schermi un gioco che avrebbe rivitalizzato il mondo degli rpg di stampo isometrico, forse più dello stesso Torment: Tides of Numenera firmato da InXile. Sviluppato da appassionati del genere, e orientato ad un pubblico capace di apprezzare dialoghi con mille sfumature ed una storia ben impostata, Pillars of Eternity ha riscosso un enorme successo tra pubblico e critica. L’8 maggio di due anni fa, pur orfana di Chris Avellone, Obsidian ha proseguito la storia con il secondo capitolo intitolato Pillars of Eternity 2: Deadfire che ha ricevuto generalmente buoni consensi.  Dopo l’esordio su Pc, dunque. lo abbiamo atteso a lungo, ma finalmente oggi il gioco arriva anche sulle console domestiche PS4 e Xbox. Ed arriva con un’edizione “all in one” (omnicomprensiva se vi preferite, ndr) che propone tutti le espansioni uscite in precedenza.

Detto questo, vi lasciamo alla nostra recensione della versione PlayStation 4 di Pillars of Eternity 2: Deadfire edita da Versus Evil ed in uscita oggi, 28 gennaio. Buona lettura.

MONDI FANTASTICI, RICCHI DI FIABE

Nel 2015, Pillars of Eternity riuscì a trasmetterci emozioni che fino ad allora, erano rimaste appannaggio del primo Baldur’s Gate. Un’ambientazione di stampo medievale, coerente e davvero approfondita. Ci piacque così tanto che acquistammo a parte il compendium che andava ad analizzare in profondità l’intera lore di gioco. L’arrivo del secondo capitolo ci trasmise invece la sensazione del secondo capitolo della saga dedicata al figlio di Bhaal, pur con meccaniche diverse e una maggiore libertà.

Avendo giocato e finito il primo capitolo su console, eravamo ansiosi di provare questa nuova iterazione pad alla mano. Fortunatamente l’attesa non è stata vana.
Il punto cardine, che vale per entrambi i capitoli di questa serie, è che i giochi epici per giocatore singolo vanno assolutamente provati e supportati, ne vale assolutamente la pena.

UNA STORIA, UN AMICO PERDUTO

Una delle punte di diamante del primo Pillars, era la storia e la caratterizzazione dei personaggi. La presenza di un’icona come Chris Avellone dava certezze che in altri casi sarebbero rimaste solo supposizioni. Purtroppo, il secondo capitolo è stato scritto senza la presenza del noto game designer, e in molti erano scettici sulla possibilità che il livello qualitativo sarebbe rimasto tale.

Nonostante alcune sbavature e una caratterizzazione dei personaggi non al livello del primo capitolo, Deadfire non sfigura affatto. Come per Baldur’s Gate II, gli intrecci e le varie storie che si svilupperanno man mano che proseguiremo con l’avventura danno un’idea di gioco “ad ampio respiro”. Forse meno profondo, ma sicuramente più godibile, più libero. Anche le “quest secondarie” sono difficili da separare dalla “quest principale”, questo perché il mondo di gioco è collegato in maniera tanto sapiente quanto intelligente.

Per non rovinarvi una storia che vi consigliamo caldamente di apprendere da soli, vi basti sapere che in seguito alle vicende del primo capitolo, sarete giocoforza costretti a viaggiare dal continente dove risiedevate in tranquillità alle isole che compongono l’arcipelago. Se avete amato il primo capitolo comunque, Pillars of Eternity 2 vi piacerà sicuramente, pur per motivi diversi. Trattandosi di un sequel diretto, non abbiate paura di giocarlo se vi siete persi il prequel, anche se i richiami alla vecchia avventura sono parecchi.

Ci è capitato sovente che durante il proseguo di questa o quella quest, i vari npc fornissero informazioni e commenti sulle nostre precedenti conquiste, e questo potrebbe risultare poco chiaro per i nuovi arrivati. Paradossalmente, potrebbe ingolosire e far venir voglia di riprendere (o iniziare) il primo capitolo, tornando in un momento successivo a respirare la brezza marina dell’arcipelago di Mortafiamma.

Se avete giocato e finito il primo capitolo su Pc, è possibile importare il salvataggio e il personaggio che ha contraddistinto le nostre avventure. Al momento della stesura di questa recensione, tale feature peraltro non secondaria, risulta preclusa al pubblico console. Siamo sicuri verrà ripristinata quanto prima, ma è giusto segnalarlo.

PENNA, CAPPA, PISTOLA E SPADA

Trattandosi di un gioco di ruolo vecchio stile, gli amanti della creazione del personaggio avranno di che sbizzarrirsi, tra razze, classi, bonus, magie e persino discendenze. Pillars of Eternity II offre tante possibilità. Al contrario, la personalizzazione estetica è nella media, ma trattandosi di un gioco in isometrica è più che soddisfacente.

Ci sono undici classi singole e un gran numero di opzioni multiclasse. La parte culturale durante la creazione, definirà l’eredità del proprio personaggio, coadiuvata da alcuni vantaggi. Per creare un eroe che sia coerente, è intelligente che discendenze, classe e competenze siano affini, così da sfruttare al meglio i bonus ad esse legati. Creare un mago che arriva da una landa selvaggia può essere un’idea divertente, ma a conti fatti sul piano delle statistiche qualcosina perderemo. Nulla comunque, ci è precluso.

Molte delle stesse opzioni sono disponibili anche per i membri del tuo gruppo. Nel corso dell’avventura, incontreremo vecchi compagni e nuovi arrivati, che seguiranno il nostro eroe in mille avventure. Ogni personaggio, può essere personalizzato a piacere, sfruttando anche le possibilità garantite dall’opzione multiclasse, anche se la nostra scelta è ricaduta sugli stessi archetipi usati nella foresta di Drywood.

Una tale libertà, potrebbe facilmente scoraggiare i neofiti o tutti quei giocatori abituati a giochi più “immediati”, ma la varietà di opzioni e automatizzazione del livellamento, garantirà la possibilità di godersi il gioco per intero, pur perdendo un importante fase che contraddistingue ogni crpg.

E veniamo al combattimento, che coprirà una buona porzione di ogni gameplay. Ad inizio partita potremo scegliere tra una modalità normale con pausa tattica, o una modalità interamente a turni. Il ventaglio di opzioni permetterà di trovare il punto d’incontro tra fluidità di gioco e strategia. Potremo ad esempio far scattare la pausa al rilevamento di una trappola, all’avvistamento di un nemico, o di una porta nascosta, giusto per fare qualche esempio. In ogni caso, potremo mettere il gioco in pausa in qualunque momento, ed impartire i comandi al party in tutta tranquillità.

Una bella caratteristica introdotta in questa serie, sta nella possibilità di migliorare ogni abilità rendendola più forte, permettendo ad esempio di curare più punti ferita a più componenti del party. O, ancora, garantire un certo livello di protezione, a seconda di ciò che sceglieremo. Nei combattimenti più difficili o ai livelli di difficoltà avanzati, questa opportunità si rivelerà cruciale per proseguire con l’avventura.

Altro punto a favore di questo gioco, è l’intelligenza artificiale di tutti i personaggi, sia del party che i nemici. Nettamente migliorata rispetto al capitolo precedente, ora i nostri amici non si butteranno a capofitto nel combattimento, ma rimarranno in formazione, useranno incantesimi appropriati a seconda della situazione. Come detto sopra, diverse opzioni gli garantiranno una certa libertà, ma potremo in qualunque momento gestire ogni scelta in prima persona.

ISSATE LE VELE!

Caratteristica introdotta in Deadfire, è la gestione della propria nave (che sostituisce la gestione tipicamente medievale della fortezza di Caed Nua), anche durante i combattimenti. Solcare i mari dell’arcipelago di Mortafiamma ci darà l’idea di essere in un mondo realmente aperto, e dato che parliamo di un territorio colmo di pirati, presto o tardi dovremo incrociare le spade con una nave che batte bandiera nera.
Purtroppo, e detto tra noi, è davvero un gran peccato, tali schermaglie non saranno vissute in prima persona, ma saranno vissute attraverso una sorta di librogame dove le scelte determineranno l’esito dello scontro.

Inizialmente abbiamo faticato a determinare la posizione della nostra nave rispetto a quella nemica, e spesso abbiamo fatto scelte quantomeno discutibili. Finché le cannonate saranno a distanza, tutto si svolgerà sotto forma di testo, ma in caso di abbordaggio, si tornerà immediatamente alla familiare schermata ad area dove respingeremo gli assalti o daremo il via alle danze.

Se la controparte “tattica” tra le navi fosse stata vissuta come in Sid Meier’s Pirates, ci saremmo trovati davanti ad un titolo imperdibile senza se e senza ma. Deadfire lo è ancora, ma l’amaro in bocca per un’occasione mancata rende il tutto di un sapore meno dolce di quanto avremmo desiderato.

Poter migliorare la propria nave con uno scafo migliore, vele di qualità, cannoni e armi di vario tipo, oltre che di marinai più esperti, offre una buona alternativa alla giocata prettamente ruolistica, ma forse rimettere in sesto Caed Nua ha ancora qualcosa in più. I combattimenti in mare, garantiranno oro ed equipaggiamento, che potremo dividere con la ciurma che guadagnerà esperienza, migliorando le proprie prestazioni in caso di incontri poco amichevoli.
Ovviamente, il miglioramento della Sprezzante e battere il mare, avrà dirette conseguenze con le varie fazioni di gioco: la compagnia di commercio Valiana, Huana, la Compagnia Reale di Mortafiamma, e altre, non vedranno l’ora di stringere rapporti con noi. In Pillars of Eternity 2 sarà possibile stringere alleanze con alcuni, o tentare di essere amico di tutti.

IL PORTING

E veniamo al fulcro, ossia la qualità del porting per console. Possiamo dire di essere davvero soddisfatti della qualità con cui Obsidian ha trasportato le avventure dell’Osservatore su console. Il movimento dei personaggi è fluido e i comandi sono discretamente intuitivi, pur necessitando di un certo periodo di confidenza, normale per un gioco di ruolo classico di questo tipo.

Il movimento del personaggio avverrà attraverso lo stick sinistro, mentre i due dorsali inferiori serviranno ad aprire i menu legati alla scheda dei personaggi o alle azioni e le abilità disponibili. La velocità di caricamento tra le transizioni e le aree è piuttosto veloce, e l’interfaccia è stata riadattata per sposarsi al meglio con schermi grandi, grazie anche alla possibilità di aumentare la grandezza dei font.



La qualità visiva è davvero di prim’ordine, sia per le parti a terra che per mare, dove l’acqua passerà dal blu al turchese man mano che ci si avvicina alle spiagge. Anche le animazioni e gli effetti particellari sono nettamente migliorati rispetto l primo capitolo, con nuvole di sabbia che svolazzano sul terreno, fulmini che ci sorprendono al calar della notte, e una serie di animazioni dedicate al combattimento dove smembreremo letteralmente i nemici dopo averli colpiti con un colpo critico. In Pillars of Eternity 2, anche gli incantesimi ad area, hanno davvero degli effetti gradevoli.

Ma un gioco del genere non poteva arrivare senza una colonna sonora all’altezza. Per questo secondo capitolo, si è passati da un’atmosfera medievaleggiante a toni pirateschi e marinareschi. Con più di novanta minuti di tracce audio, l’audio di gioco ci terrà compagnia senza mai stancarci, grazie anche ad un connubio di suoni ambientali che aumenteranno ulteriormente l’immersione nel mondo di gioco.



Se vogliamo cercare il pelo nell’uovo a tutti i costi, possiamo muovere tre critiche al porting. La prima, è che pur con prestazioni buone, spesso ci si imbatte in situazioni dove dopo aver recuperato un carico e premuto nuovamente il tasto sul contenitore vuoto, gli oggetti riappaiono per qualche secondo. Un margine di miglioramento può esserci, ma è chiaro che anche la PS4 Pro inizia a mostrare il fianco dell’età.

La seconda critica è quella di cui abbiamo parlato ad inizio articolo, ossia l’impossibilità di importare il proprio salvataggio. Operazione che ci ha in parte impedito di godere appieno dell’avventura durante battute iniziali.

La terza nota stonata, è l’interfaccia. Ne abbiamo parlato, e già detto che è ben implementata, ma una modifica proprio non ci è piaciuta. Abituati all’uso delle due ruote delle azioni mediante i dorsali inferiori, abbiamo notato che quella relativa alle azioni veloci è stata abolita in favore di una sorta di riepilogo di icone sopra i ritratti dei personaggi che risulta poco intuitivo.

COMMENTO FINALE

Potevamo parlare della storia, ma avremmo rovinato la sorpresa, o soffermarci sul combattimento, o sulle emozioni che abbiamo provato. Insomma, Pillars of Eternity 2 è proprio come Baldur’s Gate II, un nuovo gioco che aumenta l’offerta a dismisura. E con un mondo interamente aperto garantirà ore ed ore di divertimento senza mai stancare. È un sequel degno di questo nome, con la “S” maiuscola.

Grafica e sonoro al top, personalizzazione ai massimi, ed un mondo di gioco sconfinato e coerente. Forse è proprio la storia ad essere l’anello debole: non perché sia qualitativamente inferiore ma perché, in linea con ogni open world che si rispetti, garantisce libertà totale risultando quindi non preponderante.

L’amaro in bocca è rappresentato solo dalla componente navale, ben sviluppata ma approfondita solo in parte nella meccanica più importante, la battaglia. Questo e una serie di personaggi caratterizzati in modo superficiale rappresentano quel sapore acre di un’opera comunque splendida, che ogni appassionato di giochi di ruolo deve giocare. I 59.90 euro necessari per salpare con la Sprezzante sono un prezzo onestissimo, considerando anche tutti i dlc inclusi in questo pacchetto.

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Tainted Grail: The Fall of Avalon la demo alfa debutta a breve

Lo scorso anno avevamo parlato dell’arrivo di Tainted Grail: The Fall of Avalon, un gioco di ruolo mastodontico frutto di una campagna Kickstarter eccezionale, la più grande a livello videoludico del 2018 grazie agli oltre 42.000 sostenitori e quasi 5 milioni di sterline. Bene, questo gioco a breve sarà in alfa e sarà disponibile per i backers del progetto.

Il titolo sviluppato dal team polacco indie Awaken Realms, infatti, sarà fruibile per chi ha donato il proprio contributo nel corso della campagna Kickstarter. Non sarà un semplice adattamento del gioco da tavolo ma un’avventura digitale a tutti gli effetti che mira ad essere una grande esperienza di gioco di ruolo.

Gli appassionati prenderanno parte ad una storia avvincente e non lineare basata sulla cupa reimmaginazione dei miti arturiani. Re Artù è morto e i Menhir che proteggono gli umani per secoli stanno diventando oscuri perdendo la loro vitalità e iniziando a morire. Usate la vostra saggezza e abilità tattiche per sopravvivere ogni giorno. Personalizzate i vostri personaggi e create combinazioni uniche mentre combattete per la vostr vita. Cercate di rimanere in vita o finirete per diventare un altro eroe dimenticato che è morto senza senso.

Guardate il nuovo trailer di Tainted Grail e preparatevi a versare il vostro sangue per amore di Avalon.

 

Tainted Grail si svolge sull’isola morente di Avalon. Le antiche pietre del guardiano che un tempo aiutavano le persone a conquistare questo luogo mitico ora stanno svanendo. Mentre la loro luce si affievolisce, un potere maligno riprende la terra centimetro per centimetro. La tua città disperata ha inviato una squadra di campioni per chiedere aiuto alla lontana Camelot.

NON ERAVATE UNO DI LORO

Ora, i veri eroi hanno fallito, il re è morto e la Tavola Rotonda è in disordine. Le persone comuni dell’isola, come voi, si affrettano a cercare sicurezza. Partite per il vostro viaggio alla scoperta dei segreti dietro le leggende.

SALVATE AVALON… O CARCATE DI SALVARVI

Tainted Grail è un oscuro gioco di ruolo fantasy open world con esplorazioni e combattimenti a turni freschi. È basato su una storia profonda e coinvolgente dell’omonimo gioco da tavolo (il più grande progetto Kickstarter del 2018) Ma introduce un’esperienza completamente nuova creata appositamente per Pc.

Pieno di arte e contenuti narrativi e non lineari, il gioco offrirà un mix unico di scoperta, sfida ed eccitante progressione di personaggi cRPG, nonché sistemi di combattimento e diplomazia coinvolti.

THE TAINTED GRAIL, CARATTERISTICHE PRINCIPALI

OGNI DECISIONE È IMPORTANTE



Scritta da Krzysztof Piskorski, uno dei migliori scrittori polacchi fantasy, la storia attirerà immediatamente l’attenzione e coinvolgerà, con tante sorprese, nei segreti dietro ad Avalon ed agli antichi Menhir.

Grazie alla sua complessità, i giocatori saranno in grado di influenzare direttamente la narrazione attraverso numerose decisioni. Un ambiente fantasy maturo, oscuro e spietato renderà l’intera esperienza ancora più coinvolgente. Tuttavia, in questo mondo morente, nessuna decisione è facile o moralmente ovvia. Molto spesso ci si potrà trovare di fronte a scelte impossibili. Altre volte, le conseguenze di decisioni apparentemente facili torneranno a perseguitarti quando meno te lo aspetti.

SVILUPPATE IL VOSTRO TEAM ED IL VILLAGGIO

Durante il gioco, gli appassionati continueranno svilupperanno i propri eroi. Dall’aggiornamento di nuovi oggetti, al livellamento e alla scelta di nuove abilità e attacchi speciali asimmetrici, fino alla decisione su archetipi in evoluzione, ridefinirete e guiderete questi personaggi.

Inoltre, ci si dovrà occupare anche del villaggio. Creare ulteriori edifici extra non sarà facile: spesso si dovranno risolvere incontri di storia e sbloccare nuove possibilità attraverso l’esplorazione.

ESPLORATE LO SCONOSCIUTO

Una parte enorme del gioco avviene durante le spedizioni attraverso la terra coperta dal Wyrdness – un’antica forza che torce persone, creature e persino lo spazio stesso in tutti i modi in modo orribile.

Dovrete gestire attentamente le risorse e utilizzare oggetti speciali per proteggerti dal Wyrdness. Scegliete i i vostri percorsi con attenzione, poiché ci saranno molti nemici in agguato e in attesa di colpire immediatamente. L’esplorazione è l’unico modo per raccogliere risorse preziose e alla fine capire cosa sta succedendo ad Avalon e se il decadimento delle sue terre può essere fermato.

COMBATTIMENTO STRATEGICO



Durante il combattimento, dovete decidere quali abilità usare e provare a capire la migliore combinazione possibile. Usate rune speciali per potenziare il vostro personaggio.

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Albedon Wars è disponibile da oggi in early access

Albedon Wars approda oggi su Steam in accesso anticipato. Il nuovo card game con elementi MMO e GDR firmato da Firemill Games, un piccolo studio indipendente di Parma fondato da Andrea Dallatana e Nicolò Merusi, è disponibile per gli utenti Pc e Mac. Il prezzo di questo titolo è di 20,99 euro con uno sconto del 10% in questo periodo di lancio.

L’ambientazione del gioco porta gli appassionati in uno spietato mondo fantasy persistente conteso tra una fazione primordiale e una più tecnologica.

I giocatori ricoprono il ruolo di Cacciatori di Albedonite, cooperando tra loro per obiettivi comuni e prendendo parte all’eterna lotta per il controllo del pianeta e delle sue risorse, determinando le sorti del conflitto tramite le loro azioni.

COS’È ESATTAMENTE ALBEDON WARS?

Si tratta è un gioco che vuole combinare la profondità strategica tipica dei card game con i mondi persistenti e coinvolgenti tipici degli RPG online.

I giocatori potranno creare il loro gruppo di avventurieri, sbloccare carte e abilità, costruire il proprio mazzo e unirsi a una delle fazioni nell’eterna lotta per il potere sul pianeta Krenus.

In un universo ostile e imprevedibile due antiche fazioni si scontrano in una lotta senza quartiere per la supremazia. Ogni giocatore assume il ruolo di un ufficiale al comando di una squadra che dovrà affrontare nemici formidabili, completare quest uniche e, soprattutto, conquistare territori nemici.

Albedon Wars è un’esperienza di gioco unica ambientata in un universo in continua evoluzione, dotato di un’ampia collezione di carte e di abilità che danno vita a una miriade di possibili strategie.

COSA SI PUÒ FARE IN ALBEDON WARS?




Esplorate. Il mondo di Albedon Wars è vasto e misterioso. Esplorate le varie locazioni e affronta le situazioni che incontrerai per il bene della tua fazione.

Collezionate le carte. Tramite l’esplorazione e il combattimento si ha la possibilità di aumentare la propria collezione di carte. Ogni zona ha carte uniche da scoprire e collezionare.

Collezionate le unità. Più viaggerete lontano e più personaggi incontri. Convincete gli eroi che incontrate a unirsi alla vostra squadra, scegliete i personaggi giusti per creare un gruppo forte, ma ben bilanciato.

Collezionate le risorse. Raccogliete preziose risorse per la vostra fazione durante i tuoi viaggi. L’albedonite si sta esaurendo e la popolazione fa affidamento su di voi.

PARTECIPATE ALLA SFORZO COMUNE E SALVATE IL PIANETA

Combattete strategicamente… combattete per il dominio delle zone più ricche di risorse su Krenus.

…E tatticamente! Imparate le tattiche di un gioco di carte nuovo e unico in cui contano sia la distruzione del nemico che l’acquisizione di posizioni vantaggiose. È la sfida strategica definitiva.

ALBEDON WARS, CARATTERISTICHE PRINCIPALI




  • Mondo persistente costantemente in evoluzione.
  • Tutte le carte e le abilità vengono sbloccate giocando; totale assenza di microtransazioni e contenuti aggiuntivi a pagamento.
  • Mix unico di elementi MMO, GDR e gioco di carte.
  • Mondo fantastico basato sulla trama di un romanzo originale.
  • Gameplay tattico a turni originale che utilizza carte, controllo di zone, risorse e posizionamento dinamico.
  • Unità con poteri speciali e possibilità di crescita danno vita a profonde meccaniche di gameplay.
  • Il PVP impatta in maniera significativa e decisiva sul mondo di gioco.
  • Due fazioni, ognuna dotata di una campagna single player distinta.
  • Quattro razze giocabili.
  • Colonna sonora dinamica.

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Nuovo trailer per The Outer Worlds

Obsidian pubblica un nuovo trailer per The Outer Worlds, rpg uscito venerdì scorso (25 ottobre) su Pc, PS4 ed Xbox One ed in arrivo su Switch nel 2020.

Ecco il trailer su che cosa sia The Outer Worlds. Buona visione.

Si tratta di un rpg single-player  sviluppato da Tim Cain e Leonard Boyarsky, che figurano tra gli autori originali di Fallout, che si sono ritrovati per dar vita ad un nuovo gioco di ruolo in single player grazie anche al rinomato team di Obsidian.

In The Outer Worlds il protagonista si risveglia dall’ibernazione su una nave coloniale, The Hope, che si è perduta ed è andata alla deriva nello spazio per settant’anni. Ai confini della galassia, su Halcyon, le corporazioni che controllano tutti gli aspetti della vita nascondono un oscuro segreto che potrebbe distruggere la colonia.

Esplorando le variegate ambientazioni che compongono il ricco mondo del gioco incontrerete diverse fazioni e conoscerete un gran numero di personaggi complessi vi saranno d’aiuto nelle missioni. Ma fate le vostre scelte con cura, perché le vostre azioni lasceranno il segno su una trama il cui svolgimento dipende da voi. Le vostre scelte non influenzano solo la trama principale ma anche lo sviluppo del vostro personaggio, le storie dei vostri compagni di viaggio e il gran finale.

Vi lasciamo a diverse immagini del gioco che presto recensiremo anche noi sulle nostre pagine. Buona visione.





































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The Witcher 3 è disponibile su Switch

Da oggi anche gli utenti Switch potranno giocare a The Witcher 3. Il terzo capitolo della amatissima serie RPG firmata da CD Projekt RED è disponibile, come da annuncio, da oggi per la console ibrida di Nintendo. In versione completa, ossia con oltre 150 ore di gameplay tra gioco “liscio” e le due enormi espansioni – Hearts of Stone & Blood and Wine – oltre ai 16 dlc gratuiti.

L’uscita permetterà, per la prima volta, di giocare il titolo sia a casa sia in mobilità. La Complete Edition è disponibile in versione fisica e anche in quella digitale sul Nintendo eShop. In aggiunta alla scatola e alla cartuccia del gioco, che include tutti i contenuti, l’edizione retail ha anche una selezione di oggetti: adesivi, mappa del mondo di gioco e il libretto The Witcher Universe: Compendium.

Ecco il trailer di lancio. Buona visione.

The Witcher 3: Wild Hunt porta anche su Switch un’avventura a mondo aperto, con una storia emozionante e intensa ambientata in un universo dark fantasy. I giocatori vestono i panni di Geralt di Rivia, un cacciatore di mostri mercenario. A vostra disposizione avete gli strumenti del mestiere: spade affilate, pozioni letali, balestre e potenti magie. Preparatevi ad attraversare a vostro piacimento un continente devastato dalla guerra e infestato da mostri. Il vostro contratto attuale? Trovare una ragazza oggetto di una profezia, un’arma vivente in grado di alterare la forma del mondo.

Ma c’è molto, molto, di più da scoprire in un vasto mondo di gioco liberamente esplorabile ed a centinaia di missioni secondarie.

The Witcher 3: Wild Hunt è, dunque, disponibile per Pc, PlayStation 4, Xbox One e, a partire da oggi, anche per Switch. Per maggiori informazioni sul gioco, visitate thewitcher.com.

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Indivisible è disponibile, trailer di lancio

Debutti molto attesi oggi: questa volta parliamo di Indivisible, action RPG puzzle a scorrimento firmato da 505 Games e Lab Zero Games (già autori di Skullgirls), è disponibile.

Publisher e sviluppatore hanno diffuso anche il trailer di lancio che vi proponiamo assieme agli ultimi dettagli di questo titolo decisamente atteso.

Caratterizzato da una serie animazioni disegnate a mano e da meccaniche di combattimento in stile “party fight”, Indivisible è disponibile ora in formato digitale per Pc (Steam, GOG, Mac, Linux), PS4 e Xbox One al prezzo di 39.99 euro. A partire da questo venerdì (11 ottobre) verranno rilasciate, allo stesso prezzo, anche le versioni fisiche per console PS4 e Xbox One. Il titolo, inoltre, sarà disponibile più avanti anche per Switch.

La storia di Indivisible ruota attorno al personaggio di Ajna, un’intrepida ragazza dal carattere ribelle. Allevata dal padre nei sobborghi di una cittadina rurale, la sua vita precipita nel caos quando la sua casa viene attaccata e dentro di lei si risveglia un potere misterioso.

Nella sua missione Ajna incontrerà più di 20 personaggi che può assorbire dentro di sé ed evocarle in combattimento perché lottino al suo fianco. Il gioco è ricco di personaggi da evocare, ciascuno con la propria storia e personalità. Unendosi a compagni provenienti da terre lontane, Ajna imparerà a conoscere sé stessa e il suo mondo e così scoprirà come salvarlo.

Francesca Esquenazi, CEO di Lab Zero Games, ha detto:

Questo è un momento davvero speciale per il nostro team. Abbiamo lavorato con grande passione a questo progetto e siamo estremamente riconoscenti alle migliaia di fan che ci hanno permesso di realizzarlo. Il nostro più grande desiderio è quello che i giocatori si divertano giocando a Indivisible nello stesso modo in cui noi ci siamo divertiti a crearlo.

Mosso dal motore proprietario Z-Engine, Indivisible presenta meccaniche di gioco originali, splendide animazioni grafiche, decine di personaggi giocabili, un’esperienza narrativa ricca e un gameplay facile da imparare ma difficile da padroneggiare

Neil Ralley, presidente di 505 Games, ha sottolineato:

Siamo rimasti impressionati dallo straordinario impegno che Lab Zero ha profuso nella realizzazione di questa affascinante esperienza di gioco. Il lancio di Indivisible è un ulteriore momento importante di questo grande 2019 di 505 Games. Non vediamo l’ora di dare la possibilità anche ai fan di Nintendo Switch di giocare a Indivisible.

Indivisible rappresenta un caso di grandissimo successo per il crowdfunding, grazie al supporto di oltre 32.000 fan su Indiegogo.

UN GRAN TEAM DI DOPPIAGGIO

Questo videogioco è arricchito dalle voci di un Team di doppiatori di tutto rispetto tra cui: Tania Gunadi (DC Superhero Girls) voce di Ajna, Stephanie Sheh (Your Name., Kill La Kill) voce di Razmi, Cassandra Morris (Your Name., Persona 5) voce di Ginseng e Ben Diskin (Bloodstained: Ritual of the Night, Spider-Man) voce di Dhar.

Indivisible include anche il video di apertura e le scene di intermezzo di Studio Trigger (Kill La Kill, Little Witch Academia) e della pluri-premiata casa di animazione Titmouse (Apex Legends, Rick and Morty).

Per celebrare il lancio di Indivisible, 505 Games ha organizzato una diretta in streaming a partire dalle ore 17 (orario italiano) per raccogliere fondi per The Ablegamers Charity, che si occupa di migliorare la qualità di vita per persone affette da disabilità motorie tramite i videogiochi.

Tra gli ospiti saranno presenti il celebre influencer SanchoWest, il senior community manager di 505 Games Jason Ryan e il direttore creativo di Lab Zero Games Mariel Kinuko Cartwright. Per maggiori informazioni o per fare una donazione: https://tiltify.com/@505games/505-games-for-ablegamers.

 

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Starpoint Gemini 3, la nostra Anteprima

Quella di Starpoint Gemini, è una serie di space sim piuttosto longeva, con una fanbase appassionata e molto vicina al talentuoso sviluppatore indie croato Little Green Men. Al primo capitolo, uscito nel 2012 con un giudizio mediocre, segue Starpoint Gemini 2, che sfruttando al meglio l’early access di Steam ha avuto un buon successo. Con Starpoint Gemini Warlords, la saga si evolve andando a toccare seppur superficialmente il genere dei 4X. Insomma, un team di sviluppo eclettico, che tenta sempre nuove strade per divertire ed ingolosire il proprio pubblico. Con Starpoint Gemini 3, uscito in accesso anticipato su Steam il 5 settembre scorso, il team di sviluppo cambia ancora le carte in tavola, creando un sequel diretto con un cambio di prospettiva davvero importante.

A differenza dei suoi predecessori, questo nuovo capitolo si concentrerà maggiormente sulla storia, offrendo un gameplay in prima persona in uno stile che ci ricorda seppur da lontano, Wing Commander.

GAGLIARDI OPPORTUNISTI

Creare una storia che tenga il giocatore incollato allo schermo è difficile, incastonare il tutto all’interno di uno space sim è praticamente impossibile. Questo genere, fonda le sue radici sul gameplay a tutto tondo, lasciando spesso la storia come mero pretesto.

Consci di questo, i Little Green Men hanno assunto Darco Macan, scrittore in orbita Marvel per i romanzi di Star Wars, al fine di scrivere una storia coerente e con personaggi interessanti e sfaccettati. Nonostante l’early access, possiamo dire che la mano dello scrittore già si vede.

Nella nostra storia, impersoneremo il capitano Bold, un simpatico signor nessuno che per una serie di vicende si trova ad essere l’uomo più ricercato dei sistemi conosciuti. I primi minuti di gameplay si passano seguendo un tutorial che ci spiegherà le varie funzioni di controllo, ed introdurrà sia il protagonista che altri personaggi. I richiami al mondo di Star Wars ci sono, a partire dal nostro Bold, che caratterialmente mischia Han Solo a Jabba the Hutt. Parlare ancora della trama significherebbe anticipare qualcosina, per cui evitiamo. Vi basti pensare che i personaggi sono buoni, scanzonati e con battute davvero divertenti.

GAMEPLAY

Seguendo i canoni della serie, anche in Starpoint Gemini 3 il compito del nostro protagonista sarà quello di potenziare la propria nave, seguire la storia, e svolgere missioni ed incarichi che permetteranno di acquisire notorietà all’interno di una delle molte fazioni disponibili. A differenza dei capitoli precedenti però, non comanderemo più navi di grossa stazza (almeno per il momento), ma ci divertiremo a svolazzare su caccia e bombardieri. Ammettiamo che uno dei fattori che ci è sempre piaciuto della serie Starpoint Gemini, è sempre stato quello di offrire un gameplay incentrato sulle grosse “capital”, a cui hanno fatto eco i mitici “titan”, veri e propri colossi.

L’abbandono di questo sistema in favore di meccaniche più da shooter è stato inizialmente spiazzante, ma il risultato è davvero interessante. Siamo sempre stati abituati a poter scegliere fra una pletora di navi differenti, e anche in questo caso non rimarremo delusi, ma con un’importante novità. Ogni caccia sarà interamente personalizzabile tanto nelle statistiche quanto nella grafica. Motori, sensori, ali, armi, sono solo alcuni dei componenti che potremo acquistare e personalizzare, aumentando a dismisura le possibilità offerte al giocatore per costruire il caccia perfeto a seconda delle proprie esigenze.

Le inquadrature a disposizione sono 2, e vanno dalla classica visuale in prima persona, a quella posta alle spalle della nave in pieno stile space sim. Per citarvi qualche esempio, oltre a Wing Commander, ricordiamo il buon Freespace 2. Dopo aver ottenuto la prima nave personalizzabile e iniziato a scorrazzare per la galassia, scopriremo diversi richiami classici della serie, sia a livello grafico che meccanico. L’atterraggio sulle stazioni spaziali e sui pianeti avverrà per mezzo del classico punta e clicca, non appena saremo abbastanza vicini per attraccare. La fase shooter è piuttosto immediata e frenetica, con la possibilità di sfruttare due tipi di armi principali, laser e mitragliatori, più due secondarie per ora riservate al comparto missilistico.

Una fase che ci è piaciuta del gameplay, tratta i relitti delle navi. In pratica, sfruttando la nostra fedele AI a bordo dell’astronave, esploreremo vecchie carcasse perdute nello spazio grazie ad un drone. Le aree a disposizione, al momento appaiono piuttosto spoglie e impersonali, ma siamo sicuri che nei prossimi update queste meccaniche verrà ampliata e migliorata. Rimane comunque un’ottima aggiunta che se sviluppata al meglio, garantirà un’ulteriore varietà al prodotto finale.

Per quanto riguarda l’open world alla base del gioco, c’è già anche se ci aspettiamo ulteriori sviluppi. Secondo le intenzioni dello sviluppatore, le dimensioni del mondo giocabile saranno superiori ai capitoli precedenti, con diverse razze, economie e navi differenti. Per passare da un settore dello spazio ad un altro, sfrutteremo i canonici portali, che come per la serie X sono una presenza fissa all’interno del background di questa serie.

Ultima nota prima della bottom line, il discorso localizzazione. A differenza di tutti i capitoli precedenti, Starpoint Gemini 3 parlerà anche l’italiano. È quasi impossibile che titoli dello stesso genere supportino la nostra lingua, e potremmo azzardare più di qualche lacrimuccia pensando allo spinoff Warlords, quanto sarebbe bello giocarlo nella nostra lingua! Tornando al presente, il fatto che Little Green Men voglia scommettere sul nostro paese è davvero importante, confidiamo che questa sfida venga raccolta dai giocatori del suolo italico, così da supportare uno sviluppatore che una volta tanto punta su di noi.

COMMENTO FINALE

Chiudiamo la nostra anteprima, con sensazioni positive. Starpoint Gemini 3 è un gioco molto diverso rispetto ai titoli precedenti, ma questo punto di rottura ha portato novità difficilmente implementabili in precedenza. La storia di fondo e la caratterizzazione dei personaggi, ci sono piaciuti e si nota chiaramente che dietro a questo lavoro si cela la sapiente mano di uno scrittore.

Scendere su una stazione e farci un bicchierino al bar, o su un pianeta e iniziare qualche dialogo per ricevere una missione, rendono l’universo attorno a noi ancora più vivo di quanto non fosse. È pur vero che ci troviamo di fronte ad un early access, e Little Green Men ha diverso lavoro da fare. Ma una galassia più viva, più navi e personaggi, e magari qualche pensierino alle capital, non fanno che aumentare la voglia di seguire gli sviluppi di questo interessante progetto.

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Greedfall, la nostra Recensione

Greedfall è l’ultimo videogioco di ruolo d’azione, in terza persona, sviluppato dai francesi dello studio Spiders sotto effigie di Focus Home Interactive. Ultimo videogioco prodotto con Focus Home perché questi sviluppatori sono alle dipendenze di BigBen Interactive dallo scorso luglio, ormai.

Disponibile per Pc, PS4 e Xbox One, Greedfall ci porta ad interpretare il rampollo di una nobile casata che, di partenza, ha il ruolo di esploratore e diplomatico della Congregazione dei Mercanti. Ci muoviamo in un mondo di fantasia ambientato in quello che potremmo definire un Diciottesimo secolo condito da fanatici religiosi, pirati, colonizzatori e indigeni non proprio ben trattati.

Detto questo, vi lasciamo alla nostra recensione della versione Pc di questo RPG. Buona lettura.

PREMESSE INTERESSANTI…

Abbiamo parlato dei trascorsi di questo talentuoso studio di stanza a Parigi qualche giorno fa. In quello stesso articolo abbiamo parlato di quanto fosse importante, per Spiders e per gli appassionati di videogiochi di ruolo occidentale, il momento storico in cui Greedfall si apprestava a raggiungere i monitor degli appassionati. Purtroppo possiamo parlare di importanza solo di chi vive di “pane e GdR”, perché la finestra di lancio dell’ultima fatica dello sviluppatore francese arriva in uno dei periodi caldi del mondo dei videogiochi: arrivano i giochi di calcio, arriva Gears of War 5, stanno per arrivare gli sparatutto che tengono impegnati gli appassionati per i prossimi dodici mesi e, non in ordine di importanza, arrivano quelli che noi chiamiamo “botti di capodanno” o di fine anno. Peccato, perché i lavori di Spiders meritano tutt’altra visibilità, a partire dal misconosciuto Of Orcs and Men e per finire con The Technomancer.

Ma torniamo a Greedfall: come accennato più su, il giocatore veste i panni del Marchese De Sardet, che ha l’ingrato compito di provare a far andare tutti d’amore e d’accordo per il solo bene della corporazione mercantile, dalla quale dipende l’agio della sua famiglia. Famiglia che, contrariamente a quanto si possa pensare, tanto bene non sta, dal momento che la sua matrona è colpita da una pestilenza chiamata malicore. La ricerca di una cura che possa salvare gli abitanti della città natale del protagonista è un altro dei nobili compiti che il nostro alter-ego è chiamato ad assolvere. Insomma: il da fare, al Marchese De Sardet, non mancherà fin dai primi attimi di gioco.

I PRIMI PASSI DA MARCHESE

L’inizio di Greedfall non è dei più felici: la madre del protagonista è destinata a morire di una brutta malattia, il cugino, nonché novello governatore della colonia oltremare è sparito e membri dell’equipaggio della nave che dovrebbe portarci all’isola di Teer Fradee vengono sequestrati, per imprecisati motivi che dobbiamo scoprire.

Tra una missione diplomatica e l’altra, veniamo a conoscenza delle fazioni principali che giocano un ruolo fondamentale nello scacchiere politico di Greedfall: l’Alleanza del Ponte, una lega di città ispirate a quelle di storici sultanati ma priva di ogni genere di fanatismo religioso; Thélème, una nazione di fondamentalisti religiosi che vivono nell’eterna missione di convertire tutti gli infedeli al loro Credo, a partire dagli indigeni di Teer Fradee; i Nauti, unica gilda di navigatori talmente esperti da poter attraversare l’oceano, avventurieri e mercenari; la Guardia del Conio che, a dispetto del nome, è una gilda di mercenari e assassini prezzolati; infine c’è il popolo di Teer Fradee, che si riferisce a sé stesso come Yecht Fradi e che tutti gli altri etichettano, frettolosamente, in “gli isolani”.

Le fazioni sono legate tra di loro da fragilissimi compromessi, sempre pronti a cedere sotto il peso di questioni di importanza discutibile. La Congregazione dei Mercanti, che abbiamo già citato è rappresentata dal protagonista, cerca di tenere i rapporti con tutti quanti, finché sia possibile, per il bene della gilda.

SILK ENGINE TESO ALL’ESTREMO

Greedfall, come tutti li lavori di Spiders, è mosso dal Silk Engine. Questo motore grafico gestisce praticamente tutto quello che si muove sullo schermo e anche di più. Da lui dipende anche la gestione dell’audio 3d e la musica che cambia in base al contesto, dinamicamente. Stiamo parlando di un motore grafico che ha esordito, sui nostri monitor, nel novembre del 2010 e che viene costantemente aggiornato e tirato a lucido per essere sempre all’altezza della situazione o quasi.

Gli sforzi di Spiders per rendere Silk Engine irriconoscibile, soprattutto in Greedfall, sono encomiabili. I fondali sono ben curati quanto i dettagli in primo piano, le animazioni non sono affatto da bocciare, l’espressività facciale è accettabile e il colpo d’occhio, in estrema sintesi, c’è ed è un bellissimo vedere. Certo, si avvertono tutti i limiti di un motore grafico – in fin dei conti – fuori tempo massimo: non tutto si può distruggere, non con tutto si può interagire, di tanto in tanto salta all’occhio del flickering, il proverbiale clipping non manca mai.

Città, esterni e sotterranei sono molto estesi rispetto agli standard ai quali ci hanno abituato, ci hanno riportato alla mente il modo di disegnare i livelli di The Witcher 2: Assassins of Kings e questo non è certo un difetto. Tuttavia, nel 2019, gli standard per i videogiochi di ruolo occidentali e d’azione sono stati spostati un po’ più in là dai famigerati The Witcher 3 e Breath of the Wild e al confronto, Greedfall, sembra una splendida perla che viene dal passato.

La musica di Greedfall è composta e prodotta da Olivier Deriviere (già sentito in Get Even), che si affida ad un’orchestra sinfonica per registrare una colonna sonora di sicuro impatto emotivo e cinematografico. Come accennato più su, grazie al Silk Engine le musiche riescono ad amalgamarsi ed alternarsi senza grossi artifici e senza forzature, soprattutto fra un incontro casuale con creature o personaggi malintenzionati e le fasi di esplorazione.

 

GUERRIERO, TECNICO, MAGO

Come ogni videogioco di ruolo d’azione che si rispetti, la scelta iniziale determina l’approccio a combattimenti e dialoghi da parte del giocatore/protagonista. Scegliere la scuola del guerriero impone una gestione del personaggio che vira sulle resistenze fisiche e l’output di danno con armi sempre più dannose, mentre durante le fasi di dialogo ed esplorazione si farà più affidamento a intimidazione, conio e forza fisica.

Diametralmente opposto è il mago, che adotta un approccio totalmente defilato e per nulla resistente agli attacchi fisici per dedicarsi a maggiori danni dalla distanza. Il tecnico è la classe che reputiamo più interessante, non perfettamente la via di mezzo tra le due quanto, piuttosto un’alternativa che strizza l’occhio all’alchimia, alle armi da fuoco, alle trappole e ad equipaggiamenti particolari.

Il sistema di combattimento si affida all’azione in tempo reale e, al limite, ad una pausa tattica se l’azione dovesse risultare fin troppo concitata per i gusti dei più esigenti e tattici giocatori. Schivate, parate ed impatto, calci, spazzate, fendenti e colpi pesanti si intervallano con giusto tempismo. Lo spam selvaggio può pagare agli inizi, con i nemici più deboli ma certamente porta al game over anticipato di fronte a mostruosità o personaggi più impegnativi. Anche l’uso dell’alchimia torna a nostro favore, e non solo bevendo ettolitri di pozioni curative: ce ne sono di diverso tipo per aiutarci fisicamente e magicamente a non soccombere.

TALENTI E ATTRIBUTI, ALCHIMIA E FORGIA

Oltre a queste classi di riferimento, che più avanti nel gioco possiamo certamente fondere a quella di partenza, l’evoluzione del personaggio passa per talenti e attributi. Questi ultimi accrescono l’efficienza fisica o mentale del protagonista, mentre i talenti sono vere e proprie “marce in più” che danno vantaggi durante l’esplorazione o le battaglie.

Aderente ai canoni dei più classici videogiochi di ruolo occidentale, anche Greedfall onora la memoria di Skyrim e The Witcher 2 implementando la possibilità di mescere pozioni che possano ribaltare le sorti della battaglia. Immancabile anche la possibilità di smantellare equipaggiamento inutile o in disuso per ricavarne preziose materie prime che possano portare al potenziamento delle armi che preferiamo o alla diretta forgiatura di attrezzatura nuova di zecca.

STORIA ED AMBIENTAZIONE MEMORABILI

Al di là delle descrizioni tecniche e della presentazione dei contenuti del gioco, quello che più risalta di Greedfall è certamente la storia, affiancata dalla cornice della narrazione: l’isola di Teer Fradee. Una volta tanto le premesse e le promesse degli sviluppatori si sono rivelate veritiere: l’isola è un autentico personaggio non giocante. Ogni scorcio sembra concepito con cura, con criterio e non abbiamo passato un’area senza doverci fermare almeno per un attimo a guardarci intorno, a goderci il panorama. Qui è lì ci sono branchi di creature inferocite che ci saltano addosso alla prima occasione, in certe zone possiamo incontrare creature e personaggi dalla potenza soverchiante e – per questo – consigliabile affrontarli quando saremo all’altezza.

L’alternanza del giorno e della notte contribuisce ad accrescere il fascino dell’isola, sebbene i personaggi non sembrano essere soggetti alle esigenze naturali quali riposo, mangiare e lavorare. Esattamente come le produzioni di qualche lustro fa, tutti restano ai propri posti in attesa di essere interpellati dal protagonista e questo distorce in maniera evidente “l’incantesimo” altrimenti inappuntabile di Spiders e Greedfall. A stonare ancora di più è la natura di certe missioni da compiere, che vanno affrontate nottetempo per sfruttare il favore delle tenebre.

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A proposito delle missioni, è piacevole constatare la libertà di scegliere uno dei tanti modi per portarle a termine. Possiamo provare a infiltrarci con molta discrezione, appurare che non possiamo perché difettiamo in bravura nello scassinare serrature e quindi tornare sui nostri passi: cambiamo percorso e facciamo uso di forza bruta (nel caso del guerriero) oppure di polvere pirica che sfonda una parete o una porta (nel caso di personaggio tecnico).

La storia di Greedfall ci ha piacevolmente colpiti per la maturità dei contenuti. La qualità della scrittura può piacere oppure no, certo, ma i toni sono maturi abbastanza fin dalle prime battute. Le fragili alleanze e la politica pesano e sono palpabili. Così come rendono benissimo l’idea i problemi come la discriminazione, il fondamentalismo religioso, la corruzione e il malaffare. La maturità di certe missioni, anche secondarie, è certamente da evidenziare e premiare, così come la buona scrittura e l’articolazione di certe trame, quasi sempre interessanti e incalzanti, che spingono a sapere dove vada a parare una “cerca” o un’indagine.

I personaggi che affiancano il protagonista sono autentici personaggi a tutto tondo: hanno un’origine, una provenienza, una storia da raccontare, dei principi morali, delle convinzioni. Ognuno di essi ha una missione da compiere e chiederà al protagonista l’aiuto per portarla a compimento.

Arrivare in fondo alle loro storie, spesso, significa guadagnarne la lealtà e la fiducia ma basta una condotta a loro non gradita, nel resto del viaggio, per vederli perdere stima fino al rischio estremo di doversi allontanare o peggio: diventare una nemesi. Tornando alle loro storie, queste aiutano a far luce su aspetti del loro carattere del tutto inediti o solo abbozzati in un primo momento. Un ottimo modo per farci affezionare a loro, perché li rende più umani e in costante evoluzione narrativa.

COMMENTO FINALE

Greedfall arriva al tramonto del 2019 ma sembra spuntato da un buco nero che lo ha portato a noi da almeno dieci anni nel passato. Ricorda in maniera commovente gli anni della migliore BioWare che lavorava su console, cioè gli anni di Star Wars: Knights of The Old Republic, Jade Empire e il primo Mass Effect. Ricorda anche la cura e la passione che hanno messo i CD Projekt Red in quel The Witcher 2 che – nel 2011 – ha scritto una pagina di fondamentale importanza nel novero dei videogiochi di ruolo occidentali “story-driven”.

Il Silk Engine fa la sua parte, nel farci sentire amorevolmente retro, anche quando impostiamo ad “ultra” ogni orpello grafico offerto dagli sviluppatori. Le mappe sono estese ma lineari e ottimamente disegnate. Le ambientazioni sono ben curate e caratterizzate. I personaggi principali risultano ben scritti e dotati di una personalità che cambia durante il passare degli eventi e in dipendenza della nostra condotta. Le scelte che facciamo provocano conseguenze a breve e a lungo termine come nella più gradita tradizione dei videogiochi di ruolo occidentale, dovendo – spesso – scegliere più per il male minore che per il bene superiore.

Essere fuori tempo, apparire démodé, nel mondo dei videogiochi suona come un’offesa e un difetto, di norma. Ma questo continuo odorare di videogioco di ruolo incastonato tra il 2004 e il 2009, questo suo fare “vecchia scuola”, in un periodo in cui la “nuova scuola” non fa altro che sacrificare la qualità a favore della quantità, è un pregio non da poco. Greedfall sembra un gioco vecchio, ma questo lo rende un gioco bellissimo e originale a vedersi e a giocarsi.

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The Bard’s Tale IV Directors Cut, Recensione

Inxile è una software house che fonda le proprie radici sulla passione per i giochi di ruolo. Nata dall’iconico Brian Fargo nel 2002, dobbiamo a questo team statunitense il ritorno della serie Wasteland, e lo sviluppo dell’incompreso Torment: Tides of Numenera. Nel 1985, Interplay sfornò la serie The Bard’s Tale, con 3 capitoli che ancora oggi intonano un canto di battaglia capace di far impallidire i più moderni crpg. E chi c’era dietro? Brian Fargo. Nel 2015 la creazione di una campagna su Kickstarter per il capitolo successivo, puntava a 1.250.000 dollari. I fan, si gettarono a capofitto nel tentativo di supportarne lo sviluppo, sfondando il muro del milione e mezzo di dollari. E così, nel settembre 2018, The Bard’s Tale IV: Barrows Deep fece la sua comparsa sui nostri Pc. Il gioco ha avuto un buon successo, pur con qualche critica sull’ottimizzazione, che non ha minimamente intaccato la determinazione della software house.

Dopo aver sistemato diversi bug, e ottimizzato al meglio il prodotto, Inxile si è poi messa a lavoro su una versione “potenziata”, uscita il 27 agosto scorso anche su Linux, PS4 e Xbox, gratuita per chi aveva già acquistato il prodotto in precedenza.

Oggi, andremo ad approfondire la versione PS4 del quarto capitolo distribuito anche in versione fisica da Deep Silver, quindi preparate mantello e bisaccia, e seguiteci in questa nuova avventura.

GENESI

Tra le lande in stile fallout e il sognante miscuglio di generi dell’ambientazione di Numenera, Inxile può essere definita come una compagnia a cui piace viaggiare. Fantasy, fantascienza, ambientazioni post apocalittiche, non manca proprio nulla. Wasteland 2 è un gran gioco, pur con alcuni difetti.

E lo stesso si può dire di Numenera, non fosse il fatto che alla prova del gameplay risultava davvero troppo prolisso.

E Bard’s Tale?

Beh, tanto per cominciare è giusto fare un piccolo passo indietro, giusto una trentina d’anni e poco più. Tra il 1985 e il 1988, i primi tre capitoli della serie andarono a definire un genere, quello dei dungeon crawler.

Una grafica d’altri tempi direte voi, ma per l’epoca il risultato degli sforzi di Interplay fu un successo di pubblico e critica. Certo, la difficoltà elevata era un bel problema, e se avrete occasione di parlare con qualche giocatore dell’epoca, verrete introdotti in quei racconti dove la morte si cela dietro ad ogni angolo.

Gli anni passati, hanno introdotto nuovi concetti e meccaniche, e punti di vista assai differenti rispetto ai mitici anni dove Amiga e Pc si davano battaglia. La prima versione di Bard’s Tale IV, dal canto suo, ha riproposto sui nostri schermi un’ambientazione ricca di dettagli, personaggi ben caratterizzati, e un comparto audio di cui parleremo più avanti nel corso della recensione.

L’esperienza con la versione base del gioco, proponeva e propone tutt’ora un gameplay svecchiato nelle dinamiche più tradizionaliste, con una telecamera in prima persona a fare il verso a The Elder Scrolls, combattimenti dall’alto tasso strategico, e una grafica non di ultimo grido, ma tutto sommato piacevole e in piena linea con lo stile della serie.

 

La domanda che potrebbe sorgere spontanea è: ma allora, perché una Director’s Cut di The Bard’s Tale IV?

Principalmente per due motivi. Il primo, è quello di fornire un’esperienza migliorata a chi già possiede il gioco, e proporre un prodotto “2.0” a chi è interessato all’acquisto. La seconda, è lo sbarco sulle console Microsoft e Sony. Infatti, è proprio l’arrivo di questa Director’s Cut ad offrire un pieno supporto ai joypad, sia console che Pc. Per ingolosire il palato dei videogiocatori, Inxile ha poi introdotto un nuovo capitolo della storia e un nuovo dungeon, un’interfaccia completamente rivista, e diversi fix e bilanciamenti. Meritano menzione particolare anche le nuove opzioni sul versante gameplay, specialmente un livello di difficoltà che fa il verso agli anni ‘80 con movimento in griglia e mappa da “disegnare” in proprio. Tutto il comparto tecnico, è stato poi aggiornato alla quarta versione dell’Unreal Engine.

UN PO’ DI STORIA, TANTO GAMEPLAY

Ambientato centinaia di anni dopo gli eventi del terzo capitolo, The Bard’s Tale IV ci riporta in un mondo popolato da umani, nani, elfi e trow, una razza di piccoli demonietti tutt’altro che tranquilli.

Tra le mura di Skara Brae, il prologo ci vedrà impersonare un’avventuriera intenta a tornare con il suo mentore alla gilda degli Avventurieri.

Un timido pretesto, che si rivela utile per introdurre alcune delle meccaniche alla base del gioco. Trattandosi di un dungeon crawler con visuale in prima persona, osservare tutto ciò che ci circonda con particolare attenzione ai particolari si rivelerà una strategia vincente, ma andiamo con ordine. Non vogliamo rivelarvi nulla sulla trama, che anche se scontata, propone personaggi ben caratterizzati e si dipana in diversi luoghi del continente di Caith.

Dopo il prologo e un’ingiusta accusa, dovremo correre per raggiungere un antico e dimenticato luogo, pur rigoglioso d’una vita che non vuole arrendersi. Inizialmente in compagnia, ci troveremo poi soli per affrontare le prime avventure. Non durerà molto, infatti a breve incontreremo alcuni dei

personaggi che seguiranno le nostre gesta, andando a formare una vera e propria “compagnia”. Le quest non sono scontate, e anche se lo schema è il classico “vai lì, supera i puzzle, combatti e ritorna”, l’interessante gameplay e la gestione degli enigmi è così ben strutturata da nascondere qualche sbavatura. Ottima anche la stesura delle battute, non troppo lunghe ma sufficienti da dare sempre tutte le informazioni e offrire un corposo contesto.

È un gesto d’amore nei confronti degli appassionati, che di volta in volta saranno sempre lì a rimanere fino a notte fonda per varcare quella sala, superare quell’enigma, riuscire a sconfiggere un nemico formidabile. Il tutto riconducibile all’acronimo “one more turn”.  Tutto questo, incastonato da una gestione dell’inventario piuttosto semplice, e un combat system davvero intrigante.

IL PERFETTO AVVENTURIERO








Combattere, parlare, esplorare. Il mestiere dell’avventuriero non è semplice, ma ricco di emozioni.

Per definire al meglio l’esperienza che più si avvicina ai nostri gusti, The Bard’s Tale IV offre quattro razze, e quattro classi, ognuna dotata di abilità peculiari.

Oltre ai nani elfi e trow, presi direttamente dal folklore scozzese, gli umani si differenziano per quattro discendenze, in generale affini ad una determinata classe. Per quanto riguarda il “mestiere”, oltre al bardo (e ci mancherebbe altro), potremo impersonare il praticante (mago), il guerriero o il ladro. Lo sviluppo di ogni personaggio permetterà l’utilizzo di determinate classi di armature, bonus migliorati e attacchi speciali.

Nessuna, ma proprio nessuna abilità appare inutile, se non ai livelli più alti dove il normale attacco sarà visto come una piccola puntura di zanzara. Il bardo in particolar modo è molto ben caratterizzato, grazie anche alle musiche che potremo sfruttare durante il corso del gioco, anche fuori dal combattimento. Proprio durante l’esplorazione, l’uso di alcune sinfonie ci permetterà di riparare un ponte andato distrutto, o buttare giù un muro già pericolante in precedenza, aprendo un nuovo percorso tutto da scoprire.

IL CANTO E LA SPADA DI THE BARD’S TALE IV

Per parlare del sistema di combattimento, dobbiamo prima spendere qualche parola sulla visibilità e sull’attacco “improvviso”.

Ogni nemico ha una sua visuale, e essere sorpresi mentre cerchiamo di attaccare un mostro alle spalle o scappare per evitare lo scontro, significherà dare la possibilità di attaccare per primi agli avversari, che in molti casi si rivelerà un errore che verrà pagato con il game over. Entrati in combattimento, eroi e nemici si affronteranno su un campo di battaglia a griglia quadrata dove verranno effettuati gli spostamenti, e lanciati attacchi e magie.

Molto dipenderà anche dalla classe che sceglieremo in sede di creazione del personaggio e dalla classe dei compagni che formano il party, ma possiamo subito smentire eventuali dubbi circa la varietà. La mole di attacchi, magie e abilità è davvero enorme, capace di accontentare praticamente tutti i palati. Ogni tipo di attacco o magia ha anche un’area specifica, e spesso dovremo spostare strategicamente uno o più compagni così da sfruttarne al meglio la portata.

Ci sono poi le abilità e gli attacchi caricati, che spesso richiedono più di un turno per essere sfruttati.

Questo tipo di abilità è più potente, ma ha come requisito il rimanere illesi durante il turno.

Infatti, un attacco portato a termine potrebbe farci perdere la concentrazione, facendoci ripetere il processo nel turno successivo. Inizialmente, la difficoltà dei combattimenti potrebbe sembrare fin troppo semplice ai giocatori più navigati, ma è tutto uno specchio per le allodole!

Infatti, già dopo alcune ore, il livello di difficoltà balza in avanti in modo decisamente netto, e saranno sagacia tattica e un’oculata scelta delle abilità a fare la differenza tra una vittoria o una disfatta.

Per farvi un esempio, uno scontro ci vedeva affrontare un negromante che ad ogni turno evocava perfidi goblin, alcuni con una sorta di bomba fatta in casa. Sulle prime, non riuscivamo a sbarazzarci di quei perfidi mostriciattoli che dopo qualche turno facevano i kamikaze e annichilivano l’intero party senza alcuna speranza.

Dopo un buon numero di “reload”, abbiamo capito che bastava colpirli con magie ad attacco mentale, per fargli perdere la presa sulla bomba, che esplodeva danneggiando tutti i nemici intorno. Insomma, il “trial and error” è alla base di un gameplay tutt’altro che semplice, a tratti punitivo. Eppure, quant’è appagante riuscire a sopravvivere anche solo con un membro della compagnia e portare a casa la vittoria.

Insomma, i puristi del genere avranno di che rallegrarsi, pur non trovandosi di fronte ad un Wizardry.

UNA MELODIA IN LONTANANZA












The Bard’s Tale IV, gode di un ottimo doppiaggio, e di una colonna sonora creata ad hoc per l’occasione. Ebbene, la colonna sonora non solo è coprotagonista dell’intera produzione, ma getta le basi per nuove vette di eccellenza.

Con oltre cento tracce, di cui 36 acquistabili anche su Amazon e Spotify,

è una delle colonne sonore più belle mai create per i videogiochi, con canti gaelici che si alternano a sonate ispirate e mai ripetitive, e la nostra invidia va a chi ha giustamente supportato al massimo gli sviluppatori, potendo godere di un cd con la soundtrack completa. Ne consigliamo vivamente l’acquisto, anche perché in molti casi l’audio è talmente bello da riuscire a nascondere alcune debolezze tecniche, perché il giocatore sarà preso dal gameplay e dall’ascolto della musica, incurante delle sbavature di cui purtroppo il titolo soffre.

IL FULCRO DELL’ABISSO












Un comparto sonoro allo stato dell’arte, un gameplay sopraffino e appagante, e una scrittura sopra la media. Cosa può andare storto? In realtà, qualcosa che non va per il verso giusto c’è.

Al di là di qualche bug che blocca il personaggio, e a illuminazioni ed effetti particellari non d’ultimo grido, il gioco soffre sugli assets, le texture, e le animazioni. In particolare gli assets, vengono riciclati per tutto il gioco, e se all’inizio ci sembrerà un caso, dopo qualche ora di gioco le evidenze si faranno fin troppo chiare. Anche gli npc soffrono di questo problema, soprattutto quelli femminili. Un cambio di colore dei capelli, ma per il resto i volti sono praticamente identici. Sul fronte texture, la situazione è persino peggiore rispetto alla versione base del gioco.












Infatti, all’uscita della Director’s Cut, nel tentativo di migliorare il sistema di illuminazione e di ombre, Inxile ha optato per una drastica riduzione del dettaglio visivo, facendo andare su tutte le furie una buona parte della community, che non si è fatta attendere sul forum ufficiale. Screenshots alla mano, il calo di dettaglio è purtroppo ben visibile. Sul fronte console, la situazione è ancora più comprensibile.

Per rendere il gioco fruibile su sistemi meno potenti di un Pc di ultima generazione, la software house ha dovuto lavorare sia sui modelli che sui dettagli del mondo di gioco, con texture a bassa risoluzione che si alternano a problemi di stuttering, e un framerate tutt’altro che stabile. Fortunatamente, si sono messi subito all’opera per riproporre la grafica della precedente versione, aggiornando e migliorando il sistema di ombre e di illuminazione. E’ un lavoro che richiederà qualche patch, ma siamo sicuri che sarà portato a termine quanto prima. La prima patch uscita su console e Pc il 10 settembre, ha iniziato a porre i primi rimedi.

COMMENTO FINALE

Chiudiamo la nostra analisi su The Bard’s Tale IV: questa Director’s Cut vale l’acquisto? Nel complesso, si. Se vi piacciono i dungeon crawler, la mole contenutistica introdotta in questa nuova versione vi soddisferà. Nonostante i limiti tecnici e i problemi grafici di cui il titolo soffre, la produzione targata Inxile è una lettera d’amore. Una missiva scritta col cuore a tutti gli appassionati di giochi di ruolo. Questo grazie a personaggi ben caratterizzati e quest non scontate, seppur con uno schema piuttosto classico.

Tante statistiche, dialoghi, abilità e una buona longevità ne fanno un must. Soprattutto su console, dove il genere è sovrastato da una massa in continua ascesa di action rpg. La colonna sonora vale quasi da sola l’acquisto. Per quanto riguarda il target d’utenza, possiamo dire che si adatta a chi vuole la sfida, grazie ad alcune opzioni in pieno stile anni ‘80, ma anche ad un pubblico non esperto, pur richiedendo dedizione e impegno. Consigliato!

L’articolo The Bard’s Tale IV Directors Cut, Recensione proviene da IlVideogioco.com.

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