Dungeons & Dragons: Dark Alliance, recensione Pc - IlVideogioco.com


Dungeons & Dragons e videogiochi: un binomio che risale alla nascita dei videogiochi stessi. Nel 1980, appassionati di giochi di ruolo cartaceo hanno studiato il modo di automatizzare molti calcoli, sfruttando quelle potenti macchine, molto costose, spesso limitate ai campus universitari: i computer. Da quella passione nacque Rogue. Dal successo di questo e i suoi seguiti indiretti discende una dinastia di videogiochi di ruolo. Al di là dell’etichetta che li distingue, tutto gravita sempre intorno a quel gioco da tavolo, a volte affiancato da miniature dipinte a mano, che è sinonimo di gioco di ruolo: D&D.
Dungeons & Dragons: Dark Alliance, di Tuque Games per Wizards of the Coast, è solo l’ultimo arrivato, di videogiochi su licenza che ci accompagnano da più di quarant’anni.

Dark Alliance si propone come videogioco d’azione in terza persona, con elementi di gioco di ruolo, fedelmente ricalcati sulla quinta edizione del manuale di gioco di Dungeons & Dragons. Si gioca su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series e Pc, il tutto dallo scorso 22 giugno. Questa è la nostra recensione, buona lettura.

GLI EROI DI ICEWIND DALE

Dungeons & Dragons: Dark Alliance mette in scena una trama originale che si rifà alla “Trilogia delle terre perdute” di Robert Anthony Salvatore. Tale trilogia è composta dai libri (in italiano) intitolati “La reliquia di cristallo”, “Fiumi d’argento” e “La gemma dell’halfling”.

Protagonisti assoluti di questi romanzi sono: Drizzt Do’Urden il drow ranger, Wulfgar Beornegarson il barbaro umano. Bruenor Battlehammer il nano guerriero, Catti-Brie figlia di Bruenor l’umana ranger. Le apparenze non ingannino. In realtà questi eroi sono tutti legati da fraterna amicizia, amore e rispetto. Sentimenti che vanno oltre le differenze razziali e il colore della pelle.

Drizzt si difende con scimitarre gemelle, poteri magici legati al suo passato nell’Underdark e può evocare Guenhwyvar. Questa è una pantera astrale estremamente potente, che attacca tutti i nemici di Drizzt. Wulfgar semina morte e distruzione con Aegis-Fang, un magico martello da guerra. Dono del padre adottivo Bruenor, il nano. Possiamo impersonare lo stesso Bruenor, capo del clan Battlehammer. Questi è armato di ascia e scudo. Cattie-Brie è un umana adottata da Bruenor. Orfana di genitori uccisi da una banda di goblin, armata dell’arco magico Taulmaril lo Spezzacuori, che gode di infinite frecce nella sua faretra.

DAI LIBRI ALLA NUOVA DARK ALLIANCE

Dungeons & Dragons: Dark Alliance mette il giocatore all’opera senza tanti preamboli. La breve e spettacolare introduzione conduce al menu principale del gioco. Qui si seleziona uno dei quattro personaggi e poi ci si ritrova sul Tumulo di Kelvin. Questo luogo è di importanza storica, in quanto nel romanzo “La reliquia di cristallo” si narra l’ultimo atto di quel libro. La “Dark Alliance” o alleanza oscura, da cui il titolo si riferisce proprio a quella che i più malvagi esseri dei Forgotten Realms stringono, per riconquistare la potente reliquia.

L’accampamento diventa il crocevia di tutte le missioni da compiere. Queste suddividono in episodi l’intero gioco. Né più né meno quello che abbiamo visto in azione in Warframe, Vermintide e in Anthem, per fare degli esempi. Sempre prendendo spunto da questi citati, possiamo dire che anche in Dark Alliance la gestione di armi, equipaggiamento e altro eventuale loot è confinata alle mura amiche del campo base.

Alla fine di ogni missione ogni personaggio guadagna punti esperienza, punti attributo e monete d’oro. I punti esperienza si accumulano per passare di livello e aumentare l’efficienza del personaggio. I punti attributo si assegnano alle caratteristiche fisiche che influiscono sui combattimenti: forza, destrezza, costituzione, intelligenza, saggezza, carisma. Oro e pietre preziose si spendono per potenziare gli oggetti da equipaggiare.

NON TUTTO E’ ORO

Dark Alliance fa la felicità degli estimatori dei romanzi di Dungeons & Dragons. Il gioco di Tuque Games pone nel piatto dell’offerta personaggi carismatici e a tutto tondo, antagonisti di assoluto spessore, ambientazioni esotiche ed evocative. Tuttavia non è esente da difetti critici che lo tengono lontano dalle vette di assoluta eccellenza. Uno dei difetti più evidenti è la gestione dell’intelligenza artificiale, a volte ben sotto ai limiti del tollerabile, con nemici che subiscono colpi a distanza senza battere ciglio.

L’altro difetto, il più chiacchierato è la scelta di vincolare la prospettiva della telecamera alle spalle del personaggio controllato. Da un lato, questo aumenta il realismo (nessuno in natura ha la facoltà di vedere cosa accade alle proprie spalle) ma d’altro canto diventa molto frustrante non poter godersi l’azione in maniera classica e fluida, come nella migliore tradizione Devil May Cry/Bayonetta.

A difficoltà standard, il gioco offre ben poca resistenza, ma basta alzare un po’ la tacca per soffrire le pene di un inferno tipico di From Software: un miglior bilanciamento non avrebbe guastato.

CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI

Dungeons & Dragons: Dark Alliance l’ultimo videogioco su licenza Dungeons & Dragons, da non confondere con il quasi omonimo di Snowblind Studio, Baldur’s Gate: Dark Alliance, che si giocava su PS2, GameCube e Xbox nel 2001 (e ha pure ricevuto una remaster lo scorso 7 maggio). Quello che commentiamo qui è firmato Tuque Games, al loro secondo lavoro dopo l’onesto Livelock, uno sparatutto con visuale isometrica e – soprattutto – non è ambientato a Baldur’s Gate (una città dei Forgotten Realms).

Tecnicamente è ben realizzato: Unreal Engine di ultima generazione garantisce una buona resa visiva, le animazioni sono buone e le ambientazioni sono splendidamente realizzate. Il design dei livelli incoraggia esplorazione e trasuda avventura. Ottime le musiche di accompagnamento, efficaci gli effetti sonori.

Mostra il fianco ad un paio di incertezze: la telecamera ben saldata alle spalle del personaggio che controlliamo, da un lato, aumenta l’effetto “D&D” dei combattimenti ma dall’altro allontana Dark Alliance dalle eccellenze dei videogiochi d’azione più rinomati (Devil May Cry e Bayonetta su tutti).
L’altro motivo di inciampo e di scandalo è l’intelligenza artificiale, a volte talmente deficitaria da far spezzare l’incantesimo della “sospensione di incredulità”. Tutto il resto di quello che in giro indicano come “criticità” ci sembra davvero opinabilissimo.

Il lavoro di riproposizione degli idoli indiscussi dei romanzi di Dungeons & Dragons, scritti tra il 1988 e il 2012 da R.A. Salvatore ha del prodigioso. E’ evidente che gli sviluppatori abbiano letto i romanzi, almeno quelli primordiali, e da questi siano riusciti ad intessere un riuscitissimo intreccio narrativo che serve al famoso party per lanciarsi in tante avventure.

Proprio perché D&D è un gioco che ruota intorno alla coesione di un gruppo, di un party, se giocato con la compagnia giusta diventa garanzia di decine di ore di divertimento.



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