Dopo il top di gamma X200 Pro, torniamo a parlare di Vivo con il V50, uno smartphone più accessibile ma non per questo meno curato e progettato con attenzione. I cambiamenti non sono moltissimi dal predecessore V40, ma c’è comunque spazio per una batteria al silicio carbonio di seconda generazione e un design ancor più raffinato. La fascia di prezzo in cui va a cadere è tra le più complesse del mercato in questo momento, ma Vivo V50 ha le sue frecce da potersi giocare. In questa recensione andiamo a scoprirne tutti i dettagli.
Video recensione Vivo V50
Design ed ergonomia
Il Vivo V50 riprende quasi del tutto le linee del precedente V40, e tenerli entrambi in mano rende evidente quanto i due siano parenti stretti: dimensioni simili, stessi riferimenti estetici e una costruzione che punta a un look elegante ma funzionale. Il design è sottile e curato nei dettagli, a partire dal gruppo ottico posteriore, ben integrato e gradevole alla vista, fino al pannello frontale, dove troviamo un display AMOLED da 6,67″ con bordi leggermente curvi e cornici ridotte e simmetriche su tutti i lati – un dettaglio non scontato.
La nostra unità in colorazione nera monta un retro in plastica opaca, meno appariscente rispetto alla versione viola con finitura cangiante in vetro, ma più leggera: parliamo infatti di 186 grammi contro i 196 della seconda variante. Il frame, anch’esso in plastica, è talmente ben rifinito da sembrare alluminio a prima vista, un lavoro davvero convincente per chi punta a estetica senza rinunciare alla praticità.
Non manca nemmeno una certificazione completa per la resistenza a polvere e liquidi, con standard IP68 e IP69K, e la protezione del vetro frontale è garantita dal nuovo Shield Glass, che secondo Vivo offre fino al 50% di resistenza in più alle cadute rispetto alla generazione precedente.
Display
Il display del Vivo V50 è senza dubbio uno dei suoi punti di forza assoluti. Si tratta dello stesso pannello montato sul V40, e non è affatto un male: parliamo infatti di un AMOLED da 6,67 pollici con refresh rate a 120Hz, compatibilità HDR10+ e una luminosità che raggiunge un picco di 4.500 nit, con un valore tipico attestato intorno ai 1.300 nit. Numeri che, tradotti nell’uso quotidiano, significano visibilità eccellente anche sotto la luce diretta del sole e colori sempre brillanti.
Buone notizie sul fronte della salute oculare, presente infatti certificazione SGS per la ridotta emissione di luce blu e PWM dimming a 2160Hz, un valore che aiuta a ridurre lo sfarfallio, soprattutto nelle situazioni di luminosità minima. Se proprio vogliamo trovargli un limite, l’assenza della tecnologia LTPO si fa notare nei consumi, ma è un compromesso più che accettabile considerando la fascia di prezzo.
Al tutto si aggiunge un comparto audio stereofonico che sorprende: i due speaker sono ben bilanciati e non si limitano a produrre il suono da capsula e altoparlante, ma offrono una resa studiata, con frequenze ben distribuite e un volume potente senza distorsioni. Un’ulteriore conferma che dietro al V50 c’è un progetto solido, ragionato, con una cura per i dettagli che non sempre si trova nei medio-gamma.
Funzionalità
Il software di Vivo V50 è basato su Android 15 con interfaccia FuntouchOS, sono previsti 3 anni di aggiornamenti di sistema e 4 anni di patch di sicurezza. Un supporto nella media per la fascia di riferimento, anche se meno ambizioso rispetto a quello offerto da alcuni concorrenti diretti.
Come già riscontrato sul Vivo X200 Pro, l’esperienza software non è del tutto convincente. La grafica non è sempre coerente, in particolare nel centro notifiche dove l’organizzazione risulta piuttosto affollata e poco razionale. I menù non sempre sono intuitivi e ben organizzati e qualche bug salta fuori di tanto in tanto, anche se nulla di troppo grave. Al netto di ciò rimane la semplicità e flessibilità del robottino verde, facile da usare e sufficientemente fluido, con una dotazione di funzioni più che sufficiente.
Negli ultimi aggiornamenti sono arrivate alcune novità legate all’intelligenza artificiale. Il registratore vocale integra la trascrizione automatica e un comodo riepilogo AI, mentre l’app Note si è arricchita di funzioni intelligenti pensate per migliorare la produttività. Non manca il supporto a Gemini, con la funzione “cerchia e cerca” attiva di default, e strumenti dedicati alla fotografia come il miglioramento automatico della qualità e la gomma magica per rimuovere elementi indesiderati.
Completano il pacchetto le classiche funzioni di personalizzazione grafica, la clonazione delle app, strumenti di pulizia automatica e altre utility comuni nel panorama Android. Nel complesso, dunque, una suite software non particolarmente ricca ma che sta pian piano prendendo forma e non potrà che migliorare nel tempo.
Hardware e Prestazioni
Sotto la scocca del Vivo V50 troviamo lo Snapdragon 7 Gen 3, un SoC di fascia medio-alta che abbiamo già visto all’opera e che, anche in questo caso, si comporta molto bene. Tuttavia, c’è una scelta hardware che lascia un po’ perplessi: a bordo troviamo 512 GB di archiviazione, un quantitativo generoso e sicuramente apprezzabile, ma con memorie UFS 2.2, ormai datate rispetto agli standard attuali. Sarebbe stato preferibile, a nostro avviso, puntare su tagli più piccoli ma con memorie più veloci come UFS 3.1 o 4.0.
Nell’uso quotidiano lo smartphone risulta abbastanza veloce, fluido e capace di gestire senza intoppi tutte le attività più comuni. Ma se lo si osserva con occhio critico emergono alcune piccole incertezze: micro-lag nello sblocco, aperture meno fulminee con app pesanti, o qualche esitazione nei passaggi rapidi tra schermate. Nulla di grave, ma sono piccoli dettagli che con buone probabilità sono dovuti proprio al tipo di memorie utilizzate. A tal proposito, un consiglio pratico che possiamo darvi è di disattivare l’espansione virtuale della RAM. I 12 GB fisici sono più che sufficienti e prendere in prestito memoria dallo storage UFS 2.2 è più un freno che un aiuto. Noterete un miglioramento netto nelle performance generali.
Ottima, infine, la gestione termica: Vivo ha integrato una vapor chamber di dimensioni generose che aiuta a mantenere prestazioni costanti anche sotto stress, e in gaming il comportamento è esemplare, senza cali di frame né throttling evidente.
Esperienza d’uso
Aggiungiamo qualche parola sull’esperienza d’uso con Vivo V50. Per quanto riguarda la parte telefonica e di connettività votazione piena: la ricezione è sopra la media, così come la portata di WiFi 6 e Bluetooth 5.4. Nessun problema da segnalare sulla parte di sensoristica, compreso un buon lettore di impronte digitali ottico, il feeback aptico invece è “così così”, forte e ben percepibile quando il telefono è in tasca, ma un po’ trascinato e poco netto.
Autonomia e ricarica
Eccellente l’autonomia: a bordo dello smartphone è stato integrato un modulo batteria con anodo al silicio – carbonio di seconda generazione, con una capacità di 6000 mAh. Si riescono a coprire agevolmente due giornate piene di utilizzo medio, raggiungendo le 9 ore di display attivo, ed è addirittura possibile salire ancora un po’ se lo smartphone viene utilizzato per tante ore sotto rete WiFi.
Andiamo bene anche sulla ricarica che può ricevere fino a 90 Watt, mentre manca la ricarica wireless ma siamo in linea con quanto offre il mercato.
Fotocamere
Il comparto fotografico rappresenta uno dei punti di forza principali di Vivo X200. La dotazione prevede tre fotocamere da 50 MP, con sensore OmniVision sulla principale e sensori Samsung ISOCELL JN1 per ultra-grandangolo e fotocamera frontale. Il tutto è co-ingegnerizzato con Zeiss, un dettaglio che si riflette sia sulla qualità ottica che sull’elaborazione delle immagini.
L’assenza di un teleobiettivo è forse l’unico vero limite, ma per il resto ci si trova davanti a un comparto fotografico di livello quasi flagship. La fotocamera principale restituisce immagini ricche di dettaglio, con una resa cromatica naturale e una gamma dinamica ben gestita. Sorprende in positivo anche la ultra-grandangolare, che solitamente resta un punto debole nella fascia media: qui, invece, la qualità rimane elevata e l’autofocus permette anche scatti macro credibili. Una ultrawide di questa qualità permette di scegliere realmente in base al punto di vista che si vuole ottenere senza dover temere un calo drastico della qualità.
Al di là del buon hardware è ancora una volta il software sviluppato da Vivo che riesce a valorizzare la resa, con immagini che restituiscono una buona profondità, tridimensionalità e pulizia della scena.
Presente anche la modalità ritratto con refocus e diversi effetti bokeh regolabili, mentre in notturna entra in gioco l’Aura Light: un LED circolare in grado di variare temperatura colore e intensità luminosa con grande precisione. Una soluzione decisamente più efficace del classico flash LED, utile sia per i ritratti che per le foto ambientate.
La fotocamera frontale si comporta molto bene, complice l’uso dello stesso sensore montato sulla ultra-grandangolare. I selfie risultano dettagliati e naturali, con una resa ottimale anche in condizioni di luce sfavorevole. Un vantaggio che si riflette anche nella qualità delle videochiamate e dei contenuti video registrati con la camera anteriore.
Per quanto riguarda i video, il dispositivo supporta la registrazione in 4K a 30 fps su tutte le fotocamere, con un’ottima stabilizzazione elettronica. Il risultato è un comparto video completo e ben bilanciato, che va a chiudere il cerchio di una dotazione multimediale tra le migliori nella fascia media.
Conclusione e prezzo
Siamo alle battute finali della recensione di Vivo V50, proposto in Italia a 599 Euro di listino nell’unico taglio di memoria 12+512 GB. I compromessi sono quelli tipici della fascia media, ma i suoi punti cardine – display, prestazioni, batteria e fotocamere – sono davvero di qualità. Certo, il prezzo non è proprio economico e quei 512 GB, per quanto utili, ci fanno pensare che una variante con meno memoria e un centinaio di euro in meno sarebbe stata la mossa giusta per renderlo ancora più interessante.
Vedi Post Originale: https://www.tuttoandroid.net/speciale/recensioni/vivo-v50-1087929/
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