Recensione Anbernic RG505, una console portatile Android d’altri tempi


Il mercato delle console è dominato da pochissimi player, ma c’è un fiorente mercato dedicato agli appassionati di retrogaming, che vogliono tornare a godersi tutti quei titoli che hanno fatto la storia, a partire dai videogiochi degli anni 80 e 90, quando si giocava in sala giochi, senza scordare però l’epoca d; oro delle console domestiche, portatili e non.

Da parecchio tempo esistono gli emulatori, visto che l’hardware attuale è sufficientemente performante da eseguire il software necessario a far funzionare i giochi di anni fa, a partire dai normali smartphone. Se in questo caso ci sono delle evidenti limitazioni, dovute sostanzialmente all’assenza di un sufficiente numero di tasti fisici, ci sono dei dispositivi a basso costo che permettono di riportare in vita una grande quantità di giochi.

Tra questi oggi vi parlo di Anbernic RG505, un dispositivo sul quale gira Android 12, sufficientemente carrozzato da far girare senza problemi giochi degli anni 80 ma anche titoli più recenti. Tralascerò l’aspetto legale, visto che per poter utilizzare un gioco su un emulatore dovete possedere la relativa scheda hardware (nel caso di un titolo da sala giochi) o disco/cartuccia nel caso di un titolo per le console più o meno recenti. È un’area decisamente grigia in cui ognuno deciderà come muoversi, consapevole delle leggi vigenti, niente link per scaricare file più o meno legittimi, vi parlerò solo delle prestazioni con i vari emulatori, quasi trenta, che trovate preinstallati nella console, utilizzabili singolarmente o tramite l’interfaccia di Retro Arch.

Hardware e design di Anbernic RG505

La scheda tecnica di Anbernic RG505 non è niente di particolarmente esagerato, a conferma del fatto che non serve un hardware di altissimo livello per divertirsi. Lo schermo OLED da 4,95 pollici ha una risoluzione di 960 x 544 pixel, che potrebbero sembrare decisamente pochi in relazione ai giochi attuali ma che sono più che sufficienti per garantire una perfetta riproduzione di titoli che sono stati realizzati a risoluzioni decisamente più basse.

La console è realizzata interamente in plastica, in versione grigia o turchese, con una ricca quantità di pulsanti: due stick analogici, un D-Pad digitale. quattro tasti sul lato destro e i tasti START e Select. Sono inoltre disponibili quattro tati dorsali per quei giochi che li supportano, in particolare quelli per le console portatili. Sul lato sinistro è presente il bilanciere del volume mentre su quello sinistro trovano posto due tasti, uno per tornare alla Home e uno per avviare l’interfaccia RetroArch e poter giocare immediatamente.

Sul lato inferiore troviamo due speaker, il tasto di accensione/sblocco e lo slot per la microSD, su cui è possibile installare eventualmente i giochi, anche se la memoria interna da 128 GB è più che sufficiente per ospitarne una grande quantità. Sul lato superiore infine abbiamo la porta USB Type-C per la ricarica e il collegamento al computer e una presa da 3,5 mm per collegare delle cuffie con filo.

Sotto la scocca trova posto un chipset Unisoc Tiger T618, con CPU octa core, affiancato da 4 GB di RAM e 128 GB di memoria interna. Una dotazione tecnica più che sufficiente per far girare qualsiasi titolo, anche quelli nativi per Android (dopotutto stiamo parlando di un dispositivo Android).  Nella confezione di vendita troviamo inoltre un cavetto USB per la ricarica (niente alimentatore) e una pellicola da applicare allo schermo per una maggiore protezione (insieme a un paio di salviette per pulire lo schermo e semplificare il montaggio.

Una dotazione quindi di fascia medio bassa, a voler leggere la scheda tecnica, ma vi assicuro che non si sente in alcun modo la necessità di una maggiore potenza, se non quando vengono emulate le console più recenti come Wii, PS2 e Nintendo 3DS. Vediamo però nel dettaglio come si è comportata la console nei miei test.

Prestazioni soddisfacenti

Premetto che non è stato facile recuperare alcuni giochi e che alcune piattaforme, almeno utilizzando RetroArch, hanno qualche problema. In particolare, come accennavo, quelle più recenti che risentono anche di una versione non proprio aggiornata degli emulatori. Con Nintendo 3DS, ad esempio, è stato necessario scaricare da GitHub una versione più recente di Citra, che ha risolto buona parte dei problemi, anche se si osservano ancora sporadici rallentamenti, soprattutto con i titoli più complessi graficamente.

Lo stesso con PS2 e Wii, che ho quindi deciso di abbandonare per dedicarmi a piattaforme più vecchie ma per me più soddisfacenti. In particolare mi sono concentrato su MAME, l’emulatore dei vecchi coin-op da sala giochi, SuperNintendo e le console portatili Nintendo (i vari GameBoy per intenderci).

È davvero tutto molto facile, basta organizzare le ROM in apposite cartelle, entrare nella configurazione di ogni emulatore per specificare la cartella in cui sono presenti i giochi, premere un tasto per avviare la scansione e divertirsi. Non è necessario, almeno con RetroArch, configurare alcun parametro o pulsante, tutto viene riconosciuto in maniera autonoma, lasciando all’utente il compito di divertirsi, senza infastidirsi con configurazioni e personalizzazioni varie.

È comunque possibile avviare i singoli emulatori installati su Android e intervenire su ogni singolo parametro di configurazione, così da rendere unica l’esperienza di gioco. Personalmente ho preferito dedicarmi alla parte ludica, soprattutto con i vecchi titoli per sala giochi che mi hanno riportato indietro di qualche decennio. Ogni gioco è emulato alla perfezione, musiche comprese e non ho mai notato rallentamenti o tentennamenti che potessero inficiare l’esperienza d’uso.

I controlli sono sempre precisi e intuitivi, anche quelli per simulare l’inserimento della monetina e avviare la partita, tipico dei “cassoni” da sala giochi degli anni 80 e 90. Anche le console Nintendo e Sega, che hanno dominato prima dell’arrivo della PlayStation, sono in grado di risvegliare un sacco di ricordi e di assicurare centinaia di ore di gioco. Solo con alcuni giochi si sente la mancanza di uno stick più lungo, ma è sempre possibile acquistare un joystick esterno (Bluetooth o USB) per una simulazione ancora più realistica.

Nel complesso quindi le prestazioni sono sempre soddisfacenti, e quando ho notato dei rallentamenti o semplicemente fatto ricorso a versioni più aggiornate delle app. Nella console troviamo ovviamente il Play Store, per installare nuovi giochi e aggiornarli, ma anche Aptoide che permette di scaricare alcuni emulatori che non vengono distribuiti attraverso lo store di Google.

In conclusione

Cosa dire dunque di questa Anbernic RG505? È una console davvero divertente, in grado di far rivivere le vecchie glorie del passato in maniera decisamente convincente. Grazie a RetroArch non serve perdersi in configurazioni e mappature dei tasti, visto che il software fa tutto da solo, lasciando all’utente il compito di procurarsi i giochi e divertirsi.

Un prodotto sicuramente interessante, anche in virtù di un prezzo decisamente accessibile. Grazie al codice NNNRG505128 potete infatti portarvi a casa la piccola console portatile a soli 149 euro, prezzo che include le spese di spedizione dai magazzini asiatici di Geekbuying, che vi propone questa divertente soluzione.



Vedi Post Originale: https://www.tuttoandroid.net/speciale/recensioni-accessori/recensione-console-android-anbernic-rg505-1006209/


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