Kaku: Ancient Seal, i Croods in versione asiatica, recensione


Essere ambiziosi è importante per avere successo, anche se puntare troppo in alto può preannunciare una caduta più o meno rovinosa. Il sottile equilibrio tra l’eccesso e la carenza di ambizione può fare la differenza: Kaku: Ancient Seal, di cui (ri)parleremo oggi dopo la nostra anteprima dell’anno scorso, è un progetto con un equilibrio piuttosto precario in tal senso. Si tratta di un’ARPG open world che nell’atto di ispirarsi ad alcuni giganti del genere fa fatica a trovare una sua identità. Ma andiamo nel dettaglio.

Dietro allo sviluppo troviamo uno studio indie cinese, Bingobell, che esordì nel mercato nel 2017 con Tales of Glacier (VR). Stavolta il team avrà compiuto un passo più lungo della gamba? Scopriamolo in questa recensione della versione Pc di Kaku: Ancient Seal. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dagli stessi sviluppatori, uscirà dall’accesso anticipato su Steam venerdì 12 luglio, mentre delle versione per PS5 e Xbox Series X/S sono attese successivamente. Buona lettura.

QUANDO LO ORDINI SU WISH…

La prima cosa che potremo notare riguardo Kaku: Ancient Seal è la differenza fra ciò che viene mostrato nel trailer e ciò che ci troveremo effettivamente davanti. Specialmente negli ultimi video pubblicati dal team di sviluppo il protagonista del gioco appare “potente” e il riscontro con vari titoli action al alto tasso di “testosterone asiatico” non lasciano dubbi circa il valore del titolo.

Tuttavia, alla prova effettiva, il tutto vola decisamente più basso con un’esperienza più coerente con il trailer d’annuncio di un anno fa. Tornando al gioco, Kaku è un giovane primitivo che si offrirà di recuperare le anime degli elementali dispersi nei quattro biomi che compongono il mondo di gioco. Essi sono stati separati dai loro luoghi originali a causa di una calamità, che ora minaccia l’equilibrio del mondo.

Kaku: Ancient Seal si presenterà sin dall’inizio come un’avventura open world dove bisognerà completare delle semplici missioni in giro per gli scenari. Nulla di complesso: in genere dovremo uccidere nemici, completare dei rompicapo o trovare oggetti richiesti dagli NPC, oltre che sconfiggere potenti boss. Una volta superate le prime fasi, saremo in grado di scegliere dove orientare i nostri sforzi con un teletrasporto libero in ognuno dei quattro continenti.

Ogni grande bioma avrà un suo obiettivo principale da perseguire, con variazioni di sorta che ci porteranno via del tempo prima di giungere al nostro obiettivo, ovvero il tempio elementale di ciascun bioma. In ogni tempio ci sarà un boss e la storia si ripeterà per tutte e quattro le destinazioni. Nuovi elementi di gameplay si aggiungeranno man mano, ma il tutto risulterà alquanto privo di mordente.

MONSTER HUNTER X CROODS

Nel corso del gioco ci troveremo a esplorare enormi mappe aperte, ricoperte di materie prime utili al crafting di cibarie (per cure e refill di stamina) e minerali preziosi (utili al potenziamento). Sparsi ovunque potremo anche trovare i villaggi della tribù nemica, con accampamenti provvisti di forzieri da saccheggiare. Quasi sempre saremo liberi di scegliere se combattere o darci alla fuga, fermo restando che anche dalla vittoria degli scontri si potranno ricavare materiali utili.

In Kaku: Ancient Seal le location strizzano l’occhio ad altre produzioni asiatiche, dalle quali Bingobell ha preso notevole ispirazione, senza però riuscire a tirar fuori qualcosa di originale. Costoni di pietre esagonali, cascate di lava, generiche foreste, deserti rocciosi, gargantueschi alberi di ciliegio e così via.Anche se diversi scorci offrono panorami immensi alla Genshin Impact, il tutto risulta oltremodo “standard”, decretando la perdita del fascino dell’esplorazione dopo poche ore.

A ostacolare l’attraversamento dei grandi scenari vi è la stamina, che si consumerà a ritmo costante. Certo, si tratta di una meccanica comune a molte altre produzioni sui generis, ma in territori così estesi non può che causare una certa frustrazione. Soprattutto vista e considerata la necessità di percorrere molta strada tra un obiettivo e l’altro. Casse segrete e rompicapo nascosti, purtropo, non bastano a mitigare il problema.

Dal canto suo Kaku: Ancient Seal prova spesso e volentieri a tenere acceso l’interesse nel giocatore con cutscenes curate ma non sempre esaltanti. Kaku risulta essere un protagonista spesso goffo e sfrontato, “ironicamente” avventuroso, che in qualche modo si discosta dalle vibes di “energica ferocia” mostrate nella copertina del titolo.

IL MONDO LO SALVO CON I MIEI TEMPI

Il sistema di potenziamento in Kaku: Ancient Seal offrirà tutti gli elementi classici del genere. A partire da vari costumi, con caratteristiche uniche legate alle combinazioni fra essi. Sciabola e scudo a loro volta avranno le loro varianti, con tanto di trasformazione in armi elementali attraverso un vasto e soddisfacente albero delle abilità. A supportare le nostre avventure ci penserà inoltre un porcellino volante, che si renderà utile in vari modi.

Dai camuffamenti agli utilizzi nei rompicapo, oltre che per la mera compagnia. Il porcellino oltretutto si chiama “Porcellino”: ironia spicciola o mancanza di fantasia? Preferiamo non saperlo. In ogni caso, saprà sicuramente attrarre tutti quei giocatori che prediligono la quantità alla qualità, anche se i momenti veramente memorabili saranno comunque pochi. A difficoltà media oltretutto avremo picchi di difficoltà spesso mal calibrati, con un sistema di schivate incapace di soddisfare gli amanti delle “schivate perfette”.

I rompicapo presenti in Kaku: Ancient Seal rasentano spesso la banalità. Ciò vale anche per quelli più difficili, per nulla ispirati, in cui dovremo semplicemente interagire con oggetti o lanciare il porcellino. Tecnicamente invece l’opera di Bingobell si difende abbastanza bene, con una piacevole colonna sonora e un comparto visivo animato e luminoso.

Certo, alcune texture meno definite si notano facilmente fra le altre meno sfocate, ma sono dettagli a cui ci abitueremo presto. Sempre che il team di sviluppo non decida di metterci mano in futuro, possibilmente. Come anche ai diversi muri invisibili che circondano gli elementi delle mappe, dove siamo finiti incastrati diverse volte. A livello di prestazioni invece non abbiamo avuto problemi, tolto qualche calo nel caricamento iniziale di una cutscene.

POTREBBE DARE SODDISFAZIONI

Kaku: Ancient Seal è una produzione indie sconfinata, con una smodata ambizione. Il problema è che questa voglia di emergere non trova una concretizzazione effettiva a causa di un gameplay action legnoso e in generale non molto appagante. Quanto mostrato negli ultimi trailer diffusi da Bingobell inoltre non corrisponde esattamente alla realtà, fatta di un’esperienza che punta più sulla quantità che sulla qualità. Raccomandato agli amanti dei titoli a lungo termine senza troppe pretese.



Leggi Post Originale: https://www.ilvideogioco.com/2024/07/10/kaku-ancient-seal-recensione/


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