I migliori strategici/gestionali del 2020 - IlVideogioco.com


Il 2020 è stato un anno ricco di strategici e gestionali, oggetto del nostro secondo speciale sui GOTY. Tantissimi i titoli interessanti che hanno invaso il mercato. Giusto iniziare con due ritorni d’eccellenza. Il primo è XCOM 2 Collection che è approdata a giugno su Switch. L’altro, invece, è Command & Conquer Remastered Collection che lo scorso anno ha festeggiato i 25 anni grazie a questa raccolta. Entrambi hanno avuto volti altissimi ed entrambi in grado di far vivere belle sfide agli appassionati.

Tante, comunque, le produzioni indie di livello come ad esempio Warriors of Nile, o Imperiums: Greek Wars ambientati rispettivamente nell’antico Egitto e nella Grecia. Se il primo era piuttosto snello, il secondo ha sofferto di alcuni problemi di immediatezza ma è certamente da ricordare.

Ricorderemo il 2020 anche per l’atmosferico Port Royale 4 che permette alleanze, battaglie navali, quest, esplorazioni e finanche pirateria. Insomma, tutti i palati possono essere soddisfatti. Interessantissimo anche Astra Exodus, un 4X ad ambientazione sci-fi dell’uruguaiano Atomic Kaiser e pubblicato da Slitherine. Definito ottimo per i neofiti permette un’ottima customizzazione delle navi anche se il comparto tecnico tradisce la sua natura indie. Molto particolare è Alder’s Blood, una sorta di XCOM ad ambientazione vittoriana dai toni cupi con un gameplay profondo ed un grado di sfida elevato.

Non possiamo non menzionare Combat Mission Shock Force 2, Star Point Gemini 3 e A Total War Saga: Troy. Tutti meritevoli, tutti in grado di lasciare molto. Se il primo è un gioco obbligatorio per chi ama la guerra moderna, l’altro è un indie che ci porta nello spazio. L’ultimo, invece, ci porta alla caduta di Troia. Una nota di merito la merita l’espansione Football Stars di Football, Tactics & Glory, un titolo firmato da Creoteam ad ambientazione sportiva ma che ha nella strategia a turni (un “XCOM” dove le unità sono i ruoli dei calciatori, ndr) il suo punto focale. Giusto anche ricordare Pirates Outlaws, strategico basato sulle carte ad ambientazione piratesca. Uno degli strategici più interessanti. Oltre ad avere uno stile grafico audace ma interessante, uno dei punti forti di questo titolo firmato da Fabled Game è rappresentato dai tanti contenuti e dalla varietà d’azione. La sfida ha delle variabili folli grazie a dei personaggi molto diversi tra loro.

Detto questo, però, andiamo ai candidati ed al vincitore della categoria riservata ai migliori strategici/gestionali del 2020. Una insolita top 6. Buona lettura.

Migliori Strategici/Gestionali 2020

Panzer Corps 2 recensione

L’erede di Panzer General è arrivato e si è preso il trono su cui era destinato a regnare. Panzer Corps 2 ci porta nella Seconda Guerra Mondiale, e segue le vicende storiche dal punto di vista tedesco. Tanti gli scenari da sbloccare con scenari storici slegati e scenari “what if”. Non manca il generatore di missioni casuali ed un editor che permette di editare missioni originali. Se avete amato il primo capitolo, qui trovate molte qualità approfondite.

Tra i pregi segnaliamo: campagne dinamiche che offrono diversi spunti ruolistici. Un numero soverchiante di unità, tutte caratterizzate con perizia. Adatto a tutti, ma la curva d’apprendimento è sempre sopra la media. Tante modalità, longevità assicurata.

Insomma nello stile Slitherine seppur sviluppato da Flashback Games. Alcuni piccoli dettagli (un sonoro che ha pagato dazio ed una telecamera non rotabile a 360°, ndr) .non gli hanno permesso di salire sul podio, ma la nomination è del tutto meritata.

Il selvaggio West cattura i giocatori in Desperados 3, strategico in tempo reale firmato da Mimimi Games e THQ Nordic.

Un titolo tra i meglio riusciti dello scorso anno, sotto moltissimi aspetti. Antonio Michele Patti ha descritto così il terzo episodio della serie nata nel lontanissimo 2001 con Desperados: Wanted Dead or Alive e continuata nel 2006 col secondo capitolo principale intitolato Desperados 2 Cooper’s Revenge:

Graficamente sontuoso, sonoramente d’impatto e memorabile, recitato bene e narrativamente valido: tecnicamente assistiamo ad un lavoro che ha del prodigioso. E’ raro vedere tanta qualità condensata a tanto amore per i dettagli.

Desperados 3, per la sua natura stealth e la difficoltà generalmente tarata verso l’alto, dedicata ad un pubblico che pensa invece di sparare, necessita anche di un approccio “a tentativi”, perché non sempre la tattica prevista dal giocatore ha calcolato tutte le variabili che potrebbero interferire. Insomma: “qualcosa potrebbe andare storto” non è solo una frase estrapolata da tanti film, ma quello che può accadere durante una normalissima partita di Desperados 3, che di base invita a salvare spesso i propri progressi.

Pendragon

La strategia incontra la narrativa e ci racconta con un tipo di gameplay non convenzionale fatto di scelte decisive ed anche pesanti grazie a Pendragon. È uno dei titoli più interessanti dello scorso anno firmato da inkle. Pendragon ci parla del mito di Re Artù. L’antefatto da cui partono le avventure è la sconfitta di Artù, per mano di Mordred, lo scioglimento della cavalleria della tavola rotonda, il tradimento sentimentale di Ginevra e Lancillotto.

Pendragon prende per mano il giocatore è lo accompagna nella lettura e nell’interpretazione di alcuni dei personaggi chiave (alcuni del tutto originali). Possiamo decidere cosa rispondere alle domande, possiamo decidere i modi, possiamo anche decidere quale strada intraprendere per raggiungere Artù e guidarlo al riscatto del regno. Visivamente parlando, il gioco si affida a tavole che sembrano disegnate a mano e che richiamano lo stile visivo dell’Arazzo di Bayeux.

Il gioco è piaciuto tanto che il nostro Antonio Michele Patti ha concluso così la recensione:

Può un videogioco non avere difetti degni di tal nome? Secondo noi si. E siamo davvero in difficoltà nel doverli trovare “per forza”. L’unico difetto di Pendragon sono i videogiocatori: nessuno ne parla ed è un grandissimo peccato.

Sul gradino più basso del podio di questa categoria sale Monster Train, uno strategico basato sulle carte da collezione, con sfumature RPG. Il gioco di  Shiny Shoe e distribuito da Good Shepherd Entertainment offre, infatti, un gameplay strepitoso, vivace e ricco di contenuti. Il deck building assieme alla raccolta di carte ed alla nostra strategia dà spessore al gioco. L’ambientazione dà il pepe: noi siamo all’interno di un treno infernale che deve superare un tragitto evitando l’assalto degli angeli. Dovremo evitare che le unità nemiche altrui riescano a spegnere la caldaia. Ad ogni vittoria, ad ogni risultato positivo aggiungeremo qualità e miglioreremo la difesa.

Non mancano anche i contenuti endgame che aumentano il grado di sfida e tanto altro. Un estratto del finale della nostra recensione recita così:

Il gioco propone una buonissima quantità di contenuti con più di 220 carte aggiornabili e cinque clan da scegliere. I punti esperienza che sbloccano i livelli di ogni singolo clan ed il conseguente accesso a carte migliori, gli artefatti da raccogliere fanno da sfondo ad un gameplay sul “campo” immediato nell’apprendimento della dinamica ma dannatamente profondo da padroneggiare.

Monster Train ha il merito di offrire una buona sfida a tutti, di non essere troppo frustrante e di far sudare le classiche sette camice. Ma anche di generare partite sempre diverse tra loro e di sfidare gli appassionati con uno strategico “verticale” veramente brillante. Il tutto è condito da una buona grafica e da un sonoro che fa la sua parte anche grazie a degli effetti sonori azzeccati.

La longevità fa il resto perché la voglia di giocare e migliorarsi è sempre elevata grazie anche al fatto di dover sbloccare i vari livelli clan e di vincere le singole run che aumentano poi il livello di difficoltà. Si tratta di un titolo estremamente rigiocabile. E se per altri giochi questa fase può essere anche saltata, il fattore di rigiocabilità in Monster Train è determinante ed è un obbligo per godere appieno delle potenzialità di questo titolo.

Ambientazione fantasy, una bella storia, quattro personaggi, altrettanti stili di gioco differenti ed un gameplay veramente interessante.  Oltre ad una realizzazione artistica di primissimo livello. Questi i motivi per i quali Deck of Ashes, titolo indie di AY Games e distribuito da Buka Entertainment.

Il gameplay è sicuramente uno dei punti forti di questa produzione indipendente. Si suddivide in fasi distinte e separate: gestione personaggio e risorse, esplorazione, espansione del proprio deck, compra/vendita di carte o di pozioni o di reliquie e combattimento, rigorosamente a turni.

La fase più intensa è sicuramente quella dei combattimenti e qui entra in gioco il proprio deck, ossia il proprio mazzo di carte per imbottirlo con magie di ogni genere in grado di offendere, o impedire agli avversari di turno di farci troppo male. Non mancano le fasi di esplorazione e gestione. Tra i pregi ricordiamo, oltre a quello che già abbiamo menzionato, la costruzione e gestione del deck. Dei personaggi carismatici. Belle musiche. Ottima sfida.

Così abbiamo concluso il commento finale in sede di recensione:

Deck of Ashes è comunque uno dei giochi più interessanti di questa prima metà del 2020, soprattutto se siete amanti dei deck builder strategici a turni con sfumature rpg e toni dark. Giocabile e rigiocabile e con tante cose da fare. Certo, se cercate l’azione, allora lasciate stare.

Atteso da anni, Crusader Kings 3 è senza dubbio uno dei migliori titoli dello scorso anno a livello assoluto e si aggiudica il titolo di miglior Strategico/Gestionale del 2020. Lo fa con pieno merito, grazie ad una realizzazione tecnica impeccabile, ad una grafica accattivante ad un gameplay ricchissimo di dettagli, di varianti e di variabili. Una manna per chi ama la storia. E già che ci siamo Crusader Kings 3 vanta anche un superbo comparto sonoro.

Forse l’unico neo del titolo di Paradox è, purtroppo per noi italiani, la mancanza della nostra lingua. Il discorso è molto ampio ma evitiamo di farlo: è vero che bisogna conoscere l’inglese ma è anche vero che in questa produzione servirebbe una conoscenza profondissima della lingua di Albione.

Questo è il commento finale della nostra recensione firmata dal nostro DannyDSC:

Crusader Kings 3 è un’esperienza ruolistica di ottimo livello incastonata all’interno di un grand strategy game profondo e sfaccettato. Riesce a prendere lo spirito di un rpg e riproporlo in una sorta di librogame colmo di avventure sempre nuove, mentre la parte strategica si occupa di tenere vivo il mondo di gioco che si evolverà man mano che proseguiamo.

Possiamo amare, assassinare, guidare un regno e perderlo per poi riconquistarlo con l’erede che tutti pensavano perduto. L’interfaccia rasenta la perfezione pur con l’ovvia “micro gestione” dei menu tra i quali districarci per gestire la nostra dinastia. Rispetto a Crusader Kings 2 il gioco è stato migliorato praticamente sotto ogni aspetto e definirlo “seguito” è un termine quasi riduttivo. Per questo, l’assenza della lingua italiana fa ancora più male e a nostro avviso è imperdonabile che una delle patrie del Medioevo (se non LA patria) sia stata esclusa ancora una volta.



Leggi Post Originale: https://www.ilvideogioco.com/2021/01/18/i-migliori-strategici-gestionali-del-2020/


0 Comments

Lascia un commento