È passato un anno dal lancio della rete Trova il mio dispositivo di Google ed è arrivato il momento di fare un bilancio. Dopo un debutto abbastanza tiepido nell’aprile dell’anno scorso, caratterizzato da una copertura pressoché limitata e recensioni poco entusiaste, il colosso di Mountain View ha lavorato a lungo per migliorare l’affidabilità del sistema di tracciamento. Vediamo come si è evoluto negli ultimi 12 mesi.
Per risolvere la questione il noto portale The Verge ha recentemente messo alla prova la rete di Google utilizzando vari dispositivi compatibili, come i tracker di Pebblebee, Chipolo e Motorola. Purtroppo non sono ancora disponibili sul mercato delle alternative a marchio Pixel o Nest, mentre gli SmartTag di Samsung restano incompatibili con la rete Trova il mio dispositivo, poiché ancorati alla rete SmartThings dell’ecosistema Galaxy.
Rispetto al periodo di lancio, il test ha dimostrato delle differenze sostanziali. Oggi, in aree urbane dense e con i tracker fermi, la rete di Google riesce a restituire una posizione affidabile, pari alla precisione offerta dalla rete di Apple. Un MotoTag testato da The Verge ha persino aggiornato la sua posizione molto più velocemente di un AirTag. I limiti continuano tuttavia ad emergere quando si tratta di oggetti in movimento o di localizzazioni in aree rurali, dove la copertura resta ancora poco efficace.
Questa differenza nelle prestazioni è dovuta ad una scelta precisa di Google: a differenza della rete di Apple, che restituisce la posizione di un AirTag basandosi anche su un solo iPhone nelle vicinanze che ne ha rilevato la posizione, quella del colosso di Mountain View aggrega i dati di più dispositivi Android prima di fornire la posizione, in modo da tutelare maggiormente la privacy degli utenti.
La rete Trova il mio dispositivo è ora 4 volte più veloce
Oltre a miglioramenti “sotto il cofano”, Google ha lavorato attivamente sugli algoritmi di scansione Bluetooth, ma buona parte del miglioramento della rete è dovuto anche ad una maggiore partecipazione degli stessi utenti. Chi desidera massimizzare la velocità di tracciamento può ora infatti abilitare l’opzione “Con la rete in tutte le zone”, permettendo al proprio dispositivo Android di condividere in tempo reale i dati del proprio dispositivo in ogni momento, a differenza dell’opzione di default che invia i dati solo in aree affollate.
Questo compromesso tra privacy e praticità sembra aver avuto un impatto significativo sulla rete, grazie ad un numero sempre più ampio di utenti che hanno deciso di modificare quest’impostazione. Secondo Google, infatti, la rete Trova il mio dispositivo è ad oggi quattro volte più veloce rispetto al lancio. L’azienda ha inoltre dichiarato che presto arriveranno ulteriori informazioni sul supporto alla tecnologia UWB (Ultra Wideband o banda ultralarga), anche se non è chiaro se intendesse un rilascio imminente o semplicemente l’arrivo a breve di nuovi annunci.
La rete Trova il mio dispositivo ha dunque compiuto sicuramente passi avanti importanti nell’arco di questi ultimi dodici mesi, ma è chiaro che ci sia ancora del lavoro da fare per migliorarla ulteriormente, soprattutto in aree poco frequentate o isolate. La speranza è che la rete possa evolversi di pari passo con l’arrivo di nuove alternative sul mercato di tracker compatibili, ma siamo sicuri che Google continuerà a impegnarsi nel suo lavoro.
Vedi Post Originale: https://www.tuttoandroid.net/news/2025/04/27/rete-trova-il-mio-dispositivo-google-quattro-volte-piu-veloce-1091412/
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