I migliori giochi del 2019

Siamo arrivati anche quest’anno alla conclusione dei nostri GOTY per l’anno precedente e dopo aver assegnato i premi alle singole categorie (forse un po’ pochine ma considerate che il nostro giornale è composto da pochissime persone), facciamo un veloce riassunto sui migliori giochi del 2019.

Nella nostra lista troverete qualche sorpresa probabilmente ma anche – sicuramente – qualche mancanza. Chi ci segue da anni sa come la pensiamo su determinati titoli e sa che diamo i premi ai giochi che abbiamo effettivamente provato basandoci soltanto sulle recensioni. Come tutti non siamo infallibili ma questa top ten (salvo probabilmente qualche grande escluso) ci offre una panoramica dei migliori giochi del 2019. Tanti altri titoli che ci hanno divertito meriterebbero una menzione ma forse lo faremo in un eventuale speciale a fine mese o ad inizio febbraio.

Scritto questo, vi auguriamo buona lettura.

10) eFOOTBALL PES 2020

Konami ha fatto il grande colpo portando sui nostri schermi un ottimo gioco calcistico che rievoca grazie ad un grandissimo gameplay i fasti di PES 5 che, ripeteremo fino allo sfinimento, riteniamo essere uno dei migliori titoli calcistici di sempre.

A nostro avviso nel 2019 c’è stato il sorpasso rispetto al concorrente più agguerrito, ossia quel Fifa 20 che dal canto suo ha fatto del calcio da strada (il vecchio Fifa Street) il suo cavallo di battaglia come novità assoluta. Konami dal canto suo ha migliorato ulteriormente il gameplay offrendo partite più lente ma soddisfacenti ed un divertimento maggiore. Per non parlare del contesto visivo che vede eFootball PES 2020 vincere a mani basse grazie a dei modelli di calciatori veramente eccellenti. Insomma, non manca nulla: divertimento, longevità ed un ottimo gameplay.

9) THE BALLAD SINGER

Uno dei migliori giochi italiani dell’ultimo anno è stato sicuramente The Ballad Singer realizzato da Curtel Games. Ci fa piacere ritrovarlo anche nella top ten dei migliori giochi del 2019. Oltre al robusto voto che è riuscito a conquistare (9) ma anche al fatto di essere sicuramente uno dei migliori titoli di sempre del genere dei libro games ad ambientazione fantasy.

Le decisioni da prendere, i tanti sbocchi narrativi, gli enigmi, ma al tempo stesso la narrazione, l’ottima musica e la splendida direzione artistica hanno permesso al gioco di offrire ore ed ore di divertimento agli appassionati. La mole di contenuti, inoltre, non è indifferente e permette anche una buona rigiocabilità. Certo, manca del tutto l’azione ma è un libro game, un’avventura quasi testuale arricchito da grafica e sonoro da applausi e da tantissimi bivi narrativi.

8) VALFARIS

Per un veterano, suo malgrado, come chi vi scrive, poter avere l’onore di giocare e di poter affermare che Valfaris è il “nuovo Turrican” è qualche cosa di epocale. È difficile spiegare cosa sono stati i primi due Turrican, giocati dal sottoscritto sia su C64 che su Amiga. Trovarsi di fronte ad un gioco come Valfaris che ne ripropone le dinamiche in un contesto simile e con una realizzazione di questa portata è stato un amore a prima vista.

Difficoltà più estrema rispetto al capolavoro di Rainbow Arts ma un lato tecnico ed artistico di assoluto valore. Valfaris offre grande sfida e – per quello che è il genere – anche una buona longevità.

7) GEARS OF WAR 5

Dopo il tradizionalissimo Gears of War 4, The Coalition ha preso coraggio ed ha deciso finalmente di far compiere un passo in avanti alla saga.

Con Gears of War 5, infatti, il team di sviluppo ha abbandonato alcuni canoni classici delle passate produzioni targate Cliff Bleszinski in favore di una serie di sensibili novità che, senza sacrificare tutto ciò che ha reso grande il franchise, ne amplia le possibilità facendola evolvere.

Tra i pregi di questo eccellente titolo, l’ottima la giocabilità, tra tradizione e qualche novità, la modalità Orda fedele a se stessa ma più ricca e divertente. Ma anche la nuova modalità Fuga in grado di offrire una marcia in più al fattore longevità. Campagna longeva e ben strutturata anche in termini narrativi.

6) DEVIL MAY CRY 5

Una trama a suo modo interessante, personaggi ispirati, un sistema di combattimento spettacolare ma al contempo profondo e ben stratificato, e una maggiore fluidità nei controlli rispetto al recente passato: insomma, a parte qualche lieve inciampo, Devil May Cry si ripresenta al suo pubblico in grande stile con un quinto capitolo regolare che, per i motivi sopra descritti, si rivela essere tra i migliori in assoluto dell’intera saga.
Devil May Cry 5 è stato capace di aggiornarsi sensibilmente pur mantenendo una filosofia di gioco nel solco della tradizione e quel pizzico di fan service che a volte non guasta, come in questo caso. E grazie al RE Engine, il motore proprietario di Capcom, ha rivitalizzato anche dal punto di vista tecnico e grafico la serie.

5) CHILDREN OF MORTA

Children of Morta

Se un redattore molto puntiglioso come Davide Viarengo si spinge a dare 9+ ad un gioco come ha fatto per Children of Morta, c’è un motivo. In questo caso sono più di uno ed i pregi evidenziati nella sua recensione descrivono perfettamente questo action rpg griffato dal team indie Dead Mage.

A decretare il successo di Children of Morta sono stati un pacchetto di protagonisti originale in un action gdr di pregevole fattura, un gameplay profondo e immersivo nonché una realizzazione tecnica eccelsa e particolareggiata.

Cosa volere di più da una produzione indie che è stata finanziata su Kickstarter con poco più di 108.000 dollari? Budget certamente buono ma non assolutamente paragonabile ad un titolo tripla A.

4) FIELD OF GLORY: EMPIRES

Per noi è stato il migliore strategico del 2019, naturale trovarcelo in top ten ed anche a ridosso del podio. Field of Glory: Empires, titolo firmato da Ageod e distribuito da Slitherine, catapulta gli appassionati di storia e di strategia nella gloria dell’Impero Romano. Una mappa vasta, tante regioni da conquistare e gestire, settanta fazioni diverse ognuna con le proprie unità, storia e caratteristiche ben diversificate, unito ad un gameplay che regala soddisfazioni alternate a cocenti sconfitte, fanno si che Field of Glory: Empires sia giustamente tra i migliori giochi dello scorso anno. Senza sé e senza ma.

Ha avuto anche il merito di uscire – a nostro avviso – alla grande dai possibili paragoni con uno di quei 4X blasonati usciti nel corso del 2019: Imperator Rome che ne condivide la stessa ambientazione senza però – pur essendo un buonissimo gioco – raggiungere quelle eccellenze e complessità raggiunte da Field of Glory Empires.

3) REMOTE LIFE

Non finiremo mai di dirlo: quando abbiamo visto Remote Life c’è venuto un tuffo al cuore e contemporaneamente abbiamo spalancato la bocca ed aperto all’inverosimile gli occhi. Se ci fossimo fotografati probabilmente saremmo diventati un nuovo meme. Remote Life è davvero la sorpresa più grande del 2019. Mario Malagrino, sviluppatore indie italiano, ha realizzato il suo capolavoro e, dopo un lavoro di tre anni, ci ha consegnato uno shoot’em up memorabile.

Il 9,5, altissimo (forse per alcuni troppo), lo spieghiamo (ma senza giustificarlo perché non c’è nulla da giustificare) in queste seguenti righe: Remote Life non solo ricorda (e si ispira) ai grandi classici del passato, primo fra tutti R-Type, ma ha il grandissimo merito di ringiovanire la “formula” proponendo missioni diverse all’interno di una lunga campagna che garantisce un’ottima longevità. Nondimeno, la sua realizzazione artistica è di primissimo d’orine con tantissimi effetti particellari ed animazioni da applausi. Malagrino mette del suo in Remote Life che fa ricordare al mondo di Steam come gli shoot’em up vecchio stile non siano mai morti, anzi.

And the winners are…

Si, ci siamo permessi di dare il premio in ex aequo. Non sapevamo chi scegliere ed oggettivamente sarebbe stato un torto non assegnarlo a loro due. È vero: in linea di massima c’è solo un vincitore, ma in questo caso i due titoli in questione hanno dimostrato in toto di meritare la palma del miglior gioco del 2019 sebbene molto diversi tra loro. Di chi stiamo parlando? Eccoli:

1) ASSETTO CORSA COMPETIZIONE

Capolavoro di grande valore, Assetto Corsa Competizione è sicuramente il gioco automobilistico sportivo (ed esportivo) del momento. Kunos Simulazioni ha tirato fuori dal cilindro un vero e proprio capolavoro che è stato in grado di ridefinire i canoni dei racing games.

La grande qualità del gameplay è unita alla splendida realizzazione tecnica in grado di offrire una grafica fedele in ogni singolo dettaglio sia delle vetture che delle piste che fanno parte del prestigioso campionato internazionale Blancpain GT Series. Una competizione che vede Ferrari, Porsche, Lamborghini ed altre marche prestigiose al via sui circuiti più conosciuti ed amati dell’intero mondo dell’automobilismo. Così come i piloti: ci sono tutti i protagonisti della Blancpain.
Il clima dinamico, la grafica spettacolare (con un uso esemplare dell’Unreal Engine 4), e l’atmosfera che si respira rendono Assetto Corsa Competizione un titolo da avere se si è amanti della simulazione. Si, non è un gioco per tutti per via della difficoltà che però può essere attenuata grazie agli aiuti.
Stride, e lo diciamo come opinione personale, il fatto che tale capolavoro non sia nemmeno comparso tra le nomination nella “Notte degli Oscar” (i The Game Awards) dello scorso dicembre. A nostro avviso un vero e proprio scippo.

Tornando al titolo italiano, giusto anche ricordare come sia sempre in aggiornamento, in continuo miglioramento e che il team segue una community di appassionati sempre pronti ad arricchire il gioco anche con nuovi contenuti di propria produzione.

1) DISCO ELYSIUM

Altra grande sorpresa dello scorso anno è stata Disco Elysium. A questo straordinario rpg va la palma – assieme ad Assetto Corsa Competizione – del miglior gioco del 2019. ZA/UM ha sfornato un autentico capolavoro in grado di catturare gli appassionati grazie ad una trama ed una scrittura di prim’ordine. A questo va aggiunto un gameplay vario ed una realizzazione tecnica molto pulita.

Colpisce, però, la profondità di tutto ciò che presente in Disco Elysium. Danny DSC ha scritto durante la recensione questa frase:

Ci sono poi quei casi dove il testo è protagonista tanto quanto la storia. Di questa categoria, fanno parte i due Baldur’s Gate, il mitico Planescape: Torment, e oggi anche Disco Elysium.

Ed è proprio questo uno degli ingredienti che formano la magia di Disco Elysium accostato – addirittura – a due capolavori assoluti come Baldur’s Gate e Planescape:Torment. La scrittura in un periodo storico dove apparire – ahinoi – è sempre più importante della sostanza. L’RPG di ZA/UM offre anche un bel lato artistico che diventa, però, quasi comprimario rispetto alla sostanza. E di recente il gioco è stato anche aggiornato con ulteriori contenuti gratuiti. Meglio di così.

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Valfaris, ecco la Full Metal Mode

Lo studio di sviluppo Steel Mantis ha annunciato la disponibilità di un nuovo aggiornamento per  la versione Pc Valfaris (qui la nostra recensione), che ricordiamo essere disponibile anche su PS4, Xbox One e Switch.

Full Metal Mode, da cui prende il nome l’update, introdurrà una variante new game+ al platform d’azione heavy metal, remixando vari aspetti del gameplay. A inizio 2020 verrà rilasciato anche sulle versioni console del gioco, che fino al 14 dicembre godrà di un 30% di sconto su Steam.

Qui il trailer ufficiale dell’aggiornamento. Buona visione.

FULL METAL MODE

Di seguito tutte le novità implementate da Full Metal Mode in Valfaris:

  • Tutte le armi, i potenziamenti e gli oggetti di potenziamento verranno mantenuti tra una partita e l’altra.
  • I nemici avranno la salute, l’attacco e l’aggressività aumentati.
  • I boss riceveranno gli stessi buff appena menzionati, oltre a schemi di attacco aggiuntivi.
  • Therion subirà più danni.
  • Nuova arma di classe Destroyer
  • Nuovo trofeo conferito dopo il superamento della Full Metal Mode.
  • La modalità Full Metal si sbloccherà dopo aver completato il gioco; qualora lo si abbia già fatto, si potrà
  • direttamente passare all’azione con le novità dell’aggiornamento non appena quest’ultimo sarà stato installato.

Valfaris

IL GIOCO

Ambientato in un angolo lontano dello spazio, Valfaris è un platform d’azione 2d. Dopo essere misteriosamente sparito dalle carte galattiche, la fortezza di Valfaris è improvvisamente riapparsa nell’orbita di un sole morente. Un tempo paradiso autonomo, la grandiosa cittadella ora ospita un’oscurità sempre crescente. Therion, un figlio impavido e orgoglioso di Valfaris, tornato a casa sua, scopre la verità sul suo destino condannato che lo porta cosi a sfidare il male arcano nel suo stesso cuore.

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Valfaris, la recensione della versione console

Uno dei giochi indipendenti più attesi di quest’anno su PlayStation 4 era certamente Valfaris, un platform d’azione bidimensionale heavy metal dallo stile visivo e sonoro del tutto personale. Ambientato in un angolo remoto dello spazio, Valfaris è infatti un gioco che si ispira a capolavori del passato come Metroid, Forgotten Worlds e Psycho-Nics Oscar, per non parlare di quel Turrican che proprio da questi giochi trasse spunto per le sue meccaniche.

Il gioco, realizzato da Andrew Gilmour, l’autore di Slain: Back From Hell, finalista all’Unity Awards, lo abbiamo già recensito tempo fa per Pc, pertanto per un eventuale approfondimento maggiore potete fare riferimento anche a quell’articolo. Qui, in forma più sintetica, ci focalizzeremo invece sull’edizione PlayStation 4.

TECH’S, BLOODS AND ROCK’N’ROLL

Come spesso accade in questi casi, la trama non è molto originale e serve più che altro da pretesto per motivare la presenza sullo schermo di scenari e creature. Tuttavia risulta carina e comunque ben contestualizzata all’interno della produzione: dopo essere misteriosamente scomparsa dalle carte stellari galattiche, la fortezza di Valfaris è improvvisamente ricomparsa nell’orbita di una stella morente, e quello che un tempo era una sfarzosa cittadella adesso è ospite di un’oscurità sempre crescente.
L’unica speranza di salvezza è a questo punto affidata al principe rinnegato Therion, che tornato nella sua terra natia in cerca di vendetta nei confronti del padre, si ritrova invece a sfidare un male arcano, in un’avventura quasi totalmente lineare (“quasi” perché in realtà offre diversi bivi che portano ad aree segrete) all’interno di un mondo pieno zeppo di segreti, trappole e nemici.

Ogni area, infatti, propone una sfida sempre diversa, complice un level design tra i più riusciti del genere e una composizione ben bilanciata del numero e della tipologia degli avversari che si parano di fronte al protagonista. Compresi i boss di fine livello, che oltre a una certa cura nella rappresentazione visiva denotano comportamenti e pattern di combattimento sempre differenti tra loro.
Per affrontarli adeguatamente, Therion può contare sul supporto di un’arma da fuoco o una spada, di uno scudo che permette di parare i colpi ma anche di respingerli al mittente, e su un terzo elemento dalla potenza di fuoco devastante, che però può essere utilizzato per un certo lasso di tempo e in rapporto al numero di celle energetiche disponibili al momento. Queste si ricaricano infatti uccidendo i nemici.

Sconfiggere i mostri che infestano Valfaris significa anche sbloccare nuovi equipaggiamenti o oggetti bonus, oltre che ottenere potenziamenti per le armi già in possesso del giocatore. Da questo punto di vista il titolo è parecchio generoso e consente di modificare il loro raggio di azione, la tipologia di sparo e i danni inflitti dai colpi. Inoltre è possibile farle ruotare tra di loro, cambiandole a seconda dell’area e dei nemici che Therion si trova ad affrontare. Ma per fare questo occorre prima fermarsi a un check point ed utilizzare degli artefatti chiamati Idoli della Resurrezione, utili anche per salvare i progressi in gioco. Sta all’utente decidere come meglio spendere questi oggetti e quando e come salvare. Valfaris è quindi costruito per adattarsi alle capacità di ciascun giocatore, che può di fatto stabilire da sé l’approccio più consono in relazione alle sue abilità, plasmandone il ritmo.

L’ARTE DEL PIXEL

Una grafica fatta alla vecchia maniera, con tanti sprite realizzati a mano con maestria da Andrew Gilmour, fa da base a uno stile estetico impressionante, dove a farla da padrone sono distopici sfondi e sanguinosi primi piani. Le varie aree sono ben disegnate, con una buona varietà di scenari e fondali animati, che bene si sposano col contesto narrativo.

Unica pecca, almeno su PlayStation 4, è qualche lieve rallentamento in un paio di circostanze tra le più caotiche sullo schermo, ma niente che pregiudichi la fruibilità del titolo. Il tutto corroborato dalla splendida colonna sonora del metallaro Curt Victor Bryant, ex chitarrista dei Celtic Frost, capace di sottolineare a colpi di chitarra elettrica (e non solo quella) ogni fase di gioco, “spingendo” e “caricando” letteralmente il videogamer nel suo incedere, attraverso il controllo di Therion, nei meandri più oscuri e violenti del contorto mondo di Valfaris.

COMMENTO FINALE

Valfaris è un impegnativo platform action a scorrimento, un riuscito tributo ai classici del genere che hanno spopolato negli anni ’80-‘90, su tutti l’indimenticabile Turrican. Ma è anche un omaggio altrettanto riuscito a una certa cultura heavy metal, un sanguinario dipinto in pixel art che si lascia giocare dall’inizio alla fine con grande piacere e che ogni appassionato del genere dovrebbe giocare almeno una volta.

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Valfaris, la nostra recensione

Iniziamo da una frase che solitamente metteremmo in un commento finale: Valfaris è il sogno di chi negli anni ’80 e ’90 giocava a titoli come Turrican. Potremmo definirlo un’evoluzione del genere ma se amate gli sparatutto a scorrimento con tocchi di metroidvania, allora il gioco sviluppato da Steel Mantis (che include Andrew Gilmore, lo stesso autore di Slain: Back from Hell uscito tre anni e mezzo or sono), deve far parte della vostra softeca. Senza se e senza ma.

Questa nostra brutalità nell’iniziare la recensione di Valfaris è giustificata dalla brutalità di un gioco nudo e crudo che, senza troppi giri di parole, offre un gameplay vecchio stile che premia i più bravi e che sfida i giocatori alle prime armi.

Il merito va senza dubbio ad Andrew Gilmore che ha portato l’anima di Slain in una nuova ambientazione. Ecco la nostra recensione (rapida e cruda) di questo interessantissimo titolo indie uscito pochi giorni fa (10 ottobre scorso, ndr) su Steam per Pc Windows, ma disponibile anche su PS4, Xbox One e Switch sotto l’etichetta Big Sugar.

Buona lettura.

UNA TRAGICA STORIA DI VENDETTA

Diamo un’occhiata al quid che muove tutto il carrozzone (e che carrozzone). La storia semplice narra di Therion, un impavido e fiero figlio di Valfaris, che torna a casa per scoprire la verità sul suo destino e per sfidare nientepopodimeno che suo padre per eliminarlo.

Vroll, questo il nome del cattivone di turno, ha sostanzialmente trasformato quello che un tempo era un paradiso in un vero e proprio inferno. La cittadella sfarzosa di un passato non troppo lontano, si è trasformata in un meandro oscuro, triste, ossessionante, malato dove l’oscurità è crescente ed il male è dietro l’angolo sempre in agguato. Questo dopo che Valfaris è scomparsa misteriosamente dalle carte stellari per ricomparire improvvisamente nell’orbita di una stella morente.

Deciso a far giustizia ed armato di spada, mitragliatore e scudo, il nostro eroe che ha la parvenza di un metallaro ed un fabbro scozzese (sempre metallaro) si immerge in questi meandri per salvare Valfaris da una fine atroce.

MI RITORNI IN MENTE… SHOOT OR DIE

Il cuore pulsante di questo gioco è senza dubbio l’azione veloce e senza tregua. Valfaris non lascia spazio alle riflessioni e qui come poche volte vale il motto di Turrican “Shoot or die” – “Spara o muori”. Ma se il capolavoro di Rainbow Arts uscito ad inizio anni ’90 sulle piattaforme dell’epoca (assieme ai suoi sequel) aveva attimi di pace (se così si può dire), il titolo sviluppato da Steel Mantis non ha letteralmente tregua.

Complici anche i velocissimi respawn dei mostri abbattuti. Quasi un peccato che non si possa avere un attimo di tregua per ammirare alcuni scorci notevoli delle ambientazioni. Di questo ne parleremo dopo.

Per il resto la dinamica del gameplay è molto classica: il nostro Therion può saltare, accovacciarsi, usare diversi tipi di arma, a patto di attivarle, usare uno scudo che ad ogni impatto si indebolisce ma che è possibile ricaricare raccogliendo le sfere dedicate lungo il tragitto, affettare o trafiggere i nemici di ogni genere: organico, meccanico, misto ed abomini di ogni genere.

Ripetiamo: diverse volte ci è sembrato di giocare a Turrican… al doppio del ritmo, però, e con meccaniche più oleate, raffinate grazie, ovviamente ai quasi 30 anni di differenza tra le due produzioni.

Ci sarà anche da sparare agli ambienti per attivare varchi o interruttori ed andare in zone desiderate, affrontare fasi platform frenetiche, combattere contro nemici implacabili che proliferano selvaggiamente in diverse zone.

Azione, colpo d’occhio, riflessi e soprattutto grande sangue freddo (per evitare di imprecare), saranno fondamentali lungo il nostro peregrinare per Valfaris. Non mancheranno certo le boss fight ad effetto. Ad ogni nostra morte ricominceremo dall’ultimo checkpoint attivato. Si perché in Valfaris funziona in questo modo: dovremo attivare gli altari che sono i nostri punti di ritorno. Ovviamente lungo il cammino potremo raccogliere anche dei cuori (pulsanti, mica quelli di Zelda) per ripristinare l’energia.
Ma fondamentale sarà trovare il metallo di sangue che serve a potenziare la nostra dotazione e permettere di avere bocche di fuoco sempre più potenti ed efficienti, oltre che altamente spettacolari. Fuoco triplo, laser, raggi di energia ed altro ci aiuteranno nell’impresa.


Per migliorare le proprie prestazioni sarà possibile anche sacrificare gli idoli della resurrezione a delle colonne speciali. Questo renderà più difficile il nostro percorso visto che i punti di salvataggio si diraderebbero, ma per compensazione avremo armi più forti. Ah, quasi dimenticavamo: sarà possibile anche salire – in alcuni tratti – a bordo di robottoni (molto resistenti). Insomma, non manca nulla. A no, ultima chicca sul gameplay: la spada non sarà solo figurativa. Attaccando con essa e quindi rischiando il corpo a corpo, permetterà di raccogliere delle sfere d’energia che serviranno a ricaricare l’energia dello scudo e poterlo così utilizzare efficacemente.

Ecco perché Valfaris ha si l’anima antica del classico che abbiamo più volte nominato, ma ha pure qualche cosa di moderno che rende maturo anche un titolo apparentemente “ignorante” come uno sparatutto dai toni metal.

La sfida è veramente ardua ed il livello di difficoltà generale è molto alto, soprattutto dopo la prima mezz’ora di gameplay. È un continuo che agli estimatori del genere, sicuramente piacerà. Buona anche, per questo genere di giochi, la longevità. La media può attestarsi sulle 5 ore ma dipende molto dalla bravura dell’utente. I più bravi possono metterci anche tre orette, i più distratti anche 10 ore a salire.

UNA BELLEZZA PER GLI OCCHI E PER LE ORECCHIE

Un rapido capitolo sul comparto tecnico ed artistico di Valfaris. Avevamo accennato del nostro rammarico per non aver tempo di ammirare questo o quello scorcio delle tantissime ambientazioni del gioco. È semplicemente così. La varietà ed il design sono spettacolari.

Artisticamente è stato svolto un lavoro con i fiocchi esaltato da una pixel art splendida e da diverse ambientazioni mai banali e sempre evocative dove le linee dei paesaggi ed i colori della natura presente in Valfaris si mischiano sapientemente con i toni oscuri dell’inferno bio-meccanico e tecnologico.

In questo gioco, non solo alcuni mostri sono epici ma anche diversi nemici comuni. Lupi, piranha e molto altro. Splendide e spettacolari anche le esplosioni. Ottimo il frame-rate che rimane granitico e non si schioda anche nei momenti di maggior affollamento dello schermo che spesso e volentieri si riempie di nemici ma anche di esplosioni (e smembramenti scenici).

Tante le chicche anche per gli effetti ambientali.

Non poteva mancare anche un comparto sonoro adeguato. Abbiamo parlato di metal ed ecco il metal grazie alla colonna sonora firmata da Curt Victor Bryant, ex chitarrista dei Celtic Frost. I suoi riff accompagneranno il nostro Therion nel miglior modo possibile. Le musiche, così come l’art book, sono in vendita grazie a dlc specifici.

COMMENTO FINALE

Abbiamo già detto tutto. Se amate gli sparatutto a scorrimento probanti, difficili, ma al tempo stesso esaltanti e vari in grado di offrire anche scorci grafici e brani musicali di un certo livello, Valfaris (brutale al punto giusto) non deve mancare. Soprattutto se siete amanti di questo genere di titoli.

Chi ha amato Turrican dovrebbe farci più di un pensierino. Lo ricorda parecchio, è vero, ma ci mette tantissimo del suo amplificando la sfida grazie ad un gameplay raffinato e dalle meccaniche più moderne.

A nostro avviso una delle migliori produzioni indie di questo 2019 e con un sapore dolcissimo di retro. Beh, si, Valfaris è il nuovo Turrican.

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Valfaris, pubblicata la demo

Da oggi fino alla fine dell’anno sarà possibile giocare la demo della saga spaziale heavy metal, Valfaris: il nuovo action platform 2d prodotto da Steel Mantis è disponibile su Steam fino al 31 dicembre. I giocatori potranno quindi avere un assaggio del caos di questo run ‘n’ gun che uscirà nel 2019 su Steam, PS4, Xbox one e Switch.

Valfaris è ambientato a bordo dell’omonima roccaforte, consumata da una crescente oscurità. I giocatori vestiranno i panni del Signore della Guerra Therion, il quale ritorna alla casa dei suoi avi per sradicare l’epidemia di mostri che ha corrotto la roccaforte.

La demo pre-alpha, che consentirà ai giocatori di provare i livelli iniziali del gioco, nei quali Therion naufraga su Valfaris, è giocabile sia con tastiera che con controller. Ci sarà la possibilità di farsi un’idea degli effetti visivi psichedelici in stile pixel-art, dei combattimenti e dei boss.

Giuseppe Stecchi










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