Sin Slayers: Enhanced Edition, Recensione

Tutti gli amanti dei videogiochi di ruolo condividono, in un immaginario “ultra gruppo invisibile” o quasi, una serie di dettagli, caratteristiche ed attributi che sono familiari. Di cosa stiamo parlando? Di ciò che rende un ruolistico… tale. Incantesimi, spade, armature scintillanti e mostri terribili: il tutto, condito da donzelle in pericolo e, perché no, un’apocalisse in stile Signore degli Anelli. E, in questo senso, Sin Slayers, sviluppato dallo studio indipendente Goonswarm, si presenta ai nostri occhi come una miscellanea di stili differenti che, uniti al loro interno, offrono un pacchetto ludico sicuramente intrigante ma… l’intrigo riuscirà a tenerci desti?

I SETTE SIGNORI DEL MALE

Sin Slayers: Enhanced Edition è un gioco di ruolo con combattimenti a turni ed elementi roguelike e di dungeon crawling. Il titolo, approdato anche su Xbox One, è nato innanzitutto come titolo per Pc. Sin Slayers, infatti, è stato rilasciato nel settembre 2019 su Steam, edizione di cui vi parlammo nella nostra recensione dell’epoca.

La Enhanced Edition è, quindi, una versione riveduta e corretta, con degli elementi contenutistici aggiuntivi, del titolo base. Noi analizzeremo la versione Xbox One. Sin Slayers ci mette nei panni di un manipolo di “santi” eroi, il cui obbiettivo è quello di ricacciare il male, concretizzatosi sotto forma di sette mostruosità che rappresentano i sette vizi capitali di cristiano retaggio.

All’inizio delle nostre peripezie, il nostro alter ego guerriero si riparerà nelle alte mura di una chiesa per sfuggire ad un nutrito numero di demoni: all’interno incontrerà l’anziano cieco e altri due comprimari, un arciere ed una sacerdotessa curatrice, con cui iniziare il viaggio verso la liberazione del mondo dall’oscurità.

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Un combattimento impegnativo, ce ne saranno tanti

Una volta entrati in gioco dopo una serie di scene di intermezzo, la visuale di Sin Slayers si sposterà verso una mappa che mostrerà non solo la succitata chiesa, che fungerà da nostro quartier generale, ma anche altre possibili destinazioni che intraprenderemo nella nostra missione di liberazione. Selezionata la destinazione, il titolo ci catapulterà nella mappa di gioco, a forma di immensa griglia e generata casualmente.

All’interno d’essa, potremo muoverci liberamente di casella in casella, con l’obbiettivo di esplorare. Ogni casella, potenzialmente, diverrà un vero e proprio “portale” per gli eventi possibili, anch’essi procedurali, in cui potremo incappare: dallo scontro con potenti nemici, a personaggi non giocanti che ci assegneranno missioni, sino a rovine in cui trovare oggetti e trappole mortali che potrebbe fiaccare o addirittura uccidere un membro del team, destinandolo irreversibilmente all’oblio eterno.
Ogni personaggio, nel corso dell’esplorazione, avrà delle caratteristiche speciali che torneranno inutile nella fase extra-combattimento: ad esempio, il guerriero avrà l’abilità di scovare luoghi “saccheggiabili” nelle vicinanze, mentre l’arciere ha la capacità di farci fuggire da uno scontro se scoperti dai nemici.

Level-up, scegliamo le abilità che più ci aggradano

Sin Slayers, in questo frangente, introduce una meccanica interessante: depredando ad esempio una tomba casuale, quindi compiendo un’azione “malvagia”, il gioco ci assegnerà dei punti “peccato” che aumenteranno il nostro “peccatometro”. Maggiore il livello di perdizione, più difficili saranno i mostri da affrontare. Sostanzialmente, Sin Slayers aggiunge con questa meccanica un inatteso livello di strategia aggiuntivo anche se, per certi versi, va a rendere “pesante”, per gli ipotetici risvolti successivi (un boss difficile, con un livello di peccato alto, diventa molto più difficile) una meccanica fondamentale in ambito ruolistico, ovvero quello della succulenta ricerca di equipaggiamento.

Nonostante la peculiare caratteristica, Sin Slayers non riesce a sfuggire alla classica ripetitività dei giochi strategico-procedurali: dopo qualche ora di gioco, infatti, noteremo che gli eventi casuali e le possibilità “casuali” offerteci, inizieranno in fretta a ripetersi, andando in un certo qual senso a mitigare negativamente una buona atmosfera complessiva. Nel corso delle nostre peripezie, naturalmente, avremo modo di incontrare anche altri eroi, che fuoriuscendo dal meta-mondo del videoludo rappresenteranno ovviamente altre classi, che andranno ad arricchire le variegate possibilità di conformazione del team che il gioco ci concederà.

LUCENTI LAME CONTRO IL MALE

Sin Slayers

Naturalmente, il cuore pulsante del gioco è il suo sistema di combattimento. Sin Slayers ci offrirà un classico sistema a turni dove, sia i nostri personaggi che gli avversari che fronteggeranno, saranno schierati in campo gli una dinanzi agli altri e “messi in fila” in base a diverse caratteristiche, con una specifica turnazione d’attacco e d’azione. Ad ogni turno, i nostri combattenti guadagneranno punti rabbia che, in sostanza, governeranno le nostre possibilità d’azione: ogni abilità e movenza possibile, avrà un costo in rabbia e, sostanzialmente, essa rivestirà il ruolo di “moneta” del nostro complessivo agire.

Ogni personaggio, avrà a schermo tre indicatori specifici: la quantità d’armatura, che fungerà da barra della vita alternativa e, tranne specifica casi, verrà sempre colpita per prima, la quantità di punti ferita e di punti rabbia. Nei nostri incontri casuali, impareremo a conoscere i nemici, ottenendo quindi informazioni sui punti deboli, sulle statistiche ecc. In linea di massima, Sin Slayers offrirà meccaniche di combattimenti rodate e semplici concettualmente che, tolta la crescente difficoltà del gioco, saranno a livello di concettuale accessibilità aperti a tutte le tipologie di giocatore, dal neofita al veterano dei campi di battaglia.

Una volta finita la battaglia, sarà tempo di ritornare alla sicura chiesa, come detto nostro centro nevralgico delle operazioni. Man mano che progrediremo con la storia, la chiesa si arricchirà di altri personaggi non giocanti: oltre all’anziano saggio, che fungerà da “main quest giver” del gioco.
Ecco che, ad esempio, accoglieremo nelle nostre fila un prode fabbro, salvandolo da una fine ingloriosa, il quale ci consentirà di fabbricare vari item e oggetti, oltre che tutta una serie di eroi che potremo reclutare nel corso del gioco. Alcuni dei quali ci richiederanno addirittura dei “pre-requisiti” da soddisfare per accettare d’esser parte del nostro team. Naturalmente, le pause che possiamo concederci nella chiesa serviranno anche a potenziare i nostri eroi: Sin Slayers sfoggerà una classica meccanica di level up in pieno stile ruolistico, seppur con qualche “complicazione”.

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Una ambientazione immersa nel verde. In Sin Slayers troveremo tanti tipi di ambientazione

I nostri eroi accumuleranno esperienza e, arrivati alla “massa critica”, comparirà una scritta “max” nel loro specifico riquadro. Ebbene, lì il gioco ci spedirà, attraverso una serie non particolarmente intuitiva di menu e sotto-menu, ad “autorizzare” il passaggio di livello: un’operazione un po’ macchinosa e discutibile, se si pensa che non procedendo al level up dei personaggi gli stessi non guadagneranno più esperienza.

Stesso discorso si faccia per l’equipaggiamento, anch’esso “nascosto” da una serie non particolarmente immediata di menù: un’interfaccia sicuramente che lascia un po’ a desiderare, seppur ci si abituerà piuttosto velocemente ad essa. Sin Slayers, all’inizio ci obbligherà a scegliere ad inseguire il Sinlord della “Gola”: una volta sconfitto il potente nemico, la vasta mappa di gioco si aprirà completamente e starà a noi, in modo totalmente libero, decidere dove andare e quale potente nemico inseguire.

PIXEL FANTASY

Tecnicamente parlando, Sin Slayers offre un’accattivante estetica retrò, impreziosita da una grafica finemente realizzato con uno stile pixelato che strizza visibilmente l’occhio ai titoli del passato. Il tutto contorniato da una buona resa estetica, specialmente dei fondali tutti stilisticamente tesi ad un certo visual “etereo”. Nel gioco, avremo modo di visitare differenti biomi e ambientazioni, da rigogliose foreste a tetri cimiteri, tutti realizzati in modo più che discreto.

Tecnicamente parlando, data anche la “bassa” complessità generale del gioco, Sin Slayers sarà sostanzialmente pulito e solido, offrendo un gameplay fluido e senza intoppi di sorta. Unico neo, la presenza di tanti caricamenti infra sezioni di gioco, seppur la stra-grande maggioranza d’essi siano sostanzialmente rapidi ed “indolori”. Un plauso senza “bacio accademico” alla musica, fatta di tracce azzeccate e ben realizzate, seppur poche di numero e che ben presto si ripeteranno al limite dell’ossessività.

COMMENTO FINALE

Sin Slayers è, oltre ad essere un RPG in stile fantasy, un ottimo strategico a turni, in grado di interessare i veterani del genere e di assurgere al ruolo di “trampolino di lancio” per chi volesse cimentarsi per la prima volta nel settore.

Uno stile pixeled pregevole e che rimanda ad atavici ricordi, unitamente ad una serie di meccaniche, alcune davvero originali, che lo rendono sicuramente interessante. Non è però un gioco perfetto, ma perfettibile e sicuramente un valido acquisto.

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