I selfie sono ormai quasi più diffusi delle fotografie “tradizionali”: alzi la mano chi non ha periodicamente la bacheca dei social intasata di autoscatti. Forse d’ora innanzi questa tendenza verrà invertita, poichè uno studio ha rivelato che grazie ai selfie alcuni malintenzionati pratici nell’uso della tecnologia potrebbero arrivare addirittura al furto della nostra identità. Come può avvenire tutto ciò? Ecco la spiegazione.
L’aumento del rischio va di pari passo con l’aumento delle performance offerte dalle fotocamere dei dispositivi. Isao Echizen, professore all’istituto nazionale di informatica del Giappone, ha dichiarato di essere riuscito a ottenere le impronte digitali di più persone che si sono esposte in fotografie scattate a meno di 3 metri di distanza dallo smartphone. Questo ci lascia intendere che i rischi siano reali, sebbene (almeno per il momento) sia piuttosto improbabile che le condizioni di luce e postura del soggetto siano ideali per carpire le informazioni dei suoi polpastrelli. Di sicuro mettersi in posa con il segno della pace (la classica “V” disegnata con le dita) non aiuta.
C’è anche un ulteriore aspetto da considerare. Se già adesso si è in grado di decifrare le impronte digitali da uno scatto, cosa accadrà quando gli scanner dell’iride saranno utilizzati massicciamente come metodo di sicurezza per lo sblocco degli smartphone? Ai posteri l’ardua sentenza. Dal canto nostro vi consigliamo di fare ben attenzione a come tenete le mani quando vi immortalate, oppure ad usare dispositivi con fotocamere di scarsa qualità.
Siete tra le persone per cui ogni occasione è buona per scattarsi un selfie? Allora Bellus3D potrebbe essere un dispositivo davvero interessante per voi, in grado di portare i vostri autoscatti ad un livello superiore; Bellus3D, infatti, vi permette di realizzare immagini in 3D della vostra faccia.
Per farlo sfrutta due sensori infrarossi da 1,2 megapixel, un sensore a colori sempre da 1,2 megapixel, due proiettori laser ad infrarossi e la fotocamera frontale del vostro smartphone o tablet; vi basterà collegare Bellus3D alla parte alta del vostro device, per poi ruotare lentamente la testa verso destra e verso sinistra. Dopo 20 secondi di elaborazione, ecco a voi il selfie più futuristico che potreste immaginare di scattarvi: una perfetta rappresentazione 3D del vostro volto, esportabile in formato obj (e quindi utilizzabile per progetti in 3D o per essere stampato).
Bellus3D è al momento ancora in fase di prototipo, con l’azienda ancora alla ricerca di capire quali potrebbero essere le applicazioni di tale tecnologia; ad esempio, Bellus3D potrebbe essere sfruttato nel campo del makeup oppure nella realizzazione di maschere 3D. L’idea dell’azienda è di rilasciare Bellus3D sul mercato a fine 2017, ad un prezzo di circa 300 dollari.