Katana Soul, Recensione

Ricordare il Commodore 64 è una pratica mai sopita. Spesso e volentieri gli sviluppatori lo ricordano concretamente grazie a lavori mirabolanti direttamente sulla macchina  (fisica o emulata) o su altre piattaforme come il Pc. Non si contano gli omaggi ad uno dei computer più amati di sempre in grado, a 37 anni dalla sua commercializzazione, di infervorare i giocatori della prima ora ed anche tanti appassionati sviluppatori.

Seep, una piccolissima software house indipendente italiana formata dai fratelli Sergio ed Enrico Giansoldati, ha sfornato recentemente Katana Soul, un adventure, molto action, pubblicato su Steam lo scorso 25 marzo per Pc. Un gioco che si ispira ad alcuni classici che vedono protagonisti i samurai e comunque molti titoli a scorrimento dell’epoca d’oro dell’home computer ad 8 bit. Un balzo negli anni ’80, ’90 grazie ad un lavoro, lo diciamo fin da ora, realizzato con coerenza e dedizione.

Ecco la nostra recensione. Buona lettura.

IL GIAPPONE DELL’EPOCA SENGOKU… IN POCHI PIXEL

Katana Soul porta i giocatori nel folklore del Giappone antico dell’epoca Sengoku (15mo-16mo secolo circa). Il nostro eroe, armato soltanto della sua fida, ed affilata, katana, dovrà avventurarsi in un mondo popolato da mostri, spiriti e diavoletti che sono decisi a conquistare il mondo. Ma non sarà soltanto una mera carneficina ma si dovranno anche scoprire tutte le storie che si celano dietro alla potenza della maschera tengu in modo da poter estirpare la maledizione demoniaca.

UN CAMMINO BREVE MA SENZA DUBBIO NON FACILE

Una delle peculiarità della nuova opera dei fratelli Giansoldati è sicuramente il gameplay. Di fatto è molto semplice perché il nostro eroe dovrà evitare gli attacchi nemici con salti, parate con la fida katana ed altri movimenti per evitare danni. Ma Katana Soul è brutale perché difficilmente perdona le ingenuità o le distrazioni.

Come scrivono gli stessi autori nella descrizione del titolo su Steam il gioco offre una sfida “che può durare mezz’ora ma che sarà intensa”. C’è da aggiungere che il tempo indicato si riferisce a prestazioni fatte da giocatori più virtuosi e comunque a quelli che già conoscono le dinamiche del gioco. Gli altri possono perdere anche svariate ore perché, ripetiamo: il gameplay non perdona. Non perdona per niente.  Cattivo come il più ammaliante degli arcade. A riprova la totale mancanza di “continua” o di salvataggi. Si perdono tutte e quattro le vite? C’è il game over e si riparte  dall’inizio.

Per fortuna lungo il nostro peregrinare possiamo anche raccogliere degli Onigiri (i tipici triangoli di riso bollito giapponese con cuore di salmone o altro) che resettano l’energia vitale (peraltro splendidamente riprodotta nella bella interfaccia del titolo) o anche la Fiamma Vitale che permette di recuperare una vita. A proposito, ne avremo quattro. Bonus finiti? No, c’è anche il Katana Soul (lo spirito della katana) che offre l’opportunità di lanciare sfere d’energia e quindi di sferrare attacchi da lontano. Decisamente un toccasana nelle fasi più concitate ed anche un diversivo che sicuramente fa bene al gameplay.








Del resto, il samurai senza macchia e paura, dovrà affrontare oltre trenta tipologie di nemici. Capirete che è una discreta varietà per un titolo che si ispira ai giochi del C64 ed elimina, per coerenza, ogni orpello grafico superfluo. Katana Soul ha tantissima sostanza.

La longevità rimane comunque piuttosto corta (è normale trattandosi di un titolo evocativo e quindi con un concept antico) ma è, comunque, favorita, oltre che dalla difficoltà molto accentuata, dalla presenza di un altro livello di difficoltà chiamato in modo evocativo C64. Quest’ultimo raddoppia, di fatto, la durezza dei nemici che sono più forti e più resistenti. Una volta conclusa l’avventura a livello di difficoltà normale si sblocca la modalità Survival che punta ad aumentare la longevità e rigiocabilità del titolo.

UN LAVORO COERENTE ED EVOCATIVO

Ma Katana Soul è un buon gioco? Sicuramente si perché è molto coerente e rievoca molto bene quelle che erano le dinamiche dei giochi su Commodore 64 dell’epoca (oggi con tool nuovi fanno giochi incredibili su quel computer che ha quasi 40 anni di vita, ndr). Sono riprodotti anche i “limiti” nel senso che non saranno riprodotte cose “impossibili” per l’hardware del C64. Seep ha svolto un lavoro serio e decisamente meticoloso in termini di “ricostruzione”.

Non mancano però le finezze: oltre agli artwork ed alcune immagini di intermezzo fatte molto bene, troveremo ambientazioni varie nonché effetti climatici (ovviamente scriptati) come pioggia, fulmini, neve. I set sono vari anche se preferiamo le location all’aperto nonostante l’ottima fattura di quelle al chiuso. Non mancano le opzioni per la visualizzazione su schermo: 4:3 o ancora possibilità di scegliere alcuni effetti video (linee di scansione per emulare la visualizzazione da schermo con tubo catodico). Per non parlare di menu in stile C64 con tanto di sfondo blu del Basic.

Ad arricchire ulteriormente il tutto la bella copertina firmata dall’illustratore Oscar Celestini e le musiche di atmosfera di Andrea Baroni. Sembra davvero di ascoltare note prodotte dal SID (il celebre chip sonoro del C64). Tutto fa molto Commodore 64 ed in questo senso, la missione di Seep è compiuta. Abbondantemente.

COMMENTO FINALE

Katana Soul vuole omaggiare i grandi classici a scorrimento usciti su C64. È l’omaggio ad un’epoca di fermento. Il lavoro degli sviluppatori per imitare le produzioni reali sull’amato 8 bit è mirabile. C’è tanta coerenza.

Ma oltre a dedizione ed amore, i fratelli Giansoldati propongono una sfida breve ma decisamente intensa che se completata sblocca la modalità Survival che punta a migliorare un po’ la rigiocabilità che altrimenti sarebbe poca cosa anche se terminare la storia a difficoltà Commodore 64 per i più bravi può essere stimolante per un certo tipo di utenti.

Tecnicamente il gioco imita molto bene le caratteristiche dei titoli dell’epoca. Giusto anche segnalare l’ottimo rapporto qualità-prezzo: 2,39 euro è un costo coerente.

In definitiva, chi ama le sfide e vuole fare un tuffo nel passato per scoprire (o riscoprire) la sensazione di trovarsi di fronte ad un titolo ad 8 bit di 30 anni fa. Se cercate questo, potete senza dubbio dare una chance a Katana Soul.

L’articolo Katana Soul, Recensione proviene da IlVideogioco.com.

(altro…)