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Abbaye des Morts 64, Recensione
La scena del Commodore 64 è viva più che mai. Non fa quasi più notizia il fatto che escano tanti giochi per il mitologico (e vetusto) 8 bit di casa Commodore. E così, Abbaye des Morts 64 approda sul biscottone più famoso del mondo informatico grazie al publisher Doublesided Games ed al lavoro fatto da un team piccolissimo formato dall’italiano Antonio Savona, che ha realizzato il codice del gioco e da Saul Cross (grafica e musica).
Si tratta di una conversione del gioco originalmente sviluppato da Locomalito per Pc ormai 10 anni fa. Un titolo che si ispira ai vecchi giochi per ZX Spectrum. Per chi non lo ricordasse, Locomalito è uno sviluppatore spagnolo indipendente che ha un bel curriculum alle sue spalle. Ha realizzato Maldita Castilla ed Hydorah poi arrivati su Steam (a pagamento) con i titoli di Super Hydorah (qui da noi recensito) e Cursed Castilla (Maldita Castilla Ex).
La nostra breve recensione parlerà dunque di questa versione per C64 uscita lo scorso anno e disponibile per l’acquisto a questo link. Il prezzo è di 7,99 euro dollari canadesi.
Vi lasciamo alla nostra recensione. Buona lettura.
IN FUGA DAI FANATICI RELIGIOSI
L’incipit di Abbaye des Morts 64 è semplice e ci porta nel XIII secolo, in pieno Medio Evo, in un’epoca piuttosto buia.
In quel periodo, i catari, dei chierici che predicavano sulla povertà di Cristo e difendevano la vita senza aspirazioni materiali, furono trattati come eretici dalla Chiesa cattolica ed espulsi dalla regione della Linguadoca in Francia. Uno di loro, chiamato Jean Raymond, trovò una vecchia chiesa in cui nascondersi dai crociati, non sapendo che sotto le sue rovine giaceva sepolto un antico male.
Da questi auspici (che non sappiamo perché ma ci ricordano la Tristram di Diablo), nasce l’ambientazione di questo gioco.
GAMEPLAY IMMEDIATO, SFIDA TOSTA
Il gameplay di Abbaye des Morts 64 è senza dubbio uno dei punti forti di questo gioco. Anche su Commodore 64. Il titolo è un action platform vecchissima maniera dove dovremo guidare il nostro frate, Jean Raymond, in una fuga disperata. Il gioco inizia proprio così con noi che dovremo arrivare alla chiesa. Purtroppo, però, nonostante tutto, questo sarà un luogo maledetto e l’inizio vero e proprio della nostra sfida. Si, perché poi l’obiettivo sarà la sopravvivenza.
Il nostro sacerdote dovrà sopravvivere a creature di diverso genere (incluso un drago…) nonché fare attenzione alle asperità di un ambiente che a tratti è ostile. In sé il gioco non è enorme, visto che anche nella descrizione ufficiale, i numeri non sembrano grandi. Il gioco permetterà di visitare poco meno di 25 stanze anche se ci sarà bisogno un po’ di backtraking per permettere di arrivare a zone inesplorate e raccogliere il necessario, tra indizi che saranno utili a capire cosa fare, vite supplementari (mai abbastanza) croci (che saranno indispensabili) e la possibilità di attivare delle leve.
Bisognerà sfuggire però ai nemici. Tra ratti, ragni, scheletri armati, e mostri malintenzionati, avremo il nostro bel da fare perché nonostante i pattern siano comunque non troppo difficili da imparare, il grado di sfida è piuttosto elevato. E battere Satana in persona non sarà una passeggiata di salute.
UNA CONVERSIONE DA APPLAUSI
Se Abbaye des Morts 64 è stato uno dei giochi per Commodore 64 più apprezzati del 2019 le motivazioni sono facilmente riconducibili all’ottimo lavoro fatto dal team. Antonio Savona, che nel suo bagaglio ha il capolavoro Planet Golf, ha realizzato il codice implementando dei miglioramenti alla fisica ed alle animazioni che rendono il gameplay ancora più godibile rispetto all’originale.
Dal punto di vista tecnico, il fatto che non ci sia scrolling (ne siamo sicuri?) ma che si tratti di un gioco a schermate fisse ha certo facilitato il compito del micro team, ma il lavoro fatto è mirabile anche visivamente. Merito di Saul Cross: sprites animati molto bene ed ambientazioni ricche di dettagli e con qualche finezza (arrivate sul campanile, suonate la campana e godetevi la pioggia di foglie) non indifferente.
Bella anche la varietà dei nemici, e le stanze sono ben caratterizzate. Ma c’è di più: c’è anche una stanza segreta che non esisteva nella versione originale e che porta ad un endless run. Non di diremo mai come arrivare a questa parte del gioco lasciando a voi questo piacere. Ecco perché Abbaye des Morts 64 ha uno scrolling molto fluido senza disdegnare i dettagli.
La musica firmata sempre da Saul Cross è notevole, orecchiabilissima e perfettamente consone al tipo di ambientazione ed azione che il gioco offre.
Insomma, tutto è al proprio posto.
COMMENTO FINALE
Abbaye des Morts 64 conferma, a nostro avviso, quanto di buono è stato detto. La realizzazione tecnica è di prim’ordine e su Commodore 64 si apprezzano anche una grafica ed un sonoro all’altezza della situazione. Per non parlare del gameplay che propone una sfida interessante anche se i più bravi dopo tanta pratica saranno in grado di finire il gioco in pochi minuti. Ma quelle sono speedrun. Inoltre è un titolo fedele agli standard di longevità di quegli anni dove raramente era possibile immergersi per tante ore ad un action platform.
Nondimeno questa versione dell’action platform offre anche un extra gradito che su altre piattaforme moderne sarebbe una sciocchezza ma che sullo storico 8 bit diventa un lusso.
Antonio Savona e Saul Cross hanno firmato un piccolo grande capolavoro che ha tutte le carte in regola per essere giocato e rigiocato più volte e con passione dagli utenti.
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