Burnout Paradise Remastered, Recensione PS4

Era fine gennaio del 2008 quando Burnout Paradise fece il suo debutto su PS3 ed Xbox One portando una nuova ventata alla particolare serie arcade che si basa soprattutto sull’abilità di fare incidenti.

Le novità all’epoca furono importanti perché rivoluzionarono la saga facendola diventare un vero e proprio racing ambientato in un vasto mondo open world chiamato, Paradise City (da qui la presenza del celebre brano dei Guns N’ Roses del 1987 che riecheggia come brano principale di una ampia colonna sonora).

L’anno successivo, il titolo realizzato da Criterion Games che fece effettivamente fare il salto di qualità a Burnout, arrivò su Pc. La saga, nata nel 2001, non ebbe poi grandissimi sviluppi se si eccettua Burnout Crash del 2011 che però ebbe tante critiche e non era minimamente paragonabile a Paradise.

Da allora la serie è in standby. Tuttavia, qualche mese fa, Electronic Arts, publisher della saga, ha annuncio la Remastered per PS4 ed Xbox One in grado, ovviamente, di sfruttare i benefici tecnici (4K, 60 fps ed altro) di PS4 Pro ed Xbox One X.

Ecco quindi Burnout Paradise Remastered che da ieri (16 marzo 2018) sfreccia sulla console attuali e che arriverà tra qualche tempo anche su Pc e torna dopo 10 anni dalla sua prima “edizione”.

Noi vi parleremo della versione PS4 di questa riproposizione di quello che all’epoca fu un vero e proprio capolavoro. Avrà superato indenne il passare del tempo? Rimarrà sempre divertente? Ecco il nostro racconto.

PARADISE CITY, 10 ANNI DOPO… CON TANTI CONTENUTI

Burnout Paradise si ripresenta in una nuova veste per sfruttare le caratteristiche e le potenzialità delle console odierne. Ci rituffiamo nella stesse strade che dieci anni fa ci regalarono tantissimo divertimento a suon di corse mozzafiato del tutto fuori controllo, andando a distruggere le auto a destra ed a manca in ogni dove lungo una mappa aperta di svariati km quadrati, suddivisa in otto punti di interesse estremamente diversi tra loro.

Non manca Rock F. M. che ci presenta nuovamente il gioco proponendoci i suoi brani. Tra questi, come detto, Paradise City dei Guns N’ Roses, tantissime altre canzoni rock che però vengono alternati quando siamo fermi ed il gioco va in pausa da brani di musica classica. Un interessantissimo contrasto sonoro che ci piace. Una sorta di Dr. Jeckyll e Mr. Hyde, tra calma olimpica quando si sta fermi e follia pura quando si è al volante.

E poi la voce del tutorial che ci spiega le cose fondamentali del gameplay come ad esempio i vari tipi di gara e come partecipare, ci segnala i punti di interesse ma anche la presenza degli sfasciacarrozze (luogo in cui potremo ritirare le nostre auto o moto come ricompensa delle nostre gesta e vittorie), dei meccanici che – chiaramente – riparano (al volo) i danni accumulati dalla nostra vettura, i verniciatori ma anche i benzinai che aggiungono carburante per il nostro turbo (la nitroglicerina), e così via.

All’inizio è possibile anche, tramite camera usb, scattare una foto ed applicarla alla patente di gioco, in alternativa il nostro Avatar PSN va benissimo.

In sostanza, le prime sensazioni, sono familiari perché non sembra essere cambiato troppo. Questo è un bene ed al tempo stesso una costa non troppo positiva che però spiegheremo dopo.

I nostri primi km sono un continuo gironzolare per la mappa della città che include anche tanti luoghi nascosti accessibili attraverso cancelli che possono essere utilizzati anche come scorciatoie nelle gare contro gli altri.

Dovremo anche essere pronti ad affrontare le sfide di vario genere: resistenza, o le classiche gare per arrivare primi da un punto all’altro (e qui le scorciatoie possono essere utili o addirittura deleterie perché se imboccata la strada sbagliata possiamo anche allungare la distanza che ci separa dal traguardo), oppure la furia stradale da vincere a suon di takedown. Esiste anche la possibilità di creare incidenti catastrofici (come nei precedenti Burnout, ndr).

Tutto come ce lo ricordiamo con un gameplay sempre divertente avvalorato dal fatto che questa edizione includa tutti i contenuti come i veicoli extra, nuove sfide ed ulteriori porzioni di mappa.

GLI OTTO DLC OLTRE AL GIOCO “LISCIO”

I contenuti sono quindi al top: complessivamente troviamo circa 140 tra vetture e moto (alcune auto davvero iconiche), tutti gli otto dlc presenti che fanno aumentare enormemente i numeri. Troviamo, ad esempio 475 cancelli da sfondare (400 da Paradise City ed i restanti in Big Surf Island), nuovi salti per effettuare acrobazie, e tanto, tanto altro.

Eccoli la lista:

Big Surf Island

Nuove sfide, oggetti da scoprire, eventi e nove nuovi veicoli accompagneranno alla scoperta dell’enorme quartiere di Big Surf Island per tante gare e un po’ di relax “innocuo”.

Cops and Robbers

Date gas nel nome della legge e interpretate buoni e cattivi nel pacchetto Cops and Robbers. Aggiunge una nuova modalità online e le versioni della polizia di 33 dei veicoli originali di Paradise.

Legendary Cars

Quattro vetture inedite arrivano sulle strade di Paradise City grazie al pacchetto Legendary Cars. Include Carson GT Nighthawk, Hunter Cavalry Bootlegger, Hunter Manhattan Spirit e Jansen 88 Special.

Burnout Bikes

Questo è dedicato alle due ruote con Burnout Bikes. Offre quattro moto: FV1100, FV1100-T1, Firehawk V4 e Firehawk GP Competition.

Burnout Paradise Toys

Afferrate il telecomando e sfrecciate con le velocissime auto giocattolo del pacchetto Toys. Include versioni giocattolo delle seguenti auto: Hunter Cavalry, Hunter Manhattan, Krieger WTR, Jansen P12, Hunter Takedown 4×4, Carson GT Concept, Hunter Citizen, Carson Inferno Van e la moto Nakamura Firehawk GP Competition.

Burnout Paradise Party

Il pacchetto Party permette di completare sfide di squadra con gli amici.

Boost Specials

Guidate la Carson Extreme Hot Rod o la Montgomery Hawker Mech.

Cagney

Tante nuove sfide e modalità attendono nell’aggiornamento Cagney, oltre alla Carson Hippy Van. Include due nuovi veicoli e decorazioni aggiuntive della community.

ARCADE ALLO STATO PURO



Il gameplay originale è rimasto intatto, così come la sensazione di confusionario divertimento. Rimanere fedeli al proprio spirito è, lo diciamo fin da ora, un grande pregio. Sfrecciare per le strade, viottoli, cantieri abbandonati, piazze, stadi, fino ad arrivare a spiagge, quartieri in o zone di montagna e così via, non è stato così divertente.

Il motivo è semplice: le regole non esistono ed uno può girare liberamente facendo cosa gli pare e piace a bordo di vetture e moto. Fermandoci agli incroci potremo scegliere il tipo di gara alla quale partecipare, a patto di avere il mezzo adatto.

Se saremo a corto di nitroglicerina per aumentare il turbo a nostra disposizione potremo compiere evoluzioni o andare contromano per qualche centinaia di metri in modo da recuperare il prezioso combustibile.

Le diverse tipologie di competizioni permettono sempre varietà. Esiste anche una modalità “carriera” basata sulle patenti. Ogni vittoria (e ribadiamo che solo il primo posto nelle gare o il raggiungimento di determinati risultati imposti dal gioco) sarà utile per la nostra scalata alla patente più prestigiosa. Si parte da quella provvisoria: due vittorie e si ha la patente D, altre otto per quella C e così via.

L’obiettivo rimane sempre e comunque mettere tutti indietro con le maniere forti. A suon di takedown (mandandoli a sbattere contro ostacoli o comunque buttandoli letteralmente fuori strada) e colpi di turbo tentando ovviamente di non essere vittima a nostra volta di incidenti che ci rallentano e che comunque danneggiano l’auto o la moto al punto poi di essere fuorigioco per quella corsa. A quel punto bisogna tornare dal meccanico per una riparazione.

Abbiamo detto che si tratta di divertimento confusionario. In effetti lo è perché non ci sono regole né tanto meno indicazioni precise. Si, in determinate gare (da punto A a punto B) bisogna seguire indicazioni generali ma a quella velocità è impossibile guardare la segnaletica. Inoltre è possibile, come dicevamo, prendere alcune scorciatoie in stile Wacky Races (il buon Dick Dastardly ne sa qualche cosa), permettono di avere vantaggi ma queste non sono infallibili ed alcune volte si allunga strada inutilmente perdendo il vantaggio. Ma capita spesso di sbagliare via.

Questo toglie poco al divertimento anche quando si va a sbattere rovinosamente vedendo il nostro mezzo accartocciato in modo catastrofico. Burnout non è mai stato un simulatore, né mai lo sarà, ma anche se la fisica è esasperata rimane comunque tutto sommato “credibile” o quanto meno verosimile nell’impatto tra le varie vetture.

Andare a Paradise City o a Big Surf Island è uno spasso sempre e comunque. Peccato che alcune volte diventi fine a sé stesso soprattutto quando ad esempio vogliamo andare in una determinata zona della città. In questa remaster probabilmente avrebbero fatto meglio ad aggiungere i viaggi veloci (i fast travel) che sono una manna dal cielo quando si vuole fare una determinata gara e che sono peculiarità degli open world da diverso tempo.

COMPITO DI REMASTER SVOLTO BENE MA FORSE SI POTEVA FARE DI PIU’

Dal punto di vista tecnico, Burnout Paradise Remastered appare molto pulito. Abbiamo provato la versione PS4 ed abbiamo notatouna certa pulizia e velocità. Non ci sono titubanze ed è tutto al suo posto. Forse, però, gli sviluppatori avrebbero potuto lavorare più in profondità sulle texture. Alcune sono così così, altre vanno meglio. Ad ogni modo il gioco è stato tirato a lucido ma rimane la percezione di una concezione “vecchia”. Poco male: pensiamo sia normale in queste occasioni.

Ciclo giorno-notte, effetti particellari (le scintille o la velocità smodata quando si utilizza il turbo, ad esempio) ben riprodotti, fisica degli incidenti tutto sommato credibile (ma ricordiamo che non si tratta di una simulazione e quindi va bene così) e nessuna incertezza. Bene anche sulla varietà delle location. I tanti chilometri quadrati della mondo di gioco offrono tanti scorci urbani e naturalistici gradevolissimi.

Su PS4 Pro ed Xbox One X le cose vanno meglio in virtù della maestosa potenza del 4K… a patto di avere televisori adatti…

Il comparto sonoro è rimasto tale e quale con tanti brani tra rock e musica classica di cui abbiamo parlato prima evidenziando un contrasto di note sublime, un buon doppiaggio in italiano ed ottimi effetti sonori.

Sostanzialmente non c’è stato apparentemente un grandissimo sforzo. Ghost Games ha fatto il suo compito senza particolari problemi consegnando ai nostalgici ed a chi attendeva un gioco della serie Burnout un prodotto pulito e ricco di contenuti capace ancora di divertire, a patto di essere amanti del genere.

Su PS4 possiamo definirlo uno dei racing arcade open world di rilievo.

COMMENTO FINALE

Cosa aggiungere di Burnout Paradise Remastered? Che finalmente EA e Criterion Games portano un Burnout su PS4 e che la speranza adesso si concentra su possibili sviluppi di capitoli inediti per la saga anche per le console attuali. I fan del resto chiedevano da tempo ed a gran voce l’arrivo della serie. Forte di una realizzazione tecnica pulita e di tutti i contenuti supplementari che il gioco originale propose nel corso degli anni, questa edizione offre svariate ore di divertimento ed è adatto soprattutto ai neofiti che saranno liberi di divertirsi in ogni modo.

Forse si sarebbe potuta ampliare la modalità carriera o altro ma trattandosi comunque di una Remastered non possiamo obiettare oltre. Del resto non manca apparentemente nulla a questa versione che include anche la modalità online.

Se siete amanti della serie e volete giocarla o rigiocarla su PS4 e PS4 Pro o su Xbox One ed Xbox One X, questo è il gioco che fa per voi a patto che non lo paragoniate a Gran Turismo Sport, o a Project Cars (1 e 2) o a Forza Motorsport. Sarebbe un grosso errore. Burnout Paradise Remastered ha invece il grande merito di rimanere fedele a se stesso, soprattutto al suo (divertente e scanzonato) spirito “selvaggio” offrendo tanto divertimento e perché no, anche uno svago utile. Ai giorni d’oggi non è una cosa così scontata.

 

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Shadow of the Colossus, Recensione PS4

Il mondo dei videogiochi è da sempre fucina di grandi talenti. Uno degli autori più talentuosi, è in tal senso Fumito Ueda, genio che per anni ha meravigliato e fatto innamorare il pubblico con le sue opere caratterizzate da uno stile unico, quasi ipnotico e onirico, che catturano il giocatore e lo trasportano magicamente in un universo parallelo, arcaico in cui la natura, il paesaggio, l’antico si fondono in scenari enormi in cui perdersi come in un viaggio verso l’ignoto.

Una di queste, Shadow of the Colossus, vede la luce su PlayStation 4 grazie a una nuova edizione rimasterizzata e ritoccata realizzata da Bluepoint Games, team di sviluppo che si era già occupato della remaster dello stesso titolo qualche anno fa su PlayStation 3.
Con la differenza però che stavolta, pur lasciando intatto gameplay, storia e contenuti, il gruppo ha operato massicciamente sul lato tecnico, compresi i comandi, disponibili sia con l’interfaccia originale, sia con una moderna e una terza a metà tra le due. Ma procediamo con ordine e facciamo un riepilogo del gioco, a cominciare dalla storia.

DAVIDE CONTRO GOLIA

In Shadow of the Colossus il giocatore interpreta un ragazzo di nome Wander che, a cavallo del suo inseparabile quadrupede, Agro, raggiunge una terra misteriosa nel tentativo di riportare in vita una misteriosa ragazza. Per riuscire nel suo scopo deve però affrontare sedici Colossi che rappresentano altrettante statue presenti all’interno del tempio, il Sacrario del Culto, nel quale il protagonista si è avventurato portandovi il corpo della giovane.

Queste creature, alcune delle quali davvero enormi, sono sparse per le vaste lande che popolano il gioco, che dunque devono essere attraversate a piedi o a cavallo, per sfidarle una alla volta e cercare di abbatterle. Per trovarle viene in aiuto la spada di Wander, che una volta innalzata al cielo emette un fascio di luce che indica la direzione da seguire per raggiungere il prossimo avversario. Da questo punto di vista, una volta raggiunta la preda, è importantissimo studiarne il comportamento e l’ambiente circostante, visto che dalla combinazione di diversi fattori e di diversi elementi, anche di gameplay (gli scontri uniscono elementi action, puzzle e platform) può dipendere l’esito di una battaglia.



In tal senso c’è da dire che ciascuna creatura ha modi di agire e punti deboli differenti (evidenziati anche dalla spada), pertanto bisogna sempre approntare una nuova tattica per ogni “mostro”, puntando sull’arma più adatta (Wander ne ha due, cioè a dire un arco e la sopra citata spada) e sulle capacità di Agro.

Questi è dotato di un’intelligenza artificiale indipendente che lo fa agire con una sua logica (è possibile richiamarlo con la voce o con un fischio, saltarci sopra e indirizzarlo verso una direzione, ma non salterà mai da un dirupo o ostacoli insormontabili).
Tra lui e il ragazzo c’è infatti una forte connessione che si sviluppa per tutta la durata dell’avventura: saltando dalla sua groppa, per esempio si può tentare di risalire sul corpo di un colosso per poi attaccarlo colpendolo nelle parti alte, oppure lanciandolo al galoppo si possono affrontare i Colossi volanti. In ogni caso occorre un certo tempismo per manovrare bene il cavallo ed evitare di cadere, magari mentre si cerca di saltare verso la gamba di un “mostro” per aggrapparsi. E fare attenzione anche a fattori quali la barra di energia del destriero, e quello della resistenza di Wander: se si esaurisce la prima, Agro può stramazzare al suolo, mentre nel secondo caso il protagonista rischia di stancarsi, di perdere la presa e di non riuscire più a mantenere l’equilibrio o a rimanere appeso al quadrupede e dunque cadere giù.

UN MONDO MAGICO… MA MENO ONIRICO

Tra la caccia a un Colosso e la successiva c’è poi tutto un mondo da esplorare, reso disponibile e “aperto” fin dall’inizio, per semplice curiosità o per scoprire eventuali segreti. In Shadow of the Colossus si può fare quasi di tutto: dal bagno in un laghetto ad attraversare il deserto o affrontare la pioggia, dal cavalcare senza una meta ben precisa verso un particolare spuntone di roccia o albero al cavalcare sulla spiaggia per godersi il tramonto.

Tra l’altro la componente artistica del progetto e la “magicità” delle ambientazioni, resa anche dalla loro caratterizzazione e dalla bontà degli effetti visivi come l’alternarsi degli eventi atmosferici, spingono quasi a essere visitate e scoperte, angolo dopo angolo. Certo, è vero che la nuova e più dettagliata grafica ha privato il gioco di quella atmosfera quasi onirica che si respirava nell’edizione su PlayStation 2, grazie al particolare uso della luce e di una palette cromatica con colori quasi spenti. Ma l’evocatività degli scenari, complici anche le dimensioni stesse del mondo di gioco che fanno sentire il videogiocatore quasi impotente e solo, c’è tutta.



Anche la realizzazione dei Colossi poi è davvero encomiabile: sono grandi nel vero senso della parola e il restyling grafico ce li restituisce più realistici e belli che mai, valorizzando ulteriormente il lavoro fatto sull’originale dal team di Fumito Ueda che studiò diverse strutture architettoniche, cercando di adattarle e di riproporle nella forma di queste creature viventi. Il tutto a 1080p e 30 frame per secondo su PlayStation 4 “liscia” (quella usata per questa prova), mentre su quella Pro sono attivabili alcune opzioni come i 60 Fps.

Completa il quadro un comparto sonoro veramente azzeccato che espande l’atmosfera di gioco grazie sia ai suoni ambientali, da cinguettare di uccelli al rumore del vento, fino alla musica vera e propria, che si attivano quando inizia un combattimento e ne sottolineano i vari passaggi e le varie fasi con diversi quanto giusti gradi di intensità, contribuendo a rendere più epici gli scontri. Anche perché ciascun brano è una piccola opera a sé, e contribuisce con gli altri a formare una delle migliori colonne sonore disponibili in questo settore.

COMMENTO FINALE

Anche in questa sua nuova veste Shadow of the Colossus mantiene le caratteristiche che lo hanno reso così amato dal pubblico già ai tempi di PlayStation 2, cioè a dire delle meccaniche sia tecniche che emotive che fanno leva sull’alchimia tra i due personaggi e sull’atmosfera, più un game design come raramente si è visto in un videogioco. Un capolavoro capace ancora di evocare emozioni, da scoprire e riscoprire, oggi più che mai.

 

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Sony annuncia la remaster di MediEvil

Una sorpresa gradita. Shawn Layden, presidente e CEO di Sony Interactive Entertainment America, ha annunciato dal palco della PlayStation Exeprience la remaster di MediEvil che arriverà su PS4 e supporterà anche i 4K su PS4 Pro.

È stato mostrato anche il primo trailer che vi proponiamo al termine di questa notizia. Sir Daniel Fortesque ritorna, dunque, ma non si sa ancora molto sui dettagli di questa remaster che riprenderà il titolo originale uscito nell’ormai lontano 1998.

Di certo, questo ritorno, farà felici molti. Ecco il trailer che preannuncia l’arrivo di ulteriori dettagli a breve. Buona visione.

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Konami svela Zone of the Enders: The Second Runner – Mars

Konami. mostrerà al Tokyo Game Show 2017 la nuova edizione remaster in 4K e per la realtà virtuale di Zone of the Enders: The Second Runner – Mars. Il titolo sarà disponibile nelle versioni Steam/Pc, PlayStation 4 e PlayStation VR nella primavera 2018.

È una versione rimodernata e migliorata del titolo 3d action/mech, originariamente pubblicato per console PlayStation 2 nel lontano 2002 e rimasterizzato in HD per PlayStation 3 nel 2012. Tutti gli elementi grafici del gioco sono stati rimasterizzati per la risoluzione nativa 4K. Anche il gameplay è stato migliorato per garantire un incredibile esperienza di gioco VR. Questo nuova edizione rimane pienamente fedele allo stile grafico del gioco originale, migliorando la qualità delle texture e degli effetti a 4K. La presenza dell’audio surround rende il gameplay ancora più immersivo.

La trama è ambientata nel 2174, l’organizzazione militare Bahram intende utilizzare i suoi Orbital Frames – dei giganteschi mech robot – per sottomettere la Terra e Marte. Il videogiocatore rappresenterà l’ultima speranza per la salvezza di questi pianeti e, alla guida dell’avanzatissimo robot Jehuty, dovrà colpire e sconfiggere le potenti forze tecnologiche dell’esercito di Bahram.

Zone of the Enders: The Second Runner – Mars introdurrà tantissimi miglioramenti a un videogioco che è considerato dai fan e dalla critica come uno dei più grandi titoli space/action di sempre. Questa nuova edizione includerà furiose battaglie tra i giocatori e gli avversari, Jehuty vanterà una grandissima mobilità, con la possibilità di scagliare lontano gli avversari, utilizzare scudi e accedere ai sistemi di teletrasporto presenti all’interno degli ambienti di gioco. Il gameplay avrà luogo all’interno di straordinari ambientazioni interattive in 4K, le devastanti armi utilizzate dai giganteschi Orbital Frames potranno distruggere o radere al suolo città e foreste. Il gioco include anche un intero cast di personaggi le cui storie renderanno più intensa la drammatica trama.

Konami invita gli appassionati a partecipare al Tokyo Game Show 2017 per poter guidare in in missione il robot Jehuty nelle postazioni VR presenti all’interno del suo stand nella Hall 7 della Makuhari Messe di Tokyo.

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Star Ocean: Till the End of Time su PS4 la settimana prossima

Ha una data di lancio la remaster PlayStation 4 di Star Ocean: Till the End of Time. Square Enix ha ufficializzato che il jrpg debutterà il 23 maggio in digitale sul PSN.

Il gioco include nuove funzionalità uniche come i trofei, le funzionalità di condivisione e la riproduzione remota.

Pubblicato originariamente nel 2004 per il sistema PlayStation 2, Star Ocen: Till the End of Time narra la storia del viaggio di Fayt Leingod e della sua amica d’infanzia, Sophia Esteed, alla scoperta del segreto più grande dell’intero universo di Star Ocean.

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I remaster HD dei primi due Shnemue potrebbero arrivare nel 2017, il terzo capitolo nel 2018

SEGA potrebbe essere al lavoro sulle remaster in HD dei primi due capitoli di Shenmue. Lo dimostrerebbero i domini registrati recentemente dal publisher.

Su Rice Digital si parla di una possibile uscita nel corso del 2017 mentre lo sviluppo di Shenmue 3 in continua evoluzione dovrebbe sfociare con l’uscita del gioco probabilmente nel 2018.

I primi due Shenmue dovrebbero arrivare in un’unica soluzione e potrebbero avere importanza anche per spingere il terzo episodio della serie nata nel 2000 su Dreamcast.

Shenmue B

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Crash Bandicoot N. Sane Trilogy debutterà il 30 giugno

Activision ha annunciato la data di lancio di Crash Bandicoot N. Sane Trilogy. L’attesissimo titolo che segna il ritorno dell’amato Crash Bandicoot sarà disponibile a partire dal prossimo 30 giugno.

La trilogia, sarà disponibile su PlayStation 4 e vedrà il mitico Crash più energico e scatenato che mai. I titoli porteranno i fan a rivivere le avventure e le sfide dei giochi precedenti: Crash Bandicoot, Crash Bandicoot 2: Cortex Strikes Back e Crash Bandicoot: Warped. Per tornare a vivere i loro momenti preferiti sempre a suon di UMPH e WUMP… ma questa volta con una grafica HD.

Ecco il trailer con la data di lancio.

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Assassin’s Creed The Ezio Collection, la nuova patch toglie il “mitico” glitch facciale

L’arrivo di Assassin’s Creed The Ezio Collection nelle settimane scorse per pc, PlayStation 4 ed Xbox One è stato scandito da un particolare glitch facciale che si materializzava in Assassin’s Creed 2.

Si vedeva nella sequenza del primo ricordo di Desmond in un personaggio grottesco (ed anche inquietante per colpa del glitch).

Il tutto è stato rimosso grazie alla patch di Ubisoft.

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Ratchet & Clank entra in fase Gold

Fase Gold per Ratchet & Clank. Questo significa che il remake del titolo originale arriverà puntualmente su PlayStation 4 il prossimo 20 aprile. Insomniac Games ha pubblicato questo cinguettio su Twitter per annunciare la fine dei “lavori” di sviluppo e l’inizio della fase di masterizzazione di massa per immettere il gioco sul mercato. You know […]

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Resident Evil 4, 5 e 6 in Hd per PS4 ed Xbox One, trailer d’annuncio e prime immagini

Capcom annuncia con questo trailer ed alcune immagini le versioni in Hd di Resident Evil 4, 5 e 6 per PlayStation 4 ed Xbox One. Curiosamente si partirà con Resident Evil 6 che debutterà il 29 marzo per continuare con Resident Evil 5 in estate e Resident Evil 4 in inverno. Queste versioni costeranno 19,99 […]

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