Killing Floor 2, Recensione Pc

Avevamo già trattato Killing Floor 2 nella nostra anteprima, spiegando nel dettaglio le caratteristiche del titolo e i motivi per cui fosse per noi valido. Non solo è finalmente uscito dal periodo di accesso anticipato avviato nell’aprile 2014, ma è anche sbarcato su PlayStation 4.

Spiegarvi un’altra volta per filo e per segno il suo funzionamento sarebbe fuori luogo, e per questo vi rimandiamo all’articolo sopracitato.

Essendo un gioco a orde composte dagli zed, cloni assetati di sangue vomitati dai laboratori della Horzine, rispetto alla nostra prova precedente il titolo si è giusto arricchito delle tre classi (perks) rimanenti e di alcune mappe. Sarà quindi una recensione breve, che si concentrerà su ciò che non avevamo potuto trattare in precedenza.

UN RIPASSO VELOCE PER I PIGRI

Trovate di seguito una breve infarinatura delle meccaniche in soldoni di Killing Floor 2. Si tratta di uno sparatutto in prima persona in cui i giocatori (o il giocatore) dovranno affrontare ondate di cloni (NON ZOMBI!) temibili via via più ricche e varie. Tra un’ondata e l’altra ci sarà un momento di tregua, nel quale si potrà spendere il denaro guadagnato durante l’ondata semplicemente falciando i nemici o anche curando i compagni per acquistare armi nuove o rifocillare le nostre bocche di fuoco. Dopo un certo numero di ondate e tregue (impostabili a 4, 7 e 10), ci si troverà faccia a faccia con uno dei due boss presenti nel titolo, ovvero il Patriarch (vecchia conoscenza dal primo Killing Floor) e Hans (uno scienziato austriaco non molto socievole).

Hans
Panoramica del Medic
Patriarch

Il numero di zed che compone le ondate e i punti vita di ciascun nemico saranno sempre direttamente proporzionali al numero di giocatori presenti in una partita e, di conseguenza, essere di più non significherà necessariamente cavarsela più facilmente. Proteggere i fianchi di ciascuna classe tramite il gioco di squadra per cavarsela è imperativo (soprattutto alle difficoltà più elevate).

I punti cardine del titolo sono una concentrazione degli sforzi degli sviluppatori verso un’esperienza con le armi da fuoco che sia appagante senza tendere al realismo, in quanto ogni singolo proiettile viene effettivamente riproposto in gioco con tanto di minime variazioni di direzione (ben notabili soprattutto durante lo zed time). Quest’ultimo si tratta una circostanza più o meno casuale in cui l’azione di gioco rallenterà di parecchio, dandoci la possibilità di guardarci intorno o calcolare con particolare cura il prossimo colpo. E poi c’è la violenza e lo smembramento degli zed permesso dal cosiddetto M.E.A.T. (Massive Evisceration and Trauma) System, che ha reso i nostri nemici anatomicamente un po’ più complessi rispetto alle “bambole a 6 pezzi” (testa, torso, braccia, gambe) del capitolo precedente. Insomma, se siete un attimino impressionabili, Killing Floor 2 non fa proprio al caso vostro.

CI SIAMO TUTTI?

L’insieme delle “specializzazioni”, ciascuna con il proprio albero di abilità sbloccabili ogni cinque livelli (con un massimo di 25) è ora al completo. I perk SWAT, Sharpshooter e Survivalist sono andati ad aggiungersi agli altri sette già presenti, completando quindi finalmente il quadro delle 10 scelte a disposizione dei giocatori. Cominciamo da quelli più tradizionali, ovvero i primi due.

Lo SWAT ha una predilezione per le armi a corto raggio semi o completamente automatiche, e il suo compito è quindi quello di tenere a bada quelli che nel “gergo da forum” vengono apostrofati come i “trash zeds” (nemici fragili che attaccano in gran numero). Il tiratore scelto, invece, dovrà essere necessariamente protetto dallo SWAT stesso o da classi simili come il Commando, in quanto concentra la sua potenza di fuoco in colpi meno numerosi ma devastanti se colpiscono i crani dei maledetti zed.

Killing Floor 2
I Gorefast ora si proteggono il viso (o ciò che ne rimane) anche a difficoltà Difficile.

Infine, il “sopravvissuto” rappresenta praticamente, se vogliamo, la classe “scelta casuale ma non troppo”, in quanto inizieremo con un’arma di partenza scelta, appunto, casualmente fra quelle disponibili per le altre classi, ma con la possibilità di poter ampliare il nostro arsenale a seconda della situazione e, possibilmente, in modo da diventare il tassello mancante in una data partita.

L’aggiunta di queste classi, e soprattutto di due tipologie di granate (congelanti per il tiratore scelto e stordenti lo SWAT), ha creato un equilibrio diverso di gioco. Giocare a difficoltà Difficile ora, forse anche a seguito di alcuni ritocchi da parte degli sviluppatori, è molto meno letale (seguono “Suicidal” e “Hell on Earth”) rispetto a prima, e anche gli zed più grossi vengono giù velocemente una volta che hanno incontrato gli ordini di un Demolitionist o non appena un grosso calibro bussa loro in fronte. La penuria di classi legata al primo periodo dell’accesso anticipato di Killing Floor 2 ormai è solo un ricordo, e ora i giocatori hanno tutto il necessario anche per affrontare le più grandi minacce.

Killing Floor 2
Killing Floor 2
Killing Floor 2

IL SANGUE È UN TESSUTO, MA…

Abbiamo provato ad avvalerci delle opzioni legate al cosiddetto NVIDIA Flex, che permettono, senza troppi ghirigori e giri di parole, di arricchire di dettagli una delle caratteristiche di punta del titolo, ovvero il comparto “premiata macelleria”. L’opzione permette di aggiungere le “frattaglie” (“gibs”) e fiotti di sangue dalle ferite dei nemici, con la possibilità di avere solo le prime (GTX 770 minimo consigliato) oppure sia i budellini che i “fluids” (GTX 980 minimo consigliato), che reagiscono in tempo reale alle superfici. Purtroppo i fluidi, a parte accaparrarsi una parte delle risorse hardware, non fanno esattamente gridare al miracolo, in quanto non solo risultano abbastanza raffazzonati esteticamente (sono densissimi e si comportano quasi come un tessuto) ma reagiscono molto male alla luce delle torce, cambiando radicalmente sfumatura. Insomma, una volta provato è molto difficile che si decida di tenere l’opzione abilitata.

Killing Floor 2
I boss ora hanno una barra dell’energia visibile. Anche la posizione dei nostri compagni è segnalata dalle icone delle classi corrispondenti.

Naturalmente sarebbe ingiusto bocciare semplicemente in toto la cosa, in quanto si tratta di fatto di un tentativo molto ambizioso e, a nostro avviso, senza precedenti. Lo sforzo risulta ancora più encomiabile per il semplice fatto che il titolo si appoggia a un Unreal Engine 3 parecchio modificato, con tutte le limitazioni tecnologiche che ne derivano. Ne approfittiamo, anzi, per ricordare come gli sviluppatori siano riusciti a raggiungere un altro traguardo altrettanto inedito, ovvero quello di fare in modo che le pozze e schizzi di sangue a due dimensioni applicati sulle superfici non scompaiano mai fino alla fine di una partita. Se combiniamo questa caratteristica con il fatto che molti giocatori cerchino di trovare il luogo adatto ad accogliere le ondate di zed e a non cambiarlo, beh, è facile immaginare quanto e come potrebbe cambiare l’ambiente intorno a noi.

COMMENTO FINALE

Le classi (e relative armi), le mappe e il paio di personaggi aggiunti (con le relative opzioni di personalizzazione estetica), come era prevedibile, non hanno stravolto il giudizio positivo che avevamo di Killing Floor 2. Inoltre, è stato introdotto lo sblocco progressivo di alcune skin e oggetti per poter rendere unico il nostro avatar. Talvolta alcuni di questi contenuti si trovano in casse o chiavette USB da sbloccare sempre attraverso un sistema di loot che ci ricompenserà a fine partita. Gli oggetti così ottenuti potranno essere anche rivenduti, nel caso, direttamente su Steam.

Alcune mappe (come gli esterni di Outpost) mostrano il fianco a una vaga arretratezza legata all’impiego dell’Unreal Engine 3, ma il tutto passa in secondo piano non appena si trova la compagnia giusta con cui affrontare le orde degli zed e con cui condividere i, più o meno, momenti casuali di rallentamento dell’azione in bianco e nero (con l’esclusione del rosso ovviamente) dello Zed Time. A questo proposito, consigliamo di giocare Killing Floor 2 in compagnia o vi stancherete prima del dovuto.

Insomma, se non avete ancora provato Killing Floor 2 e gli sparatutto in cui il gioco di squadra conta non vi dispiacciono non avete scuse. Se poi vi piacciono le atmosfere un po’ tese, sopra le righe e che non disdegnano un poco violenza gratuita tenetelo assolutamente d’occhio. La modalità Survival VS (dove è possibile impersonare gli zed contro altri giocatori online) è rimasta un’aggiunta gradevole e poco più.

Pregi

Buona ottimizzazione del titolo. Animazioni degne di nota. I nemici reagiscono ai colpi in maniera credibile. Molto divertente sia da soli che in compagnia. Gunplay encomiabile. Discreto grado di personalizzazione estetica della nostra controparte. Possibilità di vendere oggetti trovati su Steam.

Difetti

Poter permettersi le armi più potenti al momento prende più tempo (o ondate, se preferite) rispetto a prima. Talvolta il gioco mostra il fianco per quanto riguarda il comparto tecnico. Non tutte le mappe brillano. Il tentativo riguardo “fluidi e frattaglie”, per quanto encomiabile, vale la candela in parte e solo per le seconde.

Voto

8

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