Lo sviluppatore indipendente Andrea Interguglielmi e l’editore Armor Games Studios annunciano che il loro gioco farà il suo esordio il prossimo 16 settembre.
In concomitanza con l’annuncio, è stato svelato un nuovissimo trailer che mostra sia l’atmosfera opprimente e claustrofobica di Nauticrawl sia il complesso e misterioso veicolo in cui si svolge il gioco.
Ecco la clip con tanto di data di lancio. Buona visione.
Tentando di sfuggire alle terrificanti sentinelle su un pianeta lontano, i giocatori dovranno imparare a pilotare un Nauticrawl, un gigantesco veicolo di metallo, progettato solo per essere utilizzato dalle élite al potere. Una sorta di scafandro sottomarino con una plancia dove pulsanti, leve e display abbondano. Ci vorranno perseveranza, sperimentazione e molta ingegnosità per farcela da questa misera roccia.
Con ogni errore che significa l’inizio di una nuova corsa, Nauticrawl è sicuramente un’esperienza stimolante. Ma man mano che i giocatori imparano a muoversi intorno al cruscotto del veicolo, padroneggiano i controlli e scoprono i display, inizieranno a scoprire una storia di fantascienza coinvolgente mentre si fanno strada verso la salvezza.
Andrea Interguglielmi, ha dichiarato:
Nauticrawl era il mio parco giochi da bambino, pilotando sottomarini truccati e enormi robot. È un mix dei miei anni di gioco da adolescente, trascorsi in simulatori di combattimento spaziale e avventure testuali. Il risultato è un’esperienza che parla direttamente alla nostra curiosità, al nostro desiderio di tirare tutte le leve ed esplorare mondi che non possono essere visti, solo immaginati.
Dunque, Nauticrawl: 20.000 Atmospheres uscirà su Steam il 16 settembre 2019 al prezzo di 14,99 dollari, con uno sconto di lancio del 10% su Pc Windows e Mac.
Il Made in Italy dei videogiochi probabilmente non fatturerà (ancora) tantissimo rispetto ad altri settori più “blasonati” o con più storia del nostro Paese. O non sarà ancora al top in Europa dove Regno Unito, Francia, Polonia, Germania ed altri ci superano, ma sta producendo sempre con più frequenza titoli interessanti, anche di buona ed ottima fattura. Non solo buone idee solo abbozzate ma giochi di livello anche internazionale.
Sono lontani, infatti, i tempi in cui Simulmondo, Genias ed Idea Software, rappresentavano tra fine anni Ottanta ed inizio anni Novanta la summa dell’industria del Belpaese. Tre software house che tenevano alta la bandiera. Negli ultimi anni, infatti, si è assistita ad una crescita degli ambienti dei “developers”. Questo grazie anche a costanti e sempre più importanti eventi che sono anche un momento di confronto e di crescita. Insomma, è un bel momento per gli studi e gli sviluppatori italiani.
I team italiani sono cresciuti di numero: attualmente operano oltre 125 studi di sviluppo che offrono lavoro a più di 1.100 persone. Più dettagli li trovate a questo link. Ma in sostanza si producono giochi sempre più belli e con maggior frequenza.
In questo nostro speciale dedicato al Made in Italy raccogliamo alcuni giochi che sono usciti di recente (anche nel 2018) o che devono essere ancora pubblicati. Tra i primi, il recentissimo Assetto Corsa Competizione è senza dubbio uno dei prodotti di maggior risalto a livello globale. Tra i giochi in arrivo, invece, segnaliamo subito Baldo di Naps Team che in questo periodo ha fatto letteralmente faville sui social e che arriverà su Pc e console in data ancora da stabilire.
Indicheremo i titoli da noi recensiti ed annunciati dalle software house italiane, spesso e volentieri indie sperando di far risaltare l’ingegno e la maestria che stanno cominciando, finalmente, ad ottenere consensi anche fuori dalla Penisola.
Siete pronti per la carrellata sui prodotti Made in Italy? Buona lettura.
A lui va la “pole positition”. Non potevamo non aprire con Assetto Corsa Competizione, ultima fatica di Kunos Simulazioni. La software house capitolina ha realizzato sotto il marchio 505 Games quello che è l’evoluzione di Assetto Corsa. Si tratta anche del videogioco che ha la licenza del prestigioso Blancpain GT Series. Meteo dinamico (con enormi conseguenze sul gameplay “in corsa”), livello simulativo che ridefinisce lo standard e tanta passione caratterizzano questo titolo. Ma oltre alla semplice e smisurata passione c’è senza dubbio molto talento disciplinato dalla dedizione.
Lo abbiamo premiato con un 9,5 ma se ci fossero state più vetture ed una carriera non slegata al marchio Blancpain GT Series e più simile a Gran Turismo, avremmo probabilmente dato il primo dieci e lode della nostra storia quasi decennale. Il gioco è come sempre in evoluzione ma il mix tra tecnica, realismo e beltà tecnica è impressionante e può solo migliorare. Uno di quei titoli Made in Italy che il mondo ci invidia.
Dopo alcuni anni di attesa, Super Cane Magic Zero ha fatto il suo esordio qualche settimana fa in versione “definitiva”. Caratterizzato dall’aspetto grafico realizzato dal fumettista e youtuber Simone Albrigi in arte SIO e da un ottimo lavoro da parte di Studio Evil, questo action RPG è insospettabilmente profondo. Scanzonato e ricco di nonsense, Super Cane Magic Zero si lascia giocare con spensieratezza ed è in grado di offrire ore ed ore di divertimento. Parecchie ore.
La storia è ricchissima, il gioco offre tanta varietà ed oggettivamente fa bene moltissime cose. Inoltre la modalità PvP ne aumenta la longevità. E siamo sicuri che le novità non sono ancora finite.
Milestone punta forte, ovviamente, sulla serie MotoGp, fiore all’occhiello della software house milanese. MotoGp 19, il nuovo capitolo della serie dedicata al tanto amato motomondiale, non fa grossissimi passi in avanti ma riesce comunque ad offrire delle novità interessanti. Una di queste è la nuova intelligenza artificiale A.N.N.A., basata su reti neurali, realizzata da Orobix. A.N.N.A., fa in modo che i piloti gestiti dalla CPU non siano regolamentati da una serie di parametri predefiniti. Gli altri centauri sviluppano le loro abilità gara dopo gara imparando anche ad agire più rapidamente e più efficacemente.
Per il resto, i tanti contenuti ed il buon aspetto fanno il resto.
Gli shoot’em up sono tra i generi che hanno fatto la storia dei videogiochi. Fantastico Studio ha ripreso questo filone per offrirci Black Paradox, uno sparatutto a scorrimento orizzontale dove lo stile grafico e le tante citazioni la fanno da padrona. Una navetta che sembra la DeLorean de Ritorno al Futuro, una veste grafica al neon ed in pixel art, armi futuristiche ed aggiornabili, nemici vari e sempre tosti fanno di questo titolo un bel tuffo nel passato con mezzi moderni.
Fantastico Studio ha fatto un piccolo capolavoro dando il pizzico di roguelike a questo shoot’em up. Il team è stato in grado anche di unire grandi doti artistiche a contenuti adeguati e congrui. Insomma, un bel lavoro concreto che sarà apprezzato da chi ama il genere.
Il calcio moderno nei videogiochi è da tempo un affare a due tra i canadesi di EA Sports con Fifa ed i giapponesi di Konami con PES… e gli italiani? Cosa fanno gli italiani che notoriamente sono un popolo di Santi, Poeti, Navigatori e Commissari Tecnici della Nazionale? A rispondere a questa domanda ci pensa Active Soccer 2019 uscito a fine aprile su Switch griffato The Fox Software.
Si tratta di una versione migliorata di Active Soccer 2DX uscito qualche anno prima. Un gioco di calcio indie, che rievoca abbondantemente ed anche in ottimo stile due classici dell’epopea 16 bit quali Kick Off 2 e Sensible World of Soccer. Il titolo firmato da Gianluca Troiano prende, infatti, il meglio da questi capisaldi del passato e li mixa sapientemente mettendoci anche del proprio. Il gameplay è veloce, frenetico, divertente, dai toni arcade ma non per questo meno profondo di quello che ci si possa aspettare. Le parole d’ordine sono tre: ritmo, ritmo, ritmo.
Inoltre, le diverse modalità tra cui la carriera che è identica ma più ampia di quella di Sensible World of Soccer è il fiore all’occhiello.
Graficamente carino e con opzioni più approfondite rispetto alla versione precedente. Chiaramente non stiamo parlando del nuovo Fifa o del nuovo PES, ma se volete un gioco vecchio stile molto interessante, divertente e longevo, allora Active Soccer è da avere anche perché su Switch non ci sono tantissimi titoli calcistici al momento.
Come detto ad inizio di questo speciale, gli studi indie sono la locomotiva del movimento dei developer italiani. Seep Production è un micro-studio formato principalmente dai fratelli Sergio ed Enrico Giansoldati. Una delle loro ultime fatiche è Katana Soul un omaggio agli action platform degli anni ’80 che spopolavano sul Commodore 64.
Il titolo è piccolo in termini di estensione del mondo di gioco ma davvero tosto, difficile e probante. Se le prime fasi possono essere quasi accomodanti, Katana Soul mette a dura prova l’abilità degli appassionati. Il tutto è accompagnato da uno stile grafico che ricostruisce perfettamente le tipiche produzioni per C64 dell’epoca. Stesso dicasi per il comparto sonoro. Una bella ricostruzione. Una lettera d’amore ai bei tempi che furono.
I racing games sono un genere sempre più diffuso anche dalle software house italiane. Xenon Racer di 3D Clouds conferma questa vocazione nonché le attitudini della software house che in precedenza aveva sfornato l’allegro e coloratissimo All-Star Fruit Race incentrato sui kart.
Questa volta andiamo nel futuro prossimo, nel 2031 assisteremo a gare con monoposto a levitazione magnetica ma nel frattempo c’è un periodo di transizione dove una sorta di Formula E estremizzata catalizza l’attenzione del pubblico.
Il gioco ci offre la possibilità di guidare bolidi ad oltre 400 km orari in diversi circuiti sparsi per il mondo. Ne nasce un gameplay gradevole, divertente (non perfetto), fatto di derapate e duelli all’ultimo sangue con altri piloti in una modalità carriera lunga ed estenuante. Ci sono sempre veicoli e gare da sbloccare sempre più difficili. Ottima colonna sonora e buonissima grafica. Forse non troppo varia ma ben fatta.
Lo abbiamo descritto come un imponente libro game fantasy di grande pregio. The Ballad Singer, titolo uscito a febbraio a firma di Curtel Games è senza dubbio questo.
I numeri, inoltre, sono imponenti: 40 finali, oltre 400.000 parole di testo, centinaia di snodi narrativi e molto altro. Il gioco, inoltre, propone un buon doppiaggio ed un lato artistico veramente di prim’ordine. Certo, manca l’azione, manca forse il vero e proprio grado di sfida ma chi ama leggere e riflettere per trovare scelte e decisioni adeguate, può non curarsi di queste caratteristiche mancanti.
La vera sfida in The Ballad Singer è non farsi rapire dalle pagine fantasy di questo enorme racconto.
TITOLI MENO RECENTI
Ma questo trend positivo esiste già da tempo. Lo scorso anno abbiamo avuto alcuni titoli da menzionare. Impossibile non ricordare l’eccellente Ride 3 che ricordiamo sia per un buonissimo impatto grafico, ma anche per la grande giocabilità e varietà di piste, moto, nonché ricambi estetici e non solo per personalizzare al massimo la propria moto dei sogni. Il tutto suggellato da una modalità carriera veramente ispirata. Uno dei migliori giochi italiani dello scorso anno capaci anche di esportare più che degnamente il Made in Italy all’estero.
Small Bros, un micro-team composto da Ivan Porrini, ha sfornato nell’estate scorsa l’ottimo Ghostly Matter, un metroidvania in pixel art basato sulle cupe atmosfere dei fantasmi, zombie ed altre creature mostruose e spettrali.
A volte sembra di rievocare Ghostbusters. Il titolo propone un gameplay di livello con una sfida impegnativa e piuttosto profondo se si considera la natura indie e rievocazione retro di Ghostly Matter. La produzione oltre ad una longevità e grado di sfida non male, pone sul piatto un aspetto grafico vintage ben fatto e non privo di effetti interessanti e di brani in chiptune niente male.
Prendete Unity, datelo ad un appassionato di shoot’em up classici ed aspettate. Il risultato potrebbe essere Grood, titolo firmato da Claudio Catalano che da qualche tempo è su Steam. Uno sparatutto a scorrimento orizzontale all’antica ma visto in chiave moderna grazie ad una veste grafica splendida e ad effetti particellari di livello compresi giorno-notte, luci ed ombre.
La grafica low poly è intrigante mentre il sonoro è adeguato. C’è ovviamente un grado di sfida non indifferente visto che si tratta di un gioco arduo.
I film poliziotteschi degli anni ’70 che vedevano Milano enorme palcoscenico del crimine organizzato sono diventate pellicole di culto. Uno dei vanti del Made in Italy. Amatissimi per dinamiche, trama, inseguimenti, scene epiche in grado di rappresentare luoghi del capoluogo meneghino come miti e consacrarli al grande pubblico.
Così come alcune vetture storiche ed anche armi. Detto questo, Milanoir, primo titolo di Italo Games è un action game sparatutto in pixel art piuttosto riuscito, ben confezionato ed interessante. Difficoltà a parte e sistema di combattimento un po’ così anche col joypad, il titolo ha il grandissimo pregio di ricostruire scene ed azione tipiche e decisamente paragonabili ai film d’azione come Milano Calibro 9 o Milano trema: la polizia vuole giustizia. E ci fermiamo qui perché la lista è più lunga.
Le avventure punta e clicca sono un campo abbastanza apprezzato nel panorama videoludico. Gli italiani non mancano di farsi notare. Lo scorso anno, ma anche più di recente con l’arrivo su console, Detective Gallo si è fatto apprezzare.
L’avventura firmata da Footprints Games dei fratelli Francesco e Maurizio De Angelis ci porta in un giallo-noir molto disneyano made in Italy. A tratti, infatti, sembra di essere a Paperopoli con un protagonista dalle mille regole, dalla forte fibra morale ma ogni tanto un po’ impacciato. Della trama non parliamo, c’è la recensione per questo, ma qui vogliamo ricordare anche il buon doppiaggio dei personaggi principali ed alcune trovate divertenti oltre ad un design ispirato, rotondo e bello da vedere.
Un remake fatto col cuore e dopo tantissimi anni. Gekido Kintaro’s Revenge è uno degli ultimi titoli pubblicati da Naps Team, software house indie messinese che ha in Domenico Barba e Fabio Capone i suoi due unici componenti. Dopo il buon Iron Wings è arrivato il remake del picchiaduro a scorrimento (beat’em up per intenderci) uscito 16 anni prima su GameBoy Advance. Il risultato è un porting quasi “fatto a mano” col codice riscritto qualche modalità aggiuntiva per aumentare la longevità ed una splendida pixel art. Una lettera d’amore per un gioco che è tornato a farsi apprezzare su Switch, PS4, Xbox One e Pc.
Bud Spencer e Terence Hill insieme in un videogioco che ripercorre la loro cinematografia attraverso diversi stage misti tra beat’em up, racing, intermezzi che rievocano le scene più iconiche. Basterebbe solo questo per esaltarsi. Slaps and Beans, conosciuto ad inizio sviluppo come Schiaffi e Fagioli (del resto il titolo finale del gioco è la traduzione in inglese), per farci esaltare. Trinity Team ha realizzato grazie ad una campagna Kickstarter riuscita questo titolo arrivato ad aprile dello scorso anno su Pc e successivamente su console.
Pixel art di grande impatto e musiche originali (molte degli Oliver Onions) a far da sfondo all’azione. Cosa chiedere di più quando si carica il gioco ed oltre al menu iniziale si può ascoltare la colonna sonora di Bulldozer? Un sogno per molti bambini degli anni ’80 che sono cresciuti coccolati da questi film e da queste canzoni… made in Italy (anche gli Oliver Onions, per chi non lo sapesse, sono italiani).
C’è una sorta di poesia quando i videogiochi abbracciano i grandi classici della letteratura. Immaginate un’atmosfera costantemente cupa, marinaresca dove il pericolo è dietro l’angolo e dove la navigazione ha le sue difficoltà oggettive. Unitela ai racconti di Moby Dick e miscelate il tutto in un gameplay strategico-gestionale vecchio stile e dannatamente profondo.
Nantucket, che noi abbiamo eletto miglior gioco italiano dello scorso anno, è un’avventura marinaresca con i fiocchi contornata da un lato artistico sapientemente realizzato da Picaresque Studio. Una piccola gemma che offre una grande sfida e tanti scorci narrativi accompagnati da un bel lato artistico e da un commento sonoro “piratesco” d’eccezione. A tratti ci è sembrato di rigiocare a Sid Meier’s Pirates!, uno dei classici di ogni tempo. Complimento migliore non potevamo fare a questo talentuoso team indie. Un affresco made in Italy fatto di pixel, sfida, narrativa ed atmosfera.
ALTRI TITOLI DA MENZIONARE
Giusto quanto meno menzionare alcuni altri giochi. Tra questi Remothered: Tormented Fathers un action adventure firmato dai siciliani diStormind Games. Il titolo a base horror ha recentemente vinto il titolo di miglior gioco italiano agli Italian Video Game Awards dello scorso aprile.
I GIOCHI MADE IN ITALY DEL FUTURO, C’E’ LA BALDO MANIA
Ma il futuro del Made in Italy si presenta altrettanto roseo. A guidare la ciurma dei giochi più attesi ci pensa Baldo. Naps Team ha pubblicato un mesetto fa il primo video con gameplay ed ha fatto il boom di visualizzazioni. Il progetto del team siciliano è stato adocchiato nientepopodimeno che da Studio Ghibli mentre valanghe di visualizzazioni sono state raggiunte in breve tempo sui canali YouTube di IGN, Microsoft, Sony e Nintendo.
Baldo è ancora un gioco piuttosto misterioso ma il suo stile che rievoca e rende omaggio alle produzioni dei maestri d’animazione giapponese (proprio Studio Ghibli, ndr) lo sta facendo apprezzare il tutto il mondo. Va da sé che questo action adventure sia uno dei giochi italiani più attesi non solo nel nostro stivale ma anche in tutto il resto del mondo.
In questo 2019 dovrebbe arrivare anche Pride Run, un gioco che vuole sensibilizzare il mondo sull’esistenza ed i diritti della comunità LGBTQ. Le parate del Gay Pride ma non solo. E’ produzione indie di IV Productions e Steam Factory.
Ivan Porrini, autore di Ghostly Matter, ha annunciato a fine anno The White Horse. Sarà un platform con combattimenti all’arma bianca non lineari, la possibilità di scelta del personaggio senza inflessioni RPG. Ma si sa ancora pochino.
OutOftheBit ha presentato all’EGX 19 di Londra Super Arcade Race. Secondo i piani degli autori dovrebbe arrivare entro fine anno su Pc, Mac, console e dispositivi mobile. La versione finale dovrebbe proporre 100 vetture, oltre 60 livelli con ambientazioni che riportano agli anni ’90 e disegnate a mano.
Lo stesso team sta lavorando – anche se il progetto è al momento messo in ghiaccio – Super Arcade Football. Il titolo calcistico stava venendo su bene ma gli autori hanno dato una frenata allo sviluppo per rivedere il progetto e le dinamiche. Fino ad ora abbiamo visto un gran potenziale ma gli sviluppatori vogliono avere le idee chiare e probabilmente tornare alla strada originale abbandonando il 3d.
Non possiamo non dedicare un po’ di spazio a PsychoDev che sta realizzando Chronicle of Innsmouth: Mountains of Madness. Con una grafica più definita, un lato artistico più marcato e l’atmosfera che rievoca i classici in pixel art delle avventure grafiche punta e clicca, il nuovo capitolo della serie ad ambientazione lovecraftiana è in lavorazione.
Abbiamo provato le breve, ma intensa, demo. E promette molto bene. Giusto, inoltre, ricordare come il titolo, sequel del buon Chronicle of Innsmouth, sia stato protagonista di una fruttuosa campagna Kickstarter che ha permesso agli autori di raccogliere oltre 11.000 euro.
Tra i titoli indie particolari segnaliamo anche Nauticrawl. Gioco (qui la nostra anteprima) firmato da Andrea Interguglielmi che ci porta nelle profondità marine all’interno di uno scafandro. Atmosfera cupa, claustrofobica accentuata dal fatto che non vederemo il paesaggio sottomarino che ci circonda ma dovremo capire come far funzionare questo apparecchio per risalire in superficie ed uscire dal pericolo.
Ultimo ma non ultimo, Alaloth, RPG firmato da Gamera Interactive, guidata da Alberto Belli. Si caratterizza per le sue atmosfere fantasy e per la collaborazione con uno dei maestri dei giochi di ruolo, Chris Avellone.
Alaloth – Champions of The Four Kingdoms, questo il titolo completo del gioco, includerà quattro razze giocabili (Umani, Elfi, Nani ed Orchi), una visuale isometrica con azione istantanea e combattimenti profondi, multiplayer locale e cooperativo fino a quattro giocatori, oltre 40 tra casati e clan con cui lottare e dalle quali trarre spunti per il proprio background. Ed altro.
Insomma, c’è da essere contenti per quanto uscito e fiduciosi per il futuro. La schiera di team indie si infoltisce sempre più. Il Made in Italy può sicuramente continuare a dire la sua e le premesse per ulteriori soddisfazioni grazie a più decisi passi in avanti ci sono tutte.
Il mondo indie nostrano, mostra anche se con una certa lentezza, che anche dalle nostre parti è possibile sviluppare prodotti interessanti e ricchi di spessore. Non solo Milestone con i suoi titoli motoristici, ma un vero e proprio microcosmo di piccoli sviluppatori. O altri validi esponenti come 34BigTings (Redout) o Naps Team (Gekido, Iron Wings) o anche PsychoDev (Chrnonicle of Innsmouth) e MixedBag (Forma8) solo per citarne qualcuno, hanno saputo tenere alto il tricolore.
Andrea Interguglielmi, sviluppatore di Nauticrawl, dungeon crawler pubblicato da Armor Games, insieme a The Gazette of Independent Gaming (GOFIG), ci ha invitato a provare la prima beta di questo interessante titolo. DannyDSC ci parla con una interessante anteprima di questo particolare titolo che ha già la sua pagina su Steam e dovrebbe debuttare nel corso di quest’anno.
Buona lettura.
QUANDO NETHACK, INCONTRA JULES VERNE E FRANK HERBERT
Un mondo a noi sconosciuto. I protagonisti della nostra storia, rubiamo un nauticrawl (un incrocio tra un ornitoptero di Dune e il sottomarino di Ventimila leghe sotto i mari) con cui potremo esplorare lande desertiche, affrontare pericoli, vivere mille peripezie e avventure.
Questo è, più o meno, il concept che fa da base al gioco, ma in questa anteprima non ne parleremo. Ispirazioni, similitudini, parti storiche, saranno tutte affrontate in sede di (succosa) recensione.
Vi basti sapere che la breve introduzione con tanto di colonna sonora d’accompagnamento, sono pura poesia artistica (chi dice che i giochi non siano arte, a molto spesso sbaglia), che ci ha immediatamente catturato.
ACCENDI, SCAPPA E… SCOMPARI
Approdati nel nostro veicolo, il primo impatto è freddo come il ghiaccio. Non sappiamo perché abbiamo rubato questo veicolo, non sappiamo la nostra storia, non sappiamo dove andare, ma soprattutto, non abbiamo una sola idea di come far funzionare il tutto.
Ci troviamo di fronte ad un abitacolo con una serie di leve, pulsanti e comandi. Ma come riuscire a muoverci? Come possiamo fare il primo passo in questo mondo che vogliamo a tutti i costi esplorare? La miglior risposta che possiamo darvi è che si va per tentativi, ma sempre con coerenza. Nauticrawl non è un titolo casual, vuole che il giocatore presti attenzione a tutto, ma proprio tutto. E va preso seriamente, sia per quanto riguarda la conduzione del nostro veicolo, sia per l’esplorazione.
Attivata la leva che farà accendere il mezzo, una breve guida posta sullo schermo a fianco di quello che sembra un radar, ci darà alcune indicazioni sui comandi. È bellissimo perché anche se le informazioni sono scarsissime, ci sentiamo davvero immedesimati nel contesto di gioco. Non c’è un tutorial che spiega passo dopo passo come lavarsi i denti: avete solo una lista delle funzioni del mezzo, il resto dobbiamo capirlo da soli.
Mentre iniziamo a toccare tasti, leve e schermi come fossimo tornati bambini, notiamo in alto a fianco della leva di accensione del veicolo, un segnalatore formato da una serie di “celle” con sotto una linea. Mentre procediamo nell’esplorazione dei comandi, le celle pian piano si spengono, e la linea aumenta passando dal colore blu, all’arancione. Capiamo immediatamente che quei indicatori non rappresentano il mezzo che si sta muovendo, ma qualcosa che sta esaurendo la carica. Presi dall’angoscia iniziamo a smanettare tutte le leve cercando di accendere i motori mentre lo schermo a fianco del radar ci continua a dire “engine set to 70%, 80%, 20%”.
Non riusciamo ad accendere il mezzo. La corsa contro il tempo purtroppo non da esiti positivi, e all’esaurimento della batteria si apre un piccolo sportellino, posto proprio sopra il radar. Ci impediva di premere un pulsante rosso, ora disponibile, che ovviamente premiamo senza indugio. Veniamo “accecati” da una luce, e catapultati nel menu principale.
Bene, la prima lezione che abbiamo imparato è che quando si esaurisce la batteria, si attiva il tasto di autodistruzione. Ma perché? Non potevamo scendere dal mezzo e cercarne un altro? O non possiamo? Queste domande sono ancora senza risposta, e forse sarà così anche nella versione finale. Decidiamo di ripartire, quindi tornati nel nostro abitacolo, questa volta cerchiamo di essere più veloci e tenere la barra relativa alla quantità di energia in uso sempre sul blu.
Scopriamo che quando consumiamo troppa energia, le celle si consumano più in fretta, mentre se teniamo il consumo a livelli bassi, abbiamo più tempo. Ma ancora non sappiamo come accendere i motori, ne sappiamo come muovere il mezzo.
Abbiamo capito che possiamo gestire sia la “potenza” del motore, sia quanto carburante assegnare ad esso. Il radar ci mostra dove siamo, e c’è uno schermo che riepiloga il nostro inventario, e anche una serie di informazioni salvate su una sorta di notepad. Ma al momento nulla è serbato in quei archivi, probabilmente saremo noi che durante l’esplorazione svilupperemo una sorta di diario personale. Siamo già esplosi diverse volte, tuttavia non vogliamo arrenderci. Ad ogni nuova partita i nostri movimenti si fanno più fluidi, veloci, sicuri. Poi veniamo colti da una lucetta proprio sopra la leva della gestione del motore, e decidiamo di premerne il pulsante. Non accade niente.
Frustrazione, accidenti ma è possibile che non riusciamo a capire come fare? Teniamo il pulsante premuto più per rabbia che per ragionamento, e come spesso accade quando non si ha più nulla da provare, il rombo e quel “tun tun tun” classico dei motori a combustione, ci conferma che il motore, ora è acceso. Vittoria! Tripudio! Ce l’abbiamo fatta! Ora è il momento di “giocare”, partiamo per esplorare e che i tesori abbondino nella nostra stiva…
CI CREDEVATE SUL SERIO?
Acceso il motore del Nauticrawl subito ci spingiamo avanti ed indietro, ma ci dimentichiamo come “girare”, come voltarci. Questo ci porta ad altre due/tre autodistruzioni, ma alla fine ricordiamo l’indicazione riferita ai tasti “A” e “D”, e godiamo di un’altra piccola vittoria. Grazie al nostro radar, ci muoviamo nella mappa ma c’è un problema, la porta che troviamo è sempre chiusa, e non riuscendo ad aprirla, rimaniamo bloccati.
Questo ci porta a consumare carburante, batterie, e all’inesorabile autodistruzione. È anche vero che dopo ogni game over, siamo sempre più veloci, consumando meno energia e propellente. Scopriamo che la quantità di carburante è legata alla quantità di tempo che dovremo aspettare prima di compiere un salto nella vastità del deserto che vogliamo a tutti i costi esplorare. E scopriamo che la percentuale alla quale i motori verranno portati, sarà equivalente alla distanza percorsa dal salto stesso.
Ma quella porta rimane sempre chiusa. Anche in questo caso, si va a tentativi, e scopriamo ben presto che un monitor posto ancora più a destra ci fa anche da “navigatore”, e che possiamo interagire con una serie di menu per attivare comandi, o requisire materiali. Riusciti ad aprire la porta, ci addentriamo con sempre più sicurezza tra i livelli che vengono mostrati dal radar, senza uscire fuori dal nostro abitacolo.
Prima o poi ci avventureremo in qualche landa desolata come in Vagrus? Incontreremo carovane e mostri che abbiamo sognato solo da bambini, quando nostro nonno ci raccontava qualche storia? Anche qui, non possiamo rispondervi, ma la mente vaga durante l’esplorazione, mentre cerchiamo di evitare torri armate che ci attaccano, danneggiando lo scafo, ed incontriamo relitti di vecchi mezzi e casse, che porteranno nella nostra stiva, l’agognato carburante che servirà tanto quanto l’acqua serve all’uomo per vivere. Troveremo anche tecnologia che ci permetterà di gestire al meglio il nostro mezzo, parti di ricambio, e diari personali.
Questa parte, l’esplorazione, è davvero ben fatta ed accattivante. Poco importa se non possiamo uscire dal mezzo, poco importa se non vediamo fisicamente i nostri nemici. Il radar e le icone in pieno stile Nethack tanto bastano per immedesimarci ancor più in questo gioco.
Claustrofobia, gioia, rabbia, frustrazione, esaltazione, sono alcune delle emozioni che ci faranno da compagne di viaggio lungo il nostro percorso, che arriverà fino a… a dove? Purtroppo non possiamo rispondervi, perché trattandosi di una beta, la storia è appena abbozzata. Ma il concept è davvero entusiasmante, e capiamo benissimo le ragioni che hanno spinto Armor Games a supportare lo sviluppatore.
Ecco, forse la parte più frustrante di Nauticrawl è il fatto di andare per tentativi, il più delle volte a vuoto, per poi morire. Qualcosa però si apprende sempre, e quando ricomincia, si è sempre migliori e meglio preparati rispetto alla partita precedente. Il gioco non aiuta per niente, ma questa è parte dell’esperienza o il fatto che ci troviamo di fronte alla prima beta? Noi crediamo che la verità stia nel mezzo, e quindi la risposta migliore che ci sentiamo di darvi è, “sì” in entrambi i casi. Questa beta vuol farci familiarizzare con i comandi, indicando allo sviluppatore bug e punti da migliorare.
Ma sicuramente, il gioco vuole spingere noi a provare a riprovare, usare la testa e ragionare su quello che facciamo. Stare attenti a non sprecare nulla, esplorare con attenzione ogni angolo anfratto. Facendo attenzione ai nemici, ma con coraggio, avventurarci tra le dune, con in cuore la speranza di trovare un relitto colmo di rifornimenti e tecnologie che ci aiuteranno nel proseguo della nostra avventura.
COMMENTO FINALE
Nauticrawul è un prodotto molto interessante. Qualche miglioramento è auspicabile, come ad esempio leve “fisiche” per ruotare il nostro mezzo, ma se dovessimo decidere tra un’esperienza più user friendly e questa, ammettiamo di essere propensi per la seconda opzione. Sempre più titoli ad oggi guidano su ogni cosa rendendo il gamer un vero utente, un mero strumento alle finalità del gioco stesso.
Quindi apprezziamo sempre, prodotti che vogliano un giocatore pronto a spendere tempo per pensare, invece che per premere a raffica i pulsanti. Non ci resta altro da fare che aspettare la nuova beta, consci che l’opera di Andrea Interguglielmi, ha davvero qualcosa da dire tanto per l’ambientazione e il concept, quanto per l’esperienza che vuole trasmettere al giocatore.