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Silence, Recensione Pc
Daedalic Entertainment, noto sviluppatore e distributore tedesco, con Silence ci porta a rivistare i territori e l’atmosfera che aveva offerto con The Whispered World nel 2009. Purtroppo noi non abbiamo giocato a quest’ultimo, ma la differenza sostanziale nella titolazione ci fa presumere che la correlazione tra i due sia piuttosto limitata. In ogni caso, ci auguriamo che questo fattore non possa inficiare le nostre impressioni.
Ma perché siamo così formali? Sarà forse il titolo che ci impone quasi un silenzio da biblioteca? Non sia mai! Silence, infatti, è un’avventura grafica la cui parte più ardua da affrontare per i giocatori sono alcuni temi trattati, mentre a livello di meccaniche il tutto è estremamente semplice, intuitivo, simpatico, scorrevole e, soprattutto, molto bello da vedere. Notate bene: tutti le immagini presenti in questo articolo rappresentano la grafica di gioco.
A LEZIONE DI DISEGNO
Ciò che balza all’occhio immediatamente è la maniera in cui gli artisti sono riusciti a fondere perfettamente sia il comparto a due dimensioni che quello a tre, che uniti vanno a creare una commistione estetica davvero degna di nota e tutta da ammirare. I bordi dei personaggi stessi sembrano talvolta sfuggire al nostro sguardo, quasi come se volessero fondersi davvero con l’ambiente circostante.
Avete notato come ci siamo subito buttati sul comparto grafico? I motivi sono due, ed entrambi positivi. Il primo è, molto semplicemente, dovuto a quanto questo aspetto sia importante per Silence e contribuisca a renderlo ciò che è. In secondo luogo e come anticipato, il titolo non presenta praticamente alcuno scoglio per quanto riguarda gli enigmi. Gli appassionati delle avventure grafiche vecchia scuola sono quindi avvertiti, in quanto non troveranno nulla che metterà a vera prova il raziocinio. Inoltre, tramite la pressione di un tasto è possibile non solo visualizzare tutti gli oggetti interagibili tramite il mouse, ma anche accedere a un suggerimento più o meno velato riguardo l’azione necessaria per poter proseguire. La totale assenza di un elemento praticamente caratteristico di questo genere quale l’inventario, beh, dovrebbe rendere bene l’idea una volta per tutte.
È evidente come quest’ultimo aspetto potrebbe far storcere il naso ad alcuni, ma la Daedalic Entertainment non ha provato a nascondere neanche per mezzo secondo la sua volontà di creare un titolo con la dose giusta di ingenuità e, anche, genuinità. I personaggi appariranno innanzi a noi in maniera del tutto naturale, manifestandosi con pochi gesti e parole per quello che sono e senza particolari sotterfugi. La meccanica più complessa, di fatto e se vogliamo, è la possibilità di poter passare da un personaggio all’altro allorquando essi si troveranno in luoghi prossimi ma differenti, talvolta in maniera complementare per risolvere enigmi incrociati.
ESSERE SORPRESI È MEGLIO
È abbastanza di norma introdurre il contesto narrativo di un dato gioco, anche un po’ per convenzione e per rompere il ghiaccio. Quando noi abbiamo avviato Silence, però, non avevamo idea di che cosa ci aspettasse, e la cosa ha senz’altro giovato alla nostra esperienza provocando stupore e sorpresa al tempo stesso. Potremmo dirvi che cos’è il mondo di Silence senza dirvi di più di quanto è possibile leggere nella descrizione del gioco ufficiale in rete (cioè molto più del necessario a nostro avviso), eppure preferiamo non farlo.
Preferiamo invece concentrarci su Spot (o “Spotty”), personaggio che accompagnerà Noah e sua sorella minore Reine in questa avventura breve (circa 5 ore). Si tratta di una creatura minuta simile a un lombrico in grado di appiattirsi a dismisura o gonfiarsi fino a diventare un pallone. È inoltre in grado di ingerire anche elementi letali o meno come la lava, e queste sue capacità saranno naturalmente la chiave di risoluzione di alcuni rompicapi. Durante il gioco talvolta dovremo scegliere tra due opzioni di dialogo, nonché risolvere alcuni brevi mini-giochi puntualmente basati sull’utilizzo del mouse.
Non c’è molto altro da aggiungere, se non che gli ambienti presentati si sono puntualmente rivelati non solo ben realizzati, ma anche vari. Possiamo quindi avviarci alla conclusione.
COMMENTO FINALE:
Silence è un’avventura che ci ha catturato, che ci ha fatto ridere e anche un poco commuovere. L’ingenuità e la genuinità (lo abbiamo già detto prima, ma ci piace il gioco di parole) vanno di pari passo con la scorrevolezza del tutto, resa possibile da rompicapi tutt’altro che impegnativi ma, tuttavia, con alcune sorprese in serbo.
Non possiamo evitare di elogiare nuovamente non solo il comparto grafico, ma anche quello musicale. Quest’ultimo infatti salterà all’orecchio sin dal menu principale, e non ci lascerà fino alla fine. La spontaneità dei personaggi (soprattutto di Spot o della piccola Reine) sarà sempre fonte di ilarità.
Uniche note leggermente amare? Verso la fine abbiamo avuto l’impressione che la vicenda premesse sull’acceleratore, non portando avanti o approfondendo personaggi appena incontrati o con cui ci eravamo da poco riuniti. Inoltre, il ritmo dei dialoghi talvolta ci è parso troppo sostenuto e innaturale, ma nulla che abbia compromesso la comprensione in generale.
Pregi
Graficamente ottimo e musicalmente stimolante. Scorrevole sia nei rompicapo che nelle situazioni senza intoppi. Ingenuo al punto giusto.
Difetti
Gli appassionati delle avventure grafiche vecchia scuola potrebbero non gradire la semplicità di Silence. Verso la fine accelera un po’ troppo il ritmo.
Voto
8
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