E’ ora di sfrecciare per le calienti strade del Brasile con l’aggiornamento Devs Hometown di Horizon Chase Turbo (da noi recensito nelle sue versioni Pc, PS4 e Switch). Per celebrare le proprie origini Aquiris Game Studio ha rilasciato un nuovo aggiornamento gratuito per il titolo. Dopo aver completato un lungo e avvincente World Tour, le corse raggiungono ora la deliziosa città di Porto Alegre, città natale degli sviluppatori.
Per onorare questa speciale celebrazione, l’aggiornamento gratuito include due nuovi tracciati che si svolgono nella città di Porto Alegre e un’auto aggiuntiva, la Minuano, con sei skin incluse. In Horizon Chase Turbo, tutte le skin saranno disponibili al lancio, mentre Horizon Chase World Tour le riceverà gradualmente in aggiornamenti futuri. Devs Hometown è ora disponibile sulle versione Pc, PS4, Xbox One e mobile; gli utenti Switch dovranno invece attendere qualche altro giorno.
Di seguito il trailer ufficiale dell’aggiornamento. Buona visione.
LA MINUANO, UNA VERA AUTO BRASILIANA
La nuova auto, Minuano, è ispirata a un modello nostalgico progettato e prodotto a Porto Alegre negli anni ’80. L’aggiornamento Devs Hometown offre inoltre due tracciati aggiuntivi. Guaíba Sunset e Nightfall a Porto Alegre, pieno di riferimenti a punti chiave della città natale degli sviluppatori di Horizon Chase Turbo.
Sandro Manfredini, direttore aziendale di Aquiris Game Studio, ha commentato:
Non potremmo essere più entusiasti di presentare la nostra città natale a milioni di giocatori di Horizon Chase. Il concetto del gioco è quello di correre in alcune delle città più iconiche del mondo, presentando meravigliosi orizzonti e aspetti autentici di ognuno di essi. Quindi, pensare ai punti di riferimento e scegliere quali potrebbero essere gli aspetti più autentici della nostra città è stato davvero divertente da fare. E la nuova colonna sonora è la miglior ciliegina sulla torta che abbiamo potuto inserire in questo aggiornamento. Speriamo che tutti i giocatori possano apprezzare il lavoro compiuto tanto quanto noi.
Israel Mendes, direttore marketing di Aquiris Game Studio, ha aggiunto:
Il chorus della canzone Deu Pra Ti , composta dai musicisti locali Kleiton e Kledir, è accattivante e pieno di magia. Per le persone che vivono qui, è come un inno non ufficiale di Porto Alegre. Avere Barry Leitch che aggiunge arpeggi e accordi su di esso ci ha fatto sentire un mix di sensazioni passate e presenti straordinarie.
NUOVE SFIDE SETTIMANALI SU MOBILE
Nella versione mobile del gioco, infine, i giocatori di Horizon Chase World Tour troveranno una nuovissima modalità Sfide settimanali, ora disponibile per tutti. Questa esperienza offre una nuova serie di tracciati con regole e sfide diverse ogni settimana.
Alcuni round di tali sfide offriranno premi esclusivi ai giocatori che riusciranno a superarli, come per esempio delle nuove skin per auto. I giocatori Premium riceveranno l’accesso a contenuti aggiuntivi come riconoscimento per il loro supporto al gioco.
L’Horizon Chase World Tour è la prima grande novità di questo 2020 per la versione mobile del racing targato Aquiris. La software house brasiliana ha presentato la roadmap di questo tour che offrirà un’esperienza ampliata a tutti i giocatori. Con oltre 14 milioni di download, il retro racer in stile moderno continua a essere considerato uno dei migliori giochi di corse per dispositivi mobili con una community di giocatori in continua espansione.
Per iniziare, il team di Porto Alegre ha lanciato un’interfaccia utente rinnovata per gadget moderni e un contenuto gratuito di prova gratuita che offre 3 coppe complete per il divertimento di tutti. A partire da oggi, i giocatori potranno correre gratuitamente su 30 piste nella modalità campagna, ottenendo l’accesso a un massimo di 7 auto. Inoltre, i piloti che decidono di acquistare il gioco manterranno i loro progressi e sbloccheranno l’accesso a tutti i vantaggi di un’esperienza Premium migliorata. Ecco il trailer di presentazione.
La nuova interfaccia utente offre un’esperienza moderna che imposta il gioco per i suoi futuri aggiornamenti ed evidenzia gli elementi chiave di cui i giocatori devono essere consapevoli mentre corrono in movimento. Insieme a una serie di gameplay e regolazioni delle prestazioni, l’aggiornamento garantisce una migliore esperienza su tutti i dispositivi mobili, tra cui una migliore risoluzione nativa e supporto per diversi formati di rapporto dello schermo.
SFIDE SETTIMANALI
A maggio, il gioco riceverà uno dei suoi aggiornamenti delle funzionalità più significative dal suo lancio originale. Le Sfide settimanali offriranno una selezione di brani con regole e condizioni diverse. La modalità sarà disponibile per ogni giocatore, ma gli acquirenti della versione Premium avranno accesso a sfide e premi aggiuntivi.
Cosa c’è di nuovo:
Interfaccia utente rinnovata
Esperienza di prova gratuita estesa con 30 piste e 7 auto da sbloccare
Aspettati un flusso costante di aggiornamenti in arrivo su Horizon Chase World Tour nel 2020
Aquiris sta anche allestendo un nuovo negozio in cui i giocatori troveranno una serie di contenuti aggiuntivi che saranno offerti per tutto il 2020.
Disponibile per Android e iOS, Horizon Chase World Tour offre un viaggio frenetico in tutto il mondo, in cui i corridori visiteranno 40 città e 93 piste con 10 Coppe da conquistare. Con oltre 20 auto da sbloccare, il gioco riceverà una nuova serie di funzionalità nel corso del 2020 come modo per restituire una community di giocatori e in crescita.
Oggi, con questa maledetta pandemia che ha bloccato tutto e tutti, possiamo sfidarci comodamente online. Si sono create così delle gare competitive alternative, anzi, esportive, in tutte le discipline. Dal calcio al basket ma anche il mondo dei motori si è dato da fare. Tanti, infatti, gli eventi che hanno coinvolto piloti reali e star del virtuale. Questo grazie ai vari Assetto Corsa Competizione, F1 2019, Nascar, MotoGp ed altri. Avendo, però, un’anima retro – anche perché a giugno chi vi scrive compirà 43 anni – vi parliamo di alcuni racing game, di corse, che hanno fatto la storia dei videogiochi. Non sono necessariamente i migliori ma sono quelli che vogliamo ricordare in questa rassegna. E saranno elencati in ordine cronologico. Giusto nominare gli amici di Pressracing visto che tale lista è in grandissima parte quella pubblicata dal noto portale con qualche piccola aggiunta che include anche racing non solo sportivi ma che comunque hanno scritto la storia in questo settore.
Detto questo, vi auguriamo una buona lettura di questo nostro racconto (spiccio ma non troppo) di quei retro racing games da ricordare.
WIPEOUT PER MAGNAVOX ODYSSEY
Non possiamo iniziare questa lista sui retro racing games con lui: Wipeout per Magnavox Odyssey. Da non confondere con il futuristico Wipeout che dal 1995 è fiore all’occhiello delle console PlayStation.
Il perché è presto detto: si tratta probabilmente il primo “videogioco” racing di sempre. Abbiamo scritto la parola videogioco tra virgolette non a caso: era un mix perché appariva un circuito sullo schermo e si guidavano tramite il controller della console Magnavox, nata nel lontanissimo 1972 (e tra due anni saranno nozze d’oro per questa “macchina”) ed arrivata in Italia tre anni dopo, un quadrato di luce che si doveva guidare attraverso il percorso su schermo.
Dal risultato ottenuto poi si passava ad un tabellone su tavolo e si spostava la propria pedina nella casella designata. Un mix tra gioco da tavolo e videogioco, altamente sperimentale ma decisamente affascinante. Il tempo era segnato da un quadrato di luce che attraversava lo schermo ed era tenuto dal giocatore che premeva un pulsante sul controller ogni volta che questo quadrato attraversava lo schermo. Le dinamiche le comprenderete meglio grazie al video pubblicato sul canale YouTube di OdysseyNow che condividiamo.
SPEEDWAY (O RACE)
Fa sempre parte della “preistoria” dei videogiochi. Speedway, o Race, era un po’ più evoluto dal punto di vista tecnico anche se aveva un gameplay decisamente più elementare di Wipeout. Sicuramente più semplificato ed adatto allo standard videoludico in quanto immediato. Gran cosa.
In Speedway (o Race) si guidava una monoposto con visuale dall’alto e due o tre colori su schermo. Obiettivo quello di evitare le altre vetture e realizzare il miglior punteggio. Il tutto spostandosi a destra ed a sinistra in un rettilineo infinito.
Da notare come fossero implementati gli impatti e fossero integrati gli effetti sonori per accelerazione, decelerazione ed incidenti. Questo titolo del 1978 faceva parte di una compilation che includeva anche Spin-Out, che citiamo immediatamente a seguire, e Cryptologic a firma di Philips per la sua console Videopac (in Europa) e per, appunto, l’Odyssey Magnavox (negli Usa).
SPIN-OUT
Il gioco faceva parte della stessa compilation per Philips Videopac ed Odyssey Magnavox del 1978 di cui abbiamo appena accennato. Spin-Out permetteva di correre su monoposto con visuale sempre dall’alto in un circuito e sfidare un amico.
TURBO
Tre anni dopo la tecnologia migliorò. Parecchio facendo sembrare miracolosi gli altri titoli che vennero pubblicati. SEGA uscì dal cilindro Turbo che nel 1981 invase le sale giochi di tutto il mondo per poi approdare nel 1983 anche nel mercato delle console di casa (ColecoVision ed IntelliVision). In Turbo si guidava una monoposto attraverso dei percorsi che andavano da un punto A ad un punto B cambiando ovviamente ambientazione ma anche condizioni meteorologiche ed ore diverse del giorno con differenti luci.
Le vetture ricordano quelle di F1 benché – come detto – non si pilotava in un circuito chiuso.
Per passare allo stage successivo il giocatore deve superare almeno 30 avversari. Già notevole l’intelligenza artificiale: con vetture facili da sorpassare ed altre che sfrecciano all’improvviso. Nel primo stage, il giocatore ha vite illimitate ma successivamente si hanno solo tre possibilità e si riceve un’auto successiva (fino ad un massimo di quattro) per ogni round completato. A complicare il tutto anche un’ambulanza che di tanto in tanto percorre la nostra strada segnalata dall’immancabile bandiera gialla.
Tecnicamente gradevole e per l’epoca quasi sontuoso con tante ambientazioni, cittadine con palazzi ai lati della strada, ponti sul mare ed altro, o innevate con alberi a fare da contorno al percorso. E sempre per l’epoca era spettacolare visto che soprattutto gli ambienti urbani presentavano palazzoni ai lati.
C’erano anche i tunnel da attraversare e si doveva fare attenzione anche alle pozzanghere. E c’erano anche dei rudimentali saliscendi che complicavano ancor di più il compito del giocatore dando anche un senso di realismo mai raggiunto, per ovvi motivi, prima. Visuale in terza persona dall’alto con sprite delle monoposto molto piccoli ma già più definiti rispetto al passato. Una vera e propria pietra miliare dei retro racing games arcade.
POLE POSITION I & II
È il 1982, un anno intensissimo anche per la Formula 1 con i lutti di Villenevue a Zolder in Belgio e Paletti in Canada ed il successo finale del finlandese Keke Rosberg, padre di Nico che nel 2016 lo avrebbe imitato. In sala giochi esce un titolo destinato a scrivere la storia non solo dei racing games ma anche dei videogiochi in generale. Parliamo di Pole Position, sviluppato da Namco e pubblicato anche da Atari.
Fu un successo clamoroso. Fu un vero e proprio balzo in avanti dal punto di vista tecnico grazie ad una grafica concreta con prospettiva in “terza persona”. Questa consentiva di visualizzare la monoposto da dietro e guidarla attraverso il circuito del Fuji. E, un dato tecnico da non sottovalutare, le monoposto erano molto più grandi rispetto a quelle di altri titoli concorrenti.
Il gameplay si divideva in due fasi: un giro di qualifica da completare entro il tempo limite, pena il game over, e poi il gran premio vero e proprio. Qui si dovevano affrontare, sempre entro il tempo limite, le altre vetture guidate dall’intelligenza artificiale ma anche fare attenzione agli ostacoli: pozzanghere e macchie d’olio che favorivano l’uscita di pista.
In sala giochi questo titolo disponeva di volante, acceleratore, freno e due marce ed era possibile effettuare il controsterzo. Gli incidenti causavano perdite di tempo nonostante le catastrofiche e spettacolari – per l’epoca, esplosioni della monoposto.
L’anno dopo venne proposto Pole Position II che aggiungeva alcune migliorie grafiche, ancora più nitida e fluida, nonché la presenza di altri tre circuiti (Suzuka, Seaside ed una, chiamata Test, identica all’ovale di Indianapolis). Da notare come il game designer dei due Pole Position, fosse Toru Iwatani, il papà di Pac-Man. Gioco poi riproposto anche nel recente passato pure su dispositivi mobile. Non poteva assolutamente mancare nella storia dei retro racing games visto che ne rappresenta un pilastro.
PIT STOP I & II
La copertina di Pit Stop su C64 con il tipico stile artistico dei titoli Epyx dell’epoca (Fonte: Wikipedia)
Anno 1983 ed Epyx, software house americana che di li a poco sarebbe diventata famosa a livello mondiale grazie ai suoi titoli sportivi multi-evento su Olimpiadi estive ed invernali ed altri titoli che scrissero un’epoca come World Games e California Games (per non parlare di titoli di altro genere, Mission Impossible I e II) lanciò Pitstop. Il gioco uscì per Commodore 64 e ColecoVision.
Anche in questo caso gli sviluppatori sfruttarono la visuale in terza persona da dietro con strada che si vede in prospettiva verso l’altro. Il gameplay permetteva libertà nei movimenti e contemplava unicamente il cambio automatico. Gli impatti con il bordo pista e con le vetture guidate dall’intelligenza artificiale comportano solo un rallentamento.
Ma, grande novità e sintomo di progresso nell’intelligenza artificiale chiamata a gestire altri parametri inediti fino a quel momento, c’era l’usura delle gomme. E gli impatti aumentavano la velocità di questo processo. Si doveva far caso anche al carburante che era limitato. Ragion per cui, la sosta ai box – che si poteva effettuare sempre prima del traguardo – era di vitale importanza per vincere o ottenere risultati interessanti. Se scoppia una gomma o termina il carburante si materializza il temuto game over.
Andando ai box il giocatore guidava un team di quattro tecnici composti dall’addetto al carburante, due al cambio gomme e l’ultimo che dà la segnalazione per la ripartenza. E c’era anche una mini-mappa che aiutava ad orientarsi nel circuito. In termini di contenuti c’erano sei piste con gare che andavano dai tre ai nove giri. Inoltre si poteva decidere se correre su una pista, o un mini campionato di tre piste a caso o tutto il “campionato” ottenendo punteggio cumulativo basato sui risultati e sul numero di giri conclusi.
Nel sequel, uscito l’anno dopo (1984), ed intitolato quasi ovviamente Pit Stop II, la novità più grande fu l’introduzione del multigiocatore. Due utenti potevano sfidarsi in contemporanea con lo schermo condiviso orizzontalmente. Anche in modalità single player esisteva questa divisione ma nel riguardo in basso veniva mostrata una monoposto controllata dalla CPU. Tecnicamente inoltre, il gioco era decisamente più bello da vedere. Questo sequel venne pubblicato anche per Apple II, Atari 800 e Pc. Insomma, una pietra miliare che merita un posto nella storia dei retro racing games.
BUGGY BOY
Tatsumi in sala giochi nel 1985 ed Elite per le conversioni per il mercato casalingo, pubblicarono uno dei racing più divertenti di sempre: Buggy Boy. In questo titolo si guida un buggy attraverso diversi circuiti tra cui un tracciato chiuso da percorrere 4 volte ma anche altri a tappe chiamati semplicemente Nord, Sud, Est, Ovest di difficoltà crescente.
Peculiarità è il gameplay folle per l’epoca che invitava il giocatore a raccogliere delle bandierine ma anche di evitare ostacoli naturali e artificiali come burroni o steccati. Si possono sfruttare alcuni elementi ambientali per manovre spettacolari come i tronchi d’albero che si possono sfruttare per saltare ed evitare ostacoli. O delle pietre piccole che ci fanno guidare in bilico su un lato. In questa posizione, e qui c’è una finezza dell’intelligenza artificiale, il tronco d’albero utilizzato normalmente, come abbiamo accennato, per saltare, diventa un ostacolo.
È chiaramente una corsa a tempo con relativi bonus ai vai checkpoint in base al crono effettuato. Più veloci si è, più bonus si hanno.
Grafica coloratissima e dettagliata sia in sala sia anche per la versione C64 che fu una delle più riuscite per gli home computer. Un must dei retro racing games.
OTU RUN
Non è un titolo prettamente sportivo, ma Out Run non può mancare in uno speciale che parla di racing game. Nel settembre del 1986, SEGA e Yu Suzuki lasciarono i videogiocatori di sasso facendoli innamorare di Out Run.
Al volante di una Ferrari Testarossa Spider, gli appassionati dovevano guidare attraverso un percorso ad albero (altra innovazione) lungo tracciati fittizi ma estremamente evocativi. Una corsa contro il tempo e contro gli imprevisti di un traffico normale e soprattutto di percorsi sempre più difficili.
Percorso ad albero dicevamo: per arrivare ad ognuno dei cinque traguardi finali si superano cinque stage ma alla fine di ognuno di essi c’è un bivio che porta ad altri stage. Le ramificazioni sono globalmente 15 stage e per vederli e percorrerli tutti bisogna finire il titolo 5 volte andando ovviamente in bivi diversi. Se si scelgono tutte le diramazioni a sinistra si finisce nel circuito A che è il più facile. Tutti a destra il percorso E, alternando i bivi gli altri si finiscono gli altri percorsi (B, C, D).
Ma si è accompagnati da una grafica dettagliata e memorabile e da una altrettanto memorabile colonna sonora con brani entrati nell’epica, prima ancora che nella storia, dei videogiochi. Il compositore Hiroshi Kawaguchi sfornò “Splash Wave”, “Magical Sound Shower”, “Passing Breeze” e la malinconica “Last Wave”.
Tantissimi i sequel, Turbo OutRun il più memorabile per arrivare ai primi anni 2000 con OutRun 2 per Xbox ed OutRun 2006 per Pc davvero splendidi e degni successori di questo immenso capolavoro che è possibile anche giocare nelle sale Arcade virtuali di Yakuza ed in Fist of the North Star. Ma ovviamente fa parte anche della raccolta di classici per Switch.
CONTINENTAL CIRCUS
Facciamo qualche passo in avanti ed andiamo al 1987, Taito realizzò Continental Circus. Peculiarità del gioco era quella di guidare la Lotus 99T motorizzata Honda guidata in quella stagione dall’accoppiata formata da Ayrton Senna e Satoru Nakajima. Per motivi di leggi sul copyright i famosi marchi presenti erano volutamente storpiati. Ma anche riconoscibili.
Il gameplay faceva fare il giro di otto tracciati reali mentre erano tre le cose fondamentali da tenere conto: il numero di sorpassi, il tempo limite e l’integrità della vettura. Spieghiamo il perché: ad ogni gran premio l’obiettivo minimo era quello di raggiungere una posizione minima.
Partendo dalla centesima posizione nel primo GP in Brasile, si doveva arrivare almeno in ottantesima posizione in quel gran premio. Poi sessantesimo nel secondo e così via, fino ad arrivare all’ultima corsa tentando di arrivare in prima posizione. Il tempo a nostra disposizione: ogni pista è suddivisa in settori con un tempo limite, più veloci si va, più tempo extra abbiamo a disposizione. Gli impatti in pista erano sempre in agguato e possono causare anche dei problemi di incendio o alle gomme. Fare una sosta ai box diventava fondamentale per evitare ulteriori perdite di tempo.
Splendido il lavoro grafico di Taito. In quel 1987 il gioco appariva spettacolare, quasi un cartone animato dove le monoposto, con visuale simile a quella di Pole Position, erano senza dubbio più definite, più colorate e davano un senso di velocità maggiore. I saliscendi di alcuni tracciati erano più “morbidi” ma anche gli effetti come quelli delle scintille del retro di ogni monoposto erano di gran livello. Non c’era ancora il 3d ma era stata fatta un’opera artistica di gran livello.
Buono anche il sonoro che oltre ad effetti ad hoc ben ricreati aveva alcuni brevi motivi molto orecchiabili. Ed è memorabile la frase di introduzione ad ogni gran premio: “Gentlemen, start your engines! 30 seconds before the start” presa dall’omonimo documentario francese del 1972 sul motorsport. Con tanti dettagli e tanti particolari uniti ad un gameplay di buon livello, Continental Circus si ricorda con piacere. Si ricordano le conversioni per Amiga ed altri computer a 16 bit di discreto livello.
GRAND PRIX CIRCUIT
Accolade, nello stesso anno, pubblicò Grand Prix Circuit. Incentrato sulla Formula 1, il gioco permetteva di scegliere fra tre monoposto: Ferrari (F1/87/88C), Williams (Judd FW12) e McLaren (Honda MP4/4). Le vetture avevano una scheda che le ritraeva di profilo e segnalava i punti forti.
La McLaren era la più veloce delle tre ma più complicata da gestire. La rossa del Cavallino Rampante era la più lenta ma di contro era più facile da portare. La britannica Williams era invece equidistante. Grand Prix Circuit prevedeva cinque livelli di difficoltà e tre modalità di gioco: pratica, evento singolo e campionato.
Il gameplay faceva salire l’utente direttamente sull’abitacolo dell’auto con comandi piuttosto reattivi. Bella la versione Amiga, ma non era male neppure quella C64. Graficamente gradevole anche se non faceva gridare al miracolo. Ottime, invece, le musiche.
Il campionato si concentrava su otto tracciati: Brasile, Monaco, Canada, Detroit, Gran Bretagna, Germania, Italia e Giappone. Forse l’unico limite di questo gioco.
FERRARI FORMULA ONE
Electronic Arts pubblicò nel 1988Ferrari Formula One su Amiga e successivamente anche, nel 1990, su C64 con una buonissima conversione che non aveva nulla da invidiare alla controparte a 16 bit.
Un gioco su licenza, almeno per quanto riguarda la scuderia del Cavallino, ma del tutto particolare. Veniva, infatti, riprodotta la stagione del 1986 con tutti i circuiti (erano 16 all’epoca) del circus mondiale più il tracciato di casa di Fiorano dove si potevano fare prove. E c’era anche la galleria del vento per testare alcune soluzioni aereodinamiche.
Era un titolo decisamente più simulativo che si concentrava sull’organizzazione dei GP dalle prove alla messa a punto della monoposto con i settaggi da regolare su alettoni anteriori e posteriori, telaio, gomme, freni ed altro. Era piuttosto completo e per certi versi, purtroppo, non immediato. Soprattutto se si doveva scendere in pista. La guidabilità, che su Amiga era demandata al mouse, era veramente complicata e spesso e volentieri era davvero arduo anche rimanere dritti in rettilineo. Si poteva, però, optare per far fare tutto all’intelligenza artificiale che godeva di uno stile di guida più pulito ma non troppo aggressivo. Nondimeno c’era la rara possibilità di incappare incidenti che potevano anche causare infortuni e quindi pause al pilota.
La gestione della gara era fondamentale perché ogni operazione di sostituzione delle varie componentistiche costava tempo e si doveva fare attenzione a non superare quel limite perché poi si sarebbero saltate le sessioni. Ferrari Formula One ebbe, però, il merito di contemplare tutto di quella stagione 1986. Ed aveva molto fascino. La gestione era a dir poco interessante. Il regolamento dell’epoca prevedeva prove libere e qualificazioni il venerdì, stesso iter per il sabato, poi la domenica il warm up e, finalmente, la gara. Tante occasioni per studiare soluzioni tecniche utili a migliorare le prestazioni. Un gioco completo. E ci fa piacere ricordarlo in questo speciale sui retro racing games anche perché quando si vinceva era memorabile… proprio come la Ferrari nel 1986 che, ad onor di cronaca con Michele Alboreto e Stefan Johanson non centrò alcun successo. Solo alcune briciole.
IRONMAN IVAN STEWART’S SUPER OFF-ROAD
Uscito nel 1988 prima in sala per merito di Leland Corporation e poi su computer e console dell’epoca grazie a Virgin Games, Ironman Ivan Stewart’s Super Off-Road è un altro di quei titoli cult.
Si guidano dei pick-up su circuiti ricavati in arene con visuale isometrica dall’alto in gare frenetiche dove è possibile raccogliere nitroglicerina per dare accelerazioni decisive o bonus per altre componenti del mezzo. Non finisce certamente qui. Il ritmo è elevatissimo e la fisica rende il gameplay divertente. Ed è proprio questo che lo fa ricordare agli appassionati di retro racing games.
Da Wikipedia apprendiamo anche che:
“è forse il primo gioco arcade a presentare un adattamento della difficoltà alle prestazioni del giocatore stesso (caratteristica a volte chiamata Dynamic Play Adjustment); il veicolo grigio di Ironman, generalmente l’avversario più impegnativo, cambia velocità in relazione alla posizione del giocatore, in modo da mantenere sempre una certa sfida, caratteristica mantenuta almeno in alcune delle conversioni domestiche”.
F1 MANAGER
Simulmondo era nata un anno prima, nel 1988, e dopo aver pubblicato i primi titoli in quell’anno, nel 1989 realizzò F1 Manager. Un titolo atipico che all’epoca fece scalpore perché era interamente dedicato alla gestione di una scuderia di Formula 1. E probabilmente il primo videogioco italiano che ebbe un peso specifico anche all’estero.
Apprezzabile la versione C64. Ricca di tante opzioni dove – in base al budget – si doveva allestire un team di tecnici, meccanici ma anche scegliere i materiali con i quali realizzare la monoposto. Telaio, stile degli alettoni, cilindri del motore (da 8 a 12) e così via. Il giocatore poteva, dopo aver assemblato la vettura, immergersi nel Mondiale di F1 e poteva anche guidare personalmente nelle prove tentando di staccare il tempo migliore o, quantomeno, un crono decente in vista della gara.
La corsa era invece automatica ma il giocatore poteva intervenire sulle strategie di gara. Aumentare la velocità, scegliere quando fermarsi ai box. C’erano anche gli incidenti, più o meno gravi che erano caratterizzati da una sequenza particolare ed anche un po’ angosciante. Inoltre il gioco mostrava i vari sorpassi, i tentativi di sorpasso ed i ritiri. Grandi soddisfazioni quando con una macchina palesemente inferiore si arrivava a punti. Ed all’epoca, ci piace ricordarlo, la distribuzione dei punti era riservata ai primi sei e le monoposto in gara almeno 24. Un posto d’onore nei nostri ricordi di appassionati di retro racing games.
STUNT CAR RACER
Gli appassionati di certo non possono dimenticare Stunt Car Racer che uscì nel 1989 e che venne sviluppato da Geoff Crammond (l’autore tre anni dopo di Formula One Grand Prix). Si guida dei dragster in una visuale in prima persona e grafica 3d su circuiti simili a delle montagne russe con curve paraboliche e grandi salti. Le curve paraboliche sono pericolose perché si può cadere. A quel punto una gru rimette il mostro in pista. A patto che questo non sia troppo danneggiato. E questo si vede dalle crepe nel parabrezza.
Oltre alla pratica è possibile disputare un campionato con 8 piste suddivise in quattro categorie che propone tre avversari da battere e due tracciati di difficoltà crescente. Il primo in classifica sale di categoria ed accede ai tracciati successivi e l’ultimo viene retrocesso.
INDIANAPOLIS 500: THE SIMULATION
Gli anni ’80 si concludono con un capolavoro assoluto. Quello che potremmo definire il primo vero e proprio simulatore di corse vista la sua complessità e versatilità. Stiamo parlando di Indianapolis 500: The Simulation, titolo realizzato da Papyrus (esperti del settore) e distribuito da Electronic Arts per Amiga e Pc MS-DOS nel 1989.
Come si evince dal titolo questo gioco ci porta alla 500 miglia di Indianapolis che ricordiamo essere disputata dal 1911 ed essere la gara più longeva del mondo e su questo punto impossibile non ci tare la nostra Targa Florio. Ah, quanto sarebbe bello un videogioco dedicato alla corsa di Vincenzo Florio.
Tornando a noi, Indianapolis 500: The Simulation offre una visuale in prima persona facendoci immergere nell’abitacolo della monoposto con una grafica poligonale ancora acerba ma promettente. Troviamo anche la possibilità di salvare replay per un massimo di 20 secondi, cinque telecamere diverse più una in caso di incidente. La CPU teneva conto dei danni delle auto degli altri piloti ed era molto reattiva alle varie impostazioni selezionate.
Tre le vetture selezionabili, la Penske-Chevrolet, gialla, la Lola-Buick, rossa, e la March-Cosworth, blu. Tante le modalità: dalla Pratica che permetteva di prendere dimestichezza con l’auto e le “misure” dell’ovale di Indianapolis. Le qualificazioni per stabilire la griglia di partenza. Si potevano anche saltare ma si iniziava dall’ultimo posto, il 33°. E poi la gara vera e propria che a sua volta aveva quattro varianti. Si poteva correre per 10 giri con 25 miglia da percorrere, la propria vettura indistruttibile e bandiere gialle disattivate in caso di incidenti. Oppure 30 giri, 75 miglia che prevedeva l’indistruttibilità dell’auto. O ancora, e da qui in poi danni e tutta la simulazione era totale, 60 giri per 150 miglia e 200 giri per le canoniche 500 miglia. Una maratona di resistenza col joystick.
LOTUS – TRILOGIA
Il 1990 vede l’esordio del primo capitolo di quella che è diventata una trilogia di successo e di culto su Amiga anche se venne pubblicato per altre piattaforme a 16 ed 8 bit dell’epoca. Gremlin lanca Lotus Esprit Turbo Challange. Un titolo racing sportivo griffato Magnetic Fields con protagonista la vettura della nota casa britannica (la Lotus Esprit).
È un gioco con un gameplay sicuramente votato alla rapidità ed al divertimento. Propone sfide in uno contro uno in schermo condiviso. Ma lo split screen (lo schermo condiviso) è presente anche nella modalità in singolo visto che si vede l’altra vettura ferma ai box mentre si gioca. Questo riduce ampiamente l’area di schermo con gioco.
Il campionato, composto da 32 gare in 13 nazioni, Italia inclusa), è, per l’epoca, interessante e sicuramente una prova per gli appassionati. Peculiarità, in pista si parte dalla posizione speculare al risultato della gara precedente. Ad esempio se si chiude al primo posto, nella gara successiva si riparte dal ventesimo. Se si arriva secondi si inizia dal diciannovesimo e così via. Se si chiude oltre al decimo posto, ultimo per la conquista dei punti validi per il campionato, si concretizza il Game Over. Nondimeno, alcune gare impongono anche la sosta ai box per il rifornimento di benzina. Una meccanica simile a Pit Stop.
Splendide le musiche del gioco ma anche la scheda tecnica ed ovviamente il comparto tecnico con una grafica dettagliata, colorata e veloce. Senza particolari tentennamenti.
Nel 1991, Gremlin e Magnetic Field ci riprovano e pubblicano il sequel chiamato Lotus Turbo Challenge 2. E qui cambia molte cose a partire dai contenuti e dalla filosofia del gameplay. Alla Lotus Esprit rossa viene aggiunta la gialla Lotus Elan.
Cambia lo scenario: non più gare sportive a punti su circuiti chiusi ma una corsa alla “Outrun” ma senza bivi. In pratica si corre su un percorso aperto da un punto A ad un punto B con ambientazioni diverse, effetti climatici estremi e molto altro.
Tecnicamente, inoltre, è un bel vedere: finalmente c’è lo schermo pieno e si può godere al massimo anche dei potenziamenti grafici.
L’anno dopo, nel 1992, il dinamico duo (sempre Gremlin e Magnetic Field) fanno fede al vecchio adagio “non c’è due senza tre” e pubblicano Lotus: The Ultimate Challenge. Questo rappresenta una sorta di mix tra il primo ed il secondo capitolo. Sono presenti, infatti, entrambe le tipologie di gara: a punti su circuiti chiusi ed in diversi campionati ed a tappe e tempo in molti altri stage separati.
Potenziato ulteriormente il comparto grafico e sonoro ma con qualche calo di framerate nei momenti di “traffico”. C’è anche il terzo modello di Lotus che però era concettuale: Elan M100 S di colore verde. E c’è la grande novità, quella decisiva aggiungiamo noi, il carico da 11 se giocassimo a briscola. L’asso nella manica si chiama RECSed era l’editor per realizzare i tracciati personalizzati.
Non era un editor tradizionale nel quale si sceglievano i pezzi ed i tratti di pista con relativi “contorni” da piazzare per disegnare manualmente il tracciato. Era una cosa ben diversa: l’editor proponeva tutti i parametri inseriti per dare ampia scelta al giocatore. Si poteva optare tra le diverse ambientazioni e poi si interveniva sulla lunghezza, sul fatto che fosse un circuito aperto o chiuso, e su varie percentuali. A partire da quella sulle curve presenti, sulla lunghezza dei rettilinei, sugli ostacoli presenti in pista e su molto altro.
Ogni parametro offriva un carattere alfanumerico che formava il codice, il nome di quel tracciato. All’epoca potevamo scrivere a penna il codice per poterlo poi ricreare nel gioco più volte.
Idea sicuramente interessante per realizzare in poco tempo milioni di tracciati. Anzi, tremila miliardi o giù di li.
F-1 GRAND PRIX
Era il 1991 e Video System pubblicò in sala giochi F-1 Grand Prix che aveva la particolarità di potere utilizzare – grazie all’acquisizione dei diritti – dei nomi reali di piloti, scuderie, sponsor e tracciati del Mondiale di quell’anno.
Curiosamente, nonostante fosse presente il roster completo, si potevano scegliere solo i piloti di Ferrari, McLaren, Williams, Benetton, Tyrrel e Larrousse ma in gara ci sono 26 monoposto. Il titolo è il sequel di Tail to Nose e ne sfrutta – migliorandone – la grafica ed il gameplay. Sono presenti tutti i e 16 circuiti di quel Mondiale.
Due le modalità: World Grand Prix e Free Run. La prima porta al Mondiale che però è suddiviso in 4 gare, o meglio, si sceglie tra un gruppo di quattro gran premi e si disputa il mondiale su quello. La seconda ci permette di correre su uno dei 16 tracciati a nostra scelta.
Ogni Gran Premio prevede una prima parte di qualificazione ed in base al risultato ci si posiziona nella griglia di partenza. Il Gran Premio può prevedere un numero che varia dai tre ai quattro giri e si ha un tempo limite per concludere ogni tornata. Il gioco è molto selettivo: si passa al gran premio successivo solo se si arriva sul podio.
Il gameplay era molto immediato e l’ottima visuale dall’alto, colorata e ben particolareggiata era molto fluida.
FORMULA ONE GRAND PRIX
Nel 1992 il mondo dei videogiochi casalinghi viene letteralmente stravolto da Formula One Grand Prix, ideato da Geoff Crammond (che tre anni prima aveva realizzato Stunt Car Racing) e distribuito da Microprose. A gennaio il gioco arrivò su Amiga e Pc.
Se, infatti, tre anni prima Indianapolis 500: The Simulator aveva fatto sognare con la sua grafica poligonale, grezza ma al tempo stesso spettacolare per l’epoca, Formula One Grand Prix potenziava decisamente quella realizzazione con una grafica poligonale ancora più dettagliata, una fedeltà dei 16 circuiti del Mondiale decisamente più marcata ed anche le monoposto erano diverse tra loro e riconoscibili. Tutti molto belli ma caratteristici quelli cittadini di Phoenix e di Montecarlo. Da notare anche la presenza di tutte e 18 le scuderie ed i 35 piloti (con nomi fittizi) che prendevano parte alla serie iridata del 1991.
Era una vera e propria simulazione e ricordiamo anche il libretto di istruzioni grande oltre 200 pagine. Un vero e proprio manuale. Per farvi intendere quanto fosse complesso e completo a livello simulativo.
Il gameplay era scalabile per consentire a tutti anche ai neofiti di giocare e divertirsi. I parametri permettevano di agire sul livello di difficoltà e realismo da macchine indistruttibili ai danni reali. Durata in giri del gran premio ed agire anche sull’intelligenza artificiale.
Spettacolare la sequenza di introduzione: il progetto ingegneristico su computer prendeva forma e la monoposto diventava reale con una colonna sonora d’accompagnamento esaltante che ricordava quella di The Chain che gli appassionati ricorderanno essere la sigla d’apertura dei collegamenti della BBC della Formula 1. Capolavoro assoluto da menzionare in questo nostro racconto sui retro racing games.
Il gioco ebbe tre seguiti ma solo su Pc, fino ad arrivare a Formula One Grand Prix 4 pubblicato per Pc nel 2002 edito da Infogrames e si basava sul Mondiale 2001.
JAGUAR XJ 2020
Sempre nel 1992Core Design, che poi diventerebbe ancora più famosa grazie a Tomb Raider (ma che lo era già per Switchblade, Rick Dangerous Chuck Rock, Heimdall, Curse of Enchantia, Wolfchild), sforna uno dei titoli – a nostro avviso – migliori per Amiga: Jaguar XJ 220. Una vera e propria risposta ai tre Lotus di Gremlin. Il gioco condivideva col concorrente una sorta di campionato Gran Turismo con 32 gare in 12 Paesi del mondo. Ed era più simulativo.
Ma era nella gestione che sicuramente il titolo di Core Design era superiore. Al termine di ogni corsa, infatti, si doveva controllare la propria vettura, la Jaguar XJ 220 per l’appunto, e stare attenti che le varie componenti fossero integre. Parliamo di gomme, motore, carrozzeria a destra ed a sinistra, freni. Se una o più parti erano deteriorate al punto di essere segnate in rosso si dovevano per forza sostituire con un esborso di soldi. Ma sarebbe opportuno fare questa operazione anche con danni minimi perché questi influiscono sulle prestazioni in pista della vettura. Con conseguente peggioramento dei risultati e dei relativi premi in denaro indispensabili anche per gestire le trasferte. Si parte dalle tre gare in Inghilterra ma poi si è liberi di scegliere dove continuare attraverso cinque continenti. Terminare la stagione non era per niente facile.
Un momento della elegantissima sequenza introduttiva di Jaguar XJ220 su Amiga
Presente anche un editor ma tradizionale e quindi di vecchia concezione rispetto al RECS di Lotus III. Le piste si potevano salvare su disco vuoto e si sostituivano ai circuiti tradizionali che il gioco proponeva.
Ottimo il comparto grafico con tantissima varietà tra una pista e l’altra e tra una nazione e l’altra. Ottimi gli effetti meteo e soprattutto memorabile la pioggia di foglie in Canada.
La colonna sonora fa il resto: memorabile la linea di basso nel tema principale ma anche le varie canzoni selezionabili durante la gara. Una pedina fondamentale in questo speciale sui retro racing games.
VIRTUA RACING
Continuiamo la nostra selezione retro racing games con un altro titolo memorabile che venne pubblicato nel 1992. SEGA, memore delle esperienze passate anche con Super Monaco GP, realizzò un titolo avveniristico. Una sfida pensando al futuro pubblicando Virtua Racing in sala giochi.
Il gioco poteva vantare di una grafica poligonale decisamente avanzata per l’epoca e paragonabile al capolavoro Formula One Grand Prix uscito mesi prima sul mercato domestico. Inoltre era decisamente più veloce, almeno se si raffronta con la versione Amiga 500 di F1 GP anche perché sicuramente era la macchina meno dotata del lotto.
In sala giochi fu un vero successo con un cabinato che aveva la forma della monoposto, pedaliera e volante con cambio a farfalla (sullo sterzo in pratica) con possibilità anche di cambiare visuale con telecamere dall’alto, in terza persona o direttamente dal cockpit. Essendo un arcade il gameplay era piuttosto immediato ed ovviamente basato sul tempo. Ogni tracciato (ve ne erano tre) era suddiviso in segmenti e quindi si dovevano superare entro i limiti. Memorabile. Fedelissima la versione Switch uscita lo scorso anno. Uno dei retro racing games arcade più amati di sempre.
BONUS STAGE, GIOCHI MODERNI CHE GUARDANO AL PASSATO
Tanto hanno ispirato questi giochi che molti sviluppatori realizzano titoli moderni ispirandosi palesemente al passato, a questi ed altri gloriosi retro racing games. Vi riportiamo alcuni esempi recenti ed altri che devono ancora uscire.
Aquiris è uno studio brasiliano indipendente che a metà maggio del 2018 realizzò prima su Pc attraverso Steam e successivamente su console Horizon Chase Turbo. Un titolo splendido che rievoca il passato unendo tecniche moderne.
Il gioco rievoca Lotus Turbo Challenge, ma anche Jaguar XJ220 ed ad altri classici dell’epoca 16 bit. Per farlo si sono affidati ad una formula vincente fatta da una grafica in 3d ma in low poly, ossia a bassa densità di poligoni, ed a un gameplay senza fronzoli con tanta velocità e divertimento.
Tante le modalità, anche online ma quella regina il World Tour che permette di fare gare in circuiti di tutto il mondo e sbloccare via via vetture sempre più performanti. Si possono anche ottenere miglioramenti permanenti che però si applicano a tutte le auto possedute.
Gli autori hanno aggiunto anche altri contenuti tra cui anche un mini-tour mondiale dedicato ai neofiti. Un gioco immenso e stupendo che abbiamo sempre premiato in ogni recensione.
E tecnicamente sa il fatto suo: veloce, a tratti spettacolare con la grafica low poly che non manca di proporre anche effetti particellari di alto livello, e sempre scattante. Un gioco in stile arcade veramente bello. Potremmo descrivere Horizon Chase Turbo come un retro racing game moderno. Può sembrare un ossimoro ma è ugualmente bello.
Caso curioso, anche questo titolo è uscito nel 2018 ed è sempre stato realizzato in Brasile ma, questa volta, da uno sviluppatore solitario, Ansdor (al secolo Sandro Luiz de Paula).
Anche questo si ispira a Lotus ed a OutRun ed è anche una sorta di miscuglio tra i due classici. Stilisticamente impeccabile con una bella grafica in stile retro realizzata veramente bene, ha un gameplay in stile arcade ma più punitivo. Il livello di difficoltà è alto. Ma se amate la sfida ed i retro racing games non potete perdervi questa piccola chicca.
Sembra che nel maggio del 2018 si siano dati appuntamento molti sviluppatori indie di racing games. Perché anche Ultimate Racing 2D è uscito in quel mese. Applimazing ha portato su Steam un titolo divertente con visuale dall’alto in pixel art e con un gameplay estremamente immediato che si rifà a tutto lo scindibile conosciuto ed apprezzato trenta e vent’anni fa.
Tanti, almeno all’apparenza, i contenuti con oltre 45 circuiti di ogni tipo (anche ovali), 35 classi differenti (all’apparenza, però visto che sostanzialmente sono ripetizioni ma con vetture diverse e più potenti). Longevo e comunque anche divertente sebbene poi ci sia una certa ripetitività.
Abbiamo apprezzato molto l’aspetto grafica con una buona varietà. Ed è alto il feeling con i retro racing games di una volta pur senza, giusto però ammetterlo, senza quel quid in più che avremmo avuto 30 anni fa.
Sviluppato dal team indie OutOfTheBit, Super Arcade Racing è un gioco che – come suggerisce il nome – offre un gameplay arcade che si ispira a titoli anni ’80 e ’90. Il gioco, uscito ad ottobre del 2019, ha anche una trama spicciola che ci porta a Londra nel marzo del 1990 e che ci vede vestire i panni di un giovane che deve salvare suo fratello minore rapito da una non meglio identificata organizzazione criminale.
Per farlo avrà l’aiuto dello zio meccanico ma dovrà superare tantissimi stage, avversari e boss in mini gare senza regole. Migliori sono i risultati, più alti sono i crediti che permettono di acquistare miglioramenti per la meccanica della vettura ed altri modelli. Si possono anche combinare tanti stili per avere vetture dallo stile sempre diverso.
Grafica in pixel art con tantissimi piccoli tocchi di classe aumentano il feeling con la sensazione retro. Ottimo il gameplay locale con schermo condiviso fino a quattro persone. Anche il titolo della software house siculo-britannica si presta bene a ricordare diversi retro racing games.
HOTSHOT RACING
Curve Digital con Lucky Mountain Games e Sumo Digital ha annunciato a fine febbraio l’arrivo in estate su Pc, PS4, Xbox One e Switch di Hotshot Racing, un titolo che promette divertimento puro. E graficamente ricorda molto Virtua Racing, in ossequio ai retro racing games di una volta.
Lo stile del gampelay è dichiaratamente arcade con uno smodato utilizzo del drifting, una enfasi per la velocità ed una nitida grafica retrò. Hotshot Racing includerà 16 circuiti di gara che offriranno le svolte, le curve e i rettilinei del racing più adrenalinico. Gli appassionati affronteranno coste, giungle e il deserto di Las Vegas: ogni pista è creata con i colori più vividi e sterminati cieli blu.
Le modalità Sfida a Tempo e Grand Prix sono dedicate a chi vuole competere nei formati classici, mentre le modalità Guardie e Ladri e Corri o Esplodi offrono nuovi esilaranti modi di giocare. Ogni modalità di gioco disponibile sarà fruibile per single play, 4 giocatori a schermo condiviso e 8 giocatori online, mentre la Sfida a Tempo è solo per singoli. Le modalità per giocatore singolo schizzano a 60FPS, per offrire l’esperienza di corsa più veloce possibile.
CLASSIC SPORT DRIVING
Il mondo indie è sempre in crescita ed al tempo stesso in fermento. Rimane il terreno fertile per gli sviluppatori che, liberi da strette logiche di mercato, lavorano su progetti interessanti. Non necessariamente innovativi ma sicuramente di rilievo. A fine febbraio è stato annunciato Classic Sport Driving è un progetto indipendente che abbiamo trovato interessante e che – almeno per noi – è stato amore a prima vista fin da alcuni spezzoni di gameplay visti su Twitter e su Facebook.
Si tratta di un gioco di corse automobilistiche che, come alcuni altri titoli, guarda al passato offrendo una componente tecnica in 3d interessante ed in grado comunque di richiamare ai grandi classici del genere. Vediamo anche un interessante video con gameplay “notturno” che ci è stato gentilmente offerto dagli autori. In pieno stile retro racing games.
COMMENTO FINALE
È rara la presenza di un commento in uno speciale sui retro racing games ma era doveroso. Dopo oltre seimila parole e tanti titoli menzionati ci siamo resi conto che sicuramente ne abbiamo dimenticato qualcuno. Potremmo parlare di Hot Road, di Warm Up, e di tanti titoli Rally ma preferiamo chiudere qui. Abbiamo ricordato diversi giochi e pensiamo che in molti potranno ugualmente fare un bel viaggio nel tempo. Per gli altri ci sarà sicuramente un’altra occasione. Spero che questo sia comunque gradito. Grazie per averci letto.
È stato un 2019 molto intenso anche per gli appassionati di giochi sportivi e di corse automobilistiche. Tantissime le produzioni, grandi e piccole, griffate ed indipendenti, che hanno fatto divertire o disperare i giocatori. Non c’è stato soltanto il dualismo tra Fifa e PES ma l’anno passato agli archivi da poco più di due settimane ha fatto emergere tante altre realtà.
Si consolida Pro Cycling Mananger che a nostro avviso è andato ben oltre la sufficienza e che può soltanto crescere. Sarebbe un bene per gli amanti del ciclismo che già da qualche tempo possono comunque contare su una simulazione ricca di eventi e di cose da fare.
Così come WRC 8, il titolo ufficiale del Mondiale Rally. Ottimo come sempre F1 ed anche lo scorso anno ha portato alla luce qualche buon miglioramento e l’arrivo della F2, categoria ricca di talenti e di futuri piloti di F1.
Milestone dal canto suo ha recitato bene il suo ruolo di leader del settore delle due ruote che si tratti di MotoGP 19 o di motocross e supermotocross. Anche qui si evince una buona crescita del team italiano.
Il 2019 ha segnato il ritorno di Grid, un titolo molto solido e piuttosto interessante sotto tutti i punti di vista. Non potevamo aspettarci di meno da Codemasters.
Football Manager 2020 si è fatto, ovviamente, notare ma sono state poche le effettive novità rispetto al capitolo precedente.
La grande delusione, però, è stata per WWE 2K20 che ha avuto un lancio decisamente disastroso. Colpa di diversi bug e glitch fastidiosi ed evidenti che hanno rovinato un lavoro mastodontico. Un peccato ma un monito per questo 2020: siamo sicuri che Visual Concepts con WWE 2K21 non rifarà gli stessi errori.
Ma è stato anche un anno sorprendente per le produzioni indie. Super Tennis Blast ad esempio è nato da un piccolo team spagnolo Unfinisched Pixel, che ha saputo realizzare un gioco essenziale ma divertentissimo, in stile retrò. Altro gioco molto carino è Legendary Eleven, un titolo calcistico che vuole esaltare gli anni ’70 ed i primi anni ’80 e ’90. Ottimo lo stile, discreto il gameplay anche se con qualche appannamento qua e la.
Horizon Chase Turbo si è arricchito, dal canto suo, con i dlc Summer Vibes e Rookie Series aumentando l’ottima offerta. Ottimo, ed è entrato nella cinquina dei migliori titoli italiani, Active Soccer 2019 che su Switch è l’unica vera alternativa calcistica a Fifa 20 visto che, l’altro colosso, PES, non è uscito. Beh, sempre in tema di italiani e di sportivi, si potrebbe ricordare – per certi versi – anche Football Drama.
Detto questo, vi lasciamo alla nostra cinquina sui migliori giochi sportivi del 2019 in base alle nostre recensioni. Buona lettura.
DiRT Rally 2.0 ha portato su monitor e tv il Campionato ufficiale Fia World Rallycross Championship, disciplina che vede auto modificate simili a quelle utilizzate nei rally sfidarsi su circuiti caratterizzati dall’alternanza di superfici asfaltate e sterrate, e – una chicca – i Rally Storici. Quest’ultima è una sezione dove l’utente è chiamato a disputare una serie di corse con vetture dagli anni ’60 a oggi, suddivisi per categoria.
Un gioco, quello di Codemasters, solido sotto tutti i punti di vista con un buon gameplay (scalabile come da tradizione ed in favore di un vasto pubblico) ed una buona componente tecnica. Merita di figurare tra i migliori giochi sportivi e di corse automobilistiche del 2019.
Massimo Reina ha scritto nel commento finale della sua recensione:
Codemasters migliora quanto precedentemente visto nel primo episodio. Da questo punto di vista gli sviluppatori non hanno lavorato per apportare miglioramenti clamorosi o stravolgimenti di sorta, ma per operare una serie di aggiustamenti a un gameplay capace come sempre di proporre di base un buon compromesso tra arcade e simulazione, con la possibilità di personalizzarlo più o meno a piacimento, e a una struttura di per sé già solida.
Da menzionare Fifa 20. L’edizione del gioco di EA Sports è da ricordare per la chiusura della modalità IlViaggio ed il ritorno del calcio da strada grazie alla modalità Volta. Questa ha permesso a Fifa 20 di continuare ad avere una sorta di modalità Storia facendoci fare il giro del mondo attraverso i campetti di calcio da strada di tutto il mondo.
C’è anche il calcio a 5 con le regole ufficiali oltre a sfide in 4 contro 4 e 3 contro 3. Bello, carino, grazioso. Ma finisce li: il calcio femminile ad esempio non è stato potenziato come ci si sarebbe potuto attendere ed aspettare. Sul punto di vista tecnico i miglioramenti sono stati piuttosto pochini, così come sul gameplay. La politica dei piccoli passi può premiare a livello commerciale ma per fare il salto di qualità ci vorrebbe qualcos’altro.
Una miriade di modalità e contenuti, modalità Carriera ancora più completa, controlli sui calciatori più reattivi. Ultimate Team e Volta sono un valore aggiunto. Però non bastano. Attendiamo una rivoluzione sperando di non attendere Godot.
Solido come sempre, ricco di contenuti e con un gameplay di livello mostruoso. Una produzione tripla A come ci si aspetterebbe: NBA 2K20 non ha tradito le attese. Come da tradizione. E non poteva non essere tra i migliori giochi sportivi del 2019.
Tra i pregi del gioco annotiamo un comparto tecnico splendido, la fisica ed il sistema di feedback al tiro ulteriormente perfezionato. L’introduzione della WNBA, ovvero il basket femminile, ed una giocabilità generale meglio equilibrata. Mentre tra i difetti c’è sempre il sistema di micro-transazioni che, però, risulta essere meno fastidioso del passato.
Massimo Reina ha concluso così la sua recensione:
Per l’edizione 2020 della sua creatura, Visual Concepts si affida alla tradizione, proponendo il classico “more of the same” in attesa della nuova generazione di console. Come scritto nel corso della recensione, il team di sviluppo ha infatti lavorato di cesello più per rifinire, che stravolgere, modalità collaudate e un gameplay di base già solido ed equilibrato, per poi completare l’opera con un’offerta come sempre ricca dal punto di vista dei contenuti.
NBA 2K20 è quindi un titolo che propone poche novità di rilievo ma che resta ugualmente uno dei migliori simulatori di basket e sportivi attualmente in circolazione. E questo nonostante la presenza di micro-transazioni farà storcere il naso a molti, anche se queste ultime non trasformano affatto il gioco in un “pay to win”.
Da qualche anno, Pro Evolution Soccer, sta risalendo la china. Un’operazione di rilancio per un titolo che nei primi anni del 2000, e fino a PES 6 era in netta superiorità rispetto alla concorrenza. Poi il cambio generazionale ed il passaggio da PS2 a PS3 ha creato qualche problema alla creatura di Konami. Ma poi la risalita è iniziata. Più precisamente da PES 2017 ed anno dopo anno si è materializzata sempre più fino ad arrivare ad eFootball PES 2020.
Ci piace ricordare come nel 2018 la serie in questione abbia perso i diritti della Uefa per poter utilizzare loghi e poter giocare la Champions League e l’Europa League. Per i più scettici sarebbe significata la fine. Per fortuna Konami ha puntato dritto sul gameplay ed ha migliorato il comparto tecnico. EFootball PES 2020 è visivamente mostruoso (fotorealismo superiore a Fifa) e vanta un gameplay che ricorda e rievoca – finalmente – i fasti di PES 5 (a nostro avviso uno dei migliori titoli calcistici della storia in termini di giocabilità). Non poteva mancare nella cinquina dei migliori giochi sportivi.
Massimo Reina ha scritto al termine della sua recensione:
Possiamo tranquillamente affermare che questo è un titolo bello e ricco di sfaccettature, con un gameplay ben definito, dove la differenziazione del gioco di ogni singola squadra acquista valore in base alle strategie e alle caratteristiche dei suoi atleti, che riescono a replicare le giocate delle rispettive controparti reali grazie a una serie di parametri.
Se però a livello di giocabilità il titolo può rassicurare i fan, l’infrastruttura necessita ancora di qualche intervento per ampliare un’offerta, a livello di contenuti e di profondità, buona ma non ancora pienamente soddisfacente. Inoltre c’è bisogno di una patch che stabilizzi il gioco eliminando un paio di fastidiosi bug presenti nella Master League e nel Matchday. Nulla però, a giudizio di chi scrive, di così compromettente da scalfire troppo la qualità generale della produzione targata Konami.
Chi è il migliore tra i migliori giochi sportivi del 2019? Vi diamo un indizio: è italiano. Non vi basta? E se vi dicessimo Kunos Simulazioni? Ok, ci siete arrivati. Vale il ragionamento che abbiamo fatto quando abbiamo assegnato qualche giorno fa il titolo di miglior gioco italiano del 2019. Assetto Corsa Competizione di Kunos Simulazioni è il Racing con la R maiuscola. Se siete appassionati di automobilismo ed avete un Pc all’altezza, dovete assolutamente avere e giocare ad Assetto Corsa Competizione. Il titolo è in grado di sorprendere per la sua bellezza ed offre grandi sfide grazie al suo gameplay.
Il videogioco ufficiale della Blancpain GT Series è sicuramente uno dei titoli più importanti e prestigiosi del 2019 ma anche degli ultimi anni, soprattutto in campo automobilistico. Senza se, senza ma.
Horizon Chase Turbo (da noi recensito nelle sue versioni Pc, PS4 e Switch) continua la sua ricerca di nuovi orizzonti, arrivando fino in Giappone, dove è ora disponibile. Il gioco ha infatti ricevuto una traduzione completa e può già essere acquistato nelle versioni PS4 e Switch.
Con un tour mondiale completo, il titolo di Aquiris Game Studio offre 109 piste e una crescente selezione di oltre 30 auto per i suoi giocatori. Essi possono anche trovare sfide bisettimanali nella modalità Playground, che spesso offre skin esclusive per un tempo limitato.
I giocatori giapponesi possono già acquistare il gioco tramite PlayStation Store e Nintendo eShop. I dlc (da noi recensiti) Summer Vibes e Rookie Series sono invece previsti, sempre in Giappone, per l’inizio del primo trimestre 2020.
Qui il trailer di lancio nipponico ufficiale. Buona visione.
PRESENTE E FUTURO
Nel corso del 2019 Horizon Chase Turbo ha ricevuto numerosi aggiornamenti dei contenuti per mantenere fresca l’esperienza, sia per i vecchi che per i nuovi giocatori. Il gioco ha ricevuto le stagioni bisettimanali del Playground, che offriva tracce diverse con condizioni meteorologiche variabili, e che spesso presentava una skin speciale a tempo limitato che i giocatori potevano aggiungere alle loro collezioni (per un totale di 3 durante l’anno).
A luglio è stato lanciato Summer Vibes, il primo DLC che ha aggiunto una macchina nuova di zecca e un nuovo set di piste per i giocatori. A novembre, Horizon Chase Turbo ha invece ricevuto Rookie Series, un aggiornamento gratuito che ha aggiunto una versione semplificata del World Tour, con lo scopo di insegnare ai nuovi giocatori e incoraggiare le persone a condividere il gioco con i loro amici e familiari. Aquiris Game Studio è al lavoro sulla tabella di marcia per il 2020, con nuove stagioni, aggiornamenti e alcune sorprendenti sorprese.
Aquiris Game Studio ha annunciato il rilascio di Rookie Series, un nuovo dlc gratuito per l’eccellente Horizon Chase Turbo che abbiamo recensito su Pc, PS4 e Switch.
Il gioco di corse ottiene una nuova campagna su misura per i nuovi giocatori, in occasione del suo primo anniversario su Switch e Xbox One. I giocatori potranno riunire amici e famiglia in Rookie Series, un nuovo contenuto gratuito disponibile da oggi per tutte le piattaforme: Pc, Xbox One e Switch, mentre su PS4 bisognerà attendere sabato 2 dicembre.
Qui il trailer di lancio del nuovo dlc gratuito. Buona visione.
LE NOVITA’ DI ROOKIE SERIES
Rookie Series propone una nuova campagna rivolta a giocatori giovani e inesperti, poichè insegnerà le basi del gioco in un ambiente accogliente, dove essi potranno evolversi secondo il proprio ritmo. Senza classifiche, monete da collezione né gestione del carburante, il dlc consentirà ai giocatori di Horizon Chase Turbo di concentrarsi sull’apprendimento dei principali aspetti delle corse. Di seguito le caratteristiche chiave del dlc:
Un’auto Rookie nuova di zecca.
24 gare selezionate dal World Tour Mode (2 gare per location).
12 auto da corsa in ogni pista con un’intelligenza artificiale meno aggressiva (World Tour ha 20 auto per ogni gara).
Nessuna classifica, monete da collezione né gestione del carburante.
Terminare una gara in qualsiasi posizione sblocca il tracciato successiva.
Terminando ogni gara, il giocatore otterrà una patente d’oro.
Inoltre i nuovi giocatori avranno la possibilità di mettersi al volante di una nuova vettura. Con il nuovo dlc di Horizon Chase Turbo si avrà infatti a disposizione la Rookie, una macchina nuova di zecca perfetta per i giocatori che non hanno molta esperienza con i giochi di corse. Essa offrirà un’ottima maneggevolezza e riceverà aggiornamenti automatici man mano che il giocatore avanzerà nella campagna.Gli utenti potranno anche scegliere tra le altre 4 auto classiche dal gioco base, sbloccando nuove piste attraverso il compimento di ogni gara disponibile, tenendo presente che sarà sempre possibile tornare liberamente a ciascuna di esse, per allenarsi e migliorare i propri risultati.
PES 2019 ed Horizon Chase Turbo. Sono questi i due giochi gratuiti riservati agli abbonati al PS Plus del mese prossimo per PlayStation 4. Li ha annunciati Sony dalle pagine del PlayStation Blog.
I titoli saranno disponibile per il download gratuito per gli abbonati al servizio dal 2 luglio.
PRO EVOLUTION SOCCER 2019
Sviluppato da Konami, Pro Evolution Soccer è una delle serie di videogiochi sportivi più famose di sempre. L’edizione 2019 offre la possibilità a centinaia di giocatori appassionati di prendere parte a una numerosa selezione di campionati reali.
Ogni giocatore è stato infatti riprodotto fedelmente, così da rendere più che realistico il modo in cui reagisce alle emozioni di gioco. Inoltre le modalità myClub e Master League permetteranno a tutti di creare la propria squadra e portarla al successo.
È possibile giocare a PES 2019 fino a un massimo di 4 giocatori oppure mettere alla prova le proprie abilità con il multiplayer online. Ecco la nostra recensione.
HORIZON CHASE TURBO
Preparatevi a un’esplosione di nostalgia degli anni ‘90 con Horizon Chase Turbo, una dichiarazione d’amore per tutti gli appassionati piloti dell’età d’oro dei giochi arcade. Traendo ispirazione dal successo di Out Run, Top Gear e Rush, il team indie Aquiris Game Studio ha catturato l’essenza dell’era dei 16 bit con uno stile e una visione moderna, grazie alla impartante colonna sonora e alla classica modalità multiplayer a schermo condiviso.
Sarà possibile giocare da solo o con fino a tre amici. Gli appassionati potranno portare la loro auto preferita in luoghi straordinari, osservando il sole che tramonta, affrontando pioggia, neve, ceneri vulcaniche e persino forti tempeste di sabbia. Qui la recensione della versione PS4 realizzata dal nostro DannyDSC.
I giochi mensili PS Plus di giugno, Borderlands: The Handsome Collection e Sonic Mania, sono ancora disponibili per il download fino al 1 luglio per chi ha sottoscritto il PS Plus.
Continua a correre Horizon Chase Turbo. L’eccellente racing arcade firmato da Aquiris, infatti, si appresta ad accogliere novità per questo 2019.
Lo sviluppatore di Porto Alegre ha infatti annunciato la roadmap con molte novità. Horizon Chase Turbo, infatti, puntava a colpire il cuore dei corridori retrò. Il gioco, tuttavia, si è evoluto e si è reinventato ottenendo tanti premi (lo abbiamo eletto miglior Indie del 2018, ndr) e soprattutto tanti consensi da parte del pubblico. Affetto meritato e consolidato anche dalle nostre recensioni (qui quella Pc, qui quella PS4 mentre a breve arriverà anche quella Switch, ndr).
Gli autori, dunque, hanno smesso di guardare nello specchietto retrovisore. Cominciamo a parlare dei prossimi orizzonti che inseguiranno. A tal proposito ha preparato molte novità per la seconda metà del 2019.
DETTAGLI ROADMAP DI HORIZON CHASE TURBO
MODALITÀ PLAYGROUND 2.0
Oltre ad essere i più veloci, vincere e guidare la classifica, ora i giocatori hanno un altro buon motivo per controllare la modalità Playground: ottenere premi esclusivi. Raccogliendo monete in un nuovo sistema di punteggio, si avrà accesso a nuove skin in stagioni speciali.
NUOVI DLC
Horizon Chase Turbo offre già ore e ore di divertimento e velocità, ma per gli amanti hardcore non è mai abbastanza. Gli sviluppatori stanno lavorando a nuovi dlc con nuove macchine, nuove campagne e altro ancora.
NUOVE MODALITÀ DI GIOCO
Quando si tratta di progettare aggiornamenti, garantire divertimento per il giocatore ha sempre la pole position. Il team analizza il comportamento dei giocatori all’interno del gioco e le loro opinioni sui social media. In questo modo è possibile approfondire nuove idee e aggiornamenti. Ci saranno sorprese.
Horizon Chase Turbo è stato uno dei titoli che ha più sorpreso pubblico e critica. Per chi non lo conoscesse si tratta di un racing arcade che strizza l’occhio ad OutRun ed altri titoli degli anni ’80 e ’90. Un gioco in grado di ammaliare grazie al suo feeling che ripercorre l’epoca d’oro dei titoli di corse automobilistiche a 16 bit tanto da ricordare anche Lotus e Jaguar XJ 220.
Horizon Chase Turbo ci ha colpiti sia su Pc che su PS4 al punto di nominarlo miglior titolo indie 2018 e figura nella nostra lista dei migliori giochi dello scorso anno. La varietà, l’eccellente colonna sonora, la grafica lowpoly assieme naturalmente all’eccellente gameplay ed alla longevità, hanno fatto il resto.
Abbiamo così voluto contattare questo talentuoso team indipendente brasiliano che ha lavorato al gioco. Ecco, quindi, le nostre quattro chiacchiere con gli autori del titolo. Abbiamo chiesto diverse cose come ad esempio sul futuro della serie e del gioco stesso nonché sulla possibilità di ricevere ulteriori contenuti, o nuove caratteristiche (clima dinamico, ad esempio), e di altro. E ci sono state alcune sorprese soprattutto dal punto di vista dell’ispirazione degli sviluppatori.
Incuriositi?
Vi lasciamo alla nostra intervista che abbiamo realizzato con l’aiuto del nostro DannyDSC. A rispondere Jesus Fabre ed Amilton Diesel, cofondatore, capo produttore di Horizon Chase Turbo e direttore tecnico artistico di Aquiris.
Buona lettura. A seguire troverete anche la versione inglese dell’intervista.
Ciao ragazzi! Parlateci un po’ di voi
Acquiris è uno degli sviluppatori attualmente in attività, veterani qui in Brasile. La nostra base è a Porto Alegre, e sviluppiamo giochi dal 2007, principalmente nel campo mobile, passando poi ai PC e alle console. Più di una volta, abbiamo sviluppato progetti suddividendo la squadra in più team. Siamo circa 80 persone, divisi tra 2 uffici. La serie di Horizon Chase e quella di Ballistic Overkill, sono i primi progetti sviluppati internamente, ed entrambe sono partite nel 2015, prima che sviluppassimo una gran quantità di giochi per diverse piattaforme, principalmente giochi per browser e mobile per un pubblico medio in collaborazione con editori come Cartoon Network, Rumble. Sul finire del 2015 è iniziato lo sviluppo in collaborazione con il publisher Scopely del titolo mobile free to play Looney Tunes: World of Mayhem
Vi siete ispirati ad OutRun, Lotus e Jaguar. Qual’è il meglio di questi 3 giochi che avete portato su Horizon Chase Turbo?
Con Horizon Chase Turbo la nostra sfida è stata quella di salvare gli arcade/racer usciti tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90.Le cose più difficili da sviluppare in un videogioco sono le basi. Nel nostro caso, la sensazione di velocità, le curve, i controlli… Il giocatore si sentirà subito a suo agio, giocando quasi a livello istintivo, e di questo siamo molto orgogliosi. Top Gear per SNES e Lotus (Pc) sono le ispirazioni più dirette. In quei giochi, le gare hanno un numero di giri, invece di un singolo sprint. In Top Gear, hai anche gare con 20 concorrenti e progressi in diverse gare in tutto il mondo, contrariamente ad OutRun. Ma i coloratissimi scenari di OutRun e l’atmosfera rilassata hanno avuto molta influenza. La scelta di avere varie gare sulla mappa ed una progressione non lineare sono più simili a Lamborghini American Challenge. Qualcosa che hanno tutti in comune, ed è il motivo per il quale il gioco rappresenta il ritorno a quell’era di racing game arcade, è il modo in cui si comportano le auto in pista. Non è necessario frenare ad ogni turno, non è possibile colpire un cartello e andare nella direzione sbagliata, ad esempio. Quando centri un ostacolo, impari poi a schivarlo, così come le vetture nemiche, in modo da gareggiare in uno scenario che cambia a perdifiato mentre tenti di evitare ciò che ti sta intorno, andando sempre più veloce. È una semplificazione delle corse nata nell’era digitale, ed è molto divertente, ma è stata tagliata fuori dall’avvento dei giochi in 3d. Questa sensazione, è ciò che abbiamo cercato di riportare.
Il progetto è nato per mobile, poi si è evoluto su Pc e console. Come si è evoluto?
Citiamo le parole del game designer Felipe Dal Molin, tratte dall’AMA su Reddit: Horizon Chase Turbo Switch a questo link.
Abbiamo deciso di sviluppare una versione console dopo aver ricevuto tonnellate di feedback in cui i giocatori continuavano a ripetere: “Questo è un gioco da console” e “per favore, portatelo su console”. Horizon Chase Turbo è basato sulla convinzione che un buon gioco, rimanga tale indipendentemente dall’età o dalla piattaforma di riferimento. Ad esempio, Super Mario World sembra proprio come un gioco SNES di 25 anni, sì, ed è ancora fantastico come non mai! Ovviamente abbiamo messo i nostri cuori e le nostre anime nel fare in modo che Horizon Chase si adatti alle nuove piattaforme: ciò significa una campagna più ampia e tirata a lucido, nuove città che sfruttano la potenza di elaborazione extra, nuove modalità di gioco, grafica Full HD a 60FPS (4K in PS4 Pro), classifiche globali, multiplayer a schermo condiviso per un massimo di 4 giocatori, nuova interfaccia utente, ecc. Il nucleo è ancora lo stesso di Horizon Chase – World Tour uscito su dispositivi mobile (che l’utenza aveva indicato come adatto alle console), ma l’abbiamo fatto meglio…beh, Turbo!
Come mai avete optato per una grafica low poly anziché per una pixel art?
Credo che dipenda dallo stile del gioco e dal gameplay, alcuni titoli sono più facili e si esprimono meglio, attraverso la pixel art. Nel nostro caso non volevamo creare un retrogame usando quel tipo di grafica, perché sarebbe stato come copiare ciò che era già stato sviluppato negli anni 80-90. La Low Poly ci ha garantito un maggior realismo ed una complessità grafica inferiore, cosa che permette anche ad hardware di livello medio basso di godere perfettamente dell’intera esperienza. Triangoli e illusionismo combinati insieme sotto forma di computer grafica sono la mia vera motivazione. E non sono un grande fan dei pixel. Penso che i dispositivi moderni e il PPI super condensato chieda più che dei pixel allungati. Ad esempio, poligoni con colori puri e vibranti. Adoro i poligoni. Hanno il potere di creare nel “mondo dei computer” un perfetto ambiente immersivo.
Qual è il punto forte di Horizon, e quello che volete migliorare?
Tutti quelli che amano giocare a Horizon Chase hanno una cosa particolare che cattura la loro attenzione: il gameplay vecchia scuola, la progressione avvincente, l’epica colonna sonora di Barry Leitch … Ma a mio parere, ciò che rende il gioco così speciale sono i controlli veloci e la visuale unica. Per quanto riguarda ciò che vogliamo migliorare, beh, durante tutto il processo di sviluppo, molte idee di gameplay sono state scartate a causa di limiti temporali. Ad esempio: prove a tempo, duelli, meteo dinamico, modifiche all’interfaccia e così via. Ora che abbiamo lanciato il gioco, vogliamo portare alcune di queste idee con la nuova modalità Playground, una nuovissima modalità di gioco che offre nuove sfide ed esperienze ogni due settimane sotto forma di stagioni.
Il pubblico è stato caloroso, la stampa pure. Qual è stata la critica che vi ha sorpreso di più?
Il riferimento principale per Horizon Chase è il franchise di Top Gear (in particolare il primo). Ma visto che Top Gear non è molto popolare al di fuori del Brasile e del Sud America, molti giocatori e giornalisti paragonano Horizon Chase a Out Run. Out Run ha avuto un’influenza enorme su di noi in termini di gameplay e controllo dell’auto, ma alcuni fan di Out Run si aspettavano di avere un gameplay basato su checkpoint e piste piene di traffico e biforcazioni. Questo è divertente perché non abbiamo mai pensato di farlo su Horizon Chase, abbiamo sviluppato il gioco per avere solo circuiti chiusi.
Ci saranno altri aggiornamenti o espansioni (dlc) per Horizon?
Continueremo a lavorare sul nuovo aggiornamento della modalità Playground, con nuove sfide personalizzate in cui i giocatori dovranno competere ogni due mesi. Allo stesso tempo, continuiamo a migliorare tutte le versioni di Horizon Chase Turbo. Playground è una competizione a rotazione che presenta ogni volta, 5 nuove gare. Sono corse con un tempo limite che porteranno sempre qualcosa di speciale sul piano di gioco: le prove a tempo senza avversari, meteo dinamico e ora del giorno, gare a specchio, nitro infinita, restrizioni su quali auto possono competere in una determinata gara. Aspettatevi di vedere tempeste di sabbia in Islanda, vulcani in California e nuove regole! Non sai mai cosa verrà proposto nella prossima stagione. Le gare saranno disponibili in uno dei 5 livelli di difficoltà, il che significa che c’è qualcosa per ogni tipo di giocatore di Horizon Chase. Ogni gara presenta due livelli di sfida per i Playgrounder: sconfiggere gli avversari del computer può essere una sfida in sé, ma puoi sempre connetterti e lottare per scalare le classifiche. Ogni corsa ha la propria classifica, Globale e solo per amici, che rimane online solo per la durata di una stagione. In modalità Playground, ogni stagione porta una nuova serie di sorprese e un nuovo posto dove competere.
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Avete mai pensato ad un dlc con i circuiti di Formula 1 o di Formula Indy, o ancora vetture supplementari?
Abbiamo alcune idee su quali nuovi contenuti introdurre in Horizon Chase Turbo e non scartiamo la creazione di una nuova auto basata su questo stile di guida. Il titolo ha ancora una lunga vita, chissà cosa porterà il futuro?
Ci sarà la possibilità di avere un editor nel gioco?
Sfortunatamente no. L’architettura del gioco non supporta questo tipo di funzionalità. Uno dei segreti del gameplay è che i tracciati del gioco sono completamente realizzati a mano, e creati appositamente considerando i limiti del funzionamento dei vecchi tipi di giochi di corse.
State pensando ad Horizon 2?
Horizon Chase è un gioco molto amato pensiamo sempre alla futura espansione di questo franchise. Per ora, a breve termine, stiamo ancora cercando l’opportunità ideale prima di pensare ad un sequel. Prima di un possibile seguito, dobbiamo assicurarci di offrire ai fan di Horizon Chase un’esperienza significativamente migliorata.
Farete un gioco che omaggerà After Burner?
Adoro questo titolo come molti altri degli anni ’90. Horizon Chase è una lettera d’amore per i classici giochi di corse, quelli giocati duranti l’infanzia. Ma non è nostra intenzione continuare a sviluppare titoli nostalgici presi da altri generi, siamo sempre alla ricerca di approcci completamente nuovi per creare nuovi franchise.
Piani per il futuro?
Al momento siamo ottimisti sulla possibilità di rilasciare il gioco in formato fisico. Stiamo negoziando un potenziale accordo per pubblicarlo su Switch e PS4 in Europa e Nord America. Ancora non è possibile confermare o meno se Horizon Chase verrà portato su altre piattaforme o avere un sequel. Tutte queste possibilità sono sul tavolo ed è ancora troppo presto per prendere decisioni.
ENGLISH VERSION
Horizon Chase Turbo is a great game. It Won Our Prize Best Indie Games 2018 and Fifth place on Our Top Ten Games of 2018.
We loved (and still love) it. This arcade racing who remind the great past of OutRun, Lotus Series and the 16 bit era of arcade racing, hit our hearts. So we listen Aquiris Games Studios to interview the developers of the game. We asket them about the future of the game and some dettails.
Enjoy this interview with Jesus Fabre and Amilton Diesel, co-founder, Lead Producer at Horizon Chase Turbo and Technical Art Director at Aquiris.
Hi Guys! Tell us about you!
Aquiris is one of the most veteran Brazilian studios in currently in active. Based in Porto Alegre, we develop games since 2007, mainly for mobile, PC and consoles. Usually more than one at a time, developed by separate teams. We are about 80 people split in two offices. The Horizon Chase series are, along with Ballistic Overkill, our first authorial projects, both started in 2015, before that we have been developing a high amount of games for a very broad set o platforms, mainly games for the browser and mobile devices for a midcore audience in partnership with publishers like Cartoon Network, Rumble. Since late 2015 we have been working with the publisher Scopely in the development of the mobile Free-to-Play game Looney Tunes: World of Mayhem.
You’ve inspired from OutRun, Lotus and Jaguar. What’s the best from these three games that you’ve added in Horizon Chase Turbo?
With Horizon Chase Turbo our challenge has been to rescue the arcade racers of the late 80s and early 90s. The hardest things to do in a video game are the basics. In our case, the speed sensation, the turnings, tight controls…It feels good and almost instinctive to play the game and we really feel proud of that. Top Gear for SNES and Lotus (PC) are the more direct inspirations. In those games, races have a number of laps, instead of being a single sprint. In Top Gear, you also have races with 20 competitors and progress in several races throughout the world, contrary to OutRun. But the colorful sceneries from OutRun and the laid back aesthetics are a huge influence. Choosing races in a map and the non-linear progression are more similar to Lamborghini American Challenge. Something all of them have in common, and the reason why we call the game a throwback to this era of arcade racers, is the way that cars and tracks behave. You don’t need to brake at every turn, you can’t hit a signpost and head the wrong way, for instance. It’s all about stepping on, learning to dodge enemy cars and getting in a tug-of-war against each turn, trying not to hit anything while the scenery flies by at breakneck speed. It’s a digital-born simplification of racing that’s fun at its core and somehow got axed once games went full 3D. That’s the feeling that we tried to bring back.
This project was born on mobile platform, then is moved on pc and console. How did that evolve?
We decided to make the console version because we got tons of feedback along the lines of “this is a console game” and “please put it on consoles”. Horizon Chase Turbo is built on the belief that good play is regardless of age or platform. For instance, Super Mario World looks just like a 25 year-old SNES game, yes, and it’s still as awesome as ever!
Of course we’ve put our hearts and souls into making Horizon Chase fit the new platforms: that means a bigger and extra polished campaign, with new cities that take advantage of the extra processing power, new game modes, full HD graphics at 60FPS (4K in PS4 Pro), global leaderboards, split-screen multiplayer for up to 4 players, all-new UI, etc. The core is still the same as Horizon Chase – World Tour on mobile (which people already said would fit a console as is), but we’ve made it… well, Turbo.
Why you’ve chosen a graphic “low poly” instead of, for example, pixel art?
I believe it depends on the style of the game and the gameplay, some titles are easier and better expressed through pixel art. In our case we didn’t want to create a retrogame using pixel-art, using pixel art was like copying what was already invented back in the 80-90s. Low poly gave us more realism and the graphic complexity of the game wasn’t very high, so there weren’t big hurdles to play it on low and medium-tier devices. Triangles and illusionism put together in computer graphics form are my real motivation. And I’m not a big fan of pixels either. I think modern devices and their super condensed PPI claim for something better than stretched pixels. Like polygons with pure and vibrant colors. I just love polygons. They have the power to create the perfect “computer world” immersive environment.
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What’s the strong point of Horizon Chase and what do you want to improve?
Everyone who loves playing Horizon Chase has a particular thing that captures their attention: the old school gameplay, the addicting progression, the epic soundtrack made by Barry Leitch… But in my opinion, what makes the game so special is the tight controls and the unique visual. As to what we want to improve, well, throughout the development process, lots of cool gameplay ideas had to be discarded due to time limitations. Such as: time attack, duels, changing weather, HUD changes, and so on. Now that we’ve already launched the game, we want to bring some of these ideas with the new Playground Mode, that is a brand new game mode that offers new challenges and gameplay experiences every two weeks in form of seasons.
Public’s and critical receptions are very positive. Which was the criticism that surprised you the most?
The main reference for Horizon Chase is Top Gear franchise (especially the first one). But as Top Gear isn’t very popular outside Brazil and South America, many players and reviewers compare Horizon Chase to Out Run. Out Run is a huge reference to us in terms of gameplay and car control, but some Out Run fans expected to have a checkpoint-based gameplay and tracks full with traffic and bifurcations. This is funny because we never thought to do it on Horizon Chase, we designed the game to have closed circuits only.
There will be new updates, expansion (dlc) for Horizon?
We will keep pushing out a new Playground Mode update with new custom challenges for all players to compete each two months. In parallel, we keep improving all the Horizon Chase Turbo versions. Playground is a rotative competition that present 5 new races each time. They are time-limited tracks that will always bring something special to the table: Time Attack races with no opponents, changes in weather and time of day, mirrored races, infinite nitros, restrictions on which cars competitors can use. Expect to see sandstorms in Iceland, volcanoes in California and new rules! You never know what the next season will feature. Races come in one of 5 difficulty levels, meaning there’s something for every type of Horizon Chase player. Each race presents two levels of challenge for Playgrounders to take on: beating the computer opponents may be a challenge in itself, but you can always take it up a notch and fight to climb the leaderboards. Each race has its own leaderboard, Global and Friends-only, that stay online only for the duration of a season. In Playground mode, each season brings a new set of surprises and a new place to compete.
Have you ever thought of a dlc with tracks inspired from Formula 1 or Indycar? Or addition vehicles inspired from this type of race?
We have some ideas of introducing new content on Horizon Chase Turbo and we don’t discard making a new car based on this racing style. Horizon Chase Turbo still has a long life and who knows what the future will bring?
In the future, there will be a chance to have a in-game editor?
Unfortunately not. The game’s architecture doesn’t support this type of feature. One of the secrets of the tight gameplay is that the game tracks are fully handcrafted and especially created considering the limitations of how these type of old racing games work.
Are you guys thinking a possible Horizon 2?
Horizon Chase is a very loved game and we are always thinking in how we can expand this franchise. For now, in short term, we are still looking for the ideal opportunity before starting a sequence. Before start making a sequel, we have to make sure that we will deliver a meaningful and enhanced experience for the Horizon Chase fans.
You will develop a game that which will gather the “heritage” of After Burner?
I love this game such as lots of games from the 90s. Horizon Chase is a love letter for the classic racing games, the games we played in our childhood. But isn’t our intention to keep making nostalgic games from other genres, we’re always looking for completely new approaches to create new franchises.
Plans for the future?
At the moment we are optimistic about the possibility to release the game on physical format and are negotiating a potential deal to publish the game on Switch and PS4 in Europe and North America. Still cannot confirm nor reject the game will be ported to more platforms or have a sequel, all the possibilities are on the table and is still too soon to decide that.
Continua la nostra carrellata sui GOTY. Vi parliamo di una novità assoluta per noi perché per la prima volta parleremo di migliori giochi indie del 2018.
Siamo un piccolo team che vuole crescere e ci sforziamo sempre di più nonostante i mezzi siano davvero pochini. Vogliamo offrire sempre di più al nostro pubblico e completare al meglio il nostro lavoro. Inoltre ci specchiamo in quello che è il concetto di indipendente.
Il 2018, nemmeno a dirlo, è stato un anno eccellente per le etichette e per i team indipendenti che hanno sfornato diversi giochi di altissimo livello sotto tutti gli aspetti. Qualità, riscoperta del passato – arma primaria degli indie – il tutto condito da una volontà di rinnovarsi sicuramente più ampia rispetto all’industria di settore a tripla A.
Troverete moltissimi titoli menzionati che, nonostante l’ottimo livello, non entrati nella top five a riprova di un anno memorabile.
Detto questo, ecco la nostra top 5 (+1). Buona lettura.
Il calcio manageriale è uno di quei generi evergreen. Sempre verde e sempre in grado di catalizzare attenzione. La paura più grande in agguato, però, è quella della gestione di tante cose. Non solo le tattiche ma anche i rapporti con giocatori, manager e così via.
New Star Manager, nuovo titolo di Simon Read, riesce a semplificare una moltitudine di aspetti offrendo ai neofiti tantissimi spunti interessanti. Forse anche troppo ma è in grado di catalizzare l’attenzione. Punto forte è l’immediatezza e l’intuitività del gameplay che pur imponendo l’attenzione a più dettagli gestionali come formazioni, gestione squadra ed economica, ampliamento delle strutture sportive, mercato, sponsor e così via, riesce ad essere profondo. La partita, inoltre, permette di fare azioni in diretta giocando in punta di mouse e creando – quando la bravura dei giocatori in campo lo consente – azioni spettacolari. Passa in secondo piano l’assoluta mancanza di licenze, ma i campionati sono tanti ed è possibile anche cambiare nazione per ricominciare un nuovo segmento di una carriera infinita.
Forse con qualche cosa da gestire in più, New Star Manager avrebbe concorso ad altro, ma tutto sommato, è un titolo quasi eccellente, figlio dell’apprezzatissimo New Star Soccer e che merita la candidatura.
Strategia a turni applicata ad un campo di calcio. Un’idea quanto semplice quanto geniale. Football Tactics & Glory applica il concetto alla grande grazie ad un gameplay arricchito da molteplici sfumature (anche gdr).
Il gioco è al tempo stesso immediato perché le meccaniche che si intuiscono sono intuibili, ma difficile perché le tante cose a cui pensare si incastrano molto bene. Una sfida ardua ed avvincente. Inoltre il titolo è divertente. Croteam ha davvero fatto centro grazie ad un’idea coraggiosa. Ecco come abbiamo concluso la nostra recensione:
Creoteam propone quindi la sua visione particolare del gioco più bello del mondo. Una scelta coraggiosa che apprezziamo perché vuol dare una ventata di novità. In campo si schiererà la formazione migliore e si darà fondo al proprio acume tattico per vincere partite sempre più complicate con giocatori sempre migliori. I contenuti non mancano, la parte gestionale benché molto più semplice di quella che possiamo trovare in titoli manageriali più famosi è equilibrata mentre in gameplay a turni in campo è un’idea valida ma migliorabile perché poi tende alla ripetitività anche se il numero di colpi e scelte da fare aumenta sempre più con il miglioramento della squadra (ed avversari).
4) UNAVOWED
Una delle migliori avventure grafiche degli ultimi tempi grazie ad un’ottima realizzazione tecnica e ad una trama molto interessante. Unavowed, l’ultima fatica di Dave Gilbert per Wadjet Eye Games, ci offre tantissima carne al fuoco ma anche una bella atmosfera, una buona libertà d’agire, enigmi da affrontare e misteri da svelare con finale multiplo e la possibilità di scegliere tra quattro personaggi. Opzione che avrà la sua importanza: ogni personaggio ha le proprie peculiarità e, quindi, il gameplay della partita in corso subirà le dovute variazioni. Non abbiamo avuto il tempo di recensirlo (speriamo di farlo presto, nostra culpa) ma lo abbiamo provato lungamente e ne abbiamo apprezzato le ottime qualità.
La sua presenza in questa cinquina “allargata” è giustificata da quanto scritto in questo speciale. Gli amanti delle avventure grafiche punta e clicca lo apprezzeranno sicuramente.
Lo abbiamo eletto miglior titolo italiano dello scorso anno. Ne abbiamo parlato in questo nostro speciale. Una sintesi qui? Va bene: ottimo gameplay (a tratti sopraffino) e dai tratti ipnotici che ricordano i fasti di Sid Meier’s Pirates!, nondimeno Nantucket si fa apprezzare per un eccellente lato artistico. Di certo non poteva mancare in questa nostra classifica generale degli indie.
Drinkbox Studios aveva un compito complicato: riuscire a non far rimpiangere i giocatori dopo l’ottimo Guacamelee. Il Mexiverso è tornato in grande spolvero in estate sempre più colorato, con una nuova trama da seguire e con tante altre cose da fare e conoscere. Un gioco che migliora tutto tutto quello che c’era nell’ottimo predecessore. Aggiungiamo che ha tutti gli ingredienti per l’essere un grande Metroidvania.
Chi ama il genere non può non prendere in considerazione il gioco. Ecco parte del commento finale della nostra recensione.
Si tratta di un videogioco di impostazione platform, aderente ai canoni dettati da Metroid e Castlevania (che danno il nome al genere di riferimento: i Metroidvania). Non lesina fasi d’azione in cui si tramuta in uno spettacolare picchiaduro di scorrimento, il cui progresso permette di arricchire l’arsenale di colpi e combo dei protagonisti, nonché colpi speciali che permettono il raggiungimento di aree altrimenti impossibili da esplorare. Quando non si combatte, si affronta un titolo dalle fasi di piattaforme sopraffine, dove esperienza, tentativi, studio e tempismo la fanno da padroni e alla fine delle ardue prove si trova, oltre alla ricompensa di gioco, un profondissimo senso di appagamento e soddisfazione. Longevo quanto basta (una decina di ore per completarne la storia ed esplorare gli incarichi secondari), include la possibilità di essere giocato da quattro giocatori in contemporanea, anche sullo stesso schermo, ridisegnando almeno un poco tutto l’approccio a combattimenti ed esplorazione, incoraggiando la cooperazione e la combinazione delle forze di ciascun giocatore.
Un titolo eccellente, divertente e longevo. Difficilmente Aquiris Studio Games avrebbe potuto fare meglio con il suo Horizon Chase Turbo. L’unica pecca secondo noi è la mancanza di un editor (ma speriamo che arrivi) che avrebbe potuto alzare ulteriormente la valutazione più che lusinghiera che abbiamo dato in sede di recensione su Pc e PS4.
Horizon Chase Turbo, già tra i candidati nella categoria migliori sportivi/racing, è il nostro trionfatore. I motivi? Beh, eccoli: splendida realizzazione tecnica (grafica low poly da applausi e senza nessun tentennamento), gameplay che richiama i fasti dei classici a 16 bit degli anni ’90, un grado di sfida esaltante e tantissime cose da fare. Horizon Chase Turbo migliora il concetto di capolavori quali Lotus Esprit Turbo Challenge e Jaguar XJ 220. E lo fa con una classe immensa donandoci due cose importanti: divertimento e tante emozioni.
Questo è il commento entusiastico della recensione PS4 realizzata dal nostro DannyDSC:
Horizon Chase Turbo è un sogno che si avvera per qualunque amante delle gare Arcade, o per un giovinastro che voglia provare sfide che vanno oltre il semplice “save&reload”. È affascinante, veloce, adatto per lunghe sessioni o per brevi e fugaci toccate e fughe. Il framerate su PS4 Pro è perfetto, il sonoro azzeccato, è anche tutto in italiano. Insomma, questi ragazzi (ai quali invitiamo di potersi in futuro cimentare con un’uguale operazione per After Burner) meritano davvero tanta stima e supporto per un gioco venduto a prezzo budget ma completo, appagante e divertente, sempre in grado di proporre sfide.
Parole che confermano la bontà di quanto già fatto su Pc e che suggellano questo risultato per il team indie brasiliano.
Menzioni: Battle Princess Madelyn, Football Tactics & Glory, Sailaway Simulator, Apocalipsis: Harry at the end of the World, Nairi: Tower of Shirin, Haimrik e Warhammer: Vermintide 2.
C’erano una volta le sale giochi dei primi anni ’90. Quei luoghi fantastici, pieni di luci e suoni che avvolgevano la mente di un bambino al fine di portarlo in mondi lontani, universi paralleli, e strade con le quali correre con il nostro bolide.
Spesso, gli stessi cabinati erano delle piccole riproduzioni di abitacoli, regalandoti la sensazione di essere davvero alla guida di quel bolide, e poter sentire l’aria che ti accarezzava il viso mentre sognante, pensavi alla controparte femminile seduta nel sedile accanto al tuo con quel sorriso assolutamente invitante. In pieno stile Top Gun, ci si poteva sentire anche sentirti il Maverick della situazione, facendo il figo mentre l’abitacolo del cabinato andava prima più su, e poi più giù, a seconda della posizione della cloche. Ma facciamo un passo indietro, e torniamo all’abitacolo del bolide, con volante, pedali e marce tutti funzionanti.
I brasiliani di Aquiris devono essersi svegliati lo stesso giorno, alla stessa ora, con la stessa idea, frutto di un sogno o di un’immaginifica vena ispiratrice, perché hanno reso possibile qualcosa di dannatamente difficile. Qualcosa che molti sviluppatori tentano di portare a termine ma spesso con risultati scadenti nei casi più felici, e purtroppo deludenti nella stragrande maggioranza.
Prendere un gioco, o una serie di giochi, e riproporli al pubblico a distanza di quasi trent’anni cercando di mantenere vive quelle stesse sensazioni provate in precedenza, che ad oggi pungoleranno la memoria di chi è sulla quarantina, ed ecciteranno i più giovani con colori sgargianti, una colonna sonora riconoscibile ed incalzante, un gameplay veloce, frenetico, dannatamente tecnico, e dal sapore di pura vittoria quando vedi quell’”1″ stampato alla fine della gara. Tutto questo, è Horizon Chase: Turbo, titolo che abbiamo già trattato su Pc (qui la nostra recensione) e che adesso riproponiamo per PS4. Un racing arcade dal sapore antico, genuino, ed in grado di evocare e rievocare tanti altri ricordi.
SIEDITI E METTI IN MOTO JACK
Provato e recensito dal nostro DannyDSC questa volta in versione PS4, Horizon Chase: Turbo si presenta come una normalissima operazione nostalgia per portare il fascino e la velocità di giochi come Out Run e Lotus ( solo per citare i due giochi più famosi che vengono in mente) sui nostri televisori. Rompiamo gli indugi chiarendo subito un punto: No! Non è così! È molto di più.
Installato e fatto partire Horizon Chase: Turbo si presenta con una schermata iniziale in pieno stile sala giochi che ci inviterà a premere un pulsante per passare al menu principale. Da li, potremo scegliere una delle modalità a nostra disposizione quali Tour Mondiale (la modalità più “importante”), i tornei (divisi per difficoltà), le gare di Resistenza (difficili ed appaganti) e nel caso volessimo cimentarci in qualche partita online, avremo a disposizione il classico multiplayer o la modalità a schermo condiviso per farci qualche partita con gli amici sulla stessa console.
Già da qui è facile capire che Aquiris punti ad una mole di contenuti notevole per intrattenere il giocatore, cosa che non è accaduta per altre “operazioni nostalgia” quali ad esempio Outrun Online Arcade (uscito per PS3 nel 2009 con un discreto successo).
Ad esempio il Tour Mondiale si dipana in diverse zone del mondo, passando dal Brasile al Cile alla Grecia al Giappone all’Islanda e altro ancora. Piccola punta di amarezza, non aver visto l’Italia tra le location disponibili. Facendo un piccolo passo indietro per tornare al menu principale, scopriremo che all’inizio non tutte le modalità saranno disponibili, questo perché per procedere con il gioco, dovremo ottenere dei risultati. Quindi, mettiamo in moto e passiamo al gameplay.
CURVA A DESTRA! CURVA A SINISTRA!
Selezionata la California, prima tappa del Tour Mondiale, la prima gara da affrontare sarà sul circuito di Grass Hills. Siamo agli inizi, quindi a disposizione avremo solo un paio di macchine tra qui scegliere.
Andando avanti nelle competizioni e ottenendo punti, potremo sbloccare altri veicoli che si aggiungeranno al nostro garage (in totale, sono poco più di una trentina e spaziano dalle super car che ricordano le Ferrari e le Lamborghini, per passare a modelli più raffinati, vicini alle BMW, ai camioncini Hippy e altro).
È importante sottolineare che tutti i veicoli abbiano caratteristiche molto diverse. Quindi, avremo una Ferrari veloce ma poco manovrabile, un Roadster più lento ma agilissimo, una Lamborghini dalla velocità incredibile ma con un serbatoio molto limitato, e così via. La coperta sarà sempre un po’ corta anche per bilanciare al massimo il gameplay.
Sarà, infatti, una scelta più strategica di quello che si potrebbe inizialmente pensare, e non a caso, spesso e volentieri potrà capitare di dover ripetere gara cambiando macchina proprio perché la scelta fatta in precedenza era errata. Ma torniamo a Grass Hills; finito il counter la nostra prima gara inizia ed è tutto un susseguirsi di curve larghe, curve strette, veloci rettilinei, e 19 concorrenti per la vittoria che non ne vogliono proprio sapere di farsi da parte, scegliendo saggiamente di posizionarsi praticamente ogni volta nella posizione giusta per rallentarci.
Durante la nostra gara avremo a disposizione il turbo, da usare con molta saggezza, perché se in un rettilineo fa la differenza, usato in curva può avere conseguenza catastrofiche se attivato al momento sbagliato. Durante la gara, dovremo anche prestare attenzione all’indicatore del carburante, posto nella parte superiore destra dello schermo.
Se il carburante finisce, verremo squalificati e la gara finirà in anticipo. Fortunatamente, lungo il percorso, potremo acquisire taniche di carburante che ci permetteranno di proseguire, ma dovremo essere attenti e ricordarci i punti dove vengono sistemati. Oltre a taniche di benzina e turbo aggiuntivi, durante la corsa potremo acquisire delle monete che se accumulate, ci permetteranno di sbloccare nuovi percorsi, nuove modalità, e nuove macchine.
Inutile dire che il lavoro di posizionamento di questi tre elementi da parte di Aquiris è stato certosino e ponderato con attenzione, frutto di una corposa fase di testing. Più di una volta vi capiterà di rimanere senza benzina, o ripetere una gara per riuscire a collezionare tutte le monete. Questo perché Horizon Chase Turbo, è un gioco sé Arcade e veloce ma, al tempo stesso, anche dannatamente tecnico. Gli sviluppatori meritano davvero i nostri più sentiti complimenti, prova e riprova che il mondo indie ha da dire più che qualcosa rispetto a molti titoli “Triple AAA” che di Triple hanno soltanto il budget, ma non la qualità.
QUANTO SEI BELLA… GRAFICA MIA!
In un gioco di corse, la grafica riveste una parte importante per qualunque giocatore, non solo perché l’occhio vuole la sua parte, ma perché una grafica armonizzata e realizzata con cura, miscelata ad un buon design dei circuiti, garantirà ore ed ore di divertimento senza cadere nella “ripetitività” che spesso può portare un’esperienza di gioco a divenire noiosa dopo poco tempo. Ebbene, anche qui il team di sviluppo si dimostra all’altezza del compito, “asfaltando” team ben pių conosciuti. Lo sviluppatore stesso, ha definito la grafica di Horizon con queste parole:
Horizon Chase riporta il contesto grafico della generazione a 16 bit e crea uno stile ispirato al passato senza rinunciare alla sua contemporaneità. Il minimalismo dei poligoni e l’estetica del colore secondario (per avere un colore secondario si vanno a mescolare due colori primari in uguali quantità, ndr) accentuano la bellezza visiva del gioco, creando un’atmosfera unica e armonica. Sentirai l’anima retrō del gioco su un corpo completamente moderno.
Vi lasciamo qualche secondo per rileggere queste poche righe e riflettere, perché ne vale la pena. È poesia, tecnica e genialità: lo stile grafico ci riporta agli anni ’80 e ’90, minimale ma di grande impatto. I fondali, preparati con maestria, sono talmente belli che a tratti non ci sembrerà di giocare, ma di essere dentro un anime giapponese.
Durante la nostra prova nel circuito “Notte Selvaggia” in Sudafrica, ci siamo soffermati più e più volte per ammirare la splendida cornice di gioco. E l’effetto “anime” è elevato tanto per il giocatore quanto per chi osserva senza pad alla mano.
Poteva un gioco così ben fatto avere una colonna sonora come tallone d’Achille? Se così fosse, non sarebbe comunque un grosso neo, o forse no? Beh, non dovremo comunque preoccuparcene, perché le musiche di Horizon Chase Turbo meritano un acquisto a parte per godersela in macchina mentre si guida (senza correre). Perché? Semplice: oltre ad essere splendida, è stata composta da un certo Barry Leitch, che ci ha donato giusto qualche perla come ad esempio la colonna sonora di Top Gear (Super Nintendo), Lotus 2 (Amiga), Imperium (Pc), e molte altre. Per Horizon Chase, l’artista ha voluto proporre musica elettronica in pieno stile anni ’80 e ’90 che accompagneranno le nostre partite con brani incalzanti e carichi di adrenalina. Unico neo, volevamo una trentina di tracce in più.
COMMENTO FINALE
Siamo alla fine della nostra recensione. Un po’, quasi, ci dispiace: avremmo desiderato parlarvi ancora di questo gioco, ma il miglior consiglio che possiamo darvi è di provarlo, dato che č disponibile una demo gratuita che siamo sicuri, non farà altro che aumentare la voglia di possedere questa perla.
Horizon Chase Turbo è un sogno che si avvera per qualunque amante delle gare Arcade, o per un giovinastro che voglia provare sfide che vanno oltre il semplice “save&reload”. È affascinante, veloce, adatto per lunghe sessioni o per brevi e fugaci toccate e fughe. Il framerate su PS4 Pro è perfetto, il sonoro azzeccato, è anche tutto in italiano. Insomma, questi ragazzi (ai quali invitiamo di potersi in futuro cimentare con un’uguale operazione per After Burner) meritano davvero tanta stima e supporto per un gioco venduto a prezzo budget ma completo, appagante e divertente, sempre in grado di proporre sfide.