PGA Tour 2K21, la nostra recensione – IlVideogioco.com

Il rapporto tra videogiochi e golf è sempre stato speciale. Vuoi perché nei Paesi anglofoni questo sport è molto popolare, vuoi perché per la sua peculiarità, tutto sommato, realizzare un titolo sul golf non era impossibile. Andiamo al sodo immediatamente per dirvi che parleremo di PGA Tour 2K21 ma prima Read more…

Magin, un oscuro rpg, ci prova su Kickstarter

Il cammino su Kickstarter è iniziato la settimana scorsa ed attualmente ha raggiunto circa un quarto della cifra richiesta. Magin, un rpg dai toni oscuri, cerca consensi e fondi sulla nota piattaforma di raccolta per raggiungere la quota minima di 42.571 euro (circa 47.950 dollari, ndr). Obiettivo che serve agli Read more…

The Last Faith, la campagna Kickstarter si chiude trionfalmente

È un vero e proprio trionfo la campagna Kickstarter di The Last Faith. Il metroidvania gothic di Kumi Souls Games ha infatti confermato di essere un progetto molto interessante e, dopo aver centrato l’obiettivo minimo in 48 ore (45.000 sterline, circa 50.000 euro), ha raggiunto la ragguardevole somma di 210.075 Read more…

SnowRunner, il sudore e la fatica in 10 immagini

Torniamo a parlare di SnowRunner, la “sorpresa” di questo 2020, ma questo volta lo facciamo scegliendo 10 immagini che racchiudono il suo “spirito”. Dopo averne parlato già abbastanza nella nostra recensione, questa volta gli dedichiamo uno spazio speciale nella nostra rubrica Giochi in dieci scattiPoche parole, questo è sicuro, lasciando il posto a 10 immagini che, da sole, parlano di SnowRunner.

Chi vi scrive del gioco ne è veramente appassionato. Catturarne gli screenshot più belli non è stato facile, come non lo è stato sceglierne solo 10. A malincuore ci siamo riusciti, con il preciso intento, se ovviamente già non lo state facendo, di convincervi a giocare a questo gran videogioco.

La scorsa volta, con Those Who Remain, vi abbiamo illustrato la paura. Questa volta lasciamo spazio al sudore e alla fatica, due aspetti cardine del gameplay di SnowRunner. Non ci resta, quindi, che lasciarvi al nostro personalissimo album.

snowrunner immagini screenshot

Dedichiamo la prima, delle nostre 10 immagini, all’elemento naturale che SnowRunner eredita dal suo recente passato: il fango. Non è un caso, infatti, che il suo predecessore si chiamasse MudRunner. Melma e terreno bagnato non saranno, però, i soli e unici avversari in questo simulatore di guida “estremo”. Possiamo solo dirvi che questo è solo un leggerissimo antipasto di quello che vi aspetta veramente nel gioco. Anche il dettaglio più insignificante, se tralasciato, segnerà la fine del vostro viaggio…

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I dettagli, come anticipato prima, sono il nascondiglio perfetto del diavolo. In questo screenshot di SnowRunner, tralasciando (anche se quasi impossibile) il colpo d’occhio paesaggistico, noterete come il nostro camion sia entrato in un leggera depressione. Se fate, però, attenzione, noterete che sotto le ruote il terreno è promiscuo. Sassi, rocce, terra fresca, erba bagnata, umidità non solo elementi grafici che dipingono lo scenario di gioco, ma sono parte attiva del gameplay di SnowRunner…

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Oltre al fango, l’acqua rappresenta uno degli ostacoli più difficili che il gameplay di SnowRunner ci riserva. A prima vista può sembrare un grazioso e calmo specchio d’acqua ma, una volta entrati, dentro si possono nascondere delle trappole micidiali. Il consiglio, quando si è in procinto di attraversare un corso d’acqua, è quello di guardarsi intorno e sotto le ruote. La corrente e il flusso del fiume non vedono l’ora di darvi un rapido passaggio con destinazione “game over”…

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Snowrunner vi porterà in giro per il mondo, dall’America alla Russia, dalle montagne dell’Alaska alle irte foreste della tundra, dalle distese interminabili del Michigan al ghiaccio mortale delle montagne del Nord. Fortunatamente, tra una fatica e l’altra, avrete modo di rilassarvi e apprezzare il meglio della natura selvaggia. Quella che qualche minuto prima reclamava il vostro fido amico di metallo e gomma, sa riconoscere quando ha davanti un degno avversario…

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Attenti però a non addormentarvi, il buio sopraggiunge presto. Lo Swarm Engine, il motore grafico proprietario Saber Interactive, regala a SnowRunner un ciclo dinamico giorno/notte oltre che un meteo variabile. Questi cambiamenti di stato influenzano il gameplay e la guida del mezzo. Se ad esempio vi trovate ad affrontare una missione in Alaska in notturna, l’umidità si trasforma in ghiaccio su strada. E lì non ci sono freni e gomme che tengono…

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Non basterebbero 10 immagini per illustrare il parco mezzi di Snowrunner. Ci limitiamo, quindi, solo a darvi un assaggio. I mezzi scout sono utili per esplorare nuove mappe di gioco, recuperare potenziamenti e conquistare le torri d’osservazione. Le motrici pesanti sono utili in situazioni estreme, forti delle dimensioni degli pneumatici e la potenza dei motori. Per tratte di lunga percorrenza potete scegliere tra i trattori fuoristrada oppure o a utilizzo intenso. Considerate che tutto può essere potenziato, a patto che miglioriate il vostro livello di esperienza

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Per migliorare il vostro livello di esperienza in SnowRunner l’unica strada da seguire è quella di sporcarvi le mani con missioni e contratti. Siete dei driver, guidatori professionisti in un territorio ostile e in condizioni estreme. Andare dal punto A al punto B, sulla carta (e sulla cartina), è facile. Che saranno mai 2km, per fortuna questa volta la missione è vicina, meno male devo solo recuperare un container nel fiume. Sono frasi che pronuncerete solo una volta nel corso della vostra esperienza di gioco, ve lo possiamo assicurare…

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… prima di andare incontro a questi tragici epiloghi. Purtroppo il gameplay di SnowRunner, sotto questo aspetto, è piuttosto punitivo. Se finite con le “chiappe al vento”, dopo aver sganciato il rimorchio, vi aspetta solo il respawn. L’unica chance è quella di condividere l’esperienza di gioco in modalità multigiocatore. L’unione, si sa, fa la forza…

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Ogni regione contiene 4 mappe interconnesse da tunnel per un totale di 12 imprevedibili scenari. Non saprete mai a cosa andrete incontro. Ogni mappa, infatti, nasconde delle sue peculiari insidie dettate dall’ambiente circostante e dalla presenza di elementi naturali. Le missioni, che a una prima impressione possono sembrare monotone, seguono degli itinerari diabolici. Sta alla vostra abilità e alle doti di guidatore, unite al set-up del mezzo, a tirarvi fuori dai guai e portare a termine i vari step di SnowRunner…

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Il vostro lungo viaggio in SnowRunner inizia da qui. Ovviamente questo è solo il primo step di un percorso che sembra destinato a durare nel tempo. Focus Home e Saber Interactive, forti dei dati positivi di vendita e della risposta dei giocatori, hanno annunciato la roadmap dell’uscita dei DLC. Queste espansioni porteranno miglioramenti significativi al gioco, introducendo nuove mappe e mezzi di trasporto. Prima di pensare al futuro, però, salite a bordo del vostro mezzo alla scoperta di SnowRunner.

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Super Mega Baseball 3, Recensione

Se parliamo di baseball, soprattutto in Italia, la mente di molti va al film comico del 1989 Major League – La squadra più scassata della Lega con Charlie Sheen, Tom Berenger e, tra gli altri, un giovanissimo Wesley Snipes. Un film cult, una sorta di Allenatore nel Pallone ma rapportato al mondo di questo sport americano che in Italia ha comunque la sua nicchia e che vede la nostra Nazionale tra le migliori in Europa con 10 titoli continentali in bacheca ultimo dei quali conquistato nel 2012 e ben 15 secondi posti.

Nel mondo dei videogiochi, chi vi scrive ricorda la serie Hardball di Accolade, su Amiga a C64 e, agli inizi degli anni ’90, i titoli della saga Baseball Star di SNK. In entrambi i casi parliamo di serie molto ben fatte. In tempi più recenti RBI Baseball e MLB The Show che ormai sono un po’ come Fifa e PES per il calcio. Ma noi vi parleremo di un altro titolo che, a differenza degli ultimi due che sono più simulativi, offre più sfumature arcade.
Parliamo di Super Mega Baseball 3, nuovo capitolo della saga firmata dal team indie canadese Metalhead Software. Questo gioco è uscito lo scorso 13 maggio su Pc, PS4, Xbox One e Switch e vi diciamo subito che offre un approccio rapido e diretto. L’uscita è stata ritardata, giusto sottolinearlo, per l’emergenza Covid-19 che ne ha slittato il lancio di avvio della nuova stagione inizialmente previsto ad aprile.

Potremmo, fin da ora, definirlo a metà tra l’arcade e la simulazione. E, sempre fin da ora, vi diciamo che si tratta di un gioco davvero interessante ed adatto anche ai neofiti di questa disciplina sportiva.

Vi parliamo della versione su Steam del titolo. Buona lettura con la recensione di Super Mega baseball 3.

TANTI CONTENUTI IN QUESTO TERZO CAPITOLO

La serie griffata da Metalhad Software è nata nel lontano 2014. I tratti caratteristici sono una grafica cartoon molto stilizzata ed un gameplay immediato ma non per questo meno profondo di quello che potrebbe essere una vera e propria simulazione. Ovviamente, su quest’ultimo aspetto, ci sono certamente differenze ma approfondiremo la giocabilità poco dopo.

In Super Mega Baseball 3 troveremo sempre l’essenza dei primi due capitoli ma con tante caratteristiche più raffinate e soprattutto molti contenuti. Troveremo 14 diamanti dettagliati, dove sarà possibile giocare match in diurna e notturna, si potranno fare le partite amichevoli anche online o in multiplayer locale 1 contro 1 o in cooperativa contro la CPU scegliendo anche il numero di inning da disputare.

Super Mega Baseball 3
La presentazione delle due squadre contendenti

La novità più grande, però, è senza dubbio la modalità Franchising che permette di scegliere tra una squadra e poterla personalizzare, ampliare e migliorare. In questa modalità sarà possibile effettuare la compravendita dei giocatori, il loro sviluppo delle caratteristiche, intervenire sul mercato, acquistare gli svincolati e così via attraverso più stagioni. Sarà possibile durante la selezione anche scegliere la lunghezza delle stagioni (corte, medie o lunghe fino ad un massimo di 48 match della regular season e 7 incontri per ogni turno di play off).

Tra le modalità online c’è anche la Pennant Race con sfide uno contro uno nel tentativo di salire di livello e raggiungere le divisioni più alte.

Inoltre si può personalizzare l’aspetto dei propri atleti in tantissimi dettagli.

UN GAMEPLAY DIVERTENTE, PROFONDO E CON EGO

Super Mega Baseball 3
Un bant, o smorzata, può essere un’arma a doppio taglio

Uno dei punti di forza di Super Mega Baseball 3 è senza dubbio il gameplay. Le motivazioni sono molteplici. In primis l’immediatezza dei comandi. Sia sul monte di lancio che in battuta sarà intuitivo fin dalle prime fasi cosa fare e come farlo.

La profondità del gioco sta nel fatto di poter realizzare – a patto di avere l’atleta adatto – quello che si voglia. Lanci poderosi, insidiosi, effettati, lanci pazzi o anche tentare di cogliere in “flagrante” i corridori presenti nelle basi. Mentre se si batte si può sempre sperare di piazzare bordate per effettuare fuoricampo o – ancora – smorzate per far perdere tempo utile ai ricevitori avversari e guadagnare quante più basi possibili.

Il baseball è un gioco molto complesso dal punto di vista tattico ed è importante osservare cosa succede nel diamante. Abbiamo già accennato al fatto che il titolo offra un gameplay misto tra arcade e simulazione grazie proprio al classico concetto applicato: facile da imparare difficile da padroneggiare. Merito dell’intelligenza artificiale chiamata Ego. Questa ci fa configurare il tipo di gameplay e ci permette di controllare al meglio diverse azioni che animano questo sport come la possibilità di rubare le basi e di renderlo automatico o casuale.

EGO

Dal punto di vista del battitore, sarà home run?

Ego era già presente nei due precedenti giochi e ci fa scegliere tra una difficoltà che va da 0 a 99 e questa la si può applicare nei vari reparti: battitore, corsa, riflessi, lanciatore, presa. I gradi vanno da facile (0-9), a casual (10-19), da medio (20-29), a tough (30-39), da serious (40-49), ad hard (50-59), da extreme (60-69), ad élite (70-79), da master (80-89), a super mega (90-99).
Va da sé che con tutti questi parametri il gameplay sia veramente articolato ed ogni partita, anzi, ogni inning, sarà una storia diversa dall’altra.

A dare ulteriore pepe al tutto è la fisica con rimbalzi e traiettorie della pallina che possono infiammare le azioni. Non tutte le ricezioni sono scontate e l’errore è dietro l’angolo, questo permette di poter sfruttare in fase di corsa anche due basi o tre, addirittura, in una sola azione. Certo, si aumenta il rischio e si può anche permettere alla difesa di effettuare un “doppio gioco”, ossia una doppia eliminazione.

Battere in modo pulito, inoltre, aumenterà i rischi di vedere i propri sforzi offensivi andare in fumo. I campanili sono generalmente facile preda dei difensori ma anche salvataggi spettacolari in tuffo o in salto possono farci strozzare in gola una esultanza per un possibile home run.

ADATTO A TUTTI

E adesso te la piazzo li

Molteplici, dunque, le caratteristiche del gameplay che rendono Super Mega Baseball 3 un titolo adatto tanto ai neofiti di questo sport che agli appassionati di vecchia data. Questi apprezzeranno la profondità di ogni singola azione e ce ne rendiamo conto anche nel corso di una singola partita. C’è il fattore stanchezza che – soprattutto – nel lanciatore influisce parecchio nelle prestazioni. Sempre il lanciatore dovrà fare i conti anche con la pressione.

Avere le basi piene aumenterà la percentuale di compiere lanci sbilenchi o prevedibili e facilmente ribattuti dagli avversari. A quel punto si deve per forza fare una sostituzione sul monte di lancio ed, in quest’ottica, è bene avere in rosa un altro lanciatore di buon livello. Altra finezza nel gioco: c’è il battitore designato.

Giusto ricordare che ogni atleta ha le proprie qualità: potenza, velocità, precisione, presa (col guanto) e così via.

Insomma, il gameplay è davvero interessante e sicuramente divertente per le tantissime sfumature possibili ed azioni da poter fare. Peccato che, nonostante i comandi siano ben realizzati, le azioni difensive ogni tanto non riescano a dovere e questo provoca errori gratuiti e basi conquistate dagli avversari. Ad ogni modo, il merito degli sviluppatori è stato quello di aver ascoltato la vasta community di gioco.

E per chi non ne capisse troppo di baseball che non è immediato ma non impossibile da capire c’è anche il tutorial.

GRAFICA CARICATURALE ED UN OTTIMO SONORO

Diciamoci la verità: anche l’occhio vuole la sua parte. Magari non sempre, è vero. Ma in questo caso è la ciliegina sulla torta. Ebbene, Super Mega Baseball 3 offre agli utenti una grafica caricaturale molto efficace con tantissimi dettagli e chicche.

Ogni giocatore ha le proprie peculiarità con forme rotondissime. A volte un po’ esagerato. Le 20 squadre presenti sono miste e quindi sono composte da giocatori maschili e femminili che si alternano sul diamante. Quattordici gli stadi presenti che offrono una buona varietà a livello ambientale. Ed è possibile giocare in tre diversi momenti del giorno: pomeriggio, sera, notte. Sono belle anche le inquadrature, sia dal monte di lancio che dal battitore ma anche quelle durante le corse dei giocatori. Ogni diamante, ogni impianto, ha superfici diverse ma anche spalti ed ambientazioni che variano.

Ottime le luci, le ombre, gli effetti particellari e buona parte delle animazioni. Quest’ultime sono di buon livello ma ogni tanto sono un po’ rigide. Generalmente però parliamo di un prodotto gradevole ed alcune animazioni sono piuttosto caratteristiche come i battitori che indicano il punto spediranno la pallina. Il gioco si prende in giro e non lo nasconde. Ma è anche efficacie: non ci si perde negli orpelli e grazie ad una interfaccia valida che ci permette di accedere a tutte le informazioni di cui avremo bisogno.

Ottime le musiche che accompagnano le nostre azioni. Non certo le musichette della Major League ma brani molto buoni e duri. A tutto questo bisogna aggiungere anche gli effetti sonori che aumentano l’atmosfera da stadio. Super Mega Baseball 3 è oggettivamente un buonissimo prodotto dal punto di vista tecnico.

COMMENTO FINALE

Super Mega Baseball 3 è un ottimo gioco che cattura lo spirito – e la ironia che gira attorno – di questo sport. Metalhead Software ha svolto un bel lavoro sotto diversi punti di vista riuscendo nell’impresa di mixare l’arcade ed un pizzico di simulazione. Questo offre tanta profondità di gameplay che permette sia agli affezionati del baseball che ai novellini di apprezzarlo. Inoltre la difficoltà è scalabile in ogni reparto. Intuitivi i comandi. Peccato per alcuni “black out” nelle fasi difensive ma bisogna fare l’abitudine con i comandi. Stesso dicasi per le azioni dedicate al rubare le basi.

Ottima la longevità con tantissime modalità presenti: amichevoli, stagioni, Franchising, editor e molto altro. Per non parlare delle partite multiplayer online e locale.

Tecnicamente parlando, il titolo si presenta piuttosto bene. Non è perfetto ma l’aspetto è gradevole, autoironico ed inoltre c’è molta varietà. I modelli degli atleti sono graziosi, molto caricaturali, ma a tratti altalenanti. Questo è il rischio dello stile caricaturale. Buonissimo il lato sonoro che va oltre le musiche e si concentra anche su effetti ambientali e da stadio di primo livello.

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Monster Train, Recensione

I giochi strategici basati sulle carte stanno vivendo un loro periodo d’oro. Sono tanti, infatti, i titoli che anche con vari riflessi presi dai giochi di ruolo o dai roguelike si sono fatti apprezzare. Dal “piccolo” Card Quest a Slay the Spire o, ancora, da Steamworld Quest: The hand of Gilgamech a Deck of Ashes. E potremmo continuare per molto tempo. Ultimo arrivato in questa larga famiglia è Monster Train, titolo firmato da Shiny Shoe e distribuito da Good Shepherd Entertainment. Il titolo è arrivato su Steam per gli utenti Pc lo scorso 28 maggio ed è uno strategico roguelike basato sulle carte da collezione e sul deck building. Non indugiamo oltre e passiamo alla recensione di Monster Train. Buona lettura.

DESTINAZIONE PARAD… INFERNO

La trama di Monster Train è piuttosto rapida ma lega insieme il tutto: l’inferno si sta congelando e solo noi possiamo sconfiggere le forze del Paradiso e far tornare gli inferi a bruciare.

Il nostro compito è quello di far arrivare a destinazione il treno carico di mostri attraverso diverse fermate tutte con un bivio per altrettante battaglie all’ultima carta. Bisognerà difendere la pira, il cuore pulsante della locomotiva, da diverse ondate di nemici angelici che proveranno a fermarci in tutti i modi.

Ad ogni fermata corrisponde una battaglia formata da ondate sempre più impegnative di nemici e poi da un boss finale. Sconfiggendolo andremo alla fermata successiva, nel frattempo potremo scegliere quale tragitto prendere. Il tragitto scelto non cambia la meta ma permette di optare su come e cosa poter migliorare sulla gestione del proprio deck. Ma di questo ne parleremo più in là.

CINQUE CLAN, OLTRE 200 CARTE E MOLTO ALTRO

Una freccia molto importante nella faretra di Monster Train è senza dubbio il quantitativo di contenuti. Potremo, infatti, scegliere di affrontare la nostra missione tra due dei cinque clan presenti. Ad inizio partita, infatti, opteremo per il clan principale e per quello secondario. Le carte di questi due formeranno il nostro deck che, andando avanti, aumenterà di quantità e migliorerà in qualità.

Dal clan principale sceglieremo il campione, ossia la carta creatura sulla quale basare il nostro grimorio. Le carte si distinguono in creature, artefatti ed aure. Ovviamente ogni clan ha propria peculiarità ed abilità. Gli Hellhorned sono i demoni con creature fisicamente fortissime o gli Awoken, creature vegetali altrettanto possenti. Gli Umbra agiscono nell’ombra ed hanno una caratteristica che è simile al “Travolgere” di Magic the Gathering. Completano il quadro gli Stygian (che utilizzano il ghiaccio) ed i Melting Renmant, forti ma dalla breve durata.

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Come miglioreremo il nostro Campione? Su di lui ruota il nostro deck (o mazzo se preferite) e perderlo durante un’ondata potrebbe avere conseguenze nefaste

Va da sé che la scelta di ogni possibile combinazione comporta strategie diverse e meccaniche sempre da studiare e padroneggiare per poter attuare una tattica raffinata. E questa è una grandissima qualità di Monster Train che può vantare anche la presenza di 220 carte che possono essere aggiornate.

Ognuna di esse, infatti, ha due spazi aggiornabili (slot, se preferite). Al termine dei combattimenti sarà possibile scegliere il percorso del treno e durante il tragitto si può andare a far visita a diversi mercanti. Ci sono quelli che permettono di aggiornare le carte creature aggiungendo, ad esempio, punti vita supplementari, o qualità come la capacità di far più danno, o infliggere danni agli scudi. Ci sono anche delle caratteristiche più costose che conferiscono il doppio attacco o la possibilità di utilizzo della carta nella mano successiva e così via. Per gli artefatti, invece, è possibile optare su un maggior numero di danni da infliggere o se ancora è possibile spendere un mana in meno per poterla giocare.

La carta campione, invece, la si aggiorna dal fabbro infernale. Monster Train offre innumerevoli combinazioni e riteniamo sia davvero interessante.

Oltre al single player è presente la modalità multiplayer a tempo di Monster Train, Hell Rush. Questa consente fino a otto giocatori di scontrarsi gli uni contro gli altri in sfide a tempo per scoprire chi può sconfiggere il Paradiso più in fretta. Solo affrontando sfide giornaliere globali, i giocatori possono progettare partite uniche e personalizzate per condividerle con gli amici.

STRATEGIA “VERTICALE” MOLTO RAFFINATA

Monster Train Recensione
La nostra locomotiva ha tre piani dove poter piazzare i mostri a difesa del convoglio. Ecco perché parliamo di strategia verticale

È sicuramente il gameplay la vera nota positiva di Monster Train e cercheremo di essere chiari in questa parte della nostra recensione. Grazie ai numerosi contenuti appena indicati, infatti, possiamo affermare che la giocabilità di questo strategico è veramente notevole. Ogni partita sarà una storia a sé. Realmente.

La varietà di gioco è lodevole a partire dai cinque clan che, dovessimo guardare il lato RPG del titolo, possono essere paragonati alle classi. Abbiamo detto che ad inizio partita si sceglieranno due delle cinque case a disposizione. Una sorta di doppia-classe. Le combinazioni sono tante: usare la potenza bruta degli Hellhorned a quella travolgente degli Umbra, o far quagliare l’enorme potenziale (a tempo) dei Melting Renmant o la concretezza “naturista” degli Awoken.

E poi, cosa potenziare? Quale creatura o quale carta magia da migliorare e/o copiare? E quale artefatto scegliere?

Si perché è possibile anche acquisire degli artefatti che doneranno effetti permanenti, durante la partita. Ad esempio uno scudo per la nostra pira, il cuore pulsante della nostra locomotiva infernale. O possiamo trovarne uno che immobilizza i nemici per uno o più turni o che li indebolisce o che ci offre uno spazio in più per uno dei tre piani della locomotiva. Abbiamo scritto che il titolo una strategia verticale ed il motivo è presto detto: l’area di gioco non sarà il classico tabellone come è possibile trovare in Hearthstone o non ha un’ambientazione che si basa su un solo piano.

Monster Train propone tre piani dove poter piazzare i nostri mostri. A patto ovviamente di avere il mana sufficiente per giocarli e lo spazio in quel determinato piano.

La fase di gioco è sostanzialmente questa: giocare la carta piazzando i mostri nei ripiani o indicando il bersaglio della magia che vogliamo utilizzare. Finito le nostre azioni, il turno passerà all’avversario che farà le sue contromosse. Ad ogni turno è possibile – fortuna e carte permettendo – nuovi mostri o comunque giocare nuove magie.

La lettura dei dati sulle carte è tipica di questo genere di giochi. Oltre al nome, ed al numero di mana che ci occorrerà per utilizzarla, sarà indicato lo spazio “fisico” che occupa nel ripiano. Dovremo quindi stare attenti anche a questo dato per potere piazzare la nostra creatura dove desideriamo e nel modo migliore dal punto di vista tattico. I ragionamenti che abbiamo fatto durante le numerose prove ve li risparmiamo. Così come alcuni errori di valutazione che nelle fasi più concitate possono essere errati.

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Dopo le battaglie si dovrà scegliere il percorso da fare e con esso alcune scelte che determineranno l’acquisizione di carte, artefatti, miglioramenti della pira e del grimorio e così via

Sono inoltre indicati i punti vita (all’interno di un core) ed i punti ferita (con allo sfondo due spade incrociate). Al centro, invece, si leggerà – laddove ci sia – la capacità speciale (o le capacità speciali, ndr) della carta come ad esempio la presenza di uno scudo o di una qualità come l’attacco multiplo o simultaneo a più creature. O se, ancora, applica malus ai nemici e così via.

Nel nostro tragitto sceglieremo quale percorso intraprendere per migliorare e limare il nostro mazzo acquisendo carte (o anche toglierle), acquistando artefatti e così via.

Per chiudere una run bisognerà sconfiggere otto mostri (e tutte le orde che ci invieranno questi simpatici signori celestiali che picchiano come fabbri). Si bloccherà a quel punto un nuovo livello di difficoltà. La partita sarà più difficile con nemici e boss più ostici da superare. Ci sono 25 livelli di questo tipo chiamati Covenant. Chiaramente, maggiore sarà la difficoltà, più ampia sarà la ricompensa.

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C’è anche un diario storico in Monster Train che tiene conto di ogni miglioramento generale ed ottenuto con i vari clan

Al termine di ogni partita, inoltre, riceveremo punti esperienza da suddividere nei due clan che abbiamo utilizzato. Ogni clan, o fazione se vogliamo, ha 10 livelli di crescita. Proprio qui si concretizza la vena roguelike del gioco che sblocca carte sempre più potenti da mettere “in circolo” durante le varie partite.

Insomma, come avete già intuito nella nostra recensione, le sfide in Monster Train non mancano. Ed è alto il fattore rigiocabilità grazie ai livelli Covenant ed alla sfida sempre più ardua che si propone. Tante meccaniche riunite e ben orchestrate. Il tutto è ben ricordato nel diario di gioco che ci mostra i livelli raggiunti dai vari clan, le vittorie, le carte sbloccate, il livello Covenant raggiunto. E ci fa da album mostrandoci le carte sbloccate.

GRAFICA COLORATA E BEN CARATTERIZZATA

Dopo ogni vittoria dovremo scegliere da quale lato andare. Da esso deriverà la possibilità di aggiornare un determinato numero di carte piuttosto che altre o intervenire sul mazzo in un modo determinato modo preferendo, ad esempio, migliorare le carte creatura piuttosto che le magie, o il nostro campione in un modo più aggressivo o altro

Monster Train si offre al pubblico con una grafica molto gradevole, colorata e ben caratterizzata. Lo stile sul classico con personaggi ben definiti con animazioni basilari ma estremamente incentrate sulla spettacolarizzazione degli effetti. Fiamme, ghiacci, ombre, fumo, scintille, e quant’altro sono resi molto bene. Così come gli scontri. Generalmente, le illustrazioni delle carte sono ben fatte anche se con qualche alto e basso dovuto – a nostro personale avviso – al fatto che alcuni soggetti siano più ispirati di altri. È naturale, fisiologico. I cinque stili diversi, ognuno per fazione, sono ben differenziati. Alcune unità inoltre sono veramente ben fatte mentre sui boss possiamo anche affermare di trovarci ad una realizzazione di buon livello.

La mappa del percorso è colorata e caratterizzata così come i menu piuttosto chiari e schematici ma sempre gradevoli. Poco importa che il testo sia in inglese e non sia disponibile l’italiano. Un peccato a dire il vero, ma non influirà più di tanto nelle dinamiche di gameplay.

Musica ed effetti sonori accompagnano molto bene l’azione e le fasi di gioco. I brani sono abbastanza convincenti e “potenti” da farsi apprezzare in ogni fase.

COMMENTO FINALE

La recensione di Monster Train volge al termine e possiamo sicuramente promuovere a pieni voti questa fatica di Shiny Shoe. Questo titolo è una vera e propria manna per gli amanti dei deck builder rpg e roguelike.

Il gioco propone una buonissima quantità di contenuti con più di 220 carte aggiornabili e cinque clan da scegliere. I punti esperienza che sbloccano i livelli di ogni singolo clan ed il conseguente accesso a carte migliori, gli artefatti da raccogliere fanno da sfondo ad un gameplay sul “campo” immediato nell’apprendimento della dinamica ma dannatamente profondo da padroneggiare.

Monster Train ha il merito di offrire una buona sfida a tutti, di non essere troppo frustrante e di far sudare le classiche sette camice. Ma anche di generare partite sempre diverse tra loro e di sfidare gli appassionati con uno strategico “verticale” veramente brillante. Il tutto è condito da una buona grafica e da un sonoro che fa la sua parte anche grazie a degli effetti sonori azzeccati.

La longevità fa il resto perché la voglia di giocare e migliorarsi è sempre elevata grazie anche al fatto di dover sbloccare i vari livelli clan e di vincere le singole run che aumentano poi il livello di difficoltà. Si tratta di un titolo estremamente rigiocabile. E se per altri giochi questa fase può essere anche saltata, il fattore di rigiocabilità in Monster Train è determinante ed è un obbligo per godere appieno delle potenzialità di questo titolo.

Peccato – ma è un nostro appunto perché siamo un po’ schifiltosi – che i round siano solo otto e che i boss siano più o meno gli stessi. Qualche tappa in più o qualche boss supplementare avrebbe sicuramente giovato. Così come la presenza dei testi in italiano. Non che questo sia un grosso problema ma per chi non conosce la lingua di Albione potrebbe essere un ostacolo alla fluidità e costanza nel gioco. Ad ogni modo, si tratta di un titolo stimolante e divertente ben oltre la media.

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PlayStation 5, presentazione per il 4 giugno

Curiosi di conoscere i giochi su PlayStation 5? Bene, l’attesa sta per finire. Almeno per un primo sguardo di quello che sarà il futuro: con un post sul blog ufficiale PlayStation, Sony da l’appuntamento a tutti i giocatori il 4 giugno alle 22 (orario italiano) per vedere cosa ha in serbo per la prossima generazione di giochi targata PS.

La diretta streaming si terrà, quindi, giovedì prossimo, sul canale YouTube di PlayStation.

Come prima anticipato, il post non fa riferimento alla nuova PlayStation 5 nel senso che potremmo non vedere le forme fisiche della console di Sony. Piuttosto si riferisce solo ai giochi in arrivo per la PS5. Tutte le voci in merito ad un evento Sony si sono, dunque, concretizzate.

L’attesa per la nuova console è sempre alta, cosi come è tanta la speranza che venga mostrata. Non ci resta dunque che aspettare pochi giorni per saperne di più.

PlayStation 5

Di seguito, il post sul PlayStation Blog italiano.

Con ogni generazione di console, dalla prima PlayStation a PlayStation 4, puntiamo sempre più in alto e continuiamo a superare i nostri limiti per sperimentare e offrire esperienze migliori a tutta la nostra community. Questa è la mission del marchio PlayStation da oltre 25 anni. Una mission di cui ho fatto parte quasi fin dall’inizio.

Ci sono poche cose al mondo tanto entusiasmanti quanto il lancio di una nuova console. Anche se in questa occasione il percorso verso il lancio è stato un po’ anomalo, siamo più emozionati che mai di portarti con noi in questo viaggio per ridefinire il futuro dei videogiochi.

Abbiamo condiviso specifiche tecniche e ti abbiamo mostrato il nuovo controller wireless DualSense. Ma che lancio sarebbe senza qualche gioco?

Per questo motivo, sono felice di annunciarti che presto potrai dare una sbirciatina in anteprima ai titoli che giocherai dopo il lancio di PlayStation 5, durante le vacanze. I giochi in arrivo su PS5 rappresentano il meglio del settore, realizzato da studi innovativi di tutto il mondo. Tutti gli studi, dai più grandi ai più piccoli, dai quelli nuovi a quelli consolidati, hanno dato il massimo per sviluppare titoli in grado di sfruttare tutto il potenziale dell’hardware.

Questa presentazione digitale dura poco più di un’ora e, per la prima volta, potremo vivere il divertimento tutti insieme, in modo virtuale. La mancanza di eventi fisici ci ha offerto una straordinaria opportunità per pensare in modo diverso e portarti in questo viaggio con noi, più vicino che mai. L’iniziativa fa parte della nostra serie di aggiornamenti su PS5 e, puoi starne certo, dopo la presentazione della prossima settimana avremo tanto altro ancora da condividere con te.

Unisciti a noi su YouTube il 4 giugno alle 22:00 per scoprire cosa ti riserva la prossima generazione del gioco. Spero che tu non resti deluso.

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Those Who Remain, Recensione PS4

Un’esperienza da brividi quella di Those Who Remain, raccontata nella nostra recensione della versione per console PS4. Wired Productions ci ha preso gusto a produrre avventure narrative. Dopo Close to The Sun degli italiani di Storm in a Teacup e il recente Deliver Us to Moon di KeokeN Interactive, questa volta tocca agli sviluppatori di Camel 101 dimostrare tutta la loro bravura. Questa software house indie fondata nel 2009, con studi in Portogallo e negli Stati Uniti, conta all’attivo 3 componenti, due di questi sono fratelli. Questo trio è accomunato da una grande passione: l’amore per i classici cult horror, thriller e soprannaturali.

Questa loro inclinazione pervade tutta l’esperienza di gioco di Those Who Remain, coinvolgendo anche gli elementi chiave del gameplay. Se siete appassionati di Twin Peaks, Stranger Things e i lavori di Stephen King e John Carpenter allora siete nel posto giusto. Saranno 6 ore di intense emozioni, pelle d’oca e colpi di scena inaspettati. Noi vi abbiamo avvisati. Se ne avete il coraggio non vi resta che proseguire con la lettura della nostra recensione per console PS4 di Those Who Remain. Buona fortuna… e, naturalmente, buona lettura.

PAURA E DELIRIO A DORMONT

Come di consueto, iniziamo a parlare del gameplay di Those Who Remain, evidenziandone, nella nostra recensione PS4, gli elementi chiave. Il gioco si sviluppa come un’avventura narrativa, tutta raccontata in prima persona. Storia ed eventi sono molto importanti per la fruizione e la comprensione del gioco. In quest’ottica, ringraziamo gli sviluppatori per la localizzazione del gioco in italiano. L’audio e dialoghi in inglese vengono resi accessibili da sottotitoli e traduzioni (talvolta con errori perdonabili).

Those Who Remain racconta le vicende di Edward, un padre di famiglia afflitto da un passato oscuro e tormentato. Quella notte, come tutti le notti, si dirige al Golden Oak Hotel, deciso, più che mai, nell’interrompere il rapporto clandestino con la sua amante. Il destino, però, ha in serbo per lui qualcosa di estremamente diverso. Quella notte Edward scoprirà la verità dietro agli eventi che hanno colpito la cittadina “fantasma” di Dormont.

Those Who Remain recensione ps4

Those Who Remain riesce a tenere sempre alto il livello di attenzione, introducendo spesso elementi di tensione e paura. Dovete fare attenzione al buio e alle zone poco illuminate altrimenti la vostra partita finirà ancora prima di iniziare. Li, dove non arriva la luce, strane presenze non vedono l’ora di trascinarvi via con loro (e scusate se non possiamo dirvi di più). Fate, quindi, attenzione a interruttori, lampadine, lampadari, bajour, computer, schermi, fari di auto e tutto quello che emette anche un flebile fascio di luce. Vi salverà la pelle.

Il gameplay di Those Who Remain vi mette spesso di fronte a decisioni, tutti influenti sull’esito finale del gioco (ci saranno, forse, più finali?!). Per compiere queste scelte dovrete raccogliere indizi, leggere documenti e sfogliare diari, osservando molto bene l’ambiente circostante. Sebbene gli oggetti da raccogliere siano illuminati da un colore diverso, non sempre si capisce cosa si debba fare esattamente. Molte volte si finisce con il girare a vuoto rendendosi poi conto che la cosa da fare era li, alla mercé dei nostri occhi “poco attenti”.

CINEMA E VIDEOGIOCHI, UNA STORIA INFINITA

Those Who Remain è l’ennesima avventura narrativa di questo 2020. Quest’anno il genere è partito alla grande, sfornando storie e avventure originali. Infliction ci ha fatto provare l’emozione di vivere un horror, provando le stesse sensazioni di paura del protagonista. Draugen, invece, ci ha fatto apprezzare le bellezze dei fiordi norvegesi, mostrandone anche il loro lato oscuro.

Those Who Remain si piazza perfettamente al centro di questi due, raccogliendo il meglio da entrambi. Ritroviamo enigmi psicologici, viaggi ultra-dimensionali e creature aberranti le cui ispirazioni provengono dal cinematografia cult e d’autore. Camel 101 non ne ha fatto alcun mistero, ribadendolo sin dai primi “vagiti” della loro creazione. Loro stessi hanno dichiarato che l’ispirazione è arrivata dai lavori di Stephen King e John Carpenter, e film e serie tv cult come il famoso Twin Peaks e Stranger Things.

Those Who Remain recensione ps4

Si respira aria dei famosi horror e thriller degli anni ’90 in Those Who Remain, periodo molto amato da chi vi scrive. Colori intensi e fluo nel cuore della notte, cittadine fantasma dimenticate da Dio, creature che osservano impassibili le nostre richieste di aiuto, aberanti mostruosità in cerca della nostra vita e la costante sensazione di non capire esattamente il nostro ruolo nella storia (nell’attesa del gran finale “spezzagambe”).

La bravura di Camel 101 non sta solo nella capacità di calare questi elementi nel gameplay e nella storia di Those Who Remain, ma anche di farli ri-vivere. Un gamer attempato è attratto dal fattore nostalgico, quello, invece, più giovane ne apprezza l’originalità, non avendo vissuto in prima persona quei tempi. Per certi aspetti sembra quasi di giocare a un retro-game, visto con gli occhi di chi, quei tempi, oltre a viverli non li ha mai dimenticati. Quando un videogioco, oltre a intrattenere, ha la capacità di rievocare ricordi ed emozioni, allora siamo di fronte a qualcosa di raro. Those Who Remain ci riesce, e anche piuttosto bene.

LA SCELTA DI UN ENGINE: UNITY E UNREAL?

Prima di lasciarvi al nostro “Commento finale”, vogliamo dedicare le battute conclusive della nostra recensione PS4 di Those Who Remain al motore grafico utilizzato in gioco. Per quanto possiamo spendere belle parole, su storia, personaggi e gameplay, quando si parla di videogiochi, alla “fine della fiera”, si guarda molto alla grafica e ai riflessi in chiave giocabilità.

Quando si parla di PC questo discorso è estremamente relativo per via delle configurazioni e delle build dei vari computer. Non per questo viene data la possibilità di livellare la qualità grafica in favore di una buona giocabilità. Su console questo discorso non vale, in linea generale.

Those Who Remain recensione ps4

Sebbene qualche sviluppatore, da qualche anno a questa parte, abbia fornito la possibilità di scegliere se privilegiare la qualità o gli fps, la stragrande maggioranza dei videogiochi è un monolite a tenuta stagna. Vi prendete quello che ha da offrire. Those Who Remain appartiene a questa ultima categoria di giochi.

Camel 101, contrariamente a quanto visto sinora con altri competitor di genere, si affida alle doti grafiche di Unity. Sinora lo avevamo visto in azione con platform e giochi di strategia, apprezzandone le capacità, anche in chiave giocabilità. Era la prima volta che lo vedevamo alle prese con una dimensione di gioco, intesa come elementi gestibili, così ampia.

Those Who Remain recensione ps4

Dobbiamo dire il che graphic engine si è comportato piuttosto bene, soprattutto sulla gestione delle luci e delle ambientazioni. Dobbiamo, però, evidenziare delle frequenti ed evidenti situazioni in cui i cali di frame sono piuttosto invasivi. Trattandosi di un’avventura narrativa queste defezioni rovinano il pathos dei momenti ad alta intensità emotiva. Se una bestia assetata di sangue ti corre dietro, reclamando la tua anima, correre “a scatti” rovina la poesia del momento.

Deliver Us to Moon, Draugen e Infliction, non soffrivano di questi problemi. Alle loro spalle, tutti e tre, avevano l’Unreal Engine come motore grafico. Sarà solo un caso?

Those Who Remain recensione ps4

COMMENTO FINALE

Arriviamo, dunque, al termine della nostra recensione di Those Who Remain, facendo mente locale su quella che è stata la nostra esperienza generale di gioco. Il bilancio è più che positivo, anche al netto delle defezioni segnalate. I vistosi cali di frame, seppur frequenti, sono circoscritti a determinati momenti e sequenze di gioco. Anche il fattore “incomprensione” si presenta solo in determinate occasioni. Il resto è tanta ansia, tensione, suspence e anche brividi.

La pelle d’oca l’abbiamo avuta e non solo in senso figurato. Camel 101 è riuscita a creare un’avventura narrativa decisamente immersiva. Ai nostalgici, certi momenti di gioco strapperanno più di un sorriso, ricordando qualche episodio delle loro serie preferite.

Storia e gameplay riescono a far scivolare agevolmente le complessive 6 ore di gioco in cui si articolano gli eventi di Those Who Remain. Non stancano ed allieteranno le vostre sere d’estate. Come succedeva ai vecchi tempi, dopo il Festivalbar, con il ciclo “Notte Horror”. Un consiglio spassionato: non giocateci a luci spente. Una piccola lampadina tenetela sempre accesa.

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Monster Hunter World: Iceborne, croci e delizie della vita da cacciatori

Monster Hunter World: Iceborne (qui la nostra recensione) è il punto d’arrivo di un franchise costellato di titoli, con annessi successi. Principalmente nel paese del Sol Levante, ma che con il passare degli anni è riuscito a costruirsi una nicchia di appassionati in Occidente, che si sono poi moltiplicati in maniera esponenziale. A partire dal primo Monster Hunter, pubblicato su PS2 nel 2004 in Giappone, e nell’anno successivo in Europa. Da lì Capcom ha prodotto numerosi videogiochi, distribuiti tra le console (principalmente portatili) di Sony e Nintendo, con alcune timide comparsate su Pc.

Questo fino alla svolta segnata da Monster Hunter World, il cui arrivo agli inizi del 2018 su Pc, PS4 e Xbox One ha segnato la consacrazione del franchise a un livello di popolarità (e accessibilità) mai raggiunto prima. Tutorial più approfonditi, meccaniche volte ad alleggerire il tradizionale farming e altri elementi che sono stati in grado di far breccia anche tra i completi neofiti. Questo senza nulla togliere ai veterani, che con l’espansione Iceborne hanno potuto riassaporare i fasti del glorioso passato del brand. Soprattutto in termini di sfida.

Sono ormai trascorsi circa quattro mesi dall’arrivo di Monster Hunter World: Iceborne su Pc, e otto da quello su console. Periodo nel quale Capcom non ha mai cessato di implementare nuovi contenuti, sia gratuitamente che a pagamento. Anche se in quest’ultimo caso si tratta solamente di accessori ininfluenti sul gameplay. Con il più recente update, risalente allo scorso 23 aprile, la versione Pc si è inoltre allineata a quella console, storicamente “più avanti” con i vari aggiornamenti.

E per onorare il ritorno della nostra rubrica Giochi in 10 scatti, adesso vi proponiamo una rassegna di dieci immagini salienti, tratte dal nostro gameplay su Pc, dell’acclamato titolo di Capcom. Buona visione e buona lettura.

1) LE ISTANTANEE DI FINE MISSIONE

Monster Hunter World: Iceborne
A volte vengono fuori scatti assurdi e/o divertenti, che possono costituire un piacevole ricordo della caccia

Monster Hunter World: Iceborne, come svariati giochi moderni, prevede una modalità foto di serie, qui denominata kit d’osservazione. Attivabile sia in missione che nell’hub di gioco (Seliana, Astera, ecc), essa comprende diverse opzioni in grado di creare le condizioni per la realizzazione dello scatto desiderato. Pose per il proprio cacciatore e il suo compagno felyne, inquadratura e altro ancora. Certo non è consigliabile farne uso durante uno scontro, poichè si finirebbe con l’essere enormemente vulnerabili. Parlando della versione Steam del gioco, è inoltre possibile effettuare uno screenshot in qualunque momento con la semplice pressione di un tasto.

Una chicca del titolo Capcom è però costituita dalle “istantanee di fine missione”. Una volta portata a termine una caccia, si susseguono alcune schermate predefinite. Aumento del grado Cacciatore/Maestro, tempo di completamento e naturalmente la riscossione delle ricompense. Sullo sfondo di esse compare uno screen “effettuato dal gioco” in maniera randomica, durante la caccia. Non di rado appare un’immagine sfocata o confusa, ma può capitare anche uno scatto ben realizzato, oppure uno buffo e divertente. Per salvarlo basta semplicemente fare uno screenshot, tenendo presente con la pressione di un tasto è possibile far scomparire l’intera interfaccia. Così da non avere elementi superflui di sorta.

2) ARMI E ARMATURE DI VARIO ASPETTO E FATTURA

Monster Hunter World: Iceborne
No, non è un trofeo di pesca, bensì un’arma. Nello specifico un potente spadone elementale (con danno ghiaccio). Sullo sfondo un bel panorama delle Guglie Selvagge

Chi conosce il franchise di Monster Hunter sa bene del ciclo imperituro alla base della serie. Uccidi mostro – crafta armi e armature più potenti – affronta mostro più forte – ripeti. Va da sé che armi e armature riprendono l’aspetto (oltre che le caratteristiche) dei mostri da cui vengono craftate. Aspetto, tra parentesi, ora modificabile grazie al recente aggiornamento che ha introdotto gli “stili”. Ciò non esclude tuttavia l’esistenza di equipaggiamenti “separati”, realizzabili con materiali particolari o più spesso con buoni ottenibili tramite missioni evento.

Tra tali armi e armature non ne mancano di buffi o singolari, ma non per questo meno efficaci in battaglia.  In foto appare infatti il Gladius Xiphias, un’arma della categoria spadoni che è a tutti gli effetti un tonno ghiacciato gigante. Tra gli equipaggiamenti si annoverarno anche doppie lame-pesce, martelli con l’aspetto di una succulenta coscia di mostro arroventata e naturalmente tanti stili di armatura. Anche per il proprio compagno felyne, che a seconda dei casi potrà somigliare, fra i tanti, a una bambola. O a un nekker, grazie alla collaborazione del titolo con The Witcher 3: una delle tante.

3) ANIMALI DA COLLEZIONE

Ortica Brumiluna
L’Ortica Brumiluna è tra la fauna endemica più rara e difficile da trovare e catturare. E’ richiesta pazienza e una copiosa razione di fortuna

Monster Hunter World ha introdotto diverse attività e obiettivi secondari oltre alla mera caccia. Dalla ricerca dello “scatto perfetto” tra le tribù di felyne alla personalizzazione del proprio alloggio. Il quale è personalizzabile nello stile, nell’arredamento e anche negli “animali da compagnia”. La propria dimora infatti può essere decorata non tanto (come uno potrebbe pensare) con trofei di caccia standard quali teste di mostro alle pareti, bensì con fauna endemica catturata in giro per i biomi. Animaletti di tante forme e dimensioni, lasciati liberi di scorazzare nei punti dell’alloggio loro assegnati. La cattura è effettuabile durante una qualunque missione con l’utilizzo del retino da caccia, equipaggiabile in qualunque momento.

Alcune sfide interne al gioco e alcuni trofei prevedono inoltre il ritrovamento e la cattura di fauna endemica speciale. Creature molto rare in grado di apparire, oltretutto con una probabilità alquanto minima, solamente con condizioni specifiche. Di giorno o di notte, con condizioni meteorologiche favorevoli, ecc. Si va da versioni speciali di animali comuni (come il macaco dorato, invece di quello argentato), a vere e proprie leggende, come l’Ortica Brumiluna in foto. Ad esempio essa può comparire solamente di notte e col cielo terso in un punto specifico delle Distese Brinose. Per aumentare le possibilità di spawn di tali creature è consigliabile reperire tutti gli ingredienti rari della mensa, così da poter contare sull’abilità culinaria Zoologo Felyne.

4) FORGIA DOLCE FORGIA

Monster Hunter World: Iceborne
Uno dei luoghi che i cacciatori visitano più spesso. Culla creatrice di armi e armature, e dei relativi miglioramenti

Nell’hub centrale di Monster Hunter World, che si tratti del villaggio di Astera o di quello di Seliana (accessibile solo con l’espansione Iceborne), abbondano i punti d’interesse. Il mercato, dove si può far scorta di oggetti utili alla caccia. L’alchimista, in grado di compiere processi avanzati relativi ai Gioielli e a equipaggiamenti end-game (principalmente Safijiva e Kulve Taroth). Il laboratorio biologico, dove poter consegnare i risultati delle ricerche relative ai mostri, così da poter ampliare le informazioni su di loro, e via discorrendo.

Uno dei luoghi più più ricorrenti per un cacciatore è certamente la forgia, dove ci si attrezza in vista delle proprie battute di caccia. Da una parte c’è l’inserviente che vende, al costo dei soli Zenny (la moneta di gioco ndr), alcuni equipaggiamenti di base. Dall’altra il vero e proprio fabbro, che in cambio di Zenny e materiali di mostro darà vita alle armi e alle armature che possono occorrere a noi e al nostro compagno Felyne. Per una caccia di successo occorre essere preparati.

5) L’UNIONE FA LA FORZA

Multigiocatore
Per i cacciatori il pasto pre-missione è un autentico rito. Meglio cacciare a pancia piena (e con qualche abilità extra attiva)

Scelta dell’arma e del set d’armatura proprio e del compagno Felyne (se presente), oggetti da portare e, come ogni cacciatore sa, non può mancare un lauto pasto prima di partire per la caccia designata. Un incarico avente un obiettivo preciso, come l’uccisione o la cattura di uno o più mostri, o la raccolta e la consegna di materiali come erbe o minerali. Il tutto fattibile da soli o in compagnia di altri cacciatori. Da sempre la caccia in Monster Hunter è stata effettuabile fino a un numero massimo di 4 elementi. Due cacciatori con i rispettivi compagni Felyne, oppure tre o quattro giocatori umani.

Prima solo multigiocatore in locale, poi l’online con il progresso della tecnologia, che ha aperto le porte a tante iniziative da parte di Capcom, come i raid. Battute di caccia pensate proprio per incoraggiare la collaborazione tra giocatori nei confronti di mostri aventi meccaniche speciali. Un esempio è il Behemoth, frutto della collaborazione tra Monster Hunter World e Final Fantasy. Altri mostri, come la Kulve Taroth e il Safijiva, hanno le ricompense subordinate al server (che può contenere fino a 16 giocatori). A seconda dei risultati di ciascun ed eventuale team da quattro, il livello di ricompense sale. Ma anche nelle missioni meno complesse, non c’è dubbio che farsi accompagnare da cacciatori fidati sia il non plus ultra per il divertimento.

6) L’ABBRACCIO DELLA MORTE

Namielle AT
Un incontro ravvicinato con la Namielle, versione Arci-Temprata, in tutto il suo letale splendore

Già con Monster Hunter World pre-Iceborne Capcom aveva inserito delle missioni evento extra, destinate ai cacciatori più audaci. Obiettivi di tali missioni di Alto Grado sono ed erano versioni AT (Arci-Temprate ndr) di alcuni draghi anziani, come Nergigante, Kushala Daora e Teostra. Se già un mostro Temprato si rivela un avversario ben più ostico del normale, avendo più vita e facendo più danni, una versione Arci-Temprata può diventare un incubo ancora peggiore. Tali varianti sono state poi introdotte anche in Iceborne, arrivando a costituire il top della sfida end-game per un giocatore avanzato. Come ricompensa di queste missioni si ottengono solamente dei buoni, da spendere con altri materiali per permettere la forgiatura di armature ed equipaggiamenti speciali.

Così è stato anche con la Namielle AT, introdotta con l’aggiornamento dello scorso mese. Un mostro che ha messo a dura prova tantissimi cacciatori, ansiosi di mettere le mani sull’armatura Y (gamma ndr) del mostro, e su alcuni stili armature speciali. Oltre a vita e danni aumentati, i mostri Arci-Temprati presentano nuovi attacchi, e/o versioni potenziate di quelli in dotazione alla loro versione “normale”. Nel caso dell’affascinante ma letale drago anziano colorato, vi sono dei potentissimi attacchi acquatici ed elettrici, in grado di annientare con pochissimi colpi anche i set maggiormenti improntati alla difesa.

7) L’IMPORTANZA DEL FATTORE C..

Monster Hunter World: Iceborne
Finalmente un Gioiello ultra-raro dopo decine di battute di caccia piuttosto infruttuose

Dove c’è farming c’è l’RNG (Random Number Generator), l’algoritmo responsabile, all’interno dei videogiochi, di tutto ciò che riguarda la fortuna. Generazione di oggetti con determinate statistiche da drop di mostri, apparizione di eventi, comparsa di creature e tanto altro ancora. In Monster Hunter World: Iceborne esercita inevitabilmente la sua influenza anche nella caccia al Gioiello perfetto. Ogni pezzo di armatura possiede delle abilità, i cui effetti possono essere accumulati entro una soglia predefinita. Molti pezzo possiedono però degli slot liberi, che lasciano al giocatore la libertà di costruirsi la propria combinazione ideale di abilità.

Slot che possono essere di quattro dimensioni diverse, pari ai quattro livelli di Gioielli reperibili in gioco, solitamente come ricompensa casuale di fine missione. Per agevolare il ritrovamento delle fatapietre (ognuna delle quali genera in maniera casuale un Gioiello) più rare, Capcom nel corso del tempo ha introdotto per periodi limitati delle missioni evento speciali. Decisamente più agevoli delle normali taglie di mostri Temprati, il cui livello di Minaccia (da uno a tre) decreta la rarità dei Gioielli droppabili a fine missione. In una delle più recenti missioni evento è possibile ottenere fino a 7-8 Gioielli per volta, cacciando uno Zinogre di grado Maestro.

8) IL SUPPORTO DI MAMMA CAPCOM

Kulve Taroth
Per respingere il respiro infuocato di una Kulve Taroth risvegliata, un fendente può servire a ben poco. Meglio schivare

Un fattore comune in molti giochi di grande successo è il supporto post-lancio. Con oltre 15 milioni di unità vendute (a cui si aggiungono i cinque e passa dell’espansione Iceborne) Monster Hunter World è attualmente il titolo più venduto da parte di Capcom. Che in oltre due anni non ha fatto mancare numerosi aggiornamenti, con tanto di nuovi contenuti gratuiti. Nuove missioni, nuove elementi di gioco e naturalmente nuovi mostri, tra varianti di quelli già presenti e creature ex novo. Come l’Alatreon, vecchia gloria dei Monster Hunter passati in procinto di tornare tramite un aggiornamento, inizialmente previsto questo mese ma poi rimandato a causa del COVID-19.

Con una buona frequenza si succedono inoltre dei festival all’interno del gioco. Periodi che segnano il ritorno a tempo limitato di tante missioni evento agognate dai fan, ma che spesso servono anche a introdurre le novità fresche di sviluppo. Come quello che c’è stato tra la fine di aprile e la metà di maggio, il festival della fioritura, che ha portato sul gioco la Namielle Arci-Temprata e soprattutto la Kulve Taroth di grado Maestro. I cui materiali consentono, oltre che di craftare una nuova armatura, di potenziare le armi ottenure dalla Kulve Taroth di Alto Grado, già presente dai tempi del gioco base.

9) CACCIA MA NON SOLO

Monster Hunter World: Iceborne
Un fiero gran sgombro-coltello, obiettivo di una missione evento che consente di ottenere le doppie lame pesce, aventi un ottimo attributo elementale acquatico

Missioni di caccia, alcune delle quali con l’obbligo di cattura del mostro (e non l’uccisione). Raccolta di piante, funghi e minerali. Cattura di fauna endemica, ma anche pesca. Monster Hunter World: Iceborne comprende una delle tante tradizioni della serie, che riguarda proprio la pesca di un gran moltitudine di pesci. Quasi sempre in maniera libera e opzionale, utilizzando la canna da pesca presso uno specchio d’acqua in una qualunque missione. Ma a volte con l’obiettivo specifico di catturare uno o più pesci precisi. Come una delle missioni evento recentemente introdotte, che ha come obiettivo la cattura di due gran sgombri-coltelli.

Varianti più grandi del normale sgombro-coltello, le cui scaglie possono essere utilizzate come una cote, per affilare le armi. In questo caso invece si possono ottenere, in aggiunta ai buoni per craftare doppie lame acquatiche, delle scaglie+. Esse consentono di affilare la propria arma a una velocità pari a quella ottenibile solamente avendo attiva alla massima potenza (LV.3) l’abilità Affilatura Veloce. Non c’è da stupirsi che tanti si siano dedicati (e continuano a farlo) a questa missione, ripetendola più volte per accumulare le suddette scaglie. Su Internet non mancano video che mostrano come, con un po’ di allenamento, sia possibile portare a termine la pesca dei due esemplari in meno di un minuto.

10) LA BELLEZZA DEL E NEL COMBATTIMENTO

Doppie Lame
Sembra proprio un bel colpo critico ai danni delle zampe di un possente Nergigante Razziatore Temprato

Per i veri appassionati un qualunque titolo di Monster Hunter è stato, è e sarà sempre una fonte di divertimento costante, da centinaia e centinaia di ore. Chi vi scrive ha da poco superato le 450 in Monster Hunter World: Iceborne, ma abbondano i giocatori con oltre 1.000 ore all’attivo. Quantità spropositate di tempo passate a passeggiare per Astera e Seliana, a fare spedizioni nei biomi e nelle Terre Guida per raccogliere materiali, a provare set di armi e armature nell’area di addestramento.

Ma anche e soprattutto a combattere contro le creature più forti dell’intero ecosistema con una delle 14 tipologie di arma a disposizione. C’è chi preferisce essere spadaccino, e chi artigliere: una divisione (soprattutto a livello di armature) fortunatamente accantonata nell’attuale titolo di punta di Capcom. C’è chi preferisce sfidarsi a sconfiggere un mostro nel minor tempo possibile, e chi invece vuole godere con calma e pazienza di ogni singolo fendente e schivata. Le vie della caccia sono infinite. E’ sufficiente trovare quella più congeniale a se stessi.

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Deep Rock Galactic, Recensione Pc

Certezza di morte. Scarse possibilità di successo. Che cosa aspettiamo? Questo è ciò che deve aver pensato la Deep Rock Galactic, l’azienda mineraria da cui prende il nome l’FPS cooperativo rilasciato nella sua versione 1.0 la scorsa settimana su Pc e Xbox One. Il titolo sviluppato da Ghost Ship Games e distribuito da Coffee Stain Publishing costituisce infatti un autentico omaggio alla razza di appartenenza del celebre Gimli. Nani, in questo caso operanti nello spazio, alla ricerca di tesori nel pianeta più pericoloso della galassia.

Scavi in cavità tetre e ostili, grandi quantità e varietà di minerali e naturalmente fiumi di birra. In Deep Rock Galactic c’è tutto ciò che può e che deve far felice un nano, o in generale un minatore incallito. Una cosa è certa: l’attesa, ampiamente ripagata da parte degli sviluppatori, è stata tanta. Tutto è iniziato a fine 2016, quando un trailer sulla versione pre-alpha del gioco mostrò ufficialmente al mondo l’inizio dei lavori da parte di Ghost Ship Games. Appena un abbozzo di ciò che il team danese avrebbe poi realizzato, ma abbastanza da catturare i primi interessi attorno al titolo.

Allora venne programmato il rilascio di una versione in accesso anticipato per l’anno seguente, ma ciò non avvenne. Deep Rock Galactic infatti si prese più tempo e sbarcò in early access su Steam nel febbraio dell’anno dopo ancora, il 2018. Da lì ebbe inizio un’autentica escalation fatta di continui feedback da parte di una crescente community, con conseguenti e frequenti update a opera dei ragazzi di Ghost Ship Games. Questo fino alla settimana scorsa, quando dopo due anni il nanico sparatutto è uscito dall’accesso anticipato. Di seguito la recensione della versione Steam del titolo. Vi auguriamo una piacevole lettura.

FATE LARGO AI NANI SPAZIALI

Bando alle ciance e subito al sodo. Nel titolo di Ghost Ship Games manca infatti un qualcosa di assimilabile a una campagna. A precedere il tutorial c’è solamente un breve riepilogo che delinea il contesto in cui andremo a operare. Nel segno del tradizionale spirito nanico tutto concretezza e pochi fronzoli ci ritroviamo subito nei panni di un nano fresco di assunzione presso la Deep Rock Galactic, l’azienda mineraria spaziale più tenace della galassia.

L’obiettivo è la totale sottomissione di Hoxxes IV, il pianeta con le più alta concentrazione di minerali preziosi. E guarda caso anche quello in cui si annidano i mostri più pericolosi.

Laddove le altre industrie di estrazione hanno fallito, la DRG vuole riuscire. Ed è così che ha inizio la nostra avventura di minatori spaziali, nel buio di una caverna appena rischiarata dalla luce della nostra torcia. Sotto le direttive via radio di un altro nano – presumibilmente il nostro diretto superiore presso la DRG – riceveremo mano a mano i nostri primi incarichi, che ci permetteranno di familiarizzare con le meccaniche di gioco.

Deep Rock Galactic
Dall’hub centrale potremo partire per una missione, personalizzare aspetto ed equipaggiamento del nostro nano oppure prenderci una bella pinta di birra presso il bar del luogo

Dall’esplorazione delle grotte al recupero delle risorse, fino ad arrivare all’immancabile combattimento. Missione dopo missione scopriremo infatti che tra gli obiettivi possibili non ci saranno solo “recupera tot quantità di minerale X”, ma anche delle varianti che amplieranno non poco il gameplay.

In alcune bisognerà mettere le mani su delle uova di mostro, in altre su delle apparecchiature aziendali danneggiate e smarrite, e via discorrendo. Per quelli maggiormente appassionati al combattimento rispetto all’estrazione di minerali non mancheranno incarichi specifici riguardanti l’abbattimento di mostri.

Autentici boss e mini-boss che metteranno a dura prova la nostra abilità. C’è tuttavia da fare una distinzione tra “missioni” e “incarichi”. I primi costituiscono i livelli in sé, liberamente selezionabili da un’apposita mappa. Ognuno con le sue condizioni di missione, dalla complessità della caverna alla sua grandezza, fino ad arrivare al tipo di minacce che essa potrebbe nascondere. Vicerversa i secondi rappresentano una sorta di contratti per conto della Deep Rock Galactic. Obiettivi specifici che ci permetteranno di sbloccare nuovi biomi, tipi di missioni e oggetti speciali, sia estetici che a livello di equipaggiamento.

ORA ET LABORA

Deep Rock Galactic
Nella personalizzazione del nostro minatore vi è un simpatico focus sul volto, dove potremo intervenire su baffi, basette e barba. Un nano non è tale senza del fiero pelame sul volto

Deep Rock Galactic presenta quattro classi distinte, ognuna con il suo equipaggiamento – bellico e di supporto – specifico. Salendo di grado sbloccheremo nuovi potenziamenti per armi e strumenti, ma anche nuovi oggetti estetici, da comprare presso l’apposito negozio, con cui potremo modificare a piacimento l’aspetto del nostro nano. Mentre l’acquisto di questi ultimi è vincolato alla singola classe – ergo dovremo acquistare anche gli stessi oggetti estetici per ognuno dei quattro personaggi -, la progressione delle abilità funziona in maniera organica.

Completando dei “traguardi” nel corso del gioco finiremo con il guadagnare dei punti che potremo spendere in un ricco ramo di talenti. Abilità sia passive che attive di cui potremo usufruire in missione per facilitarci la vita, sia nel combattimento che nell’estrazione dei minerali. Come per la gestione degli upgrade di armi e strumenti, tuttavia, il gioco risulta essere assai ben bilanciato. Questo si traduce in una gestione strategica di abilità e potenziamenti, che una volta acquistati/sbloccati saranno comunque selezionabili in numero limitato. Ciò vale anche per Bosco, il robot da cui potremo farci accompagnare nelle missioni in solitaria.

Bosco
Oltre al “grado” della singola classe, ci sarà anche quello legato al giocatore, e a Bosco. Mano a meno potremo sbloccare nuovi potenziamenti anche per quest’ultimo, fido compagno nelle missioni in solitaria

Certo, l’esperienza partorita da Ghost Ship Games regala il meglio di sé nel multigiocatore, nella cornice di un’agguerrita squadra di nani – che se disattenti potranno anche ferirsi a vicenda, con il fuoco amico -. Possibilmente ognuno appartenente a una classe diversa. Ciò tuttavia non esclude il divertimento in singolo, che potrà essere intrapreso con il suddetto robot a supporto. In maniera automatica Bosco ci seguirà, aprendo il fuoco su eventuali nemici. Attraverso un comodo puntatore laser – che in multigiocatore potremo usare per segnalare agli altri giacimenti di minerali o punti di interesse – potremo inoltre impartirgli dei comandi.

Scavare un tunnel attraverso del terreno compatto, estrarre minerali da una vena posta magari molto in alto, oppure illuminare una zona specifica. Tutte azioni che possiamo compiere anche da soli, ma che potremo in parte delegare al nostro fidato drone multifunzione.

I FANTASTICI QUATTRO

Deep Rock Galactic
Diversi mostri insettoidi sembrano usciti direttamente da Starship Troopers

Adesso tratteremo le quattro classi di nani disponibili, ognuna delle quali presenta le sue peculiarità in termini di equipaggiamento. Non solo per quanto riguarda i tipi di armi, ma soprattutto i differenti strumenti di supporto, perlopiù riguardanti lo spostamento attraverso i vari tipi di grotte e di terreni.

Artigliere

Se si tratta di combattere, è decisamente il nano da schierare in prima linea. E’ equipaggiato con una Minigun come arma principale, e un revolver pesante come secondaria. Successivamente esse potranno essere sostituite con un cannone ad alto calibro e una mitragliatrice a scoppio.
Come strumento di supporto possiede un fucile spara-teleferiche, con cui tutti i nani della squadra potranno spostarsi – magari sorvolando un burrone -.  A ciò si aggiunge un generatore di scudi supplementare, che agisce ad area proteggendo tutti i nani nelle vicinanze.

Esploratore

E’ il nano più dotato in termini di perlustrazione del terreno. In combattimento porta con sé un fucile d’assalto come arma principale, e un fucile a canne mozze come secondaria. Successivamente esse potranno essere sostituite con un fucile semi-automatico simile a un M1 Garand e una coppia di pistole. La sua mobilità è dovuta all’utilizzo di una speciale pistola lancia-rampini, con cui può raggiungere velocemente e facilmente punti normalmente preclusi ad altri nani – salvo utilizzi strategici dei loro equipaggiamenti -. Uno speciale fucile lancia-bengala completa il suo equipaggiamento. Con esso può sparare razzi che illuminano più a lungo e che arrivano più lontano rispetto ai normali bengala in dotazione a ognuno dei nani.

Deep Rock Galactic
I potenziamenti per le armi comprendono munizioni più letali, caricatori più capienti o vari effetti extra. Tuttavia, anche comprandoli tutti si potrà selezionarne in numero limitato

Ingegnere

E’ il nano di supporto per antonomasia. Scende in campo con fucile a pompa come arma principale e un lanciagranate come secondaria. Successivamente si potranno rimpiazzare con una mitragliatrice elettrica e un’arma in grado di sparare raggi al plasma. Per rendere più agevole lo spostamento all’interno delle grotte porta con sé uno speciale fucile spara-piattaforme.
Ogni colpo genera nel punto designato una roccia circolare composta da un materiale plastico. Esse potranno essere utilizzare per l’appunto come piattaforme per raggiungere altezze prima irraggiungibili, oppure – tramite un potenziamento specifico – saranno in grado di attutire delle cadute. In termini di combattimento infine l’Ingegnere è equipaggiato con una torretta che può schierata in qualunque punto del terreno. A seconda dei potenziamenti scelti se ne potrà dispiegare una più potente oppure due più deboli.

Trivellatore

Non bisogna aprirsi la strada solo tra i mostri, ma anche nella roccia. Se gli altri nani dovessero stufarsi di picconare, ecco che il Trivellatore può entrare in gioco. Esso è equipaggiato con un lanciafiamme come arma principale, e una pistola semi-automatica come secondaria. La principale peculiarità è però riposta nelle trivelle elettriche rinforzate che ha in dotazione. Con esse potrà aprirsi la strada in un baleno attraverso qualunque parete rocciosa. E nel caso, sarà possibile impiegarle con successo anche contro le creature ostili. A conferma della sua specialità di “apri-strade”, a completare l’equipaggiamento vi sono delle cariche satchel. Esplosivi assai potenti che potranno far scomparire ampie porzioni di terreno, o di nemici.

LA DURA VITA NELLE MINIERE DI HOXXES IV

Deep Rock Galactic
In mezzo a tanti minerali spaziali di fantasia, non può mancare il tesoro per eccellenza. Delle rare e sfavillanti vene d’oro massiccio

Al netto delle peculiarità di ogni classe – che diversificano di molto il gameplay – non mancano dei tratti comuni per ciascun nano. Meccaniche base attorno a cui ruota il fulcro di Deep Rock Galactic, ovvero l’esplorazione di grotte sempre diverse con annesso completamento di svariati obiettivi. A eccezione dell’utilizzo di Bosco e dell’Esploratore, dotato di un fucile lancia-razzi luminosi, tutti i nani normalmente possono contare solo sui bengala per illuminare gli ambienti. Bengala di media intensità – e alta, nel caso del suddetto Esploratore – che si ricaricano con un modesto tempo di attesa, e che permettono di far luce su ciò che circonda l’impavido minatore. Oltre a minerali caratteristici dei diversi biomi, ve ne sono alcuni comuni a tutte le singole grotte che sarà possibile generare proceduralmente.

In primis l’oro, che potremo poi convertire in crediti spendibili nell’hub di gioco. Successivamente quello che i nani chiamano lo “zucchero rosso”, cioè una roccia che una volta estratta ci donerà della salute. E infine il Nitra, che potrà essere utilizzato per chiamare delle capsule di rifornimento durante le missioni. Al costo di 80 unità del suddetto minerale, atterrerà una capsula contenente salute e soprattutto munizioni. Non esistono infatti altri modi per procurarsene, una volta partiti all’avventura. Le sortite in solitaria e in multigiocatore sono infine accomunate dalla presenza di un altro supporto, anche se non combattente: il M.U.L.E (Mining Utility Lift-Engine). Un robot quadrupede che all’interno del gioco ricopre due funzioni distinte.

M.U.L.E
La frustrazione nel constatare quanto facilmente la borsa finirà col riempirsi è adeguatamente bilanciata dal fatto che il M.U.L.E può seguirci ovunque. Basterà chiamarlo premendo un tasto

La prima riguarda il trasporto dei materiali raccolti dalla squadra. La nostra borsa può infatti contenere una quantità limitata di ciascun minerale/fungo/oggetto. Perciò dovremo spesso versare quanto estratto all’interno del M.U.L.E, che tramite la pressione di un tasto potrà essere richiamato in qualunque momento e luogo. La seconda e non meno importante tratta infine la fase finale dei vari incarichi. Una volta completato l’obiettivo principale di una missione, sarà possibile chiamare la capsula di salvataggio – la stessa con la quale si arriva nella grotta -. Essa atterrerà a una certa distanza dalla nostra posizione, e solitamente avremo cinque minuti di tempo per raggiungerla prima che essa riparta alla volta dello spazio.

Una volta che il countdown si sarà avviato, il M.U.L.E tornerà verso la capsula in totale autonomia, curandosi tuttavia di lasciarsi alle spalle dei segnalatori. Essi indicheranno con delle frecce la direzione che dovremo prendere, che sarà anche quello più breve. Il robot però potrà scalare con nonchalance qualunque superficie, comprese quelle verticali. Spesso in una miniera la discesa è la parte più facile: il problema, eventualmente, è la risalita. Oltretutto in quest’ultima fase dovremo stare attenti anche ai mostri. Normalmente si fanno vivi con ondate casuali, ma durante il nostro ritorno alla capsula si paleseranno in massa per ostacolarci.

TECNICA DA GIGANTI

Deep Rock Galactic
Completando degli obiettivi generali specici sbloccheremo punti da spendere in abilità valide per tutte e quattro le classi di nani

In Deep Rock Galactic i protagonisti saranno anche dei nani, ciò tuttavia non deve trarre in inganno circa la statura dell’impianto tecnico. Il lavoro da parte di Ghost Ship Games è stato compiuto con l’ausilio dell’Unreal Engine 4. Esso permette al gioco di regalare degli scorci niente male al netto della semplicità intrinseca dell’aspetto grafico. Il look quasi cartoonesco si sposa egregiamente con l’atmosfera del titolo, che può contare su un’ottimizzazione di livello. Non mancano infatti settaggi grafici in grado di personalizzare la propria esperienza a livello tecnico. In generale però non abbiamo riscontrato alcuna incertezza in termini di framerate, con una fluidità costante anche nelle situazioni più concitate, ricche di mostri ed effetti particellari.

Lo stile grafico e artistico del gioco è assolutamente peculiare, e per quanto potrebbe far storcere il naso ai fanatici del fotorealismo, va riconosciuto al team danese la bontà del lavoro svolto. Non abbiamo constatato neppure la presenza di glitch e bug di sorta, tranne la generazione di qualche fungo o oggetto nello scenario in maniera impropria. Essendo tuttavia le grotte generate proceduralmente, non possiamo che riconoscere quanto ciò non possa essere additata come responsabilità degli sviluppatori. Sviluppatori che hanno riservato un’ottima cura anche al comparto sonoro, con pregevoli cambiamenti di tracce a seconda delle situazioni. E per i più esigenti non manca la localizzazione in italiano.

Deep Rock Galactic
In alcuni tipi di missioni potremo contare su apparecchiature extra da parte della DRG

COMMENTO FINALE

Chi segue lo sviluppo del gioco dai primordi conosce bene i costanti e progressivi passi compiuti dai ragazzi di Ghost Ship Games. Un modesto studio indipendente nato nel 2016 con un grande progetto. Quello di portare l’esperienza cooperativa videoludica al livello successivo. Non sappiamo dove le loro ambizioni – e le loro competenze – li porteranno da qui in avanti, ma è certo che l’inizio è ben più che semplicemente incoraggiante. Deep Rock Galactic è uno sparatutto cooperativo che, al pari di mostri sacri del genere come Borderlands, arriva a dare il meglio di sé in multigiocatore.

Qualora si cerchi un titolo da giocare con amici difficilmente si potrebbe trovare un investimento migliore dei 29,99 euro da destinare al team danese per ciascuna copia.

Ciò tuttavia non estromette il giocatore dal godimento di una piacevole esperienza anche in singolo. Alcuni potrebbero lamentare l’assenza di un vero impianto narrativo, ma sappiamo bene come tale aspetto difficilmente riesce a convivere con ambienti sempre diversi generati in maniera procedurale. Nessuno di assennato, dopotutto, è mai arrivato a lamentarsi dell’assenza di trama in un Minecraft o in un Terraria. L’obiettivo di Ghost Ship Games è stato chiaro sin dal principio, e non possiamo che concludere quanto magistralmente siano riusciti a centrarlo. DRG raggiunge così l’Olimpo degli indie, caratterizzati da ottime idee realizzate in maniera eccellente (oppure il contrario).

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The Last Faith, inizia la campagna Kickstarter

The Last Faith è la nuova fatica di Kumi Souls Games, un piccolo team indipendente formato da due fratelli appassionati, già conosciuto per Ninja Knight.

Il nuovo gioco è un metroidvania in pixel art dal sapore dark gotico che cerca consensi su Kickstarter. L’obiettivo dei due fratelli, Duilio e Riccardo, è quello di raccogliere 50.298 euro sulla nota piattaforma crowdfunding per portare il titolo su Pc, PS4, Xbox One e Switch.

Immergetevi nel misterioso mondo di The Last Faith. Immaginate di vivere un’avventura ai margini della realtà in un mondo cupo affogato dalla superstizione. È un altro mondo, totalmente diverso da quello che conosciamo, una terra remota costruita su architetture oscure e gotiche. Una terra sconosciuta che si trova proprio al centro di un vortice soprannaturale.

Ecco il trailer di presentazione della campagna Kickstarter. Buona visione.

Gli appassionati combatteranno ed uccideranno abomini e strane creature della notte, ognuna più grande delle altre e più temibile.

Imparerete l’arte di diverse armi, ognuna con un diverso stile di combattimento e set di mosse. Apprenderete anche diverse abilità magiche, sarete in grado di lanciare incantesimi ed aumentare il potere delle vostre armi potenziandole con antichi poteri elementali.

Questo nuovo metroidvania è basato, naturalmente, sull’esplorazione profonda di livelli ampi e non lineari, ed è un platform d’azione a scorrimento laterale con temi oscuri e gotici al suo interno. Ogni singolo punto conta, poiché puoi scoprire nuovi oggetti, nuove aree segrete, enigmi particolari da risolvere e nemici unici.

Sarà una sfida continua contro creature inquietanti e strane che si nutrono di sangue e ricordi umani.

IL PROTAGONISTA

Eric è il protagonista della storia e dovrà sovvertire le parole della profezia nascosta, quella che lo perseguita nei suoi incubi. È una continua ossessione che lo costringerà ad avventurarsi attraverso palazzi oscuri e misteriosi castelli popolati da nobili corrotti dal potere, scienziati accecati dalla conoscenza e mutanti assetati di sangue.

LE CARATTERISTICHE DI LAST FAITH



  • Ambientazioni e animazioni artigianali, scenari espressivi e atmosferici con una narrazione del contesto dell’avventura.
  • Usate abilità speciali per vincere diverse situazioni. Dovrete risolvere diversi enigmi e combattere i nemici per progredire attraverso le aree del gioco.
  • Esplorate i misteri delle cattedrali gotiche, le terre dimenticate e proibite piene di strane creature e sconfiggetele per migliorare le vostre abilità e acquisirne nuove.

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Classifiche italiane, ancora Fifa 20 in vetta

È ancora Fifa 20 il protagonista delle classifiche italiane. Anche per la settimana 19, che interessa il periodo dal 4 al 10 maggio scorsi, il gioco calcistico di EA Sports è al comando.

Su Pc, invece, si assiste ad un incredibile dominio di Square Enix con 10 giochi della software house giapponese nella top ten. Andiamo con ordine e parliamo prima della classifica generale stilata come sempre da B2oost e diffuse da IIDEA.

Fifa 20 continua ad essere il videogioco più venduto in Italia dopo aver ripreso la prima piazza la settimana scorsa.  Secondo posto per Animal Crossing: New Horizons mentre sul gradino più basso del podio finisce l’inossidabile GTA V.

Tra i primi dieci segnaliamo Call of Duty: Modern Warfare, Tekken 7, Assassin’s Creed Origins, God of War, Flora’s Fruit Farm (segnatevi bene questo titolo), Conflict: Desert Storm e Deathrap Dungeon.

Nella classifica per console, l’ordine delle prime sette posizioni è identico. Per trovare una novità bisogna arrivare in ottava piazza con la versione Xbox One di Fifa 20, poi Dragon Ball Xenoverse 2 e Rainbow Six Siege.

La graduatoria Pc, invece, è la più “strana”. Come accennato è un monomarca Square Enix con tutti e dieci i titoli che sono griffati dalla casa nipponica. È il vecchissimo Flora’s Fruit Farm (uscito su Pc nel lontano 2009) a guadagnarsi la vetta. Poi Conflict: Desert Storm e Deathrap Dungeon sul podio. Dal quarto posto in giù segnaliamo Order of War, Conclict: Dinied Ops, Project Snowblind, Pandemonium, Battlestations Pacific, Hitman Go: Definitive Edition e Geotia.

Detto questo, ecco le tre top ten delle classifiche italiane di vendita della settimana 19 di questo 2020. Buona lettura.

TopTen_week_19_2020

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Cygni: All Guns Blazing annunciato

Cygni: All Guns Blazing sarà uno sparatutto twin-stick a scorrimento verticale che arriverà l’anno prossimo per Pc, Mac, PS4, Xbox One, PS5 ed Xbox Series X. Lo ha annunciato nella giornata di oggi Keelworks, team indipendente scozzese.

La software house tiene a sottolineare come si tratterà di uno sparatutto ibrido con “inserti cinematici”. Un gioco dall’effetto nostalgia ma con uno stile grafico moderno. Cygni non vorrà essere una rivisitazione degli shoo’tem up ma vuole elevare il genere ad una qualità migliore per quanto riguarda il gameplay, la grafica e l’audio.

Ecco il trailer d’annuncio, buona visione.

SUL TEAM

Cygni è in lavorazione presso Keelworks, formato da due talentuosi ragazzi autodidatti che hanno lavorato precedentemente nell’industria hollywoodiana dei film e della produzione degli effetti speciali con esperienze in Pixar. Stanno realizzando il titolo con l’Unreal Engine e questo li ha fatti notare da Epic Games visto che hanno vinto un premio in denaro dall’iniziativa MegaGrant.

DESCRIZIONE

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Accampate tra i residui di una civilizzazione perduta ormai da tempo sul pianeta Cygni, le forze terrestri sono state decimate da un attacco a sorpresa di una potente razza aliena biomeccanica. Nei panni di uno degli ultimi piloti sull’ultima portaerei della flotta, siete l’unica linea di difesa contro i bombardamenti degli ostinati alieni.

Disarmati, in minoranza e completamente da soli, tuffatevi nel cielo infernale di una battaglia per la sopravvivenza all’ultimo disperato tentativo. Scegliete se concentrare la vostra potenza sulle armi da attacco o sui sistemi di difesa e scontratevi con implacabili ondate di nemici che attaccano via terra e dall’alto.

Migliorate la vostra nave raccogliendo nuovi strumenti tecnologici e sconfiggete colossali boss alieni in combattimenti viscerali; date il tutto per tutto per sopravvivere. Cygni è un assalto ai vostri occhi, alle vostre orecchie e alla vostra mente che vi trasporta in un’esperienza di gioco coinvolgente.

CARATTERISTICHE PRINCIPALI DI CYGNI

  • Con grafica d’avanguardia, animazioni ed effetti speciali, Cygni si propone di essere il nuovo riferimento per gli sparatutto cinematografici.
  • Siete l’unico combattente a scontrarsi con livelli particolarmente ostili colmi di ondate di assalti via terra e via cielo.
  • Scegliete come usare l’energia, concentrandola sugli scudi difensivi o sulle armi offensive.
  • Raccogliete energia per migliorare la vostra nave e il vostro arsenale, dai missili nucleari alle inevitabili bombe a vortice.
  • Lanciate i vostri attacchi aerei o aria-terra mentre attraversate metropoli illuminate, paesaggi lunari e persino lo spazio cosmico.
  • Combattete faccia a faccia contro nemici giganteschi in scenografiche battaglie epiche contro i boss.
  • Colonna sonora interamente orchestrale e design sonoro avvolgente.




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Presentati 13 giochi third party per Xbox Series X

Assassin’s Creed Valhalla, Vampire Masquerade – Bloodlines 2 ed altri, per un totale di 13 giochi, arriveranno su Xbox Series X durante il periodo di lancio. La conferma è arrivata poco fa in uno speciale episodio di Inside Xbox.

I titoli arriveranno nel periodo di lancio della nuova ammiraglia griffata Microsoft. Molti di questi titoli sono progetti nuovissimi e sono stati presentati per la prima volta al pubblico questo pomeriggio.

Ma, avvertono da Microsoft, è solo l’inizio. La community di partner di Xbox è al lavoro nello sviluppo di centinaia di titoli. Maggiori informazioni su queste produzioni e su quelle firmate Xbox Game Studios saranno rivelate nelle puntate di Xbox 20/20 dei prossimi mesi, durante il colosso americano svelerà la propria visione sulla next-generation con maggiori informazioni su hardware, giochi, piattaforme, servizi e altro ancora.

Sull’annuncio di oggi, apprendiamo che tutti i giochi mostrati oggi saranno ottimizzati per Xbox Series X, ovvero progettati per sfruttare le potenti funzionalità di Xbox Series X, tra cui la risoluzione in 4K fino a 120 frame al secondo, il DirectStorage, il sistema DirectX Raytracing accelerato via hardware, tempi di caricamento super veloci e molto altro ancora.

Di seguito un recap dei titoli annunciati oggi per Xbox Series X. I giochi contrassegnati dall’asterisco sfrutteranno la tecnologia Smart Delivery. Questa permetterà acquistare il videogioco una sola volta, ottenendo sempre la migliore versione su ogni console Xbox.  Ma prima, ecco la presentazione di 27 minuti. Buona visione.

I GIOCHI PRESENTATI

  • Assassin’s Creed Valhalla* (Ubisoft): in Assassin’s Creed Valhalla sarà possibile vestire i panni di Eivor, combattente senza paura e leggenda tra tutti i vichinghi, all’interno di un open world aperto e dinamico.
  • Bright Memory Infinite (Playism): Bright Memory Infinite è un nuovo titolo sviluppato da FYQD-Studios, che fonde sapientemente elementi action e FPS adrenalinico in un’ambientazione futuristica.
  • Call of the Sea* (Raw Fury): Call of the Sea è un adventure puzzle game in prima persona ambientato negli anni ’30 che racconta la storia di Norah, una donna sulle tracce del marito scomparso in una spedizione. La ricerca si svolge su una strana ma bellissima isola del Sud Pacifico, piena di segreti che attendono di essere svelati. È una storia ultraterrena di mistero, avventura e scoperta di sé.
  • Chorus* (Deep Silver): Chorus è un’immersiva esperienza single-player che racconta un’oscura storia di redenzione. Il giocatore assumerà il controllo di Nara, una pilota da caccia con un passato tormentato, e di Forsaken, il suo caccia stellare, intraprendendo un viaggio di redenzione per sfidare un nemico implacabile e abbattere il culto oscuro che l’ha creata.
  • DiRT 5* (Codemasters): DiRT 5 traccia un nuovo capitolo nell’eredità di DiRT: più audace e coraggioso che mai grazie alle nuove funzionalità.
  • Madden NFL 21 (Electronic Arts): Madden NFL di EA Sports è l’esperienza definitiva per gli amanti dello sport digitale targato NFL, che consente ai fan di riprodurre le proprie fantasie di football americano sulla griglia virtuale.
  • Scarlet Nexus* (Bandai Namco Entertainment): in Scarlet Nexus il giocatore assumerà il ruolo di Yuito Sumeragi per esplorare la città futuristica di New Himuka e scoprire i misteri di un futuro che fonde tecnologia e abilità psichiche.
  • Scorn (Ebb): Scorn è un suggestivo gioco di avventura horror in prima persona ambientato in un universo da incubo con forme bizzarre e cupe tappezzerie.
  • Second Extinction* (Systemic Reaction): Second Extinction è un intenso sparatutto cooperativo a 3 giocatori, in cui l’obiettivo è spazzare via i dinosauri mutanti che hanno conquistato il pianeta. Il lavoro di squadra è di vitale importanza quando si veste il ruolo di uno dei sopravvissuti, utilizzando una combinazione unica di armi, abilità e skill per affrontare un vasto numero di nemici.
  • The Ascent* (Neon Giant / Curve Digital): The Ascent è un gioco di ruolo solitario e cooperativo, ambientato in un mondo cyberpunk. The Ascent Group, una mega società che possiede tutti, è appena crollata causando confusione e caos.  Privo di protezione, ognuno è lasciato a sé stesso. In The Ascent, il giocatore dovrà impedire alle gang e alle corporazioni ostili di prendere il controllo e scoprire cosa è realmente accaduto.
  • The Medium (Bloober Team): The Medium è un gioco horror psicologico di nuova generazione di Bloober Team, creatori di Blair Witch, Observer e Layers of Fear che ha come protagonista Marianne, una medium che vive in due mondi: quello reale e quello spirituale.
  • Vampire: The Masquerade – Bloodlines 2* (Paradox Interactive): in Vampire: The Masquerade – Bloodlines 2 sarà possibile entrare all’interno del Mondo di Tenebra e ascendere all’interno della società dei vampiri.
  • Yakuza: Like a Dragon* (SEGA): annunciato oggi, Yakuza: Like a Dragon, esplosiva novità dell’acclamata serie Yakuza, verrà rilasciato come titolo di lancio su Xbox Series X. In più, Yakuza: Like a Dragon supporterà Xbox Series X Smart Delivery già a partire dal lancio, permettendo ai giocatori che acquisteranno la versione per Xbox One del titolo di ottenere l’aggiornamento gratuito per Xbox Series X. Infine, il gioco supporta la funzionalità di salvataggio incrociato tra Xbox One e Xbox Series X, senza la necessità di ricominciare da capo.

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